Mitico, leggendario, elegantemene signorile, inimitabile persino nel modo di tenere la sigaretta, Humphrey Bogart, detto Bogey, ha saputo incarnare, sul set come nella vita "l'uomo che non deve chiedere mai", l'uomo che non è mai perdente, il duro dal cuore tenero.
Nato a New York, probabilmente il 23 gennaio 1899, anche se l'ufficio stampa delle major modificano la data in 25 dicembre 1899, per rendere più mitica la sua nascita, perchè, secondo loro, un tipo nato il giorno di Natale deve essere per forza un tipo speciale; era figlio del dottor Belmont deForest Bogart, uno stimato chirurgo di successo, americano da tre generazioni, ma olandese di origini; e di Maude Humphrey, ritrattista e illustratrice di riviste.
Da ragazzo, grazie ad un ritratto fattogli dalla madre, diventa il volto-simbolo, impresso su tutte le confezioni, della Mellin, un'industria di alimenti per bambini.
Bogey e le sue due sorelle più giovani hanno vissuto un'infanzia confortevole e agiata; la sua famiglia abitava in una casa vicino a New York City ed aveva un'altra residenza stagionale sul lago Canandaigua, dove era solita passare le vacanze estive.
Durante le giornate trascorse sul lago, il dott. Bogart ha insegnato al figlio a giocare a scacchi e ad andare in barca a vela, due attività che Humphrey ha amato e praticato per tutta la vita.
Ha frequentato la Trinity School of New York, ma gli insuccessi scolastici gli precludono la strada per l'Università di Yale, verso cui era destinato.
E così, a diciotto anni, dopo una breve frequenza presso la Philips Academy of Andover, nel Massachusetts, nel mese di maggio 1918,si arruola nella marina militare, partecipando alla prima guerra mondiale.
A bordo del piroscafo Leviathan attraversa l'Oceano Atlantico varie volte e si procura la famosa ferita al labbro superiore, che caratterizzerà il suo sorriso, rendendolo unico e terribilmente sexy, pur nella sua irregolarità.
Le leggende circa il modo con cui si è procurato la ferita sono varie: ufficialmente, si dice, sia stato colpito da una grossa scheggia di legno durante lo svolgimento delle sue funzioni sul Leviathan; ma, più probabilmente, pare sia stato ferito da un detenuto che stava scortando in prigione. Avvicinatosi per accendergli la sigaretta che gli aveva offerto, costui lo ha colpito con le manette che aveva ai polsi e si è dato alLA FUGA. Incurante del dolore e sangunante, temendo di essere severamente punito per essersi lasciato sfuggire un prigioniero, Bogart si è lanciato all'inseguimento e non ha desistito fino a quando non l'ha raggiunto, bloccato e portato con successo nella prigione di Portsmouth.
La sua cariera artistica ha preso avvio nel 1920, quando l'attrice Alice Brady lo ha fatto conoscere a suo padre, l'impresario teatrale William A. Brady, che lo ha incoraggiato a darsi alla recitazione, facendo, così la sua fortuna.
Comincia con alcuni ruoli in teatro e qualche filmetto mediocre, soprattutto di genere poliziesco, ma anche qualche western e pure un fantahorror.
Durante il tempo in cui ha lavorato in teatro, Bogart si è sposato due volte.
La prima moglie è stata l'attrice Helen Meken, di dieci anni più anziana, che si era invaghita di lui e lo ha convinto a sposarla, nonostante le iniziali resistenze di Bogey, che confessava agli amici di non avere nessuna voglia di sposare quella donna. Invece il 20 maggio del 1926 è stato celebrato il matrimonio durato, però, meno di un anno e conclusosi con la partenza di Helen alla volta dell'Inghilterra, per andare a recitare in un teatro londinese.
La seconda moglie è stata l'attrice Mary Philips, conosciuta tramite comuni amici e sposata nel mese di aprile del 1928
La svolta decisiva per la sua cariera avviene nel 1934 quando il produttore regista Arthur Hopkins gli assegna la parte di Duke Mantee, il fuorilegge in fuga di "LA FORESTA PIETRIFICATA", di Robert Sherwood, che ottiene un clamoroso successo a Broadway.
Con questo ruolo, molto diverso da quelli fino ad allora interpretati, Bogart ha modo di mettere in luce tutto il suo talento e l'assoluta padronanza recitativa che gli fa tenere la scena con esemplare naturalezza.
Due anni più tardi, l'attore Leslie Howard, co-star di Bogart nella piece teatrale, lo impone come attore alla Warner Bros, che, allettata dal successo che l'opera aveva ottenuto in teatro, ne aveva comprato i diritti per una trasposizione cinematografica; minacciando di abbandonare, lui stesso il set, se il suo amico Bogart, non fosse stato confermato nel ruolo.
La casa cinematografica, che aveva in mente di assegnare il ruolo a Edward G. Robinson, alla fine si vide costretta ad accettare e così Bogey ha modo di debuttare sullo schermo e di mostrare anche quì la sua bravura, dando al suo personaggio uno spessore che avrebbe fatto scuola.
