tre passi nel delirio regia di Federico Fellini, Louis Malle, Roger Vadim Italia, Francia 1967
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tre passi nel delirio (1967)

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locandina del film TRE PASSI NEL DELIRIO

Titolo Originale: TRE PASSI NEL DELIRIO

RegiaFederico Fellini, Louis Malle, Roger Vadim

InterpretiTerence Stamp, Brigitte Bardot, Alain Delon, Jane Fonda

Durata: h 2.01
NazionalitàItalia, Francia 1967
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1967

•  Altri film di Federico Fellini
•  Altri film di Louis Malle
•  Altri film di Roger Vadim

Trama del film Tre passi nel delirio

Metzengerstein: rifiutata dal cugino, una nobildonna provoca un incendio che sarà fatale a entrambi. William Wilson: un ufficiale disonesto sfida a duello un sosia che lo ossessiona. Toby Dammit: un attore ubriacone, appena sbarcato a Cinecittà, è perseguitato dalla fantasmatica figura di una bambina che gioca a palla.

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Voto Visitatori:   7,12 / 10 (26 voti)7,12Grafico
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Voti e commenti su Tre passi nel delirio, 26 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

topsecret  @  22/09/2023 14:34:17
   6 / 10
Superata la noia micidiale dell'episodio di Vadim, interpretato dalla fascinosa Jane Fonda, arriviamo all'episodio più interessante dei tre, quello diretto da Malle e interpretato da un Delon in preda all'isteria e una bellissima Brigitte Bardot, che però non aveva l'approvazione del regista. L'episodioi che chiude il trittico ispirato dai racconti di Poe è quello di Fellini, surreale e per certi versi grottesco ma interessante quanto basta.

DankoCardi  @  10/09/2023 12:43:43
   8½ / 10
Dato che E.A. Poe ci ha insegnato che anche l'orrore ed il mistero possono essere d'autore, e sono virtualmente incalcolabili le volte che il cinema ha attinto alle sue opere, allora ecco che tre registi che non ti aspetti si confrontano con il brivido, con risultati quasi inaspettati per l' eccellenza. Ma sebbene si amalgamino in un corpus unico senza stacchi o stonature, i loro lavori vanno analizzati singolarmente.
Metzengerstein: magari è l'episodio meno coinvolgente ma non per questo da disprezzare, anzi; l'atmosfera cupa e malsana si adatta alla perfezione in un contesto decadente come il medioevo fatto di prepotenze e di capricci crudeli dei ricchi. Vadim sfrutta al meglio ogni singola inquadratura e riesce a trasferirci un sottile ma costante senso di inquietudine. Jane Fonda mai così brava.
William Wilson: una delle più note storie dello scrittore di Boston qui viene riproposta con un incalzante ritmo dove, con sangue e scene anche di nudo, siamo presi dal turbine delle dissolutezze e dei sadismi del protagonista, ma consci insieme a lui del destino che lo attanaglia. In questo caso Malle, grazie anche all'interpretazione di Alain Delon riesce a cogliere lo spiro del racconto mettendo insieme il diavolo e l'acqua santa, l'eterno scontro tra bene e male. Con una Brigitte Bardot al top.
Toby Dammit: ovvero quando i sogni di Fellini...diventano incubi. Rifacendosi furbescamente ad uno dei racconti meno noti di Poe -che non ho letto-, attualizzandolo e circondandosi dei soliti fidi collaboratori (Delli Colli, Mastroianni, Rota, Zapponi), il regista riminese ci mostra il suo solito lato onirico ma sotto l'aspetto dell'oscuro, del malato; per tutta la narrazione si sente una sensazione di disagio e di storto e poco male se Fellini scopiazza il Mario Bava di "Operazione paura" nella rappresentazione di un male truccato da innocenza. Stupenda la carrellata iniziale all' aeroporto con la pletora di personaggi e da incorniciare la prova sopra le righe di Terence Stamp stretto tra l'ineluttabile, l'autodistruttivo e la critica al sensazionalismo ed al divismo. Indubbiamente il migliore dei tre episodi.
Parliamoci chiaro: non è un film che "mette paura" (anche se, per sicurezza, non lo farei vedere ai bambini), non bisogna cerarci l'horror, a differenza di come faceva coevamente Roger Corman sempre sfruttando i racconti di Poe ma è comunque una di quelle pellicole che costituiscono un'eccezione nel mondo del cinema e proprio per questo da tramandare ai posteri.

