the irishman regia di Martin Scorsese USA 2019
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the irishman (2019)

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locandina del film THE IRISHMAN

Titolo Originale: THE IRISHMAN

RegiaMartin Scorsese

InterpretiRobert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci, Harvey Keitel, Bobby Cannavale, Ray Romano, Stephen Graham, Kathrine Narducci, J.C. MacKenzie, Craig Vincent, Anna Paquin, Gary Basaraba, Jesse Plemons, Jack Huston, Domenick Lombardozzi, India Ennenga, Joseph Russo, Aly Mang, John Cenatiempo, Larry Romano, Sebastian Maniscalco, Rebecca Faulkenberry, Stephanie Kurtzuba, Robert Funaro, Veronica Alicino, Jeremy Luke, Natasha Romanova, Doris McCarthy, Louis Cancelmi, George Katt, John Scurti, Liz Celeste

Durata: h 3.29
NazionalitàUSA 2019
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2019

•  Altri film di Martin Scorsese

Trama del film The irishman

Frank Sheeran è un sicario della mafia e veterano della seconda guerra mondiale che sviluppa le sue abilità da esecutore criminale durante il suo servizio in Italia. Diventato vecchio, Sheeran riflette sugli eventi che hanno definito la sua carriera di sicario, in particolare il ruolo che ha avuto nella scomparsa del leader sindacale Jimmy Hoffa, suo amico di vecchia data, e del suo coinvolgimento con la famiglia criminale Bufalino.

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Voto Visitatori:   7,25 / 10 (56 voti)7,25Grafico
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Voti e commenti su The irishman, 56 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Cinder  @  10/03/2024 21:18:56
   10 / 10
Che cast! Che regia!

markos  @  27/02/2023 20:28:10
   9 / 10
Signori e Signore, filmone. Pietre miliari del cinema. Cast e regia maestosi.

Boromir  @  29/11/2022 22:50:59
   9 / 10
Evitando di soffermarci sulla controversia riguardante la politica distributiva di Netflix, la piattaforma streaming che ha reso possibile la realizzazione della pellicola, The Irishman segna il coronamento definitivo della carriera registica di Martin Scorsese, un capolavoro che assurge al ruolo di testamento per il genere gangster, spesso abbracciato da Scorsese in oltre cinquanta anni, dall'acerbo ma già pregno di talento Mean Streets e passando per opere d'arte più mature e indimenticabili come Quei bravi ragazzi e Casinò. The Irishman racconta un intero spaccato di storia americana, racchiuso in tre ore e mezzo di quasi inappuntabile fluidità (con l'eccezione di qualche piccola prolissità nel secondo atto). Come un altro capolavoro del genere, il C'era una volta in America di Sergio Leone, la pellicola di Scorsese (scritta dallo Steven Zaillian di Schindler's List) punta i riflettori sul trascorrere del tempo, sui valori delle relazioni umane e sulla paura della morte con quel tocco di lirismo che riesce a trascendere la violenza di un racconto privo d'inutili retoricismi. La storia s'ispira al romanzo di Charles Brandt "L'irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa" del 2013, letto da Robert De Niro e sottoposto a Scorsese stesso per la direzione.
The Irishman si può tranquillamente suddividere in tre atti. Il primo, molto legato alla struttura di Quei bravi ragazzi e Casinò, introduce lo spettatore al mondo criminale dell'America post-bellica con stile elegante e senza farsi problemi a narrare la violenza in tutta la sua secchezza; tra il secondo e il terzo atto invece si assiste agli esiti delle azioni criminose, con particolare attenzione per il peso emotivo che hanno in ciascuno dei protagonisti e sui loro equilibri familiari. La pellicola, già grande nel suo brillante alternare di dramma violento e leggerezza della commedia nera, regge per acume della sceneggiatura e, ovviamente, per impeccabile fattura della recitazione. Scorsese affida i ruoli principali ai suoi attori di fiducia (con l'unica novità di Al Pacino, per la prima volta coinvolto in un film del regista), tutti ovviamente giganteschi, e per l'occasione decide di sperimentare la tecnica del de-aging, che consente di "ringiovanire" digitalmente gli attori, permettendo loro di recitare in flashback senza l'ausilio di corrispettivi più giovani. L'efficacia scenica del de-aging, a conti fatti, non sempre è soddisfacente ma riesce a non essere eccessivamente fastidiosa, e viene comunque compensata dalla bellezza degli altri elementi filmici.
I rapporti tra i personaggi sono gestiti con una cura per i dettagli maniacale, le recitazioni misurate ma titaniche dei protagonisti commuovono per il modo in cui riflettono l'anima dello stesso Scorsese, giunto alla resa conti con l'esistenza, con la sua arte, con un mondo che di anno in anno è cambiato sempre più. E il finale, che più di qualcuno ha accostato a quello del primo capitolo de Il Padrino (io smuoverei più un parallelo con il terzo), dichiara un sentito amore per il cinema e per la vita. Con buona pace dei detrattori di Netflix, Sergio Leone sarebbe fiero.

Thorondir  @  13/02/2022 23:04:10
   8 / 10
Ci sarebbero moltissime cosa da dire ma andrò all'essenziale: forse dirò un'eresia ma la prova di De Niro non mi ha convinto. Secondo me si vedono che sono ormai anni in cui non si è cimentato con un film e con un ruolo che richiedevano così tanto: ma è sembrato a tratti poco espressivo, monocorde, un po' "grigio" nella sua prova. Ma al di là di questo e al di là di alcune forzature di sceneggiatura (soprattutto nella prima parte) questo film-diario del soldato Frank (soldato prima nella seconda guerra mondiale e poi per la mafia) è una summa dell'arte cinematografica di Scorsese: è vero, forse visto e anche rivisto, ma è il momento della carriera di Scorsese (e De Niro e Pacino) in cui si inserisce che fa la differenza. E quegli ultimi 40 minuti, quell'elegia del cinema e del tempo che va, sono tanti intimi quanto necessari.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  04/02/2022 22:33:49
   8 / 10
Opera notevole di Scorsese, un peccato che non sia praticamente uscito al cinema, dato che sul grande schermo avrebbe reso a mio parere decisamente di più. Una delle cose che apprezzo di più del cinema dello stesso Scorsese è il fatto che, nonostante abbia fatto una gran quantità di film a tema gangster e per molti aspetti molto simili fra loro, difficilmente riesce ad essere ripetitivo, e allo stesso tempo i suoi lavori sono per lo più di qualità notevole. "The Irishman" ne è l'ennesimo esempio, un film in cui tutto il cast, nonostante gli anni di esperienza di quasi tutti, non risulta minimamente appannato.

