Splendente, bellissima, fascinosa, simbolo dolente di una femminilità seducente e sensuale. occhi perennemente socchiusi da cui traspariva un desiderio non represso di tenerezza, Marilyn Monroe ha rappresentato, per l'appeal che emanava sia dallo schermo che dalle copertine patinate delle riviste, il sogno irraggiungibile, ma non per questo meno intenso, di milioni di uomini di tutto il mondo.
Nata alle 9,30 dell'1 maggio del 1926, nel reparto indigenti del General Hospital di Los Angeles, da Gladys Pearl Monroe, una donna sola e dal fragile equilibrio psichico, che sul certificato di nascita, indica come sconosciuto il nome del padre.
Le viene dato il nome di Norma Jeane Mortensen, ma viene battezzata come Norma Jeane Baker. Sembra accertato, però, che il vero padre non fosse Edward Mortensen, secondo marito della madre, ma Charles Stanley Gifford, (anche se, negli anni 50 si disse che fosse figlia di Vito Geneovese, boss della mafia italo-americana), un addetto alle vendite presso gli studi cinematografici della RKO, dove Gladys lavorava come montatrice.
Costui era appena uscito da un matrimonio infelice, e non desiderava stringere altri legami, perciò all'annuncio della prossima paternità, si dileguò prontamente, lasciando sola la povera Gladys.
La donna, che era figlia di Otis Elmer Monroe e Della Hogan, aveva sposato in prime nozze John Newton Baker. Dal matrimonio erano nati due figli: Robert Jasper detto 'Jackie' e Berniece Inez; figli che Baker portò via con sè, quando la coppia si divise.
In seguito si risposò con Edward Mortensen, ma anche questa seconda unione non durò a lungo, e i due si separarono, prima che Gladys rimanesse incinta di Marilyn.
La piccola Norma Jeane trascorse un'infanzia travagliata e triste, tra famiglie adottive e orfanotrofi, ai quali venne affidata, dopo il rifiuto della nonna materna ad occuparsi di lei.
La prima famiglia alla quale fu affidata fu quella di Albert e Ida Bolender, che abitavano a Hawthorne, una località vicino a Los Angeles, dove la bambina trascorse i primi sette anni della sua vita.
I Bolander erano una coppia di integralisti cattolici, rigorosi e moralisti, che, per integrare i loro modesti guadagni, prendevano bambini in affidamento, per usufruire dei sussidi dello Stato.
La madre andava a trovarla quasi tutte le settimane, ma non baciò nè abbracciò mai la bambina, la quale crebbe credendo che i Bolander fossero i suoi genitori, fino al giorno in cui lda, brutalmente, non le disse la verità.
Nel 1933, per un breve periodo, Gladys prese con sè la bambina, e andò ad abitare in una casa appena comprata, ma ben presto cominciò a dare segni di disturbi mentali, tanto da rendersi necessario il suo internamento presso l'ospedale psichiatrico di Norwalk.
E così, la via crucis, per la povera Norma Jeane, ricominciò daccapo.
Dapprima fu presa in custodia da Grace McKee, un'amica di sua madre, poi, quando questa si sposò e il marito, per motivi di lavoro, dovette trasferirsi nell'East Coast, fu mandata, prima in un orfanotrofio a Los Angeles, poi affidata successivamente, a ben dodici famiglie diverse, dove subì angherie e, sembra, persino abusi sessuali, fino a quando, nel settembre del 1941, Grace, che si era sposata con un tale Gottard, non la riprese con sè.
Nel 1942, a sedici anni, conosce il figlio di una vicina di casa di Grace, l'operaio ventunenne James Dougherty, che nel mese di giugno dello stesso anno, diventa il suo primo marito.
Il legame, però, dura appena tre anni e, nel 1945, i due si separano.