Oskarsson88  @  24/01/2022 21:58:54
   6 / 10
Non mi è piaciuto troppo anche se ogni episodio ha un suo fascino, soprattutto grazie allo stile gotico. Nel primo mi ha affascinato molto anche il sonoro, ma poi si dilunga un po' senza che succeda granchè, il secondo forse più interessante, l'ultimo - quello di Fellini - non mi ha convinto molto, anche se l'atmosfera un po' assurda è ben fatta. Insomma, sufficienza senza convinzione, anche se le premesse per fare di più c'eran tutte.

Alpagueur  @  01/11/2020 16:47:39
   7½ / 10
Film antologico di tre registi europei basato sulle storie di Edgar Allan Poe (il padre della narrazione horror moderna. ): una principessa crudele perseguitata da un cavallo spettrale, un giovane sadico perseguitato dal suo alter ego e un attore alcolizzato perseguitato dal Diavolo. "Metzengerstein" è molto poetico, nessun gioco di parole, e Jane Fonda sembra fantastica, comunque bellissima. 'William Wilson' è una storia eccellente, considerata la prima del suo genere, affronta il tema della doppia personalità. "Toby Dammit" di Fellini è il pìù surreale e visionario dei tre, il protagonista è semplicemente posseduto...uno studio da molti ritenuto molto affascinante ma che è così diverso dalla storia originale di Poe, intitolato "Mai scommettere la testa col diavolo - Racconto morale" ("Never Bet the Devil Your Head - A Tale With a Moral"), e che tuttavia ne cattura davvero (?) lo spirito. Un bel consiglio dato da Poe, l'autore senza morale. La pellicola ha avuto tanti titoli..."Histoires extraordinaires" (storie straordinarie), "Spirits of the Dead" (spiriti dei morti), "Tre passi nel delirio", tutti vanno a mostrare il macabro soggetto di questo film (ma come potrebbe essere altrimenti, provenendo da Edgar Allan Poe?). Vediamoli nel dettaglio.
Il primo episodio, "Metzengerstein", vede la crudele Contessa Frederica (Jane Fonda, il cui allora marito Roger Vadim ha diretto la storia), ossessionata dal barone Wilhelm Berlifitzing (Peter Fonda), sia in vita che in punto di morte...ma potrebbe avere conseguenze disastrose. Qui iniziamo con una bizzarra versione porno di Poe. Ok, "porno" può essere un po' esagerato, ma per lo meno potremmo chiamarla una versione di Barbarella (inclusi, non dubito, alcuni abiti di Jane che provengono direttamente dal set di quel gioco fantascientifico). Vadim cade nei suoi vecchi cliché: la ragazza sdraiata su un letto che si fa piacere da un uomo mentre dalla camera del cuscino vediamo l'apatia nei suoi occhi, la stanchezza generale e la noia di una donna che non trova soddisfazione nell'edonismo. Alcuni all'epoca criticarono il terribile accento americano di Jane Fonda e quindi la performance poco convincente come contessa europea.
