Quando il visionario architetto László Toth e la moglie Erzsébet fuggono dall'Europa del dopoguerra nel 1947 per ricostruire la loro ereditŕ e assistere alla nascita dei moderni Stati Uniti, le loro vite cambiano per sempre nel momento in cui vengono approcciati da un ricco e misterioso cliente.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Meritava l'Oscar anche come miglior film. Spettacolare dall'inizio alla fine, Corbet lo ha realizzato avendo in mente probabilmente i colossal del passato più o meno lontano dalla struttura classica, come poi mi capita raramente (2001, c'era una volta in America e pochissimi altri film) il tempo è volato: la storia anche se dalla struttura canonica e con un ritmo lento in qualche passaggio, è ben raccontata. I colori saturi enfatizzano i particolari come arredi, vetrate colorate, le architetture, i capi di abbigliamento... visivamente c'è da perdersi in molte scene. Tantissime poi le tematiche tirate in ballo (anche troppe) e qualcosa poteva essere sviluppato di più, su tutte le illusioni, disillusioni del sogno americano e del capitalismo. I personaggi son ben caratterizzati, tanto da dare l'impressione di una vera biografia. Da come ho capito il regista ha attinto dalle esperienze personali della madre e dei nonni e si è ispirato alla figura di Marcel Breuer e dei tanti professionisti del Bauhaus che emigrarono dall'Est verso l'Inghilterra e gli Stati Uniti all'avvento del nazismo.