Siamo al tempo della seconda guerra mondiale, e gli Stati Uniti, dopo l'attacco giapponese di Pearl Harbor, sono entrati in guerra, a fianco di Inghilterra e Francia, contro Germania, Italia e Giappone. L'industria americana, per sostenere lo sforzo bellico, lavorava a pieno ritmo e aveva bisogno di molta mano d'opera, cosi, Norma Jeane, che era già una ragazza infelice, ma molto più intelligente e sensibile di quanto il cinema ci abbia poi tramandato, trova lavoro presso un'industria aeronautica, la Plane & Co, che si occupava della produzione dei paracadute.
Un giorno, un giornalista-fotografo, David Conover, entrato in fabbrica per un servizio giornalistico (doveva documentare il lavoro femminile, anche minorenne, in tempo di guerra), la nota, la fotografa e la convince a intraprendere la carriera di modella fotografica, consigliandole di frequentare una scuola specializzata.
Il giornale scelse la sua foto, e così fu quella la prima immagine della futura Marilyn ad essere pubblicata da una rivista.
Marilyn capì subito che quell'opportunità avrebbe potuto cambiarle la vita e, senza aspettare il ritorno del marito, imbarcato su una nave mercantile, accetta la proposta e, sotto la guida di un altro fotografo, Andre de Denes, dell'agenzia Blue Book, comincia a posare per immagini fotografiche, che vengono pubblicate sui giornali di guerra, per 'sollevare il morale' dei soldati al fronte.
E' così, nell'autunno del 1946, che viene notata dalla 20th Century Fox, che la mette subito sotto contratto e le apre le porte di Hollywood.
E così, Norma Jane, divorzia dal marito, si tinge i capelli di biondo platino e diventa Marilyn Monroe, la diva e la donna che avrebbe conquistato il modo, che sarebbe diventata la più famosa delle sex-symbol del 20° secolo, che avrebbe turbato i sogni di tutti gli uomini del mondo, potenti e non, che sarebbe entrata in tutte le case, sotto forma di copertine patinate di giornali e riviste, calendari, poster, quadri (famossissimo quello di Andy Warhol che ripete, quasi all'infinito, il contorno del suo viso, come una sequenza fotografica policroma).
Dopo il divorzio afferma: "la mia unione non è stata triste, ma non è stata nemmeno felice; io e mio marito ci parlavamo poco, ciò non perchè eravamo arrabbiati, semplicemente non avevamo niente da dirci".
In "MY STORY", l'autobiografia, scritta con Ben Echt, racconta come venne scelto il suo nome d'arte: Marilyn lo propose un impiegato della Fox, Il cognome Monroe, che era il cognome da nubile della madre, invece, lo suggerì la sua vecchia tutrice Grace, facendo notare come suonasse bene insieme a Marilyn. E' così Norma Jeane Baker divenne Marilyn Monroe, un cambiamento radicale che, nel giro di qualche anno, la porterà a diventare la diva per eccellenza, colei che, come nessuna, saprà incarnare dolcezza e femminilità.
Intanto, però, gli anni successivi, non sono meno tristi dei precedenti, sua madre è sempre in ospedale psichiatrico, lei fatica a sfondare, ottenendo solo piccoli ruoli di comparsa in film come "THE SHOCKING MISS PILGRIM" e "SCUDDA HOO! SCUDDA HAY", e, soprattutto, frequenta il 'giro delle feste', cioè il giro delle belle ragazze, che hanno il compito di rendere più scenografiche le feste dei magnati dell'industria cinematografica.
Ed è cosi che il 31 dicembre del 1948, alla festa del produttore Sam Spiegel, incontra Johnny Hayde, un associato dell'agenzia William Morris, che diverrà il suo Pigmalione.
Hayde, benchè molto più vecchio di lei, rimane affascinato dalla sua bellezza, si innamora di lei e, convinto delle sue capacità artistiche, le promette di farla diventare una stella di prima grandezza nel firmamento di Hollywood.