Il secondo episodio, "William Wilson" (diretto da Louis Malle), vede il personaggio del titolo più buono (Alain Delon), un giovane e bellissimo ufficiale austriaco che non ama la concorrenza, specialmente quando gioca con la sconcertante Giuseppina (Brigitte Bardot). Ecco una fantastica storia di Poe sulla follia che rivendica un uomo quando si rende conto di non essere più unico al mondo. Ma qui Malle smaschera forse il tema centrale del racconto originario e invece si concentra su qualche ipotesi (?) dì, erotismo, sadismo e dissolutezza. Il ruolo di Brigitte Bardot diventa quindi un'invenzione completa per realizzare quel fine. Il nome del protagonista non è casuale, William Wilson era all'epoca infatti (ma credo ancora oggi) il nome più comune in Inghilterra, così come da noi lo è Mario Rossi. Nel film questo ovviamente non è stato specificato, ma nel racconto Poe si serve di questa peculiarità/espediente narrativo per nascondere la propria vergogna davanti al lettore ed evitare di fargli sapere il suo nome vero (il racconto infatti inizia così "lasciate ch'io mi chiami, per momento, William Wilson...").
Per i felliniani, l'ultimo episodio, "Toby Dammit", sarà sicuramente il più interessante. Diretto com'è da Federico Fellini, il tutto è molto surreale. Terence Stamp interpreta il personaggio del titolo, un attore inglese ubriaco che va in Italia per fare un western cattolico. All'aeroporto, vede una bambina che fa rimbalzare una palla. Quindi, fa il suo film e riceve un premio: una Ferrari. Folleggiando ad alta velocità per le vie di Roma, si imbatte in una parte della superstrada mancante, ma la bambina è dall'altra parte. Il finale lascerà a bocca aperta. In questo episodio l'egocentrismo di Fellini viene alle prese con l'ipocrisia, la finzione e la mediocrità del cinema. La maggior parte è ambientata in una cerimonia di premiazione in cui Fellini ci picchia sulla testa con sarcasmo, cinismo e quel classico atteggiamento da "uva acerba" che troviamo in tutti i suoi film che trattano di cinema. Sono presenti i colpi sarcastici alla "critica", un tema ricorrente nei film di Fellini.
Tutto sommato, pur considerando i diversi "adattamenti", più o meno riusciti (trasporre visivamente i racconti di E.A. Poe non è facile per nessuno, e chi ha letto tutti i suoi racconti sa bene perchè), questo è un film davvero impressionante. Personalmente tra i tre ho preferito quello di Wilson, ma è una questione soggettiva (narrativamente parlando, assieme a "Il ritratto ovale", considero questo racconto di Poe il suo terzo migliore in assoluto dopo "Il gatto nero" e "Il cuore rivelatore"), seguito da Metzengerstein e per ultimo da Dammit. Non posso fare a meno di notare come il corto di Fellini abbia preso ispirazione, per quanto riguarda l'inquietante bambina con la palla bianca che rimbalza, dal film di Mario Bava 'Operazione paura' del 1966, dove la bambina era in realtà un bambino con la parrucca).
Non posso dare un voto basso a questo film dal momento che comunque si basa su tre racconti di Edgar Allan Poe e che quindi perlomeno nelle intenzioni ha cercato comunque di omaggiare il grandissimo scrittore di Boston. La speranza è che possa servire per molti scettici da invito per approfondire ulteriormente la sua letteratura, soprattutto quella del mistero e del terrore, che per tutto il XX secolo ha continuato e ancora oggi continua ad ispirare tanti film gialli e dell'orrore.

