vinyan regia di Fabrice Du Welz USA 2008
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vinyan (2008)

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locandina del film VINYAN

Titolo Originale: VINYAN

RegiaFabrice Du Welz

InterpretiRufus Sewell, Emmanuelle Béart, Julie Dreyfus, Borhan Du Welz, Petch Osathanugrah, Amporn Pankratok

Durata: h 1.35
NazionalitàUSA 2008
Generethriller
Al cinema nel Maggio 2008

•  Altri film di Fabrice Du Welz

Trama del film Vinyan

A distanza di sei mesi dalla catastrofe dello tsunami, Jeanne e Paul Belhmer sono ancora in Thailandia, incapaci di accettare la scomparsa del loro unico figlio, Joshua. Durante una serata di beneficienza, Jeanne si convince di aver visto il bambino in un dvd che mostra le condizioni degli orfani nella giungla birmana e persuade il marito, inizialmente più scettico e prudente, a non lasciar cadere l'ultima possibilità di ritrovare Josh, per quanto remota essa appaia. Dopo aver pagato lautamente il sinistro Thaksin Gao, i coniugi Belhmer seguono lui e il suo uomo di fatica Sonchai sulla barca che li porterà nel “cuore di tenebra” dei villaggi-fantasma, armati di una solidarietà ormai agli sgoccioli e aggrappati ad una speranza che scivola pericolosamente nella fissazione.

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Voto Visitatori:   5,83 / 10 (18 voti)5,83Grafico
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Voti e commenti su Vinyan, 18 opinioni inserite

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Evarg Nori  @  01/06/2022 11:31:38
   6 / 10
Al secondo film il regista affronta la tematica dei figli smarriti e dei genitori disposti a tutto per trovarli con suggestiva ambientazione nella giungla tailandese post-tsunami,echi da "Apocalypse Now" e un vago tocco da cannibal movie nostrano.Ambizioni sulla carta intriganti e smisurate,cui però la regia riesce ad essere all'altezza solo in parte.Se funziona il discorso della civiltà(e rapporto di coppia)che si disgrega nel modo selvaggio caotico e con regole talora ignobili(tra le righe c'è anche il discorso del mercato nero dei bambini)l'uso del sonoro è suggestivo e le locations tropicali fanno il loro effetto,il ritmo è troppo statico e la mancanza quasi totale di scene forti non è propriamente azzeccata.Anche i tocchi onirico-surreali funzionano solo in parte(la sequenza evocativa sui titoli di testa).La Béart ci mette un'innegabile abnegazione,ma il suo personaggio,sebbene animato dalle migliori intenzioni,tra ciondolate stoiche espressione stordita perenne ed occasionali scatti di isteria è di quelli che suscitano non poca irritazione,spingendo lo spettatore a patteggiare più che mai per il povero marito.Buono il finale,sebbene non certo sorprendente.

Thorondir  @  29/08/2019 13:58:32
   6 / 10
Fabrice du Welz con "Vinyan" gira un altro film disturbante e allucinato, dove realtà e misticismo si confondono e dove il reale è diluito nell'allucinazione sensoriale e mentale. Alla ricerca del figlio scomparso, la coppia si disgrega lentamente ma inesorabilmente, tra la razionalità del marito (che poi vacilla anch'esso) e l'irrazionalità paranoide che attanaglia il personaggio interpretato dalla Béart. Du Welz decide di rendere anche registicamente questo spaesamento attraverso un uso massiccio della camera a mano e un montaggio non troppo serrato. Ci si perde nella atmosfere belle e inquietanti dalla Thailandia profonda, ma oltre all'impianto formale e visivo che è di impatto, il film in "crescendo" non cresce mai, fino ad un finale ambiguo e che non riesce a trasmettere l'aura di sacralità mistica che vorrebbe avere.

Crabbe  @  16/08/2017 10:47:38
   7 / 10
Vinyan, assieme a Calvaire ed Alleluia è uno dei pochi thriller/horror degli ultimi anni che può dirsi originale.