Kyo_Kusanagi  @  18/01/2022 17:02:22
   7½ / 10
In mezzo al mare dei sequel, prequel, reboot ecc... di tanto in tanto vediamo IL film d'autore; questo targato Scorsese è di genere gangster movie dalla narrazione classica cara a lui e che ripercorre un pezzo di storia americana tra politica e faide mafiose anni 50-70 richiamando mostri sacri di questo genere quali Al Pacino, De Niro, Joe Pesci ecc..in un esperimento che li riporta digitalmente a ringiovanire e invecchiare per necessità narrativa.Un epopea lunga più di 3 ore raccontata in modo eccellente dall'assassinio di Kennedy fino alla scomparsa di Jimmy Hoffa, senza stancare mai. Molto bello, sopratutto se un pò conosci la storia e riesci a cogliare riferimenti e particolari.

3 risposte al commento
Ultima risposta 19/01/2022 22.37.37
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Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  11/01/2022 22:56:05
   9 / 10
Film monumentale, Al Pacino è meglio del compagno Lenin. Unica pecca

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The BluBus  @  11/09/2021 00:49:26
   6½ / 10
Cast strepitoso, ma i fasti di un tempo sono lontani. Al Pacino davvero eccellente, Joe Pesci buono, De Niro si impegna ma é davvero troppo vecchio per ricoprire quel ruolo e si vede chiaramente nei suoi movimenti. 30 minuti di troppo, ma regia, al solito, di alto livello.

fadez  @  20/02/2021 23:54:05
   6½ / 10
Il film è bello, la mano di Scorsese è ben visibile, l'unica cosa che trovo davvero avvilente è vedere De Niro in palese età da casa di riposo, fare il duro e picchiare gente come ai tempi di "Quei bravi ragazzi", più corretto il ruolo dell'invecchiatissimo Joe Pesci (irriconoscibile). Il film si fa guardare e scorre abbastanza agevolmente...

Jumpy  @  23/01/2021 13:43:41
   7 / 10
Domenica pomeriggio, tempo piovoso, il nonno si siede ed inizia a raccontare per la decimillesima volta le storie di "quando era giovane", bello, interessante, affascinante, ma dopo un'ora saresti più contento che finisca.
Questa è la sensazione che è cresciuta, gradualmente, seguendo questo interminabile film.
Cast eccellente ma parliamo di attori che van per gli 80, hai voglia di trucco e diGGitale per ringiovanirli.
Si aggiunge poi l'impressione di un film "fuori tempo massimo": la storia più o meno è sempre la solita, tirata per le lunghe all'inverosimile (poteva esser tranquillamente sfoltito almeno di un'ora)

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Consigliato giusto ai fan sfegatati dei gangster movie ed i cinefili incalliti: la lunghezza è estenuante e il ritmo non sempre invoglia ad andare avanti.
Son lontani i tempi di "Quei bravi ragazzi".

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  16/09/2020 12:02:11
   9 / 10
Film monumentale.
Un cast impressionante con un De Niro finalmente tornato quello di un tempo, un ritorno atteso come quello di Joe Pesci e un Al Pacino che non delude nemmeno in un'inquadratura.
Il capitolo finale dei gangster movie di Scorsese che sempre ho adorato.

Signor Wolf  @  30/05/2020 14:51:22
   9 / 10
Uno dei due migliori film di Scorsese, la tensione è palpabile, la mania di controllo e lo scollamento progressivo dalla realtà di Jimmi pure. La tristezza e la miseria umana di Frank rese benissimo. Robert de Niro, Al Pacino, Joe Pesci, tutti e tre dimostrano che la vecchia guardia non è ancora pronta per la pensione. peccato solo per il trucco impossibilitato a ringiovanire i tre per esigenza di trama nella prima parte.
Oscar al miglior film inspiegabilmente mancato.

Noodles71  @  24/05/2020 00:51:02
   8 / 10
Tre ore e mezzo di durata e non sentirle minimamente ma essere impaziente di proseguire con la visione per vedere come va a finire, è questo che mi ha trasmesso l'ultimo film di Scorsese, definito da molti come il suo commiato di addio al cinema che lo ha reso grande ed agli attori che lo hanno magistralmente interpretato. Finalmente un Robert De Niro tornato ai livelli di un tempo, un redivivo Joe Pesci che non mi ha deluso e prima volta di Al Pacino con Scorsese che sfodera un'altra ottima interpretazione, Harvey Keitel compare solo in poche scene. Tratto dal saggio "I Heard You Paint Houses", basato sulla vita di Frank Sheeran, sulla sua ascesa nei loschi affari di Cosa Nostra USA e sulla sua amicizia con Jimmy Hoffa e la militanza nel suo sindacato Teamsters. Molte dichiarazioni dello stesso Sheeran pubblicate in un libro postumo di memorie sono state smentite in seguito, la scompasa di Hoffa rimane tuttora un mistero irrisolto. Uno spaccato di storia americana dal dopoguerra alla questione bamcanica diretta magistralmente da Martin Scorsese.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  18/04/2020 13:17:58
   9 / 10
Cinquant'anni di storia americana legata in maniera indissolubile ai gangster del cinema di Scorsese, un'epopea in cui alla fine rimane solo l'oblio, l'isolamento e la vecchiaia. Io credo che nella visione complessiva di uno dei temi che stanno più a cuore a questo mostro sacro che è oggi Martin Scorsese, mancava solo un film del genere. L'atto finale di una parabola cinematografica iniziata con Mean Streets, girato da un signore di 80 anni a cui per quanto mi riguarda non si poteva chiedere di più.

Complesso per la durata e il ritmo compassato (è una precisa scelta stilistica, evitatelo un film del genere se non siete in vena), privo (ovviamente) della spettacolarità di un Godfellas o un Casinò, The Irishman è un'opera monumentale, che descrive in maniera chiara fatti e personaggi senza mai perdere la bussola, con gente come Pacino (da oscar) e De Niro finalmente ai livelli di una volta, più un Joe Pesci che da anni sognavo di rivedere in scena.

Scorsese con me tocca sempre le corde giuste (come lui solo Eastwood), in più è immancabile quella sorta di ossessione che provo per gli anni raccontati nella pellicola (Kennedy, mafia, sindacati, Jimmy Hoffa, Nixon, Watergate etc), fatto sta che certe recensioni lette sti dieci giorni fatico a comprenderle (al di lá del gusto personale o l'attitudine al tema trattato)

Nota a margine: sui titoli di coda mi è venuto in mente uno dei momenti più emotivamente devastanti nell'ultima puntata dei Soprano (chi ha visto farà un rapido collegamento), una roba che credevo nessuno potesse eguagliare e invece c'è chi ci ha girato un film.