Con i mezzi a sua disposizione, con la sua influenza e il suo peso (aveva già scoperto LANA TURNER ed aveva come cliente RITA HAYWORTH), Hayde la fa inserire nel cast del capolavoro di Joseph L. Mankievicz "EVA CONTRO EVA"; una breve apparizione, nel ruolo di un'aspirante attrice diplomata 'all'Accademia di Arte drammatica di Copacabana', estremamente determinante per la sua futura carriera.
Il primo lavoro di una certa importanza, arriva nel 1950, con un altro piccolo, ma significativo ruolo (è la pupa del gangster), nel noir di John Huston, "GIUNGLA D'ASFALTO".
Intanto Hayde, sempre più innamorato di lei, le chiede più volte di sposarlo, ma lei rifiuta sempre, sostenendo di volergli molto bene, ma di non essere innamorata di lui; però, quando il 18 dicembre 1950, Hayde muore a Palm Springs, per un attacco di cuore, si sente responsabile della morte e disperata, il giorno dopo i funerali, tenta di suicidarsi.
Verso la fine del 1951, si esibisce nel corso di uno spettacolo per le forze armate statunitense, esibizione che ottiene uno strepitoso successo , facendola assurgere a simbolo ed essenza della femminilità.
Nel maggio del 1949, quando ancora non era famosa, Marilyn aveva posato nuda, per il calendario del fotografo Tom Kelley, dal titolo 'Miss Golden Dreams', per un compenso di 50 dollari. Quando nel 1953 si scoprì il fatto (la foto era stata riprodotta senza citare il suo nome), un ricattatore la minacciò di rendere pubblico il fatto; ma lei, anzicchè negare, come suggeriva la Fox, spiazzò tutti, rovinando così i piani del delinquente, annunciando pubblicamente di averlo fatto per bisogno, un disperato bisogno di denaro: 'Avevo fame e quattro mesi di affitto da pagare' disse ai reporter che aggressivamente la intervistavano.
La foto fu poi comprata da Hugh Hefner, per il primo numero della sua rivista 'Play Boy'.
Intanto, però, pur essendo diventata abbastanza famosa e conosciuta quasi ovunque, la situazione, del punto di vista artistico, era sempre la stessa, perchè la Fox continua ad offrirle solo piccoli ruoli, o partecipazione a film poco memorabili, come: "LE MEMORIE DI UN DONGIOVANNI", "HOMETOWN STORY", "MIA MOGLIE SI SPOSA", "L'AFFASCINANTE BUGIARDO", "LA GIOSTRA UMANA", un film a episodi, firmato dai più grossi registi dell'epoca.
L'intensa, ma poco significativa attività, prosegue con "IL MAGNIFICO SCHERZO", una bizzarra commedia con CARY GRANT, in cui Marilyn è una svampita segretaria, che dispensa baci e mostra maliziosamente le bellissime gambe fasciate da velatissime calze di nylon; e continua con il cupo melodramma "LA CONFESSIONE DELLA SIGNORA DOYLE", in cui, anche se in un ruolo marginale, ha modo di rivelarsi quell' autentico concentrato di sensualità, che diverrà in seguito il suo clichè vincente, avendo imparato molto presto, che ciò che si voleva da lei era 'la sua immagine e non la sua anima'.
Segue la commedia "MATRIMONIO A SORPRESA", in cui, come scrisse il New York Herald Tribune, 'sembra scolpita dalla mano di Michelangelo'.
L'ultimo film del 52 è anche il suo primo come protagonista: nel ruolo di una baby sitter psicolabile, in "LA TUA BOCCA BRUCIA", mette a tecere tutta la critica, dimostrando che a recitare non sono le sue curve, ma, soprattutto, la sua sensibilità e il suo talento.
Nel 53 con "NIAGARA" di Henry Hathaway, nel ruolo della dark lady che progetta, insieme all'amante, di uccidere il marito, ottiene il suo primo, grosso successo mondiale. Biondissima e provocante, quando appare fasciata in un attillato vestito rosso, fa esclamare ad un uomo: 'ce l'avranno un idrante da queste parti!'.
