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Divertente, puro nei sentimenti, fruibile nei temi e ben musicato, cosa che non sorprende vedendo l'importanza della musica all'interno di tutti i futuri film di Bela Tarr. SZABADGYALOG (The Outsider) si racconta di nuovo coi dialoghi e, stavolta, con tante facce nuove. Stiamo nella prima, esplorativa fase cinematografica del regista ungherese che, dopo un esordio scoppiettante, spara le cartucce di riserva.
Ho sbagliato io a cominciare a vedere qualcosa di questo regista partendo da un film ritenuto da molti tra i minori. Era una sorta di preparazione per il monumentale Satantango però questo Outsider (in inglese) è eccessivamente verboso e inoltre nulla di che. Questo sia in termini registici nonostante alcune soluzioni visive interessanti, e soprattutto con la sceneggiatura verbosa fino all'eccesso nel raccontare di un uomo che vive costantemente sul filo del rasoio, che riesce a travalicare i punti fissi della sua vita (moglie, figlio e lavoro) per una sorta di gusto di farlo, forse un istinto di conservazione che può diventare autodistruzione e e viceversa... L'ho visionato in originale con sottotitoli in inglese, però non mi pare di poter affermare che sia un bel film, anzi. Siccome non conosco ancora nulla di questo autore ungherese se non questo, mi limito ad un 6 politico in attesa degli altri suoi film che tutti dicono migliori. E da quel poco che ho visto non ho dubbi nel ritenerli tali. Questo può essere anche evitato.