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Ritratto di un personaggio emarginato, maniacale e feticista dei seni e dell'attrice Senta Berger che considera come incarnazione perfetta dell'ideale femminile. Attraverso il racconto in prima persona del protagonista, in particolar modo nella prima parte attraverso delle lezioni di matematica, ci viene svelata progressivamente la natura di quest'individuo e le sue elucubrazioni mentali che volgono molto nel piano della fantasia e del maniacale, fantasie che mai potrà realizzare visto che la realtà effettiva è molto emarginata, in un tugurio con la vecchia e gracile madre ed un ambiente ristretto, disordinato e con cumuli di riviste ovunque. Seidl ci racconta così l'emarginazione, ci fa conoscere senza giudicare ma anche senza risparmiarci nulla e rischiando in parte di ridicolizzare il protagonista, che finirà per essere messo letteralmente a nudo in tutte le sue difficoltà. Ancora una volta, un prodotto non semplice e che difficilmente può lasciare indifferenti, più per la storia morbosa che per la messa in scena, piuttosto semplice e classica dalle inquadrature fisse e un ritmo piuttosto lineare.