Lo stesso anno gira anche "GLI UOMINI PREFERISCONO LE BIONDE" e "COME SPOSARE UN MILIONARIO". Nel primo, una commedia musicale frizzante e variopinta, di Howard Hawks, lei bionda, e Jane Russel bruna, formano una coppia di esposive ballerine di locali notturni, a caccia di mariti, possibilmente ricchi, possibilmente sciocchi; mentre nel secondo, elegante e divertente commedia di Jean Negulesco, le ragazze in cerca di marito diventano tre, e fanno le modelle.
Con queste strepitose performance, Marilyn diventa la diva più amata e idolatrata del publico di tutto il mondo. Indimenticabili, nel primo la sua apparizione, in attillato abito rosa shoking, attorniata da un gruppo di boys, mentre canta 'By, By, Baby'; mentre nel secondo è ormai entrato nella leggenda il suo personaggio di Pola Debevoise, bionda e miope, che si rifiuta di portare gli occhiali, inciampa continuamente e legge il giornale alla rovescia.
Nel 54 interpreta "LA MAGNIFICA PREDA", un western di Otto Preminger, in cui, nel ruolo della cantante da saloon Kay Weston, con la canzone 'One Silver Dollar', dimostra le sue doti canore, non particolarmente eccelse, ma capaci di affascinare il pubblico, e di ipnotizzarlo quando appare in calzamaglia di rete nera e corpetto rosso fuoco.
Il 1954, è anche l'anno in cui sposa Joe Di Maggio, il maggior gioatore di baseball dell'epoca; figlio di emigranti di origini italiane, popolarissimo perchè, più di chiunque altro, ha incarnato l'American dream, il sogno americano di riuscire a farsi da sè, superando le difficoltà iniziali.
Di Maggio, che aveva conosciuto Marilyn solo attraverso le fotografie, fa di tutto per incontrarla, ma lei dapprima rifiuta tutti gli appuntamenti, temendo fosse un tipo banale, poi capitola di fronte alla sua corte spietata, e il 14 gennaio lo sposa nel municipio di San Francisco.
Ma l'unione si dimostra fin dall'inizio difficile, a causa della morbosa gelosia di lui, che spesso sfociava in furiosi litigi, come quello che scoppiò sul set di "QUANDO LA MOGLIE E' IN VACANZA", alla fine della ripresa della famosa scena della gonna sollevata dal vento della metropolitana, in Lexington Avenue a New York.
Alla fine dell'anno, il 27 ottobre, venne sancito il divorzio, per crudeltà mentale, che le lasciò dentro un grande vuoto affettivo e una profonda ferita, che le fanno avvertire, ancora di più, la sua incapacità di amare e di essere amata, e un profondo senso di solitudine; stati d'animo destinati ad acuirsi e ad approfondirsi col passare degli anni.
La donna più amata e ammirata del mondo, che riceveva 250 lettere al giorno di uomini che la chiedevano in moglie, in realtà era una donna sola e infelice, che non riusciva ad avere una storia d'amore duratura, che soffriva perchè si sentiva, ed era, sottovalutata.
Dopo il divorzio, forse per dimenticare i suoi travagli interiori, forse per sfidare la Fox, sicuramente per inseguire il sogno di diventare una vera attrice, si trasferisce a New York per studiare all'Actor's Studio, la scuola di recitazione più famosa del paese, sotto la guida di Lee Strasberg.
Lì conosce e diventa amica della figlia di Strasberg, Susan, anche lei attrice, della scrittrice Carson Mc Cullers, autrice del romanzo 'Riflessi in occhio d'oro', da cui verrà tratto un film di grande successo, e dello scrittore Truman Capote.
Intanto la Fox, delusa dagli insuccessi di Jayne Mansfield, lanciata come la nuova Marilyn Monroe, le offre l'opportunità di rinegoziare il contratto, concedendole di approvare il regista dei suoi film, e la possibilità di girare un film l'anno con un'altra casa di produzione.