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Ultima risposta 19/04/2020 12.53.32
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  08/04/2020 19:51:39
   7 / 10
film epopea di Scorses come già Gangs of New York, Quei bravi ragzzi ,Casinò ecct..
il film non è particolarmente innovativo ,racconta una storia abbastanza retorica per un gangster movie anche se comunque la scenggiatura è buona .Ciò non toglie che la durata è veramente eccessiva e un'oretta buona qua e là si poteva levare . Su tutto le recitazioni maiuscole di Deniro ,Pacino e in misura misura di Keitel e Pesci .

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  24/03/2020 01:07:08
   7 / 10
Buon film, il nuovo film di Scorsese mi ha convinto, ammetto che mi aspettavo qualcosa in più e mi aspettavo di dargli più di 7.
Me lo sono riguardato ben due volte (la prima tutta di un fiato, la seconda spezzetta in due volte) in modo di capire alcuni dettagli che mi erano sfuggiti e magari di rivalutarlo, ma il risultato complessivo non è cambiato.
Del film ci sarebbe tanto da dire, e d'altra parte in un modo o nell'altro la durata di tre ore e venti circa lo pretenderebbe, nel bene o nel male.
La sceneggiatura non desta meraviglie ma è saporita: il punto di forza è mostrare, limpidamente e credo consapevolmente, come mafia, capitalismo, politica imperialista, stragi di stato, siano tutte facce della stessa medaglia e, piaccia o non piaccia, tutte espressioni dell'American Dream: sognate pure quanto vi pare, ma sappiate che niente è più marcio della politica statunitense e dei ceti criminali che la sostengono, e i film di Scorsese – dei quali questo è il barocco compendio – ce lo hanno mostrato spesso: niente si distingue da ciò, niente si salva: è solo una lotta tra spietati, per ragioni profondamente immorali, con esiti sempre dannosi. I suoi protagonisti sono perciò al tempo stesso mafiosi, killer spietati, grandi imprenditori, finanziatori di colpi di stato e così via.
Su molti aspetti The Irishman è un film lento e abbastanza stanco, che riflette la stanchezza di Scorsese e che, tuttavia, non stanca, nonostante tre ore e mezza di flashback di ricordi dell'Irishman-De Niro ridotto in carrozzella.
E' un film da guardare con una certa concentrazione, ci sono molti intrecci: storie, personaggi che si intrecciano tra di loro, non è un film da guardare in qualsiasi momento.
Gli effetti di ringiovanimento digitale non sono sempre al meglio, soprattutto nella parte iniziale del film, ma secondo me non sono nemmeno così male come qualcuno dice.
Il cast non penso abbia bisogno di tante presentazioni: parliamo di mostri sacri del cinema mondiale: De Niro, Joe Pesci, Al Pacino e in forma minore ma comunque presente, il buon Hervey Keitel. La prova dei nostri protagonisti è comunque di alto livello, e seppur con la loro età, riescono a convincere e a realizzare una prova d'altissimo e grandissimo livello. Un applauso va comunque anche al resto del cast, Graham, Bobby Cannavale, Ray Romano ecc hanno realizzato una prova convincente.
Un testamento politico e poetico, il viale del tramonto dei nostri bad boys, il finale poi si supera con una sequenza struggente e di grande significato.
Non memorabile come film e inferiore a Casinò e Quei bravi ragazzi, ma comunque di buon livello, una visione per gli amanti del genere Gangster Movie e non solo è consigliata.

davmus  @  20/03/2020 09:18:22
   6½ / 10
Grandi interpretazioni di De Niro e Al Pacino....basta

SaimonGira  @  19/03/2020 18:40:13
   6 / 10
Ennesimo film a tema "gangster" di Scorsese. Il film ha una durata importante sebbene la regia sia sapiente e la trama sia interessante per quanto mi riguarda non ha avuto l'appeal di altri capolavori del nostro.
Joe Pesci e De Niro sicuramente attribuiscono un grosso carisma ad un film un pò piatto e privo di sensazionalismi. Ho visto di peggio, quindi la sufficienza mi sembra adeguata però non mi ha lasciato una gran traccia..
Si poteva fare di meglio

7219415  @  07/03/2020 23:21:12
   6½ / 10
Esageratamente lungo

Filman  @  02/03/2020 15:32:43
   9½ / 10
Dalla definizione artistica del gangster movie come parodia del sogno americano o come tragedia cinematografica dell'America stessa si capisce cosa vuole essere THE IRISHMAN: un tetro inno funebre che ha come tema la tristezza e la sofferenza.
Anziani sono i protagonisti e anziano è il regista. E il film, proprio come un anziano, riecheggia di memorie intense e fulminee ma vive di lentezze e tentoni fino all'immobilismo, costretto dal peso della vita trascorsa. Martin Scorsese non fa un film sull'evoluzione del genere attraverso lo scorrere degli anni perché era già stato fatto e non ritorna sui suoi passi con un racconto danzante e festoso, perché un'altra fase della sua vita è cominciata. Sembra quasi liberatorio potersi lasciar andare al silenzio e alla malinconia che incorpora questo capolavoro, riuscendo a parlare dei suoi personaggi non più come maschere carnevalesche che si agitano fino a rincorrere loro stessi ma come strazianti figure umane disperate e ormai arrese a pagare il pegno terreno con la solitudine che si sono costruite attorno.
I fuochi che circondano i personaggi e le loro scelte creano legami di fratellanza e rapporti familiari degni di una tragedia teatrale classica, che ben rende l'idea della maestosità di questo film.

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TheLegend  @  24/02/2020 22:32:06
   6½ / 10
Niente da fare,la durata troppo elevata si fa sentire nonostante il film non sia malaccio.

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Ultima risposta 02/03/2020 17.10.31
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marimito  @  24/02/2020 11:35:20
   6½ / 10
Noioso, lungo, senza enfasi. La regia resta d'autore ma il film è senza slancio; certo racconta eventi interessanti, ma lo fa senza la capacità di trasportare con partecipazione lo spettatore in quella realtà, Le interpretazioni di De Niro, Al Pacino e Joe Pesci conferiscono alla pellicola l'altisonanza che un nome come Scorsese alla regia richiedeva ma il risultato non è di quelli attesi. Io mi sono annoiata.
Il sei e mezzo è per l'interpretazione del cast tutto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  23/02/2020 10:18:31
   6½ / 10
Il film racconta la turbolenta vita di un sicario al soldo della mafia, Frank Sheeran, che incredibilmente morira' di vecchiaia.
E rischiano di farlo anche gli spettatori che hanno il "coraggio" di avventurarsi nella visione di questo film tutto d'un fiato, per piu' di tre ore...
Malgrado questa esagerata dilatazione temporale il film si lascia seguire perche c'è un cast di prime stelle, perfino con il ritorno dell'ormai sparito Joe Pesci.
Mi aspettavo di piu'...