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/11/2020 20.06.21
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Filman  @  01/08/2019 15:16:26
   5½ / 10
TRE PASSI NEL DELIRIO è un film collettivo poco collettivo e troppo individuale, per via del terzo episodio in cui Federico Fellini ci comunica la sua ossessione artistica del mondo dello spettacolo mentre prima Louise Malle e Roger Vadim avevano fatto tutt'altro con degli episodi in costume tratti da soggetti letterari di stampo classico. Nessun episodio sorprende particolarmente, ma emozionano i primi due episodi, per le loro atmosfere storiche, mentre lascia indifferenti il terzo, con il suo surrealismo contemporaneo.

GianniArshavin  @  15/12/2014 23:28:27
   6½ / 10
Questo film ad episodio basato molto liberamente su alcune novelle del maestro Poe a mio parere,e a quanto pare non sono il solo a pensarla cosi, vale una visione soprattutto per l'ultimo episodio diretto da Fellini e interpretato da Terence Stamp.
Il primo episodio di Vadim è quello più scadente , totalmente sballato,privo di atmosfera e dalla trama scialba dal primo all'ultimo minuto.
L'episodio diretto da Malle è leggermente migliore grazie ad una buona idea di base e ad un Delon in gran spolvero ma paga dazio per colpa di uno sviluppo lento e fiacco e ad una caratterizzazione poco approfondita del personaggio principale.
Il capitolo di Fellini invece è uno vero tripudio di classe e maestria , per un regista che se la cava alla grande con un genere da lui mai affrontato prima. Fellini riesce a dare i giusti connotati "horror" alla sua storia (elemento ingiustificabilmente assente nei due spezzoni precedenti) grazie ad una Roma surreale e spettrale , ad un gruppo di personaggi bizzarri ed eccentrici che sembrano essere usciti direttamente da "INLAND EMPIRE" e soprattutto ad un Terence Stamp straordinario nell'interpretazione un attore alcolizzato, scapestrato e allucinato,quasi demoniaco nei suoi atteggiamenti da invasato.
Purtroppo anche in questo caso le ritmiche non sono certamente veloci e forse in alcuni frangenti la storia ristagna un po ma come detto siamo su un livello davvero alto che giustifica l'intera visione di "Tre passi nel delirio".
Sempre in riferimento al capitolo finale è doveroso menzionare una conclusione in bilico fra Lynch e Fulci ed un fantasma inquietante come ,e forse anche di più, lo spettro baviano in "Operazione paura".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  03/12/2014 18:47:12
   7 / 10
Non male, tutto sommato un buon film diviso in 3 storie tratte dagli ormai noti romanzi di E.A Poe (questi 3 non li conoscevo).
Per valutare in completo il film bisogna dividere e commentare le 3 storie.
La prima storia è essenzialmente molto carina in ambito di costumi e scenografia, esaltata con delle bellissime inquadrature e immagini, con qualche scena abbastanza carina, ma la realizzazione della trama in generlae lascia un pò a desiderare, manca essenzialmete quella suspanse da film horror e fa molta fatica a decollare, il finale è velocizzato al massimo e lascia un pò a desiderare, voto 6.
La seconda storia è sorprendete, francamente mi sembrava la meno carina leggendo la trama. La realizzazione è molto buona: film crudele, cattivo e allo stesso tempo spietato con il protagonista stesso, decolla fin da subito, possiamo dire che non annoia e si segue molto bene. L'unica cosa negativa (sono d'accordo con tylerdurden73) la scena del manichino giù dal campanile è veramente brutta, inguardabile. Voto 7 pieno.
La terza storia è il piccolo capolavoro quasi raggiunto, il migliore, non a caso firmato Fellini. Una storia molto tetra, sicuramente la più inquietante, la bambina con la palla fa venire i brividi a guardarla.
Nel film si sente molto lo stile Felliniano, molto visionario e un pò grottesco, mi ha ricordato un po Roma (questo è decisivamente meglio di Roma per me)
L'unico piccolo punto sta nella parte finale: doveva durare un pò di più! è molto bello come finale, però peccato finisce velocemente. Il voto è quasi 8.
Facendo una somma totale il risultato è 7, quindi buon film, nel primo racconto si poteva fare molto di più, gli altri due invece nel complesso molto validi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  18/11/2014 13:55:31
   7 / 10
Tre episodi a tema orrorifico tratti da racconti non particolarmente noti di Edgar Allan Poe e rivisitati molto liberamente; a dirigerli registi di notevole talento per nulla avvezzi al genere.
La cosa si nota nel primo episodio, veramente pessimo, molto più interessanti e riusciti quelli a seguire.

"Metzengerstein" di Roger Vadim: Voto 4.
La nobile Frederique è una giovane dedita ad ogni di tipo di vizio, vive nella depravazione più sfrenata e si fa beffe del morigerato cugino. Il fato vuole che perda la testa per l'uomo, rifiutata da questi escogita uno scherzo di cattivo gusto che purtroppo si concluderà molto male. Il senso di colpa comincerà a tormentarla coincidendo con l'arrivo a corte di un imponente quanto misterioso cavallo.
Le splendide inquadrature testimoniano la bravura di Vadim, il quale però offre una storia stanca, completamente fagocitata dall' insopportabile voce narrante e da sequenze dilatatissime all'interno delle quali il ritmo langue. Non c'è traccia dei controversi personaggi di Poe qui ridotti a mere figurine. La bellezza di Jane Fonda e i suoi ricercatissimi abiti non possono annullare la noia.

William Wilson di Louis Malle: Voto 7
L' episodio più intrigante e rispettoso dell'originale, in cui un ufficiale dell'esercito austriaco confessa i propri peccati ricordando gli atti di estrema crudeltà dei quali si è macchiato fin dall'infanzia. Atti però mai portati a termine, stoppati sempre all'ultimo dall'intervento provvidenziale di un sosia.
Il tema del doppio permette diverse chiavi di lettura e Alain Delon conferisce al suo personaggio la giusta dose di alterigia e cattiveria, poi sfocianti nella follia.
Il manichino che precipita dal campanile non si può guardare. Ottima la scena della partita a carte con Brigitte Bardot.

