riflessi in un occhio d'oro regia di John Huston USA 1967
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riflessi in un occhio d'oro (1967)

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locandina del film RIFLESSI IN UN OCCHIO D'ORO

Titolo Originale: REFLECTIONS IN A GOLDEN EYE

RegiaJohn Huston

InterpretiMarlon Brando, Elizabeth Taylor, Brian Keith, Julie Harris, Robert Foster, Harvey Keitel, Robert Forster

Durata: h 1.49
NazionalitàUSA 1967
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 1967

•  Altri film di John Huston

Trama del film Riflessi in un occhio d'oro

Da un romanzo breve (1941) di Carson McCullers. Groviglio di nevrosi in un campo militare della Georgia: un maggiore adocchia un bel soldato semplice; sua moglie se la fa con un suo collega la cui consorte s'è mutilata con le forbici.

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Voto Visitatori:   7,85 / 10 (10 voti)7,85Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su Riflessi in un occhio d'oro, 10 opinioni inserite

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Goldust  @  27/04/2018 09:55:52
   7 / 10
Film di debolezze e di pulsioni represse, di dubbi e di affanni, di calma apparente e di violente sfuriate improvvise: la materia scotta eppure Huston la governa con maestria - pur non riuscendo ad imprimervi un ritmo sufficiente a scartare qualche momento di noia - ed è ben assistito dalle interpretazioni dei suoi attori, specialmente Brando. Invecchiata un po' male, è una pellicola che mantiene però ancora un discreto fascino perverso.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  18/01/2017 19:48:03
   8½ / 10
Anche nei flop di pubblico in Huston non si celano mai opere scadenti, qualche decennio prima di misurarsi con Joyce e Lowry, prese in mano un interessante romanzo della McCullers dai connotati simili a quelli che spopolavano ad Hollywood di Tennesse Williams.
Ciò che appare non è minimamente paragonabile alla complessa allusività delle tematiche, la famiglia disfunzionale, l'omosessualità castrante, la moglie insoddisfatta e quindi fedifraga (che la McCullers tocca con meno cinismo di quanto faccia Huston), l'altra moglie vessata dai continui tradimenti depressa e internata ma per buona apparenza consenziente assistita da Anacleto spalla omosessuale che la comprende più di ogni altro, il triangolo d'attrazioni tra il maggiore Penderton e il soldato a sua volta attratto dalla moglie di Penderton.
Film figlio di scene madri, la cavalcata del soldato nudo, lo spogliarello a mo' di smacco della Taylor, la moglie che picchia il maggiore inerme davanti agli ospiti e lo straordinario finale maniacalmente curato in regia da Huston, uno dei migliori della storia del cinema, assieme ad un altro film dello stesso anno, la partita a tennis con palla invisibile di Blow-Up.
Gran direttore di attori, regala alla Taylor una delle sue migliori performance, precisamente dopo aver mollato la MGM l'attrice è migliorata esponenzialmente, evitando tutti quei ruoli in serie fatti con lo stampino, anche se con i testi di Williams ha sempre fatto buone prestazioni.
Ruolo monumentale di Brando che in quegli anni era entrato nella fase sperimentatrice della sua carriera, qualche anno prima aveva interpretato un interprete giapponese, intercalato da tanti film dal sapore esotico, non saprei dire se Clift avrebbe potuto far meglio, poiché ruoli così introversi Mongtomery li padroneggiava con delizia e l'intimità di Penderton collimava con la sua vita reale, ma Brando dà sfoggio di tutta la sua versatilità e non fa rimpiangere il pur compianto Clift.

Lory_noir  @  26/01/2014 23:53:29
   5 / 10
Prima di vedere il film ho letto il libro, tra l'altro ci ho messo un sacco a trovarlo ma ci tenevo proprio. Dopo aver letto il libro e visto il film devo dissentire da questi voti alti. Il libro non mi ha entusiasmato ma, se c'è una cosa in cui riesce, è creare un'atmosfera malsana che aleggia. Il film, per quanto molto fedele, a mio parere non riesce a riprodurre questa atmosfera e si limita a riportare in maniera sterile degli eventi dalla carta alla pellicola. Inoltre non c'è quasi nessun accenno all'omosessualità del personaggio interpretato da Marlon Brando, che nel libro, scritto quasi 30 anni prima, era palese.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  17/08/2011 19:57:27
   8½ / 10
Magnifico dramma psicologico, all'epoca poco amato da critica e pubblico e tutt'ora misconosciuto, tratto da un romanzo breve di Carson McCullers (curiosamente, il film uscì nell'anno della morte della fragile scrittrice americana).
Torbido, strisciante, insinuante, potente: "Riflessi in un occhio d'oro" racconta la discesa agli inferi di un uomo ossessionato da un desiderio violento e dalla sua stessa negazione, schernito dalla volgare moglie per la sua impotenza e morbosamente attratto da un soldato che cavalca nudo per il bosco.
Uno dei film più intensi e coraggiosi di Huston, quasi completamente affidato alle suggestioni del non detto, alle atmosfere opprimenti (l'ambientazione 'carceraria' in un campo militare aiuta in tal senso) e alle nevrosi dei personaggi (l'omosessaule represso, la sgualdrina sfacciata, il marito ipocrita, la moglie malata e sessuofobica [si è tagliata i capezzoli con le forbici], il cameriere effeminato, il soldato stuzzicante).
Grandiosa fotografia evocativa di Aldo Tonti col celeberrimo viraggio nel bianco e nero a colori per sottolineare le continue sfumature della storia, e magistrale colonna sonora a scandire tensioni e segreti.
Indimenticabile interpretazione di Marlon Brando (nel ruolo in cui la Taylor avrebbe voluto il suo caro amico Montgomery Clift, che morì subito), una prova sublime, faraonica, fatta di rabbia, disperazione, paura, dolore, gesti trattenuti, fisicità esasperata, espressività lacerante: il risultato è tutto ciò che di più straordinario ci si può attendere da un attore unico come lui. Strepitosa anche Elizabeth Taylor in un ruolo estremamente sgradevole che lei padroneggia con particolare bravura. Va detto che è l'intero cast ad essere sostanzialmente fantastico (la Harris regala più di un brivido).
Da vedere, da vivere (nella scena della corsa forsennata a cavallo anche noi ci laceriamo la pelle del viso insieme a Marlon), uno dei vertici più incompresi di Huston.