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Ultima risposta 02/03/2020 17.11.59
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  17/02/2020 19:07:00
   8 / 10
Pellicola di ampio respiro che sembra voler compendiare tutto il cinema di Scorsese, tutte le tematiche più care al grandissimo cineasta newyorkese.
Al di là della stranezza di vedere attori anziani ringiovaniti digitalmente (le cui movenze riflettono l'effettiva età), è una pellicola che si inserisce in quel filone da va da Mean Street a Casinò, passando per Goodfellas; a cui si aggiunge una sorta di tematica spirituale, affrontata in pellicole come The last temptation of Christ, Kundun, Silence.
Non sarà forse ricordato come l'apice della carriera di Scorsese, ma questo film ne è il punto di arrivo, è la chiusura di un cerchio di pellicola lungo mezzo secolo. Applausi.

Jokerizzo  @  28/01/2020 15:43:32
   10 / 10
Bentornati,"ragazzi"!

marcogiannelli  @  23/01/2020 00:29:43
   9 / 10
Grazie Martin. Grazie per questo film testamento su un genere (il gangster movie) che lui ha reso grande (e viceversa).
La storia di Frank Sheeran (ma in realtà di tutti questi personaggi enormi) appassiona, lui che "dipinge case".
Bravissimo Scorsese a discernere due fasi della narrazione, una classica scorsesiana in cui prevalgono intrecci criminali, con esecuzioni, tradimenti e processi, con il suo stile unico, elegante eppure brutale. La seconda parte è davvero nuova per Scorsese, c'è una fase in cui il film sembra tralasciare le azioni criminali per lanciarsi sulle conseguenze delle stesse.
Sul cast nemmeno si inizia a discutere: sono i fedelissimi di Scorsese, un pò un cimitero di elefanti, ma che elefanti. Sono tutte interpretazioni magistrali che rispecchiano la maturazione di questi 3 enormi uomini e attori.
E' un film sul passare del tempo, e per questo è fondamentale la scena di Frank e l'infermiera.
Ma soprattutto è un film sull'espiazione della colpa che accompagna tutto il film nel personaggio di De Niro e soprattutto l'ultima mezz'ora, che ritmicamente è quella che rallenta (magari per alcuni fa pesare le 3 ore e mezza ma non per me) proprio per permetterci di pensare a tutto ciò che era successo.
La regia è molto meno appariscente di altre ma molto elegante.
Il problema principale del film è forse questo effetto digitale per togliere degli anni ai protagonisti. Oddio è un lavoraccio e in alcune scene si vede tanto la cura. Ma in altre purtroppo questo esperimento fallisce. In alcune scene i nostri sembrano uomini di mezza età che si muovono come vecchi in controtendenza con l'aspetto (vedi De Niro che pesta il negoziante e sembra in difficoltà).
Ma è forse l'unico neo di un film testamento.

StIwY  @  20/01/2020 00:29:01
   6 / 10
Il canto del cigno (probabilmente) di Scorsese e di tre attori leggendari, ormai segnati da una età troppo avanzata per essere incisivi come un tempo.

Il film di per sè risulta senza mordente, e tirato per le lunghe. Gli ultimi 40 minuti, non ci fossero stati, non sarebbe cambiato niente a livello di contenuti.

camifilm  @  10/01/2020 23:35:59
   8 / 10
Stupendo.
Lungo, si. Un buon bicchiere di sorseggia, non si butta giù.
Anche le lungaggini che alcuni criticano, sono momenti di riflessione.
Ad esempio
1-Il senso del farsi dare occhiali da sole, per poi restituirli. Avete compreso motivo?
2- la questione del pesce in auto? Ha un riferimento. Queste sono cose da capire. Non è marvel 😁


Ho molto gradito l'interpretazione di Joe Pesci.

Certo. Bisogna essere allenati ai film lunghi, colmi di riferimenti, recitati a parole e non a colpi di raggi laser e martelli del tuono.

Si gode anche della ottima scelta musicale. I vestiti e oggetti del passato. E poi vedere le cose più moderne sul fine storia.

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Ultima risposta 15/01/2021 22.25.38
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Clint Eastwood  @  08/01/2020 12:51:25
   6½ / 10
Troppo vecchi, troppo lungo e nell'ultimo terzetto parecchio noioso.

E' come sentire borbottare un vecchio di "quando io ero un ragazzo..."; direi pure anacronistico.

Insomma, è un progetto ambizioso "spalleggiato" da Netflix dove ad avere la meglio è stato Scorsese (ha trovato i finanziamenti, la libertà giusta e ha eseguito un lavoro impeccabile come regista) e Joe Pesci che nonostante le rughe in più ha regalato un'ottima interpretazione (meno schizzata di Quei Bravi Ragazzi, più saggia e pesata).

newalessiomarta  @  04/01/2020 17:57:04
   8 / 10
Il nuovo film di Martin Scorsese che attendevo da tantissimo tempo! Cominciamo nel dire che il nuovo prodotto, tratto dall'omonimo romanzo, del regista ha un solo difetto: è decisamente troppo lungo. Infatti la storia è molto dettagliata e ricca di flashback, ma fin qui nulla in contrario. Il problema è che molti pezzi, soprattutto della parte finale, risultano superflui appesantendo tutta la pellicola che dura ben 210 minuti!. Per il resto Scorsese ci presenta un film da standing ovation: i tre attori principali sono dei mostri sacri della recitazione ( in ordine di gradimento: De Niro, Joe Pesci ed infine Al Pacino), anche gli altri attori minori sino uno più bravo dell'altro. Ls ricostruzione, costumi, trucco e parrucco, scenografia e fotografia sono letteralmente da Oscar. Assolutamente consigliato!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  02/01/2020 15:56:59
   9 / 10
"The Irishman" ci dimostra che il gangster-movie è ormai morto non perchè lo sia il genere in sè (un po' come per il western) ma per la mancanza di direttori ed interpreti all'altezza; Scorsese riprende in mano uno dei generi che lo hanno reso grande e per un attimo lo riporta agli antichi fasti, dirigendo uno dei migliori film dell'anno appena passato. Ovviamente per farlo ha bisogno anche dei volti giusti e per l'occasione rispolvera tre mostri sacri del cinema (oltre che del gangster-movie) che prestano i loro volti invecchiati ma ancora carismatici e pieni di espressività (grande,seppur in una parte brevissima, anche Harvey Keitel).
Un'opera crepuscolare, e a tratti malinconica, riuscita in tutto e per tutto; se vogliamo fare confronti non è sullo stesso livello di quei capolavori che rispondono al nome di "Quei Bravi ragazzi" o "Casinò", ma stiamo davvero poco sotto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  01/01/2020 14:38:38
   8½ / 10
Un'epopea in solitaria, combattuta fra pescherie e ospizi, con un codice (im)morale d'altri tempi, in cui la malinconia si fa manifesto complice, nefasto, eppure con la voglia di scorgere ancora, nel piccolo angolo di corridoio di una vita agli sgoccioli, cosa ci aspetta.

