shinjuku triad society regia di Takashi Miike Giappone 1995
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shinjuku triad society (1995)

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locandina del film SHINJUKU TRIAD SOCIETY

Titolo Originale: SHINJUKU KUROSHAKAI: CHAINA MAFIA SENSÔ

RegiaTakashi Miike

InterpretiTakeshi Caesar, Yukie Itou, Kyosuke Izutsu, Ren Oosugi, Kippei Shiina

Durata: h 1.40
NazionalitàGiappone 1995
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 1995

•  Altri film di Takashi Miike

•  SPECIALE SHINJUKU TRIAD SOCIETY

Trama del film Shinjuku triad society

Quando una banda da Taiwan tenta una presa di potere nella droga, estorsione e racket della prostituzione gay gestito dalla giapponese Yakuza, un poliziotto solitario prevede carneficina. In una crociata contro le bande, il poliziotto tenta di arginare la crescente ondata di violenza. Ma, quando scopre che suo fratello minore è l'amante di uno dei capi-banda, si manifesta il caos...

Film collegati a SHINJUKU TRIAD SOCIETY

 •  LEY LINES, 1999
 •  RAINY DOG, 2002
 •  SPECIALE SHINJUKU TRIAD SOCIETY

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Voto Visitatori:   7,17 / 10 (12 voti)7,17Grafico
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Voti e commenti su Shinjuku triad society, 12 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  19/08/2020 18:06:32
   6½ / 10
Primo passo nelle sale cinematografiche per Miike e primo tassello della cosiddetta "Black Society Trilogy". Un girato palesemente grezzo ed acerbo, con inevitabili ripercussioni sulla qualità del film; ma come succede per tutti i registi con uno stile molto personale le caratteristiche del suo cinema si vedono fin dall'inizio, dalla violenza alle perversioni sessuali, protagonisti dalla morale ambigua, storie ruotanti attorno alla yakuza/mafia e l'eccesso in tutte le sue forme.
Pieno di difetti e molto altalenante, eppure Miike sapeva già come rendere accattivanti storie di una violenza (ma anche di poetica) inaudita.

alex94  @  31/07/2014 13:16:50
   8 / 10
Ottimo film diretto da un Miike esordiente nel 1995.
La trama è ottima,naturalmente molto violenta, perversa e un poco ironica,la regia è più che buona così come la recitazione,in particolare molto bravo l'attore protagonista.
Oscura, tetra e sporca l'atmosfera che si respira per gran parte del film.
Vale la pena vederlo.

Lucignolo90  @  26/05/2014 12:45:02
   7 / 10
Primo vero successo di Miike. Yakuza eiga dove si notano già alcuni tratti distintivi come l'eccessivo uso della violenza, fare ricorso a un incipit frenetico e al grottesco tipico che renderà celebre il regista. Ottima prova degli attori, su tutti un diabolico Tomorowo Taguchi (Tetsuo) che si può considerare un proto Kakihara che vedremo nel sanguinario capolavoro Ichi The Killer.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  16/05/2013 00:16:57
   6 / 10
Un Miike agli albori della carriera che mostra gia alcune tematiche a lui care che ampliera' nei successivi anni.
In questo primo film della trilogia c'è piu' sesso che violenza, cosa che verra' quasi ribaltata da qui in avanti.
L'inizio del film, con un montaggio frenetico ricco di flash-back allucinanti è solo l'antipasto di cio' che vedremo in "dead or alive".
"Shinjuku triad society" è un film un po' confuso nella trama e che non rientra tra i miei preferiti del regista Nipponico.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/02/2013 21:38:13
   7 / 10
Lo sfondo è quello di uno yakuza movie, ma in mezzo a questa guerra tra giapponesi e taiwanesi emergono questi due personaggi contrapposti l'uno all'altro, ma con quell'origine comune non solo della propria terra d'origine, bensì di un passato doloroso che li accomuna e che li avvicina. Un passato che lascia tracce indelebili, un presente oscuro dove bene e male si sovrappongono. Macchie di sangue che non verranno mai lavate o cercare il rifugio nella propria famiglia nel tentativo di un riscatto personale che va aldilà di una vendetta o la punizione di crimine. Buon esordio, nulla da dire.

_Hollow_  @  22/12/2012 07:03:27
   8 / 10
Il Miike che apprezzo, non quello di lavori successivi pseudo-tarantiniani.
Acerbo, grezzo, originale, violento, con attimi fortemente assurdi e comici.
Regia, per quanto giovane, caratterizzata da visibili colpi di classe nella scelta delle inquadrature.
Merita.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  01/07/2011 14:38:45
   7 / 10
"STS" è il primo capitolo della Black Society Trilogy e coincide con il debutto sul grande schermo di Miike dopo alcune pellicole destinate all'home video.La poetica estremista,surreale e spesso violenta del regista affiora ancora acerba lasciando intravedere risorse non comuni.Non è un classico yakuza movie,più che su argomenti ricollegabili al genere gangsteristico infatti sviscera il conflitto tra due fratelli.Uno poliziotto impulsivo e dai metodi spicci,l'altro giovane ed inesperto,passato a far parte di un clan di malavitosi insediatosi proprio nel quartiere di Shinjuku.L'obiettivo professionale del fratello maggiore coincide con quello personale,fermare i traffici del clan e riportare a casa la pecorella smarrita in nome di un'unione famigliare che diventerà spesso argomento centrale dell'opera di Miike.L'efficacia immaginifica dell'autore svetta in modo incostante,la sua energia sovversiva emerge in parentesi stravaganti seppur la volontà di osare sia palesemente tenuta a freno,soprattutto dal punto di vista della violenza,vero marchio di fabbrica del regista giapponese che tuttavia certe bizzarrie se le concede,ad esempio l'ossessione per il sesso orale, preferibilmente in versione omosex che diventa un leitmotiv della pellicola,proposta almeno in una mezza dozzina di sequenze in cui ovviamente l'atto è solo suggerito.
In tutto questo bailamme così piacevolmente miikiano non manca il romanticismo rielaborato in una concezione che si fa beffe di quel machismo spesso sbandierato da boss e criminali.Pregiudizi razziali ed emarginazione sono altre tematiche focali e non per niente spesso ricorrenti nel percorso artistico dell'autore.La trama dichiara un'inclinazione ancora precoce alla sregolatezza con una serie di passaggi e situazioni non troppo coese con la materia centrale e sicuramente necessitanti di una rielaborazione.Tuttavia "STS" è film ricco ed effervescente, dotato di un potenziale che lascia presagire ciò che diventerà il grande Takashi .