Du Welz è bravo, qui sperimenta sullo sfondo di atmosfere tribali.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  09/11/2012 11:09:20
   6 / 10
Un video girato a Burma risveglia le speranze di una coppia che ha perduto mesi prima il proprio figlio durante l'abbattersi di uno tsunami.
I resti non sono mai stati ritrovati e il sospetto che sia stato rapito da mercanti di bimbi prende sempre più corpo, inducendo i genitori a partire alla volta delle numerose isole situate nel Mar delle Andamane. Accompagnati da un viscido boss locale verranno a contatto con una natura lussureggiante e minacciosa, all'interno della quale sussiste una sorta di limbo popolato da ostili ragazzini ricoperti di fango.
Se non fosse per gli inserti onirici "Vinyan" assumerebbe almeno in partenza caratteristiche da modesto thrillerino. Fabrice Du Weltz vanta fortunatamente capacità visionarie adatte a mantenere alta la curiosità riguardo questo mistero dagli impulsi stranianti. La parte centrale però resta tirata per le lunghe e poco interessante nel contrasto tra coniugi, con possibilismo e scetticismo banalmente contrapposti.
A seguire l'intrigo si fa più criptico e quindi affascinante, vita e morte non scorrono più in parallelo ma si intersecano come sogno e realtà dando vita a momenti in cui lo smarrimento dei protagonisti è tangibile. La follia assorbe le certezze, mentre il desiderio materno della sempre brava Emmanuelle Béart prende il sopravvento attuandosi nel suggestivo triangolo tra natura, uomo e irrazionalità.
Ben vengano le pregiate ambizioni ed il volersi staccare da certo grigiore cinematografico, Du Weltz però dovrebbe fare un bagno di umiltà evitando di mostrarsi così ben disposto verso un ermetismo troppo ricercato.
Apprezzabili le influenze tratte da Weir, Herzog e Coppola, come notevole è l' interpretazione visiva dello tsunami sui titoli di testa che rimarca le incredibili doti di questo regista, purtroppo qui sminuite da un esibizionismo intellettuale davvero inopportuno. Occasione sprecata.

xanter  @  07/04/2010 17:09:18
   6 / 10
Ricorda un po' l'Antichrist di Von Trier che descrive la follia di una madre che perde il proprio figlio. Bella l'ambientazione, un po' meno le labbrone orribilmente siliconate della Béart.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  31/08/2009 14:47:31
   7½ / 10
vinyan è una tetra discesa nella follia provocata dal dolore per la perdita di un figlio. è un film credibile e capace di risucchiare al suo interno lo spettatore rendendolo partecipe della disperazione dei protagonisti.
stupende le riprese di una natura selvaggia e ancestrale, vera coprotagonista della pellicola, ed ottima la scelta di effetti sonori cupi e distorti.
solida conferma per du welz, uno dei pochi registi giovani con le palle di sperimentare.

8 risposte al commento
Ultima risposta 28/09/2009 18.55.58
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carriebess  @  02/08/2009 19:52:27
   9½ / 10
Delirante, folle e ambientazioni tetre e oscure.
Può ricordare herzog non a livello documentaristico ma per le atmosfere tribali.
La regia di Du welz si riconosce anche da un forte utilizzo del rosso.
La fotografia è ancora più matura di calvaire.
Capolavoro.

Peccato che ho dovuto vederlo sottotitolato perchè in titalia si preferisce far uscire rec 2...

1 risposta al commento
Ultima risposta 03/08/2009 08.56.00
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bulldog  @  02/08/2009 13:35:31
   9 / 10
Seconda perla di Du Welz dopo Calvaire.
A livello di trama e di tematiche mi ha ricordato a tratti Antichrist,a tratti Herzog e leggermente L'Ultima Onda di P.Weir.
Grande regia,atmosfere sublimi.
Pessimista e piovoso.
Tra le migliori uscite degli ultimi anni.

3 risposte al commento
Ultima risposta 25/11/2011 00.13.32
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Pizzo the Bad  @  30/06/2009 10:58:05
   7½ / 10
Dalla media dei cvostri commentii si evince che non avete compreso questo film,e posso anche capire,perchè non è un film di facile lettura e merita più di una visione a freddo per essere capito.

Du Welz si conferma un grande regista,innovativo e sperimentale.Una delle migliori uscite del 2008.

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