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La prima ora di "Venus" è indubbiamente ben diretta e scorre perfettamente con la vicenda di Lucìa in fuga con il malloppo che cerca rifugio dalla sorella Rocìo ed in parallelo i malviventi che indagano per rintracciarla e recuperare il borsone pieno di amfetamine. Nella seconda parte Balagueró si perde in maniera caotica finendo nel citazionismo più banale. Parte cucita su misura per la bella Ester Expósito, alcune scene splatter che non guastano ma il finale ironico e privo di mordente mi ha lasciato alquanto perplesso. Suggestiva l'ambientazione dell' "Edificio Venus" in quel di Madrid che non può far ricordare quello di "Rec". Peccato per la sceneggiatura in calo dopo la prima parte altrimenti sarebbe stato sicuramente un altro film.
Non mi è dispiaciuto nel complesso ma Balaguero ha fatto di meglio. Gioca più sul sicuro, nei territori più congeniali al regista spagnolo, prendendo un complesso condominiale maledetto ed intessendo una trama dai toni apocalittici fra reminescenze di Argento e Lovecraft. Cucito addosso alla sua protagonista, dal fisico veramente prorompente e statuario, Venus centellina le scene gore anche se il sangue non difetta. Un budget non certo alto si nota da qualche effetto speciale in CGI, ma la regia è buona anche se come sceneggiatura va un po' per la tangente specie nel finale.