Mark Whitacre, biochimico ed ex-vice presidente della Archer Daniels Midland, decide di testimoniare contro la suddetta multinazionale e collaborare con l'agente FBI Brian Shepherd, per far emergere una scandalosa frode sul controllo dei prezzi.
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Soderbergh gioca ad imitare i fratelli Coen senza averne lo spessore.Perennemente in bilico tra cinema commerciale e d’autore il versatile filmaker sembra non avere ancora deciso che strada pigliare “da grande”,finendo con il proporre il solito lavoretto ben girato, ma spesso confuso a causa dei tanti argomenti accennati e poi lasciati in ballo. In questo caso ci prova con una black comedy costruita intorno ad un personaggio parecchio bizzarro,deciso a rovinare l’azienda di cui è vicepresidente, dedita a comportamenti illegali,in virtù di una presunta onestà professionale e civile.In realtà dietro il suo atteggiamento elogiabile si cela un’ambizione sfrenata,motivata dall’ossessivo raggiungimento del successo, nella convinzione di essere sempre dalla parte giusta pur essendosi macchiato a sua volta di parecchi reati che non tarderanno nel venire a galla. L’interesse per il personaggio interpretato dall’incasinatissimo nerd Matt Damon,finalmente bravo,è assicurato.Lo sdoppiamento della personalità cui è soggetto,le sue riflessioni apparentemente nonsense,l’insistito utilizzo della menzogna e la certezza di essere sempre migliore del prossimo sono peculiarità meritevoli di approfondimenti,purtroppo il più delle volte dribblati senza troppi problemi.I dialoghi mancano dell’adeguata vivacità e gli avvenimenti alla lunga diventano un poco ripetitivi,inglobati da una narrazione circolare che fatica a trovare sbocchi in grado di illuminare una pellicola ,che pur a tratti piacevole,conferma tutti i limiti di un regista preparato ma ancora prigioniero delle sue stesse ambizioni.
Ma che tristezza di media...vabbè, tralasciando questo, il nuovo Soderbergh scivola via che è una bellezza, per una vicenda tratta da fatti realmente accaduti. Ottimo come non mai Matt Damon - calato alla perfezione nella nella complessa psicologia del personaggio - e splendida la colonna sonora molto seventy, in un escalation di bugie e manipolazioni vissute senza alcun calo di tensione...ed è anche una pellicola molto divertente, capace di intrattenere con gusto una platea con un minimo di attenzione. In sala non c'è una mazza ma questo ve lo consiglio di gusto.
Il film migliore di Soderbergh dopo Bubble. Un ottimo Matt Damon che si trasforma da eroe che combatte contro le multinazionali svelando truffaldini cartelli sui prezzi all'FBI a delinquente(?) da condannare a marcire in galera per ben 9 anni. Il film è tutto qui, un mix di commedia grottesca e psicodramma del povero Mark Whitacre. Il resto è l'ottima prova di Damon, ingrassato per l'occasione 20 kg e nelle ultime scene anche senza capelli. Ottima performance anche per Scott Bakula.
Visto questa sera, è un film tanto verboso quanto interessante... in effetti nonostante l'ironia acre che si respira, c'è una confezione impeccabile che non riesce comunque a superare una fastidiosa sensazione di freddezza. Ma dopo l'eccellente dittico su Che Guevara, Siodelbergh ha ancora il coraggio di realizzare un film come questo, intriso di cinismo, sicuramente ben diverso dalle velleità commerciali dei suoi film più famosi. Il mio voto, quindi, è influenzato non tanto o solo dalla storia, ma dal personaggio di Damon, che probabilmente offre la prova migliore della sua carriera (una via di mezzo tra il Tim Robbins di mr. hula hoop e il Gary Cooper di la fonte meravigliosa). Inutile dire che The informant fatica a coinvolgere lo spettatore più del dovuto, lo stile è quello impeccabile di Good night good luck di Clooney (non a caso c'è l'interprete di quel film) ma a tratti è davvero noioso. Ma resta uno spaccato niente male su una certa America, o sulle ambiguità delle scelte, anzi delle colpe morali