Neurotico  @  22/04/2011 09:51:03
   8½ / 10
Gran film, diretto magistralmente, supportato da due attori in stato di grazia (la Taylor e Brando) e con una storia intrigante trattata con stile distaccato e senza facili sensazionalismi. Nevrosi, depressioni, tradimenti in un vortice di emozioni contrastanti inseriti in un'atmosfera quasi bucolica di un uomo, nudo, che cavalca il proprio cavallo nella radura. Grande cinema.

paride_86  @  02/05/2010 17:24:10
   7 / 10
Film di nevrosi sublimate che daranno inevitabilmente un tragico sbocco.
Ottimi attori e ottime caratterizzazioni; la vena grottesca dà al racconto un sapore inquietante.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  21/09/2009 18:58:34
   8 / 10
In tutto il film scorre una tensione appena percepibile, un ribollire latente che affiora qua e là negli sguardi dei protagonisti, e che oscilla sui loro volti nella forma d’un mare torbido e misterioso.
E’ quella dell’omosessualità, della depressione, dell’adulterio, del sadismo, nevrosi che acquistano agitazione nella compostezza dell’ambiente militare, circoscritto da boschi vaghi, ombrosi, cavalcati da un giovane soldato nudo che diventano i luoghi simbolo del libido represso.
Brando superlativo, attori tutti bravi, e (lo scopro in questo film) Liz Taylor sa recitare.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/08/2006 23:23:03
   8½ / 10
Se il ruolo del maggiore Penderton fosse andato, come previsto, a Montgomery Clift (scomparso prima delle riprese, a soli 46 anni) forse avremmo avuto una continuità pure felice nei "riflessi" esistenziali dell'attore e nella sua vita tormentata. Ma il destino, purtroppo per lui, ha agito diversamente.
Nel caso di Brando, tuttavia, tutti concordano che l'esperienza di questo ruolo difficile e affascinante è riuscito a rimuovere anni di crisi professionale, minata da pellicole di dubbio valore e scelte non propriamente in linea con il suo talento.

In ogni caso, il film è une'ccellente adattamento di un'ottimo romanzo come quello della McCullers, affidato a un dispotico ma geniale regista come Huston e a una serie imprevedibile di attori e comprimari formidabili (Julie Harris, Brian Keith, Robert Forster).
Splendidamente fotografato, il film conserva l'atmosfera torbida del testo, reggendo nel tempo la simbologia (ma anche la seduzione nell'immaginario omosessuale) del soldato introverso mentre cavalca nudo nella notte...
al di là di certi particolari ehm oleografici, il Penderton di Brando è assolutamente indimenticabile (10 con lode): trascina a fatica la sua proverbiale misoginia verso la moglie adultera, maschera abilmente la sua omosessualità latente con l'ineffabile machismo del ruolo che porta (trucco svelato e apparentemente dissolto durante una lezione ai giovani soldati, quando scoppia in singhiozzi), frusta violentemente il "simbolo" animale del suo richiamo al desiderio proibito, accetta passivamente la punizione inflitta dalla moglie (una Taylor che, lo dico senza moralismi, è perfettamente integrata nella sua parte da sgualdrina impenitente).
Straordinario, e non credo che Clift avrebbe potuto fare di meglio, nei suoi tic di vanità e narcisismo, quando spera invano di cogliere nell'oggetto(s) del suo desiderio l'invito a un incontro notturno.
Una prova e un film assolutamente magistrali.
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1 risposta al commento
Ultima risposta 21/05/2011 22.27.44
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Brando90  @  20/02/2006 20:02:34
   8½ / 10
Mi aspettavo molto di più...comunque Marlon è Marlon, non c'è niente da fare, è più forte di me.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  08/12/2005 17:29:52
   9 / 10
Bellissimo dramma diretto da un grandissimo John Huston.
Il regista racconta la storia di un gruppo di personaggi, dei loro comportamenti e delle loro tragedie con uno sguardo distaccato, senza il minimo coinvolgimento.
Huston non cade nel sensazionalismo, è invece molto allusivo nel descrivere le psicologie , le relazioni e le attrazioni sessuali. Il personaggio di Brando in particolare è memorabile, sposato con un donna che lo tradisce ma segretamente attratto dal giovane di poche parole che si aggira nudo nei boschi.
Il caso alla fine porta alla tragedia.

La regia e il cast sono sensazionali. Da antologia la sequenza della Taylor che si spoglia e quella della corsa a cavallo, come pure bellissima è l'ultima amara sequenza.
Tutto il cast è in stato di grazia. Brando rimane indimenticabile.

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