Ancora oggi, a più di venti anni dalla sua scomparsa, il nome di Audrey Hepburn è sinonimo di eleganza e di raffinatezza.
Il regista William Wyler, nelle sue memorie ha scritto: 'Quando ho rivisto le prime scene di "VACANZE ROMANE", ho improvvisamente saputo che il mondo intero si sarebbe innamorato di lei..."
E Billy Wilder, dopo averla diretta in "SABRINA", ha detto: 'Con lei è arrivata la classe...'.
Sono questi i due punti fermi della vita e della carriera di Audrey Hepburn:' innamoramento e classe'.
Il pubblico di tutto il mondo, dopo averla vista in "VACANZE ROMANE", restò letterlmente affascinato da questa straordinaria ragazza: bruna, sottile, senza seno, con due grandi occhi neri e un volto dolce e romantico, alla quale, però, bastava un abito bianco, una nuova pettinatura, un diadema, per trasformarsi in una principessa.
E l'amore del suo pubblico, anche se nel corso della sua carriera ha interpretato solamente ventisei film, sei dei quali in ruoli secondari, non l'ha abbandonata mai, fino alla morte ed oltre.
Il motivo di questo innamoramento risiede tutto nella sua classe: uno stile perfetto, una eleganza naturale, che rendono indelebile la sua immagine quando gira in Vespa, con GREGORY PECK, per le strade di Roma, in "VACANZE ROMANE", o quando aggiusta il cappello ad HUMPHREY BOGART, in "SABRINA", oppure quando scende lentamente lo scalone di marmo dell'Opera di Parigi, in "CENERENTOLA A PARIGI"
E come scordare la sua colazione, con caffè e croissant caldo, in "COLAZIONE DA TIFFANY", e lo stupore del prof. Higgings quando la vede pronta per il ballo, in "MY FAIR LADY"!
Nata a Bruxelles il 4 marzo 1929, come Audrey Kathleen, era figlia di un banchiere di origini anglo-irlandesi, Joseph Anthony Hepburn-Ruston e della baronessa Ella van Heemstra, un'aristocratica olandese, discendente dai monarchi di Francia e d'Inghilterra.
Aveva due fratellastri, Alexander e Ian Quarles van Ufford, che la madre ebbe dal primo matrimonio con un nobile olandese.
Da piccola, Audrey frequentò scuole private in Inghilterra e in Olanda, ma dopo il divorzio dei genitori (1935), insieme alla madre si stabilì definitivamente ad Arnhem, in Olanda, dove trascorse l'intero periodo della seconda guerra mondiale.
Dopo lo sbarco in Normandia degli alleati, la situazione della popolazione olandese, occupata dai nazisti, peggiorò notevolmente, a causa della carestia dell'inverno del 1944 e, soprattutto, dell'accresciuta brutalità delle S.S., che confiscarono le limitate risorse alimentari e le scarse riserve di combustibile.
Con le case senza riscaldamento e priva di alimentazione, la popolazione venne decimata dalla fame e dal freddo.
Sofferente per la malnutrizione, la Hepburn sviluppo tutta una serie di problemi di salute che non le impedirono, comunque di lavorare attivamente per la Resistenza.
Trasferitasi nel primo dopoguerra a Londra, con la madre, la Hepburn studiò danza, lavorò come modella e, nel 1951, iniziò a recitare nel cinema, ma il ricordo di quei tempi bui lasciò in lei un segno indelebile che dette forma e valore alla sua vita e alla sua arte.
Il primo film nel quale apparve, in un ruolo secondario, fu "RACCONTO DI GIOVANI MOGLI", di Henry Cass, una commedia degli equivoci nell'Inghilterra postbellica, in cui due giovani coppie, a causa della carenza di alloggi, sono costrette a convivere sotto lo stesso tetto, con conseguenti problemi di coppia, di figli e di gelosie, che si sommano e poi si risolvono positivamente.
Seguono, nello stesso anno, "MONTECARLO BABY", "L'INCREDIBILE AVVENTURA DI MR. HOLLAND", "RISATE IN PARADISO".
