Steven è un cardiologo: ha una bellissima moglie, Anna, e due figli, Kim e Bob. All'insaputa di costoro, tuttavia, si incontra frequentemente con un ragazzo di nome Martin, come se tra i due ci fosse un legame, di natura ignota a chiunque altro. Quando Bob comincia a presentare degli strani sintomi psicosomatici, la verità su Steven e Martin sale a galla.
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Qui riconosco Lanthimos anche se contagiato dal cinema di Hollywood (vedi attori scelti che eviterei come la peste, soprattutto per un film del genere - un punto in meno). La trama è intrigante e riesce a tenere alta l'attenzione grazie a un espediente narrativo azzeccato e anche un po' furbo perchè portato con sapienza fino alla fine. Regia stupenda, con grandangoli e spazi ampi, che grazie anche alla musica riesce a evocare alcune immagini Kubrickiane (senza eguagliare il maestro che non è paragonabile a nessuno). Un film lento e malsano alla quale bisogna abbandonarsi, colmo di elementi interessanti e spesso metaforici dove si nascondono i temi cari al regista. Non capisco le riflessioni di alcuni utenti sui dialoghi assurdi che a me proprio non son sembrati così assurdi ma solo freddi e disumanizzati, nel perfetto stile del regista.
Per me molto meglio di "La favorita" e "the lobester" e più vicino alla dialettica di questo potente autore. Sulla scelta di certi attori rimango allibito, senza sparare sulla croce rossa con Farrel anche la scelta della Kidman mi lascia basito.