Toby Dammit di Federico Fellini: voto 7.
Interpretato da Terence Stamp (in modo eccellente) Toby Dammit è un famoso attore inglese giunto a Roma per girare un western. Ben presto si trova accerchiato da un mondo spiazzante, costituito da paesaggi urbani dai colori alienanti e da personaggi fuoriusciti da un incubo grottesco. Per l'attore, dedito ad eccessi e già squilibrato di suo, comincerà una discesa nell'abisso culminante nel tragico epilogo, il più sanguinoso dell'intera pellicola.
Fellini crea magistralmente atmosfere tra il morboso e l'inquietante, utilizza scenari e colori molto particolari e non lascia nulla al caso creando un mondo dello show business tra il macabro e il naif. Visivamente eccezionale, non proprio avvincente dal punto di vista narrativo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  26/02/2014 13:34:29
   6 / 10
Se do sei è tutto grazie a Fellini col suo episodio finale. Bellissimo, visionario e anche inquietante. E' bello per le carrellate sui personaggi stravaganti, le luci che sono un tocco da maestro e la bambina che dir spaventosa è poco.
I primi due invece sono da 5 o anche meno: noiosi, senza interesse alcuno, sceneggiatura poca cosa.

suzuki71  @  17/11/2013 11:05:03
   8½ / 10
Ah, quanta nostalgia per le atmosfere fine anni '60\70... così minimaliste e sensuali, manierate e
Il film a episodi, diciamolo, non ha evidenti sbavature o cadute di stile come evidenziato dai predenti commenti, e mantiene un'atmosfera surreale che, è vero, troverà nell'ultimo contemoraneo episodio felliniano la vera ratio del titolo dell'opera.
Il primo episodio ha diversi pregi: una perfetta atmosfera tardo medievale, con un appropriato commento sonoro, location sospesa nel tempo, e una brava Jane Fonda che recita addirittura con un cavallo: diciamo non una passeggiata per qualsiasi attore.... il secondo episodio è forse quello appena meno riuscito, leggermente meno teso ma vedere una magnifica Brigitte Bardot ripaga ogni aspettativa... infine l'episodio felliniano, vero delirio e magnifica rappresentazione dell'assurdo nazional-popolare televisivo: nulla di paragonabile ai suoi lavori, ma bello ugualmente, con un alba finale inquietante e solitaria.
Ce ne vorrebbero ancora di film così, che nostalgia!

DarkRareMirko  @  08/08/2013 10:37:05
   7½ / 10
Film ad episodi che vede il suo vero valore nell'episodio finale di Fellini, veramente sublime; i restanti, a quanto ho letto lavori su commissioni, sono diligenti e nulla più, seppur possano anch'essi contare su bravi attori e su di una certa inquietudine.

Fellini quindi si dimostra maestro anche nell'horror, con atmosfere diffili da scordare, una bambina a dir poco inquietante ed un finale capace di far perdere il sonno.
Buone musiche di Rota, fenomenale Stamp.

Volendo si può vedere anche il solo episodio finale.

Crimson  @  10/02/2013 01:34:27
   5½ / 10
Tre dei più misconosciuti racconti di Edgar Allan Poe trasposti da tre registi di calibro ma assolutamente non avvezzi all'horror. La premessa introduce quasi tutto. Tanto per cominciare, l'episodio di Vadim sfiora l'imbarazzo. Jane Fonda cavalca "con le cosce nude" e avvinta dalle fiamme ha l'espressione di chi sembra piuttosto abbandonarsi in un atto sessuale. Del resto non è affatto casuale la compresenza del fratello Peter. A Vadim interessa erotizzare l'azione, ma le allusioni anzichè restare sottintese e audaci vengono rese risibili da un esilissimo script. E così la nobildonna intrappolata da una tagliola (senza subirne minimamente le conseguenze) dovrebbe significare un accostamento al mondo animale selvaggio, tanto quanto un cavallo senza sella che scorrazza libero e irrompe in una proprietà come un uomo ferito nell'orgoglio. Noioso e pessimo.
L'episodio di Malle è giocato esclusivamente sul tema del doppio, e la partita a carte rende meno della tormentata confessione. Non so se l'intento fosse di sgretolare la visione virile di un corpo militare che quasi inneggia allo stupro ma che è viceversa altrettanto deciso ad agire con durezza verso chi si macchia di esser "baro" al gioco. Il duello Delon-Bardot è vinto dagli schiaffi più che dalle frustate e anticipa l'ovvia risoluzione di un finale tuttavia congruo ed efficace.
Il tanto decantato episodio di Fellini (il famoso mezzo) è il più riuscito, surreale e bizzarro, sebbene per giungere al dunque impieghi fin troppo. Terence Stamp spadroneggia rispetto a tutti gli altri interpreti di questo film strampalato a episodi e regala un ritratto allucinato e demoniaco.
In definitiva tanta noia. Trascurabile.