Mentre si trovava a Montecarlo per le riprese del film, "Montecarlo baby" oggi divenuto introvabile, la giovane attrice ebbe la fortuna di conoscere la scrittrice Colette, conoscenza che costituì una svolta molto importante per la sua vita e per la sua carriera.
Infatti l'ottantenne scrittrice la scelse come protagonista dello spettacolo 'Gigi', tratto dal suo romanzo omonimo, che era stato ridotto per il teatro.
Il debutto avvenne a Broadway, al Fulton Theatre, il 24 novembre 1951, e il successo fu talmente clamoroso che, dopo una settimana di repliche, l'insegna luminosa del teatro, 'GIGI con AUDREY HEPBURN', viene cambiato in 'AUDREY HEPBURN in GIGI'.
Ha inizio da qui la sua effettiva carriera artistica e la sua scalata al successo cinematografico, infatti, mentre era ancora impegnata nelle repliche del fortunato spettacolo teatrale, nel 1953 le venne offerto di recitare in "VACANZE ROMANE", di William Wyler, con GREGORY PECK.
Nel film, girato per la maggior parte in Italia, Audrey interpreta il ruolo di una principessa, Anna, che, in vacanza a Roma con i genitori, insofferente dell'etichetta, fugge dal palazzo e si fa scorazzare per le strade dalla città, sul sellino di una Vespa, da un giornalista americano sull'orlo del licenziamento che si innamora di lei ma, scoperta la verità e la vera identità della ragazza, il giorno dopo medita uno scoop che può salvargli il posto di lavoro.
L'anno successivo è indimenticabile protagonista di "SABRINA", di Billy Wilder, in cui interpreta il ruolo della figlia dell'autista di una famiglia di miliardari, innamorata del rampollo più giovane che non si accorge di lei. Tornata trasformata in una donna fatale, dopo due anni trascorsi a Parigi, questi finalmente si accorge di lei e manda all'aria il suo ricco fidanzamento, ma il fratello maggiore, preoccupato di salvare il matrimonio d'interesse del fratello, comincia a corteggiarla a sua volta, ma poi si innamora veramente e i due fuggono INSIEME A PARIGI per sposarsi.
Il film portò nuovo successo alla diva, ma sul set l'atmosfera fu sempre molto tesa: da un lato l'attrice dovette combattere contro l'ostilità di HUMPHREY BOGART, che si inimicò tutti i colleghi, irritato perchè chiamato all'ultimo minuta per rimpiazzare CARY GRANT, e in perenne conflitto con il regista che arrivò a definire 'un maledetto nazista, figlio di puttana'; dall'altro dovette tenere a bada l'ardore di William Holden che si innamorò perdutamente di lei, e che continuò ad amarla per tutta la vita.
Ma la Hepburn lo stesso anno sposò Mel Ferrer, un uomo protettivo, ma arrogante e segretamente geloso del successo della moglie, da cui ebbe un figlio, Sean, che lavora accanto a lei nel film dell'81 "... E TUTTI RISERO".
Il matrimonio con l'attore-regista durò quattordici anni, e si concluse con il divorzio nel 1964.
Con il marito la Hepburn, nel 1956 girò il film "GUERRA E PACE", una mega produzione italiana, Ponti-De Laurentiis, realizzata a Cinecittà e diretta dal vecchio leone King Vidor.
Tratto dal romanzo di Lev Tolstoj, il film, è ambientato in Russia, durante l'invasione napoleonica, e narra del tormentato amore di un ufficiale russo, vedovo, per la giovane Natasha. Quando questa si infatua di un giovane bellimbusto, prima la ripudia, poi la perdona, quando ormai è troppo tardi, durante l'incendio di Mosca.
Torna alla commedia nel 1957 con "CENERENTOLA A PARIGI", un musical sentimentale di Stanley Donen, con Fred Astaire, in cui dà vita a commessa di una libreria, indecisa tra la carriera di modella e gli studi di filosofia, mentre il fotografo di una rivista di moda si innamora di lei. A Parigi, la Hepburn veste Givenchy, ma sarebbe stata ugualmente deliziosa anche vestita di stracci.