Prima di tornare sul set, però, Marilyn conosce il famoso drammaturgo Arthur Miller, un intellettuale di successo, le cui opere erano e sono conosciutissime in tutto il mondo.
Sentirsi ammirata e desiderata da un uomo di cultura, come Miller, la inorgoglisce e le procura un grande senso di sicurezza, perchè vede, finalmente riconosciuto il suo essere e non il suo apparire. Vede finalmente riconosciuto ciò che aveva sempre desiderato e per cui aveva tanto lottato: il suo talento. 'Sentivo la mancanza di talento come se indossassi abiti da quatro soldi; mio Dio, quanto volevo imparare e migliorare', sono parole sue, che ripeteva spesso.
Nel mese di febbraio del 1956, Marilyn torna a Hollywood per girare il film "FERMATA D'AUTOBUS", di Joshua Logan, nel ruolo di un'affascinante cantante di saloon (semplicemente deliziosa quando canta, sui tavoli del locale, la canzone 'That Old Black Magic'), di cui si innamora un rude cowboy sceso in città per un rodeo.
Terminate le riprese torna a New York, e il 29 giugno, con cerimonia civile, e due giorni dopo con cerimonia ebraica, sposa Miller, che nel frattempo aveva ottenuto a Reno, il divorzio dalla precedente moglie.
I giornali dell'epoca, nel darne la notizia scrissero, con una cattiveria imperdonabile: 'Il cervello ha sposato il corpo'.
L'anno successivo fonda con l'amico fotografo, Milton Green, la casa di produzione cinematografica 'Marilyn Monroe Productions', poi parte per l'Inghilterra per girare, a fianco di Lawrence Olivier, "IL PRINCIPE E LA BALLERINA", la storia di una ballerina americana che riesce a far innamorare di sè il reggente di Carpazia.
E' questo il primo e unico film della M.M.Productions, perchè al termine delle riprese la società viene sciolta, a causa dei contrasti tra Miller e lo stesso Green.
Tornata dall'Inghilterra, comincia subito a lavorare per Billy Wilder, nel film "A QUALCUNO PIACE CALDO", una commedia brillante e divertente, basata sugli equivoci dei travestimenti, in cui, nel ruolo della cantante Zucchero Kandinski, in un'orchestra tutta al femminile, è indimenticabile quando canta, sussurrando, 'I Wanna Be Loved by You'.
Durante le riprese del film, si accorge di essere incinta, ma subisce un aborto spontaneo che le procura un grande dolore e una grossa delusione, e contribuisce a compromettere, forse definitivamente, il suo già fragile equilibrio psichico.
Inoltre deve pagare gli alimenti all'ex moglie di Miller, e deve far fronte alle spese per l'acquisto della villa del 700, comprata per il marito.
Ma, sicuramente, la cosa che più la preoccupa è il processo in corso contro Arthur Miller: il drammaturgo, di idee comuniste, era stato accusato di attività antiamericane; portato davanti alla commissione MacCarthy per difendersi dalle accuse, ha avuto il coraggio e la sensibilità di non fare nomi, rischiando, così, la galera e il ritiro del passaporto.
Non dimentichiamo che siamo in piena guerra fredda, e il senatore Mc Carthy, uomo rozzo e volgare, aveva creato una commissione per le attività antiamericane, con il compito di iscrivere in una 'lista nera' gli artisti sospettati di filo-comunismo, al fine di boicottarne le opere, e di accusare di vilipendio, coloro che si rifiutavano di negare le loro idee. Moltisimi artisti ne furono colpiti, e molti, come l'attore Charly Chaplin e la moglie Oona O'Neal, e gli scrittori Bertold Brecht e Thomas Mann, furono costretti a lasciare l'America, o a firmare le loro opere sotto falso nome.
Maturata artisticamente, anche la critica, a malincuore, è costretta ad ammettere il suo eccezionale cambiamento, e a riconoscerle una sorprendente presenza scenica e una capacità indiscutibile di ricoprire qualsiasi ruolo. Nel 1960, arriva finalmente la consacrazione ufficiale: con 'A QUALCUNO PIACE CALDO', vince il suo primo 'Golden Globe'.