A questo punto Bogart lascia definitivamente il teatro e si dedica esclusivamente alla carriera cinematografica, che decolla stabilmente, mentre va a rotoli il suo secondo matrimonio, anche a causa dei rispettivi impegni di lavoro, che divergono irrimediabilmente costringendoli a lunghi periodi di lontananza e di separazione.
Dopo il divorzio, in casa di comuni amici, Bogey conosce l'aspirante attrice Mayo Methot, che nel mese di agosto 1938 diventa la sua terza moglie; ma la convivenza tra i due si dimostra, fin dall'inizio, molto problematica, a causa della dipendenza dall'alcol della donna, dalla sua patologica gelosia e dal suo temperamento eccessivamente violento. Le loro discussioni, spesso sfociavano in veri e propri scontri fisici, tanto da essere conosciuti a Hollywood, come i "Bettling Bogarts".
Il culmine si ebbe durante la lavorazione del film "CASABLANCA", quando la donna, folle di gelosia nei riguardi di INGRID BERGMAN, arrivò a lanciare un coltello nella schiena del marito.
Intanto, nonostante le grosse difficoltà coniugali, la carriera artistica di Bogart prosegue di successo in successo: nel 1936, dopo il fuorilegge spietato di "LA FORESTA PIETRIFICATA" è un beniamino dell'aviazione in "ALI SULLA CINA", e poi il gangster stanco e deluso di "STRADE SBARRATE".
Nel 1938, insieme a James Cagney e Pat O'Brien, interpreta il notevole "ANGELI CON LA FACCIA SPORCA", la storia diun prete che cerca di convincere un gangster, suo amico d'infanzia, a mostrare paura della morte perchè deluda i ragazzi del quartiere che lo idolatrano.
L'anno successivo fa il romantico nel melodramma "TRAMONTO", aiutando Bette Davis a comprendere l'amore del chirurgo che l'ha operata; nel 1941 sostituisce George Raft in "UNA PALLOTTOLA PER ROY", facendo del gangster Roy 'Mad Dog' Early un eroe crepuscolare e solitario, vittima di un passato che più non gli appartiene, in fuga alla disperata ricerca della libertà e del riscatto, nell'amore di una ragazza che ha accettato di condividere la sua vita.
Sempre nel 41, con "IL MISTERO DEL FALCO", di John Huston, tratto da un romanzo di Dashiell Hammett, inaugura la stagione del detective moderno, cinico e disincantato, facendo del suo Sam Spade, un seduttore irresistibile ma anche un 'private eye' duro e spietato, con la sigaretta sempre tra le labbra, impermeabile bianco eternamente sgualcito e Borsalino in testa; un vero personaggio cult, rimasto inimitabile e passato ormai alla leggenda.
Nel 1942, subito dopo l'attacco di Pearl Harbor, indagando sulla morte di un suo amico, scopre un'organizzazione di spie naziste, nel propagandistico "SESTA COLONNA"; mentre in "AGGUATO AI TROPICI" è un ex ufficiale d'artiglieria dal passato torbito.
Poi c'è il grande trionfo di "CASABLANCA" in cui, a fianco di una splendita INGRID BERGMAN, è il romantico avventuriero Rick Blaine, il gestore del 'Rick's Bar' di CASABLANCA, crocevia di varia umanità, che sacrifica l'amore riscoprendo quell'impegno morale e quei valori che, cinicamente, aveva rimosso. Il film, che è ormai divenuto una leggenda, gli procura la nomination agli Oscar, e fa di lui un divo carismatico e famosissimo, regalandogli una popolarità che vive ancora oggi, a quasi cinquant'anni dalla scomparsa.
Il raggiunto successo prosegue con il ruolo del valoroso comandante che, resistendo agli attacchi della Luftwaffe, riesce a portare a destinazione la nave, nel bellico "CONVOGLIO VERSO L'IGNOTO"; e quello di uno degli eroici soldati che, in "SAHARA" difendono con il loro tank un pozzo d'acqua dagli attacchi di un battaglione tedesco.
Nel 44, per Howard Hawks in "ACQUE DEL SUD" è l'ex capitano Harry Morgan, leale con gli amici e ruvido con le donne, che vive in Martinica, portando a pesca i turisti americani, cercando di tenersi lontano dai contrasti tra i patrioti locali e i collaborazionisti francesi. Il film, oltre a rinnovargli il successo, gli fa conoscere l'attrice Lauren Bacal, suo grande amore da quel momento e sua quarta moglie dal 21 maggio dello stesso anno, sposata a Malabar Farm, nel ranch dello scrittore e attore Louis Bromfield. Per affinità di stile e sintonia recitativa, lavoreranno insieme in quattro film di grande successo, formando una delle coppie più affiatate e complete del cinema americano.
Nel film successivo, il giallo "NEBBIE" interpreta l'unico ruolo negativo della sua carriera, il cinico uxoricida che uccide la moglie per sposare la cognata; mentre in "IL GRANDE SONNO", si "inventa" il personaggio di Philip Marlow, il detective moderno, creato dalla penna dello scrittore Raymond Chandler, eroe dell'impossibile, raffinato e sprezzante, sospeso tra idealismo e realismo; un vero e proprio capolavoro di interpretazione, entrata nel mito con una forza dirompente, che ha pochi esempi nella storia del cinema.
