welcome regia di Philippe Lioret Francia 2009
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welcome (2009)

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locandina del film WELCOME

Titolo Originale: WELCOME

RegiaPhilippe Lioret

InterpretiVincent Lindon, Philippe Lioret, Emmanuel Courcol, Olivier Adam

Durata: h 1.55
NazionalitàFrancia 2009
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 2009

•  Altri film di Philippe Lioret

Trama del film Welcome

Il film ha per protagonista il giovane iracheno Bilal (Firat Ayverdi), che ha attraversato l'Europa da clandestino nella speranza di raggiungere la sua ragazza, da poco emigrata in Gran Bretagna. Arrivato nel nord della Francia, diventa amico di Simon (Vincent Lindon), un istruttore di nuoto con cui inizia ad allenarsi per un obiettivo apparentemente irrealizzabile: attraversare la Manica a nuoto e ritrovare il proprio amore.

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Voto Visitatori:   7,49 / 10 (64 voti)7,49Grafico
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Voti e commenti su Welcome, 64 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

7219415  @  07/12/2010 20:17:57
   7½ / 10
Bel film..

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/03/2011 21.37.05
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kaiser souse  @  24/04/2010 13:57:13
   5½ / 10
nulla di speciale, film che tratta temi importanti ma rimane superficiale nello sviluppo.
inverosimle in alcune scene.
Banalotto

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/10/2010 20.26.28
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Rand  @  29/01/2010 11:26:22
   9 / 10
Questo film è bellissimo e terribile, perchè parla di quello che sta succedendo anche in Italia, ma non solo, in tutto il mondo.
Clandestini che muoiono come cani, soffocati, annegati, schiacciati, picchiati.
La nostra CIVILE SOCIETA spende carrettate di euri per l'esercito, una buona parte di quei soldi li spendono anche per finanziare i CIP, gli agenti di custodia, i mezzi navali...
Perchè non spenderli invece per l'accogienza di questa povera gente.
Simon incarna il francese medio, ma che dopo aver fatto finta di niente reagisce con la solidarietà.
Come dice la moglie, se si inizia a non far entrare la gente nei negozi, si ricomincia la storia...
zingari, ebrei, omosessuali, immigrati, la storia è sempre quella, la disumanità dei controllori, contro i clandestini...
Questa sarebbe la SOCIETA un bell'affare.
Molto toccante la musica, bravissimi gli interpreti, alienati nella loro vita

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Non mi stupisco che queste cose succedano veramente, basta vedere da noi la Lega....
Finale durissimo ma REALE, nessuna concessione.
Benvenuti nella UMANA SOCIETA CIVILE EUROPEA...

8 risposte al commento
Ultima risposta 14/02/2010 14.42.38
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Burdie  @  12/01/2010 19:33:21
   7½ / 10
...azz!

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/01/2010 09.34.12
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  03/01/2010 23:51:21
   7 / 10
C'è qualcosa di questo film (i primi 40 minuti) che arriva a smuovere le nostre coscienze e a far emergere i (necessari) rimorsi collettivi, e questo è davvero importante.
Molto più importante, oserei dire, del buon samaritano affetto da un'improvvisa crisi di identità, un tardivo affetto paterno, che arriva a regalare un costoso anello del suo matrimonio naufragato a uno sconosciuto.
E' inutile menarla tanto, la realtà non è (più) così. Se il regista avesse voluto osare - come nella prima parte del film - non avrebbe ammiccato più di tanto a toccare le corde emotive (non implosive) dello spettatore.
La sceneggiatura è perfetta per un film capace di dosare il giusto impatto sociale con una storia delicata e commovente, ma io preferisco vergognarmi di me stesso per le fughe dei profughi coperti di sacchetti di plastica piuttosto che intenerirmi per l'ospitalità conviviale data a un ragazzo curdo.
Non voglio essere più pessimista del solìto, però l'esistenza di un personaggio come quello di Lindon sembra un bel ritratto del buon senso che abbiamo perso per strada.
E allora, questo rassicurante titolo, "Welcome" (alias benvenuti) diventa un furbo escamotage del regista per dirci che no, non siamo tutti uguali e neanche gli immigrati lo sono (può essere credibile un 17enne che cerca Lamerica in Inghilterra ma solo per ritrovare la sua amata?).
Un film impeccabile, amaro, persino molto bello a tratti, che sembra consumare la sua amarezza (o cattiveria) in un bonario gioco di illusioni dove l'affetto e l'altruismo (condivisibilissimi) sembrano prevalere su tutto.
E accidenti la piega iniziale era quella giusta: ma non come i Dardenne, il miglior Loach persino l'ultimo Costa Gavras hanno cercato di fare: una ferita sempre aperta, la poesia di un fallimento che non ha neanche l'alibi affettivo come risorsa e speranza.
Altrimenti si rischia di sentirsi perduti, un pò confusi, davanti a questa gradevole misuratezza che ci fa dimenticare tutto, anche i sacchetti di plastica.
Resta soltanto/soprattutto il grande mare della Manica a dominare la speranza di un primatista/campione precario

1 risposta al commento
Ultima risposta 03/01/2010 23.58.31
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Xavier666  @  28/12/2009 01:25:23
   9 / 10
L'anno si chiude in grande per me, grazie a questo film, una storia che racchiude nella sua semplicità la tragedia degli immigrati dei clandestini; guardandolo e riguardandolo mi chiedo, ma com'è possibile che animali come Fabrizio Corona (per esempio, per dire) vanno su e giù per la Svizzera, Londra, Parigi, ecc mentre "semplici" per non dire invisibili cittadini dalle storie immense come quella raccontata in questo film subiscono quotidianamente l'incubo di vedersi negare un'esigenza così elementare come quella di sopravvivere, andare in un paese e prendere uno stipendio misero solo per dare da mangiare ai cari nel paese lontano? Sono davvero più importanti le storie dei tanti animali che invadono la televisione generalista a buona domenica? (sempre un programma a casa, per dire)
Dopo questa considerazione forse retorica ma sincera, veniamo al film:
Un giovincello irakeno scappa dal suo paese in guerra per andare dalla donna amata a Londra e per fare ciò ne deve passare di tutti i colori in quel di Calais (fotografia bellissima) una sorta di purgatorio per chi dalla Francia vuole passare dall'altra parte.
Certe scene mi hanno tolto il fiato per la crudezza

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certe scene invece le ho trovate significative del messaggio (uno dei tanti)
che l'autore ha voluto trasmetterci

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
In fin dei conti un film da vedere e rivedere chissà magari da far vedere in giro per ricordare alle "persone" che da anni si stanno preoccupando in modo sistematico grazie anche ai mass media di togliere l'umanità a NOI immigrati che abbiamo storie dietro le spalle. Bellissime storie. Come questa qui.

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/01/2010 09.18.36
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ughetto  @  15/12/2009 12:32:48
   7½ / 10
Opera caratterizzata da una dialettica serrata fra interni vuoti, (la piscina e la casa dell'istruttore, l'abitacolo della macchina), ed esterni pieni, (la spiaggia, la mensa all'aperto, il porto). Gli interni stanno sullo sfondo per lasciare spazio all'incontro - scontro di due personaggi ben scritti ed eccezionalmente interpretati. Negli esterni i personaggi invece che in contrappunto vanno in linea, contrapponendosi insieme al Mondo. Un mondo imponderabile, duro, dai colori freddi e dalle luci sfuggenti, sempre ben fotografato e ripreso con occhio acuto.
E solo l'amore può trasformare il mare, luogo del male nella profondità delle nostre radici, in speranza.
Certamente de vedere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 15/12/2009 12.48.11
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