Il 1960 è anche l'anno in cui iniziano le riprese di "FACCIAMO L'AMORE", il film di George Cukor, in cui Marilyn interpreta il ruolo di una ballerina di musical, di cui si innamora un ricco milionario. Indimenticabile e bellissima la sua prima apparizione, in maglione lungo e calzamaglia nera, mentre canta 'My Heart Belongs to Daddy'.
Sul set l'attrice si innamora del partner, il cantante attore italo-francese Yves Montand, e la storia mette in crisi il suo legame con Miller. Terminate le riprese, Montand torna dalla moglie, l'attrice francese Simone Signoret, ma la love-story continua ad essere materia di pettegolezzi su tutti i giornali ancora per molto tempo, e ciò finisce col deteriorare del tutto il suo matrimonio, che finirà definitivamente alla fine della lavorazione di "GLI SPOSTATI", il film, con CLARK GABLE e MONTGOMERY CLIFT, che Arthur Miller scrisse appositamente per lei: la sentenza di divorzio verrà emessa in Messico, il 24 gennaio 1961, poco dopo l'uscita del film.
Nel western di John Huston, Marilyn è una donna in attesa di divorzio, di cui si innamora CLARK GABLE, un non più giovane cowboy che cattura cavalli selvaggi per conto di una fabbrica di mangimi.
Appena terminate le riprese del film, CLARK GABLE viene colpito da infarto e muore il 16 novembre 1960.
Il dolore per la perdita del caro amico, sommato alla delusione per la fine del suo matrimonio, gettano Marilyn in uno stato di profonda depressione pschica, che nemmeno le vere o presunte relazioni amorose alle quali si abbandona riescono a lenire.
Inizia una relazione segreta con l'allora presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, documentata, anni dopo, da alcuni incontri avvenuti all'Hotel Roosvelt di Los Angeles; si sussurra anche di un legame col fratello di lui, il ministro della giustizia Robert, ma questa, forse, è solo frutto della fantasia di qualche biografo.
Nonostante il rivalutazione unanime dei critici e l'amore del pubblico, la sua cronica insicurezza di attrice e la consapevolezza del suo fallimento umano, la portano a far uso, sempre più frequentemente, sempre più intensamente, di una miscela micidiale di tranquillanti e di alcool, che la inducono a non avere più coscienza di sè e del suo lavoro.
Nel 1962 viene licenziata dal set del del film "SOMETHING'S GOT TO GIVE", perchè non riusciva più a ricordare le battute e arrivava puntualmente in ritardo alle riprese.
Trova un po' di conforto a fianco di Joe Di Maggio, il suo secondo marito, al quale ultimamente si era riavvicinata, tanto che, pare, avessero intensione di risposarsi, il quale l'aiuta a superare il trauma del licenziamento.
Il 5 agosto del 1962, però, Marilyn viene trovata morta, nella sua casa di Los Angeles, dalla signora Eunice Murray, un'infermiera assegnatale dal suo psichiatra, il dott. Ralph Greenson, che speculerà parecchio su questo decesso.
Come riferì la sorellastra di Marilyn, Berniece Baker, Di Maggio volle prendersi cura dei funerali, e per vent'anni fece recapitare sulla sua tomba, tre volte la settimana, una dozzina di rose rosse.
Il mistero della sua morte non è stato mai del tutto chiarito: ufficialmente si trattò di un'overdose di barbiturici, ma c'è chi sostiene essersi trattato di suicidio o, addirittura di omicidio.
Fosse vissuta, oggi Marilyn Monroe sarebbe una donna anziana, vivrebbe di ricordi o, forse, di patetiche eccentricità, invece ha ancora 36 anni ed è sempre bellissima: forse perchè le donne come lei, non possono subire l'oltraggio del tempo.
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Biografia a cura di Mimmot - ultimo aggiornamento 23/03/2005
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