Un altro ruolo indimenticabile, Audrey lo sostenne in "ARIANNA", di Billy Wilder, in cui fa la figlia di un investigatore privato, la quale scopre che un marito tradito vuole uccidere Gary Grant, miliardario rubacuori, riuscendo a salvargli la vita, subendone, però, l'irresistibile fascino.
Un ruolo diametralmente opposto, intenso e drammatico, è il successivo, del 1959 in "LA STORIA DI UNA MONACA", di Fred Zinnemann, in cui si fa suora missionaria in Congo Belga, ma, non tollerando le rigide regole dell'ordine, per poter aiutare meglio gli ammalati, si spoglia della veste religiosa.
Lo stesso anno, ancora il marito, Mel Ferrer la diresse in "VERDI DIMORE", uno dei rari insuccessi dell'attrice, che la vede nei panni di una ragazza semiselvaggia nelle foreste dell'Orinoco, che si crede discendente di una civiltà scomparsa, odiata dagli indigeni perchè ritenuta spirito del male, ma amata da un esporatore, interpretato da ANTHONY PERKINS.
Anche John Huston, nel 1960, la volle con sè nel suo "GLI INESORABILI", un wester filoindiano nelle intenzioni, in cui interpreta il ruolo di una giovane mezzosangue, allevata da una famiglia di bianchi. Quando la tribù di indiani Kjowa, chiede sia loro restituita, solo il fratellastro sa opporsi, sconfiggendo gli indiani e innamorandosi di lei.
L'anno successivo, altro ruolo, entrato nella leggenda, per Audrey Hepburn, in "COLAZIONE DA TIFFANY", di Blake Edwards, storia di un amore travagliato, ma a lieto fine, tra un giovane scrittore newyokese e una ragazza texana, affascinata dai gioielli di Tiffany che ammira tutte le mattine nelle vetrine di Fifth Avenue a Manhattan.
E' invece decisamente drammatico il ruolo che interpreta nel 1962 in "QUELLE DUE", di William Wyler, in cui, lei e Shirley MacLaine sono due insegnanti che una ragazzina viziata accusa, falsamente di lesbismo, rovinando la loro carriera e la loro vita.
Nel 1963 è Stanley Donen a dirigerla, insieme a CARY GRANT, nel giallo-rosa "SCIARADA"; altro clamoroso successo senza tempo, in cui è una giovane vedova francese, la quale, aiutata da un affascinante e misterioso gentiluomo, tenta di recuperare una grossa somma di denaro, nascosta da qualche parte dal marito morto assassinato, che fa gola anche ad una banda di malviventi.
Nel 1964 sono Richard Quine e George Cukor a dirigerla, rispettivamente in "INSIEME A PARIGI" e "MY FAIR LADY", due grossi successi sia di pubblico che di critica, ancora attualissimi, che esaltano la sua classe a la sua professionalità.
Nel primo sostiene il ruolo della dattilografa di uno sceneggiatore hollywoodiano mezzo alcolizzato e a corto di idee, che in lei trova una fonte di ispirazione per una storia d'amore, avventurosa e folle, vissuta a Parigi in festa per il 14 luglio; nel secondo, un musical sfarzoso e, volutamente teatrale, tratto dal Pigmalione di George Bernard Shaw, è la fioraia, Eliza Doolitle, che un misogino professore di fonetica, innamoratosi di lei, trasforma, per scommessa in una donna di classe.
Tra il 1966 e il 1967 gira "COME RUBARE UN MILIONE DI DOLLARI E VIVERE FELICI", di William Wyler, una commedia garbata e godibile dove fa la figlia di un falsario che commissiona, ad un ladro fasullo, un falso furto di una statua finta.
Segue la commedia dolce-amara "DUE PER LA STRADA", di Stanley Donen, nel ruolo che, forse più di chiunque altro, è rivelatore del suo talento.