Kymmy  @  26/09/2011 22:40:33
   9½ / 10
Da morirci.. Fellini reduce dall'LSD è micidiale, terrificante trasposizione letteraria di tre racconti di Poe, per tre registi, dal peggiore al migliore (Vadim con Jane Fonda quagliano sempre, ma stavolta si sfiora il ridicolissimo.. pur essendo sfizioso lo svolgimento e bellissime le scenografie.. finale poco riuscito..fa storgere il naso.. si risolleva il morale con il secondo turno, Malle ci regala un duetto indimenticabile, Bardot-Delon..varrebbe fin qui..solo per questa sequenza folgorante..il prezzo del biglietto..ma attenzione.. l'ultimo, fanatasmagorico, eccezionale episodio è un capolavoro horror che atterrisce... Semplicemente meraviglioso, tocchiamo, assaggiamo una perfezione destabilizzante, anticonformista e d'autore... ma neanche la forza di applaudire.. troppa troppa paura..).. QUESTO era il cinema.. QUESTO era l'horror.. Pochi mezzi, un grande talento.. uno dei più rari effetti speciali, quest'ultimo, a tutt'oggi.

Da non mancare assolutamente.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  17/04/2011 16:19:06
   7 / 10
Film a episodi tratti da racconti di Poe.
Il primo, il più scarso, è tratto da Metzengerstein con il cambiamento di protagonista, nel racconto di Poe è un maschio e quindi non c'è tutto l'erotismo che inserisce Vadim.
Malle invece fa un discreto lavoro proponendo William Wilson e il complesso tema del doppio, abbastanza aderente al testo di Poe ma niente di eccezionale.
Fellini invece traspone tutto nella Roma contemporanea e il risultato è notevolissimo. Indimenticabile Terence Stamp nei panni dell'attore alcolizzato Toby Dammit, ossessionato dal fantasma di una bambina.
Il solo episodio del regista riminese, vale da sé la visione.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  24/03/2011 00:17:04
   6 / 10
Non perche siamo Italiani ma a quanto vedo siamo tutti daccordo nel premiare l'episodio di Fellini come il migliore dei tre...
Il primo è inguardabile,lento,monotono e che non dice nulla!
Il secondo sul tema del doppio...a tratti interessante,come la partita a carte,ma piuttosto banale nei contenuti e nella soluzione finale.
Quello di Fellini è il piu' morboso,sicuramente il piu' "horror" dei tre che piu' si allinea allo scrittore da cui hanno tratto le storie...
Ma nel complesso il prodotto mi ha deluso...

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  11/12/2010 00:32:18
   5 / 10
Tre passi nella noia !!
L'episodio di Fellini è grazioso ma gli altri 2 sono noiosi da morire,specialmente il primo ...jane fonda è fighissima ma non basta x dare la sufficienza a tutta l'opera anche se senza di lei forse avrei dato anche di meno XD

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  17/10/2010 23:56:37
   7½ / 10
Metzengerstein (Vadim): voto 6,5
La cosa che accomuna tutti e 3 i film sono le atmosfere gotiche,quelle sì riuscite,ed è uno dei pochi punti di merito del segmento firmato Vadim. Pur interessando e coinvolgendo all'inizio diventa tutto di una monotonia implacabile dopo un quarto d'ora con uno sviluppo che mi è parso,francamente,abbastanza mediocre. Certo Poe pare un pretesto per mostrare un raffinato erotismo fatto di orge nel castello e di un rapporto con un cavallo che quantomeno rimanda a discorsi più imbarazzanti (ma non esplicitamente). Jane Fonda è bella ma il resto è fiacco.

William Wilson (Malle): voto 7,5
Invece qui si vede una storia certamente girata meglio,con più pathos e inquietudine e che,come con Vadim,non disdegna incursioni in un erotismo stavolta masochista e crudele. Il tema del doppio fa sorgere solo domande angoscianti,Alain Delon è glaciale e perfetto nei panni di un uomo (anzi due) senza cuore e crudele. La scena dell'anatomia sulla donna dimostra già la differenza con Metzengerstein,con William Wilson siamo veramente dalle parti di Poe. Molto bella anche quella del poker,lenta ma piena di una tensione costruita ad arte.