Goldust  @  30/12/2019 15:41:25
   7 / 10
Diciamolo subito: poteva essere sfrondato di una bella ora. E anche così non avrebbe aggiunto nulla a quanto già magnificamente narrato negli anni da questo straordinario autore / regista su temi storici del suo cinema come mafia, famiglia e amicizia tra uomini veri. L'epopea di Frank Sheeran merita attenzione e rispetto ma non colpisce al cuore, non più almeno. Anche se rivedere dialogare insieme certi mostri sacri di Hollywood lascia un certo groppo in gola. Gli effetti speciali per il ringiovanimento dei protagonisti sono prodigiosi, tuttavia Scorsese esagera con i salti temporali, rischiando di pasticciare un racconto già di per se non semplice da seguire per via della durata - monstre. Ineccepibile il livello tecnico di regia, montaggio ecc. e un'attenzione particolare per le musiche. Non lo perda chi ama Scorsese ed il cinema diciamo classico, quello con la C maiuscola; qualcun altro potrebbe invece trovarlo noioso.

Invia una mail all'autore del commento bart1982  @  26/12/2019 15:09:26
   7 / 10
Scorsese ci regala, una pellicola Mafia style degli anni d'oro.
Lo fa scegliendo tra i migliori attori dediti a questi ruoli: Pesci, De Niro e Al Pacino.
Storia vera e quindi molto toccante, purtroppo la lunghezza gioca a sfavore del film...ma credo che sia il tempo giusto per dare la migliore trasposizione ai fatti accaduti.

floyd80  @  20/12/2019 07:38:25
   6½ / 10
Avrei voluto dare un dieci, avrei voluto fosse stato un capolavoro, avrei voluto che fosse un film epico, ma purtroppo The Irishman non è niente di tutto questo.
Capisco Scorsese e capisco anche di aver voluto far un film diverso dai suoi gangster movie più famosi, però in questa pellicola a mio modesto parere manca l'anima.
E' tutto talmente perfetto e patinato che quando vai a scavare quella scorza superficiale ti rendi conto che il cuore all'interno non pulsa più di tanto.
Non mi ha preso bene.
Deluso.

DogDayAfternoon  @  17/12/2019 23:05:01
   6½ / 10
Vedere i più grandi mostri sacri del cinema ancora così in forma vale da solo il prezzo del biglietto (anche se ormai neanche più si paga quello, i film escono direttamente su Netflix). Un De Niro così sinceramente non lo vedevo da anni, e anche se il film in fin dei conti non convince, è uno spettacolo vedere lui e Al Pacino a questi livelli.

Penso comunque che passato l'effetto marketing del momento, non ci ricorderemo a lungo di The Irishman: la regia di Scorsese è straordinaria, alcune scene spiccano per qualità e in alcuni casi tensione, ma complessivamente è un film che troppo assomiglia a molti altri, esageratamente tirato per le lunghe e con dei personaggi tutto sommato abbastanza anonimi e dotati di modesto fascino. E' molto facile cadere preda della distrazione o della pennichella, specialmente nella parte centrale.

Ripeto però che andrebbe visto solo per loro due.

antoeboli  @  16/12/2019 20:55:34
   6 / 10
Non mi stupisce che questo film sia stato scartato da diverse case,visto che per un cosi alto budget,abbiamo di fronte l ennesimo film sulla mafia americana,seppur diretto e interpretato magistralmente.
Non si può soprassedere sul fatto che sia un film che non da nessuna novità ad una trama che risulta banale,e gia dopo la prima ora si perde in una certa monotonia.E in piu non capisco perchè farlo durare 3 ore e mezza.un mappazzone così lungo dove non serviva.
Bellissimo l effetto in cgi per ringiovanire i vari J.Pesci,De Niro e Al Pacino,che grazie alle odierne tecnologie non si nota neanche.
Ammetto che non lo rivedrei una seconda volta

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piripippi  @  16/12/2019 00:35:26
   5 / 10
mi chiedo perché netflix abbia prodotto un film cosi brutto. lungo , noioso, sul genere del padrino ma privo di azione. il cast è grandioso ma ha fatto il suo tempo e rende a tratti il film patetico. tanta pubblicità ma personalmente mi sono annoiato e non poco

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/12/2019 18:27:36
   8 / 10
Una storia di mafia che Scorsese ha raccontato più volte sullo schermo eppure The Irishman l'ho percepito in maniera diversa da Mean Street, passando per Goodfellas e Casinò. E' un film cupo, quasi funereo, dai toni crepiscolari e disillusi di un uomo, apice di un triangolo fra il mondo crimnale della mafia e il mondo corrotto del sindacato. Frank Sheeran è solo un meccanismo di un sistema perverso, dalle regole fuorilegge applicate con orrenda disinvoltura. Non ci sono le esplosioni di violenza incontrollata di Goodfellas o Casinò, quanto la freddezza di un burocrate del crimine, escluso a sua volta dalla propria famiglia che gradualmente scompare dal film per fare ogni tanto capolino nello sguardo muto ma accusatorio della figlia (brava la Paquin, dice in tutto due battute nell'intero film, ma quel volto accusatorio nei confronti del padre dice più di mille parole). Interessante l'esperimenoto di ringiovanimento degli attori: non un vezzo fine a se stesso, ma funzionale nell'annullare in quei volti il tempo. Passato e presente che si confondono in linee narrative apparentemente differenti e distinte, ma accomunate da una colpa che non darà redenzione e lascerà Sheeran solo e vecchio in un ospizio in compagnia del proprio rimorso verso una scelta che in fondo non ha mai avuto. Da non sottovalutare, non è ai livelli di Goodfellas o Casinò ma nemmeno da buttare nel cesso.

JOKER1926  @  12/12/2019 20:15:20
   5½ / 10
"The Irishman" è stato un film tanto atteso, oltre alla prestigiosa firma alla regia (Martin Scorsese), nel cast figurano nomi altisonanti, Al Pacino, Pesci e de Niro, sono infatti i nomi principali di un corpus attoriale stellare.
Il plot dell'ultima fatica di Scorsese si basa su storie del mondo gangster, tema sempre caro al regista, gli attori ritornano nei loro vecchi panni. Il gioco può iniziare.

L'uomo della storia è de Niro, una vita trascorsa ordinariamente e poi l'exploit (casuale) che lo immette nei circuiti infami della criminalità. Notiamo un plot compatto ma colmo di cliché, questo potenzialmente è il primo vero (grande) difetto e punto di non ritorno della produzione, ne parleremo fra poco.