Altro esempio di incisivo stile recitativo è il Rip Mardock di "SOLO CHI CADE PUO' RISORGERE", l'ex paracadutista impegnato nelle ricerche dell'assassino di un compagno d'armi, che rimane vittima del fascino della dark lady.
Ancora con Lauren Bacal, interpreta l'originale noir "LA FUGA", nel ruolo di un innocente, condannato per l'uccisione della moglie, che evade e aiutato da una donna, si sottopone alla plastica facciale e si pone alla ricerca dei veri assassini.
Indimenticabile è anche lo sfortunato avventuriero Fred Dobbs di "IL TESORO DELLA SIERRA MADRE"; così come lo è Frank McClud, l'ex maggiore che si innamora della vedova di un suo ex soldato in "L'ISOLA DI CORALLO", che segna il suo ritorno sullo schermo accanto alla moglie.
Segue il ruolo dell'avvocato idealista di "I BASSIFONDI DI SAN FRANCISCO"; poi, grande come sempre, è l'ambiguo sceneggiatore Dixon Steel in "DIRITTO D'UCCIDERE", un dramma cupo e disperato, dove nemmeno l'amore e l'amicizia riescono a vincere sulla violenza e la disperazione. Struggente il ricordo del suo amore per Laurel Gray, la vicina che lo scagiona dall'accusa di un omicidio: "Sono nato quando tu mi hai baciato, sono morto il giorno che mi hai lasciato, ho vissuto le poche settimane che mi hai amato."
In "LA REGINA D'AFRICA", del 51, di John Huston, riesce a tratteggiare, da par suo, il cinico alcolizzato che riesce a tener testa alla missionaria KATHARINE HEPBURN, a bordo dello scalcinato battello fluviale in navigazione sul lago Vittoria. Il film regala a Bogart, alla sua seconda nomination, il premio Oscar come miglior attore protagonista.
Tra il 1951 e il 1954, lo ritroviamo trafficante d'armi, redento ed eroico in "DAMASCO '25"; direttore di un giornale in crisi in "L'ULTIMA MINACCIA"; medico innamorato di una ausiliaria durante la guerra in Corea in "ESSI VIVRANNO"; avventuriero romantico in "IL TESORO DELL'AFRICA".
Nel 54, ormai maturo ma affascinante come sempre, costruisce un'altra pietra miliare della sua carriera, e la terza nomination agli Oscar, con il ruolo del paranoico e psicotico capitano di un dragamine militare durante la guerra del Pacifico in "L'AMMUTINAMENTO DEL CAINE"; a cui segue lo struggente "LA CONTESSA SCALZA", a fianco di una bellissima AVA GARDNER.
Con "SABRINA" di Bill Wilder, fa una incursione, riuscitissima, nella commedia rosa, a fianco di una incantevole AUDREY HEPBURN.
Tra il 55 e il 56 gira: "LA MANO SINISTRA DI DIO", un classico da guerra fredda con un tocco di misticismo; il drammatico "ORE DISPERATE", la commedia degli equivoci "NON SIAMO ANGELI".
Alla fine delle riprese dell'ultimo lavoro, gli viene diagnosticato un cancro alla gola, forse a causa delle troppe Chesterfield fumate; fa appena in tempo ad offrirci la sua ultima, indimenticabile interpretazione del giornalista fallito Eddie Willis in "IL COLOSSO D'ARGILLA", che muore a Holliwood il 14 gennaio del 1957, dopo una disperata lotta contro la malattia.
Alla funzione funebre, il regista John Huston dichiara: "Non abbiamo nessun motivo per provare dispiacere per lui che è morto, ma solo per noi stessi che l'abbiamo perso. Bogey era insostituibile. Non ci sarà mai più nessuno come lui."
E' sepolto nel Garden of Memory Colombarium of Eternal Light a Forest Lawn - Glandale -California.
Da Lauren Bacall ha avuto due figli, Stephen, il maggiore (così chiamato dal personaggio di lei in "Acque profonde"), e Leslie (chiamato così in segno di gratitudine verso Leslie Howard, l'attore e amico che nel 1936 lo aveva aiutato ad ottenere il ruolo di protagonista in "LA FORESTA PIETRIFICATA".
Il figlio Stephen, nel 1996 ha pubblicato un libro, dal titolo "Bogart: In Search of My Father", sui suoi rapporti e sulla sua vita con il padre.
Nel 1997 la rivista inglese 'Empire', l'ha incluso al 9° posto della classifica delle "100 star del cinema più importanti di tutti i tempi"; mentre l'American Film Institut l'ha elencato al 1° posto della lista de "I più grandi attori dello schermo".
Il 31 luglio 1977, le poste degli Stati Uniti gli hanno dedicato un francobollo commemorativo, da 32 cents, della serie "Le leggende di Hollywood".
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Biografia a cura di Mimmot - ultimo aggiornamento 15/04/2005
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