Toby Dammit (Fellini): voto 8,5
Ecco,l'episodio più acclamato e certamente il gioiello da ricordare. è strano vedere Fellini alle prese con l'horror e la delusione non c'è. La sua visione si adatta perfettamente ai toni gotici impressi alla storia con il protagonista più azzeccato e maledetto di quelli comparsi in questi 3 passi nel delirio,un vero e proprio attore maledetto come Poe fu scrittore maledetto in vita. Senza modificare di una virgola il suo stile onirico e festaiolo (ma qui siamo dalle parti di una festa di morte) Fellini introduce una Roma completamente diversa da quella che nel film dallo stesso titolo aveva mostrato,quasi come volesse farci vedere un altra faccia della città. O forse la sua è una critica al divismo e all'autodistruzione dell'artista maledetto,venuto a girare solo per il compenso di una Ferrari, causa che porterà alla sua fine. Di certo la cappa di morte circonda sin dalla prima inquadratura nuvolosa tutta la città,bellissima la parte in cui vengono elargiti i premi in una specie di palcoscenico funereo,quasi una catacomba. Se in Roma a illuminare i palazzi e tutta la città ci pensavano i fari dei motociclisti stavolta una Ferrari costretta a vagare senza meta lo fa al posto loro. La bambina col pallone (il diavolo,lo spettro che insegue l'artista)è preso pari pari dall'Operazione paura di Bava. Bisogna pur dire che qui risulta angosciante se non allo stesso modo forse ancor di più.
Il Fellini sanguinario del finale è inaspettato come inaspettato poteva essere un simile risultato di un regista di cui eravamo abituati a vedere toni ora allegri e festaioli,sempre sognanti e felici. Qui siamo dalle parti di un incubo. Adattondola ai giorni nostri,forse proprio Fellini è quello che più di Vadim e Malle si è avvicinato a Poe. Grazie Maestro!

uzzyubis  @  21/03/2010 10:58:51
   8 / 10
Se ci fosse solo l'episodio Felliniano darei un punto in più. Gli altri due episodi sono piatti senza mordente, non trasmettono niente.
Toby Dammit è un viaggio nel delirio di un attore inglese alcolizzato. Da tener presente che per detta dello stesso regista la pellicola descrive nei suoi silenzi l'esperienza avuta da Fellini con lsd due anni prima.

gaffe  @  12/12/2009 00:56:37
   7 / 10
Dei tre mini film tratti dai racconti di Edgar Allan Poe quello che mi è piaciuto di più è stato Toby Dammit.
Fellini qui è in piena vena gotica,l'attore alcolizzato(S Price),protagonista del film avrà un appuntamento con una bambina che gioca con la palla e che "provocherà" la sua morte.
Il film ambientato in una Roma notturna e malsana riesce a celare con poco tempo il mondo di Fellini(paparazzi,attori,preti,giro in Ferrari ai Castelli romani).
Degli altri 2 film si salva William Wilson,storia alla Dottor Jekyll e Mr Hyde.

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  18/10/2009 12:42:31
   7 / 10
Primo episodio: distaccato, con un'ottima rappresentazione cinematografica ma intimamente vuoto e freddo.
Secondo episodio: schematico e poco emozionale, ma perfettamente costruito e glaciale nella propria rappresentazione. La cosa può essere un pregio o un difetto a seconda dell'angolazione da cui viene guardato.
Terzo episodio: magistrale, rappresentazione del delirio di un uomo che si muove in un delirio ancor maggiore. Proiezione stessa del proprio io, Dammit vive nel prossiomo suo come fosse se stesso. Nell'implacabile tentativo di proiettarsi fuori dal labirinto, la sua coscienza si scontra contro i fantasmi che lo assillano (la bambina/diavolo/io).

Un progetto in tre parti con tre rese diverse, che non coincidono mai. Solo la terza mi pare quella veramente riuscita. Nonostante ciò è da vedere.

Neu!  @  24/03/2009 20:50:38
   5½ / 10
bah. ho sempre dubitato di questo tipo di film, diretti da tre o più registi. si creano lavori disorganici. questo ne è l'esempio lampante. i primi due episodi sono davvero mal riusciti (soprattutto il primo), il terzo invece è fantastico. Fellini era il più grande di tutti, "Toby Dammit" è puro genio. però, mi dispiace, ma la sufficenza non ci può stare, quando in 2/3 di un filmc'è il nulla.

paride_86  @  06/10/2008 01:03:06
   9 / 10
Tre grandi firme per tre racconti di E. A. Poe.
I primi due episodi, quelli di Vadim e di Malle, sono riusciti e coniugano atmosfere inquietanti e scenografie grottesche; il vero delirio è l'episodio di Fellini che, pur amalgamandosi poco con i precedenti, ha un fascino unico e personalissimo. Quest'ultimo è assolutamente da vedere, soprattutto per i fan del Maestro.
Attori molto convincenti, soprattutto Stamp, tormentato e inquietante.