"The Irishman" ha nel suo sistema tutti i pregi del buon Cinema americano legato ai dettami del genere gangster. Scorsese esegue, tecnicamente, un lavoro dignitosissimo, bravo ed ordinato alla regia, crea un buon montaggio e regala una fotografia di fattura. Le intenzioni di Scorsese inoltre sono di grande consistenza, la regia sceglie attori tagliati per questo tipo di film. Il trio svolge anche una specifica funzione "nostalgica", i miti de Niro, Al Pacino e Pesci sono invecchiati, ormai (inevitabilmente) troppo lontani dalle loro abituali performance, esiste un tempo per tutto.
Conclamata una accurata costruzione tecnica del film, "The Irishman", sembra perdere abbastanza su altri punti, la partita inizia ad essere decisamente in salita. Non convince (e come potrebbe?) la durata bestiale del film e soprattutto (come accennato sopra) il film non risulta esser quasi mai originale. Fatichiamo a vedere la mano di Scorsese, il film è macchinoso e scarsamente entusiasmante.
Il primo blocco (ci riferiamo ai primi 70/80 minuti) sono globalmente gradevoli, la seconda parte (quindi quasi i due terzi del film) sono una lenta agonia di un film che inserisce troppi personaggi in scena cercando, in maniera inopportuna, di strafare. Lo stesso Al Pacino ha un ruolo interessante ma sembra ,quasi sempre , essere fuori dai giochi.

"The Irishman" tratta male i suoi personaggi, non scannerizza il versante psicologico, li lascia marcire (e poi morire). La figura di de Niro (figura principale del gioco) non lascia nulla di particolare, personaggio strozzato dalla stessa sceneggiatura. L'uomo irlandese non ha nulla da trasmettere, manca quella essenziale dose di originalità del personaggio, occasione sprecata.
Il film dopo due ore, in maniera quasi oggettiva, inizia la sua terminale discesa, è un lungo addio. Il finale è impostato molto male, toglie emozioni, non mette nulla.

Scorsese è un nome importante, ma qualche tempo fa, inoltrammo un ragionamento/discorso anche su Tarantino. La grande firma alla lunga regala (statisticamente) sempre un buon numero di produzioni, ma capita, non poche volte, che anche grandi cineasti presentano al pubblico piccoli grandi scempi. Scorsese questa volta fallisce.

john doe83  @  11/12/2019 17:24:25
   6 / 10
Gangster movie scolastico con una narrazione lineare, le vicende si susseguono senza sussulti e a volte con un po' di ripetitività.
Film molto sopravvalutato e di una durata assolutamente non necessaria, si arriva al termine con una certa stanchezza.

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Ultima risposta 13/12/2019 09.32.13
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Invia una mail all'autore del commento bleck  @  10/12/2019 11:24:03
   6½ / 10
Quando ti imbatti in opere così, con tutti quei mostri sacri, dai già per scontato che male che va sarà comunque un (quasi) successo e questo film non si sottrae a quanto detto malgrado l'estenuante lunghezza. Il soggetto è trito e ritrito e De Niro conferma per l'ennesima volta di trovarsi meravigliosamente a suo agio nei personaggi che hanno a che fare con la malavita mafiosa americana. Meno a suo agio invece Al Pacino (truccato orrendamente) troppo spesso sopra le righe nel suo personaggio.

Absolutely Free  @  09/12/2019 19:56:00
   5 / 10
Tutt'altro che il capolavoro che si sente dire in giro, è alla fine della fiera un filmetto didascalico come tanti, in cui però la bravura di Scorsese riesce a catturare l'attenzione dello spettatore fino alla fine nonostante la durata eccessiva. La debolezza del film è tutta nella sceneggiatura, una sequela di episodi privi di una vera progressione drammatica, senza un climax o una risoluzione. Nulla più che una sequenza di scenette ben girate, questo The Irishman è come un mosaico in cui ogni ogni tessera è perfettamente cesellata ma il risultato d'insieme risulta scialbo e poco convincente. Trascurabile.

winning  @  08/12/2019 14:13:42
   8 / 10
Peccato , non è da 10 come credevo leggendo la rete e la critica americana che faceva intendere questo film come un capolavoro. Per me non lo è , da grandissimo appassionato del genere e soprattutto dei 3 attori presenti, che ritengo i maestri indiscussi inarrivabili , questo film doveva durare 2h30m , forse sarebbe stato da 9. La prima ora è ottima , l'ultima ora e trenta è più che ottima, Pacino dimostra di essere il più istrionico dei tre,, sicuramente anche la parte influisce. Ma molte parti non hanno senso e stanno lì solo per allungare, se si riprende questo film e lo si rimonta in 2h30 ne esce fuori qualcosa di nettamente superiore. Non si parla di lentezza o durata, è che proprio ci sono parti inutili. Il padrino ad esempio è lo stesso genere, dura 3 ore, ma passano talmente veloci che finisce e dici , ***** è già finito. Io personalmente dopo aver visto il padrino , se mi chiedono di rivederlo il giorno dopo lo rivedo, questo non lo rivedrei il giorno dopo, perché non ci sono quelle scene che segnano la storia del film, peccato. Quei bravi ragazzi è due spanne sopra ad esempio. Comunque film da vedere senza dubbio sicuramente per l'ultima ora e trenta che è veramente superiore al resto del film.

alberto9  @  05/12/2019 22:08:52
   6½ / 10
Il film per me è normale però fa impressione rivedere gli attori, che hanno fatto la mia infanzia, e vederli così invecchiati

VincVega  @  03/12/2019 18:14:31
   7½ / 10
Amo Scorsese, soprattutto quello che un po' si discosta dai gangster movie, ovvero "Taxi Driver", "Fuori Orario" e "Toro Scatenato", tre autentici capolavori. Leggermente sotto, ma siamo sempre a grandi livelli "Quei Bravi Ragazzi", "Casinò" e mettiamoci anche "The Departed". Quando ho saputo che avrebbe realizzato un altro sulla stessa linea, non so, avevo paura, mi sembrava fuori tempo massimo. "The Irishman" è un'autentica epopea gangster, di classe, ma i primi 40 minuti non mi hanno entusiasmato. Poi inizia a carburare, soprattutto grazie all'entrata in scena di Al Pacino e del suo Jimmy Hoffa. Un autentico uragano che domina la scena. La parte centrale è assolutamente la migliore e dove in alcuni film magari stentano, "The Irishman" da il meglio. Diverse scene che restano nella memoria (anche se non ai livelli di "Quei Bravi Ragazzi") e momenti assolutamente di grande impatto, anche nella costruzione progressiva per arrivare al culmine degli eventi. Forse i 200 minuti pesano, non tanto come ritmo, ma come quantità, anche perchè ha la durata di una mini serie, ma andrebbe visto tutto d'un fiato. Per quanto riguarda il cast, ottime le prestazioni di De Niro e Pesci, ma come già detto, è Pacino che domina la scena quando è in video. Purtroppo il resto del cast non ha il minutaggio adeguato e resta nell'ombra (l'unico ad emergere un po' è l'ottimo Stephen Graham della parte di Provenzano). Come messa in scena e scenografia siamo a grandi livelli, ma i 150 milioni di budget mi sembrano un'enormità per il tipo di film, anche se va detto che hanno speso tanto per il ringiovanimento grafico dei tre protagonisti.
Personalmente non metto "The Irishman" tra i migliori di Scorsese, anzi. Però è un regista talmente straordinario che anche le sue pellicole cosiddette minori, sono comunque di un livello sopra la media e questo film ci sta benissimo nella Top 10 dei migliori film usciti in sala nel 2019.