Il film è la storia di una coppia in crisi dopo dodici anni di matrimonio che, ricordando gli anni felici trascorsi insieme, trovano la forza e nuovi stimoli per ricominiare.
Infine è la volta di "GLI OCCHI DELLA NOTTE", di Terence Young, in cui, con perfetta aderenza interpreta il ruolo di una ragazza cieca, venuta in possesso, casulamente, di una notevole quantità di droga, che deve fare i conti con tre banditi che la vogliono recuperare a tutti i costi.
Terminate le riprese si ritira dalle scene e, nel 1968, dopo una lunga crisi si separa da Mel Ferrer.
L'anno successivo si sposa con lo psichiatra italiano Andrea Dotti, da cui, nel 1970, avrà un secondo figlio, Luca, e si trasferisce a Roma.
Fortunata sullo schermo ma sfortunata nella vita, anche questo secondo matrimonio non regge alla prova del tempo e finisce con un divorzio nel 1982.
Torna a recitare nel 1976, dopo il matrimonio e la nascita travagliata del secondo figlio, e la ritroviamo accanto a SEAN CONNERY in "ROBIN E MARIAN", di Richard Lester, classica rilettura della storia del brigante buono, passato alla leggenda come il simbolo della resistenza sassone contro i normanni, e del suo infelice amore per la bella Marian, la quale, stanca di aspettarlo si fa suora.
Altra lunga assenza di tre anni dagli schermi poi, nel 1979 torna a recitare nel thriller di Terence Young, "LINEA DI SANGUE", a cui segue, nel 1981, la commedia di Peter Bogdanovic, "... E TUTTI RISERO", in cui ha un ruolo anche il primo figlio, Sean Ferrer.
Infine, nel 1989, l'ultimo ruolo, scelto per lei, da Steven Spielberg, quello di un angelo in "ALWAY - PER SEMPRE", che segna il definitivo addio al cinema di una delle dive più amate del mondo della celluloide.
Subito dopo il ritiro dalle scene, venne nominata ambasciatrice ufficiale dell'UNICEF e, memore della sua adolescenza di ragazza vittima delle atrocità naziste, dedicò il resto della sua vita ad aiutare i bambini delle nazioni più povere, e ad impegnarsi contro la fame nel mondo, soprattutto in Somalia.
Nel 1992 le venne consegnata dal Presidente USA la 'Presidential Medal of Freedom', in riconoscimento del suo lavoro all'UNICEF.
Tornata da una missione umanitaria in Somalia, si ammalò si cancro al colon e morì il 20 gennaio 1993, a Tolochenaz in Svizzera, dove è sepolta.
Poco dopo la sua morte, il figlio Sean ritirò il premio 'Jean Hersholt Humanitarian Award' assegnatole dall'Academy of Motion Pictur Arts and Sciences per il suo contributo all'umanità, poi fondò l'Audrey Hepburn Children's Found, che ha lo scopo di raccogliere denaro in tutto il mondo per favorire la scolarizzazione nei Paesi africani.
Al momento della sua morte aveva accanto a sè Robert Wolders, un attore olandese, vedovo dell'attrice Merle Oberon, suo compagno dal 1981, con cui aveva ritrovato un po' di serenità.
Dopo l'Oscar vinto nel 1954, come miglior attrice protagonista per il film "VACANZE ROMANE", la Hepburn ha ottenuto altre quattro nomination con "SABRINA", nel 1954; "LA STORIA DI UNA MONACA", nel 1959; "COLAZIONE DA TIFFANY", nel 1961; e "GLI OCCHI DELLA NOTTE", nel 1967.
Audrey Hepburn ha una stella sulla Hollywood Wolk of Fame, al numero 1652 di Vine Street.
Clicca il nome del film per visualizzarne la scheda
Biografia a cura di Mimmot - ultimo aggiornamento 04/11/2005
Ordine elenco: Data Media voti Commenti Alfabetico
in sala
archivio