addicted  @  15/06/2008 23:20:27
   10 / 10
Il dieci è riservato esclusivamente a Fellini.
Vadim è ridicolo.
Malle è piatto.
Poi arriva il maestro... giù il cappello!!!
Capolavoro felliniano, il "Toby Dammit" rende macabra la magia di "8%" e anticipa le atmosfere di "Roma".
Chi non a visto questo gioiello felliniano non perda tempo!!!
Imprescindibile!!!

Invia una mail all'autore del commento wega  @  18/04/2008 14:01:16
   7½ / 10
Tre episodi deliranti di tre registi diversi, e questo si sa.
Il primo è tutto sommato abbastanza ben ricostruito scenograficamente ma ha una ridondante narrazione della voce fuori campo.
Per il secondo non ho capito dove il regista volesse andare a parare precisamente, il tema del doppio o della identificazione sul prossimo in questo caso l'ho trovato del tutto schematico nella struttura.
Senz'altro il più riuscito dei tre è l'episodio diretto da Fellini, anzi sembra proprio la pellicola sia stata commissionata principalmente per lui, che non ha fatto alcuna fatica nella trasposizione del racconto tanto è vicina e affina al suo modo di fare cinema di fine anni '70.
Il delirio di un attore inglese che cercherà di fuggire, inutilmente (dalla realtà o dalla finzione del cinema?), in tutti i modi, una corsa in macchina, labirintica, piena di ostacoli, curve e strade a senso unico.
Non mi è piaciuto molto, nella maggioranza dei casi, il suo stile estremamente onirico del suo secondo itinerario artistico, ma questi 45 minuti sono davvero eccezzionali, credo rispecchi più di altri film del regista romagnolo, il cinema che Lynch poi ci ripresenterà prendendone spunto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/12/2006 00:12:04
   7 / 10
Dicono sempre che i film realizzati a piu' mani hanno dei limiti e anche questo film ne ha.
L'incontro tra Edgar Allan Poe e tre dei piu' celebri registi europei non ha completamente colto nel segno, evidenziando piu' che altro le retrive difese stilistiche dei suoi autori.
Complessivamente, "metzergenstein", dove i fratelli Fonda lavorano insieme per la prima volta in uno script assai equivoco, non fa altro che risaltare l'erotomania di Roger Vadim, e della sua Nouvelle Vague estetica e convenzionale (4).
L. Malle esplora a modo suo uno dei testi determinanti di Poe: effettivamente Delon è convincente e inquietante nel suo ruolo, ma il tema del "doppio" tanto acuto e profondo nel testo diventa un pretesto per un compiaciuto esercizio sado-maso (6).
Federico Fellini è la vera sorpresa dell'operazione: non era minimamente sospettabile una propensione "gotica" tanto avvincente, una dimensione "dark" così inquietante e visivamente magnifica (da antologia del cinema horror la sequenza finale).
E Stamp è tremendamente luciferino e disarmante.
Allora, altro che l'amenità del circo e delle sue comparse: davanti a Poe Fellini si trasforma trasformandosi in un (represso o inconscio?) Tourneaur di casa nostra (10)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  04/11/2006 15:53:54
   7½ / 10
horror a episodi ispirato a tre storie del grande maestro poe.
il primo, metzengerstein, è quello diretto da vadim. atmosfera molto goticheggiante, il regista si intestardisce molto sulle location, forse per creare una densa immedesimazione nello spettatore. è un film buono, ma non molto originale negli spunti che offre. bello il clima morboso della sessualità.
il secondo episodio, di malle, è secondo me il migliore. forse per l'eccezionale accoppiata alain delon-brigitte bardot, la cui partita a carte è indimenticabile per chi l'abbia visto.
sul terzo episodio, di fellini, il discorso si fa più complesso.
è certamente il capitolo visivamente più affascinante, e probabilmente quello che ha dalla sua la migliore interpretazione, di uno stratosferico terence stamp.
però io ho trovato la prima parte un po' noiosa e fine a sè stessa. la seconda (la fuga in macchina) è decisamente più inquietante e magnetica.
rimane comunque una prova di regia e visionarietà fuori dal comune, che merita di brutto una visione.

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