stef123  @  03/12/2019 17:43:50
   6½ / 10
Scorsese oramai vecchio, fa un film ambientato nel passato. con grandi vecchi attori, e come molti vecchi non ha percezione del trascorrere del tempo. Buon Film, ma dalla lunghezza senza senso, con inutili parti prolisse. Film che non aggiunge nulla alla carriera di questo regista e neppure a quella dei 3 grandi attori. Film solo per ammiratori di Scorsese, che probabilmente non ha più nulla da aggiungere alla sua rilevante carriera.

Lucignolo90  @  02/12/2019 21:14:59
   7 / 10
Buon film di Scorsese, antologico sulla vita di Frank Sheeran, killer della mala che fece fuori il presidente del sindacato Jimmy Hoffa.

Un'opera imponente di 200 minuti, diretta con la solita mano sicura e il gusto per il cinema di una volta di Scorsese. La sensazione però, a differenza dei suoi vecchi mafia movie, è che stavolta abbia voluto fare una ricostruzione della vicenda step-by-step con dettaglio quasi documentaristico a scapito dei virtuosismi che uno si aspetterebbe avendo amato film come Quei Bravi Ragazzi e Casino.

Lo svolgimento della storia si dipana con modalità nettamente diverse, gli attori sono tutti sul pezzo e sono certamente la cosa più bella di questo film: De Niro pur essendo quasi monoespressivo ormai, butta dentro tutto se stesso e come narratore ci regala comunque bei momenti di recitazione, Joe Pesci riprende in modo sorprendente il ruolo di boss, ma con una pacatezza che in lui non abbiamo mai visto, Al Pacino è energico e fa impennare l'attenzione verso la vicenda nella seconda parte. La camera di Scorsese, impreziosita dalla fotografia di Rodrigo Prieto e dal montaggio della fedeltà Schoonmaker, non smette di muoversi sinuosa ma stavolta l'uso della mdp fissa è molto ricorrente, credo quasi più che in qualsiasi altro film di Scorsese. Molto dipende dall'anzianità degli attori certo, ma anche della voglia che il regista ha di fermarsi, di non dover ricorrere a nessun cliché o esigenza filmica da cinema per le masse, anzi, sembra quasi voglia dare un opportunità di lenta disamina allo spettatore. E questa storia, che nella seconda parte ci regala un'impennata di tensione fino alla morte di Hoffa, nella restante ora piomba nel silenzio più tetro, nel grigiume di una prigione dalla quale nessuno uscirà vivo se non Frank: ma ad attenderlo fuori... Non c'è più nulla, nessuno della sua famiglia, nessuno dei suoi amici. Solo un prete a dargli conforto e un assistente che lo accompagna in un negozio di pompe funebri, per fargli scegliere la sua stessa tomba.

Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  02/12/2019 11:24:24
   5½ / 10
Film prolisso, a tratti vuoto che gioca abilmente sullo Scorsesismo.... vengono riuniti i mostri sacri italo-americani e imbalsamati, con un deprorevole tocco di azzurro lucente per gli occhi di De Niro. Il film è confezionato e politicamnte corretto, privo di quell'adrenalina che ti fa accendere una sigaretta.... Ricordiamoci di Mean Street... tanto per intenderci.... non fatevi offuscare dai nomi altisonanti del cast e del regista..... ok, ci sono dei buoni momenti... ma troppo poco per una pellicola di 3 ore e mezza, film che verrà fisiologicamente sopravvalutato, questo è sicuro..... ma è poca roba... davvero...

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Sestri Potente  @  01/12/2019 22:21:23
   8 / 10
Probabilmente The Irishman sarà l'ultima opera sulla mafia con tutti questi grandi attori schierati assieme.
È un film potente, duraturo (ma ci sta perchè è lo sviluppo della storia a richiederlo), dalla narrazione solida e ben strutturata.
Ok, non ha l'appeal dei grandi classici del passato, ma diciamocelo: da quanto mancava l'accoppiata Scorsese- De Niro? E poi aggiungiamoci Al Pacino e Joe Pesci, non due qualunque.
Non lo riguarderei, se non a pezzi, ma l'ho comunque apprezzato.

BlueBlaster  @  01/12/2019 14:14:38
   7 / 10
In tutta sincerità mi spiace dire che sono stato piuttosto deluso!
Se non fosse stato per la presenza del mitico Al Pacino (con doppiaggio di Giannini) il film sarebbe arrivato solamente alla sufficienza...
Nulla da dire sulle qualità tecniche e la confezione del film, grande cosa anche gli effetti speciali che hanno ringiovanito i 3 attori principali.
Però 3 ore e mezza per un film così sono una eternità!
Ad esempio un film come Scarface che dura comunque molto io me lo "sparo" senza tanti problemi ma in questo caso non ne potevo più...era una storia che non aveva poi così tanto da dire che non si sarebbe potuto fare con un minutaggio di un'ora inferiore, gli ultimi quaranta minuti poi (della vecchiaia) li ho trovati evitabili e noiosissimi.
Comunque sia è un buon film con una storia interessante, bellissimo rivedere recitare assieme in un ganster movie questi mostri sacri (anche se alcuni attori sono stati sacrificati a comparsate, vedi Keitel).
Se questo fosse il canto del cigno di Scorsese sarebbe un peccato.