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  25/01/2011 03:19:28
   7½ / 10
L'esordio di Miike per quanto riguarda il cinema proiettato in sala, dopo una lunga gavetta iniziata come ragazzo tuttofare nei set dei telefilm e continuata nel mondo del V-cinema (passando per l'assistenza alla regia anche di registi noti come Imamura). Ed è un gran bell'esordio, il film mostra già il personalissimo stile di Miike, fatto di esagerazioni, comicità, devianze, violenza e malinconia. Anche per quanto riguarda le tematiche Shijuku Triad Society è coerente con il resto della filmografia, presentando personaggi senza una precisa identità e emarginati: i zanryu koji nei personaggi di Tatsuhito e il fratello, l'omosessualità, ma anche la depravazione sessuale, lo ridicolizzazione della virilità, la dimensione nostalgica. A quest'ultimo proposito, è da sottolineare la bellissima fotografia con cui viene presentata Taiwan, con la pellicola che vira al giallo e con i colori molto morbidi, secondo una scelta che si ripresenterà nei film di Miike, per dare dei toni più nostalgici. Ciò in contrapposizione totale al forte contrasto e ai colori accesi di Shinjuku, che sembra quasi essere un luna park folle e sanguinolento (basta pensare a come sembrano irreali il cielo e la luna che la sovrastano).

Film quindi consigliato a tutti i fan di Miike, ma non necessariamente solo a loro. Di scene memorabili ve ne sono moltissime, a partire dalla prima, quando un poliziotto si fa fare una foto ricordo con in mano una testa mozzata, efficace quantomai nel calarci nella follia non solo di Shinjuku, ma anche del film e dell'intera opera del regista.

Tom24  @  09/04/2009 00:12:43
   7½ / 10
Ironico, violento, irriverente. Miike incomincia la propria esplorazione degli yakuza movie in modo originale e inventivo.

benzo24  @  17/10/2008 18:31:42
   7 / 10
un film che parte a razzo e si perde un pò nel finale. comunque vale la pena di vederlo.

HATEBREEDER  @  29/08/2008 11:26:01
   7 / 10
Un miike ancora leggermente acerbo, alle prese con uno dei suoi primi lavori. Si denota già una certa cura nelle caratterizzazioni dei personaggi, nella regia, e nella ricerca spasmodica dell'eccesso in ogni situazione.
Memorabili la s*****ttata tra i due fratelli e il regolamento di conti finale tra i due protagonisti, l'uno la nemesi dell'altro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  23/07/2007 18:16:09
   7½ / 10
Fondamentale opera di Miike che segna la fine della sua gavetta con i V-Video giapponesi e l'entrata nel mondo del cinema vero e proprio.
Ambientato principalmente nel quartiere di Tokio che dà il nome al film, Shinjuku Triad Society è Miike al 100%: più grezzo rispetto ai suoi futuri capolavori ma ricco di tematiche e caratterizzazioni che ritorneranno spesso nella sua filmografia.
La prima è quella dello zanryu koji, ovvero il figlio derivante dall'unione di un/a giapponese con un/a cinese. E la mancanza di radici caratterizza proprio il protagonista Tatsuhito, un poliziotto implicato nello sgominare la crescente criminalità taiwanese a Shinjuku che allo stesso tempo cerca di tenere lontano il fratello attratto dai facili guadagni della malavita.

I metodi usati da Tatsuhito non sono sempre ortodossi tanto che la distinzione tra bene e male (altra tematica miikeana) non è sempre chiara. Il suo alter-ego è il boss mafioso Wang: la sua deviata personalità sarà poi ripresa per il personaggio di Kakihara nel suo capolavoro Ichi the killer.

L'esagerazione tipica del regista nipponico inizia a comparire in alcune sequenze (soprattutto all'inizio),siamo comunque lontani da quello che si vedrà a breve in Fudoh:the new generation.

Ottima la fotografia: colpiscono sopratutto l'oscurità della tokio notturna e il filtro giallo usato per rappresentare Taiwan.

Per concludere, Shinjuku rappresenta un ottimo esordio cinematografico per Miike: nonostante la giovane età, il regista mostra tutte le sua capacità che lo porteranno negli anni a venire ad essere uno dei punti di riferimento della cinematografia orientale moderna.

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