Mauro@Lanari  @  29/11/2019 22:32:53
   5 / 10
Un film sul nesso fra storie e Storia dalla prospettiva dell'ultimo Hegel: "Geschichte als Schlachtbank" ("la storia come banco del macellaio": http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaH/Hegel_01.htm), un tritacarne qui reso con un trita alberi per cadaveri e un'ininterrotta mattanza qui resa dal letto del fiume Schuylkill ricoperto con le armi usate per gl'omicidi; "Die Weltgeschichte ist nicht der Boden des Glücks. Die Perioden des Glücks sind leere Blätter in ihr" ("La storia non è il terreno della felicità. I periodi di felicità sono in essa pagine vuote": frase divulgata da Taricone nel confessionale del GF1), pagine vuote qui rese dalle pareti imbrattate di sangue dai c.d. "imbianchini". Non è un "Gangs of New York" (2002) esteso a tutt'il 2° '900 statunitense, ma viceversa un effetto farfalla in cui le criminali, efferate, luttuose macrovicende emergono dall'affastellata combinazione d'una moltitudine d'episodi in sé minimi o pressoché insignificanti: un affresco puntinista. Lo spartito scorsesiano ha le sue (canoniche) dolenti note: dopo poco più di 2 minuti sono già stati piazzat'in scena una *******, un Cristo e un Crocifisso, non è necessario attendere l'ultima mezz'ora affinché "The Irishman" sfoci nel cristocentrismo. Fors'al seminario e in seguito non gl'hanno fatto studiar'il Rudolf Otto che nel 1917 ha dimostrato come l'idea del "ganz Andere", il Dio "totalmente Altro" della teologia apofatico-negativa, l'agostiniano "aliud, aliud valde" delle "Confessioni" 7.10.16, sia costitutiva dell'"homo sacer" d'ogni spiritualità e religione. Inoltr'il suo antropocentrismo invadent'e invasivo gli preclude la più ampia prospettiva paolina di Romani 8, 19ss: pur'il cosmo è stato sottomesso alla caducità e alla schiavitù della corruzione, attendendo con impazienza d'essere anch'esso redento. Infine in cotanta "epopea della fralezza" l'affabulatoria logorrea di Scorsese/Zaillian/De Niro/Frank Sheeran è più d'arzillo vecchietto che da moribondo: una geriatria pimpante e ancora vitalistica o survivalistica ch'ostacola "pathos" & "pietas" che (forse?) vorrebb'esprimere. La nonlinearità narrativa esacerba tal'aspetto.

Mauro Lanari

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Ultima risposta 18/12/2019 18.36.45
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benzo24  @  28/11/2019 19:06:57
   3 / 10
E' riuscito pure a strapparmi qualche sorriso per almeno un oretta, poi il gioco stanca, il ridicolo trasforma quella risata in una smorfia (tipo quella di che De Niro ha ormai in tutti i film da almeno 15 anni ). Forse con attori più giovani poteva essere pure un buon film, invece si vede solo il rin********mento di regista e attori

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Ultima risposta 22/12/2019 15.55.13
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massapucci  @  28/11/2019 17:46:46
   7 / 10
Lungi dall'essere un capolavoro, si lascia comunque vedere; in generale non annoia, il che per un film di tre ore e mezza non è un dettaglio.
Le interpretazioni delle tre colonne de niro pacino pesci sono comprensibilmente, data l'età, poco dinamiche, per quanto buone. Purtroppo i personaggi, intendo dire a livello di scrittura, sono troppo statici, sono "tipi" piuttosto che "tutto tondo"; non evolvono mai, cosicché già alla prima apparizione li si è indovinati. Robert de niro fa il ruolo del savio, del paciere alla ray liotta di 'quei bravi ragazzi' - ruolo che però a mio giudizio limita le sue possibilità attoriali. Pacino è il testardo stereotipato, quello che infastidisce anche lo spettatore, e il cui destino è già segnato dalla prima scena. Pesci è il classico mafioso riluttante, l'amico più amico di altri, quello del "così ha da essere" con le mani legate dall'alto. Pacino pesci keitel e quasi tutti gli altri sono come gli irremovibili ostacoli del flipper, de niro la povera biglia, rimbalzata da una parte all'altra: obiettivo la sopravvivenza, con la possibilità magari di qualche soddisfazione mondana in più.
Troppo poco per farne un grande film.
Da segnalare infine la quasi completa assenza di personaggi femminili significativi.

solitecose  @  20/11/2019 20:16:24
   6½ / 10
Non aggiunge e non toglie nulla alla splendida carriera di uno dei migliori registi moderni. Più una riunione di vecchi compagni del liceo che un colore nuovo nella sua tavolozza. Godibile. Spero che l'avvento di questo film su Netflix aiuti le nuove generazioni a confrontarsi su cosa fosse il cinema anche solo trent'anni fa.
Sei e mezzo, perchè da Scorsese avrei voluto davvero di più come epitaffio.

Max_74  @  06/11/2019 18:33:06
   9 / 10
Ventisettesimo lungometraggio di Scorsese e probabilmente il più completo degli ultimi anni, dopo alcuni non proprio memorabili (vedi The Wolf of Wall Street). Stavolta Scorsese si addentra in una pagina oscura dell'America in cui tutti sono coinvolti,sindacati, Kennedy e Nixon inclusi e lo fa costruendo una struttura a flashaback incentrata principalmente sui rapporti privati tra i vari personaggi, inclusa la famiglia di Sheeran / De Niro che avrebbe meritato forse più coinvolgimento, soprattutto nel personaggio della figlia forse l'unico positivo di tutta la vicenda e conscio del male che gravita intorno al padre o perpetrato da lui stesso. La maratona di tre ore e venti ha il sapore anche di grande reunion tra veterani fidati del regista dove spiccano un De Niro sorprendente nuovamente in stato di grazia e alla fine quasi epico, e un Pacino altrettanto ottimo nel ruolo del sindacalista Hoffa, tutti e due decisamente una spanna sopra tutti. Un pò sotto tono, invece, Joe Pesci non si sa se per l'età o puramente per motivi di sceneggiatura, e Harvey Keitel un pò inutile dato che compare brevemente al massimo tre volte. Nel complesso una regia solida, sorprendentemente molto meno violenta della media dei film di Scorsese (si astenga quindi chi si aspetta un nuovo Godfellas o Casino) che appassiona in diversi momenti ma che non è esente da altri di stanca in cui il troppo intrecciarsi di eventi, nomi e personaggi potrebbero disorientare o far perdere interesse a chi non è conoscitore della vicenda reale. E la lunghezza di certo non aiuta. Si deve però perlomeno il coraggio di non prendere posizioni (quella la lascia a noi spettatori) o tantomeno simpatie per i personaggi e le loro azioni ma semplicemente di riferire i fatti, anche commuovendo nell'ultima parte (SPOILER) ma senza cadere nel facile rimpianto o creando particolari empatìe per Sheeran. Anche sul fronte musicale, diverse tracce d'epoca ma che non segnano come nei precedenti film di Scorsese eccetto la bella traccia dei titoli di coda. In sintesi, un gran bel film, intenso, di grande professionalità e direzione sempre più rara ultimamente, proiettato eccezionalmente solo per tre giorni in anteprima in alcune sale italiane selezionate, in versione originale con sottotitoli. Su Netlfix, di cui è un esclusiva (e che ha suscitato non poche polemiche) e in DVD lo vedremo solo al 27 Novembre. Da vedere e soprattutto contemplare.

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Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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