Irresistibile seduttore e fascinoso interprete di film di successo, ma anche sagace produttore e regista coraggioso, Warren Beatty "nasce" come fratello minore della più famosa Shirley MacLean, ma sin dalla prima esperienza recitativa, in "SPLENDORE NELL'ERBA", si intuisce subito che ha talento da vendere e cervello fine.
Ma, essendo dotato di fascino di sicura presa e un aspetto da atletico studente modello, capitato per caso in uno studio cinematografico, è facile pronosticargli un sicuro avvenire di dongiovanni rubacuori.
E di cuori ne ha rubati parecchi, il bel Warren, nel corso della sua vita, fino a quando, su un set cinematografico, non ha incontrato Annett Bening, colei che di cuore ha rubato il suo.
Nato a Richmond, in Virginia il 30 marzo 1937, dopo aver frequentato l'high shool di Arlington, in Virginia e studiato alla Northwestern University, dove si è laureato nel 1959, Warren si iscrive alla scuola di Stella Adler per studiare recitazione.
Lo stesso anno della laurea viene scritturato per un ruolo nel serial televisivo 'The Many Loves of Dobie Gillis', un ruolo trovato ridicolo e velocemente abbandonato per i più impegnativi palcoscenici di Broadway, meritandosi, per la sua performance in 'A Loss of Roses' la nomination al Tony Award.
A 24 anni debutta sul grande schermo, accanto a Natalie Wood, con "SPLENDORE NELL'ERBA", bellissimo atto d'accusa di Elia Kazan contro l'etica sessuale conformista dell'epoca, ma anche rimpianto e malinconia per la giovinezza perduta, che commuove e ti prende l'anima.
Il film, che racconta la storia d'amore tra due ragazzi, nel Kansas del 1928, (rovinata dalla madre di lei, ossessionata dalla verginità della figlia e dal padre di lui che suggerisce al figlio di frequentare ragazze facili), ottiene un enorme successo, un Oscar alla sceneggiatura, e diventa un emblema per i ragazzi di allora, in attesa, ancora, della liberazione del pensiero e della morale che il sessantotto avrebbe poi portato.
Bello e possibile, Warren comincia subito a fare strage di cuori, facendo innamorare di se la partner, Natalie Wood, che divorzia dal marito, Robert Wagner e inzia con lui una breve ma intensa storia d'amore.
Immediatamente dopo interpreta il ruolo di Paolo diLeo, il gigolo di "LA PRIMAVERA ROMANA DELLA SIGNORA STONE", di Josè Quintero; tratto da Tennesse Williams, il dramma è il toccante racconto di un'attrice di mezza età, interpretata da una bravissima VIVIEN LEIGH, che, in vacanza a Roma, perde la testa per un giovane gigolo, che prima tenta di sfruttarla e poi l'abbandona.
Anche nel successivo, del 62, "E IL VENTO DISPERSE LA NEBBIA", di John Frankenheimer, impietoso ritratto della immatura gioventù americana e dell'altrettanto immatura generazione dei genitori, Warren interpreta un ragazzo idolatrato dalla famiglia e dal fratello minore che si identifica in lui, fino a quando non ne scopre la pochezza, dopo avergli visto abbandonare la fidanzata che aspetta un figlio da lui.
Terminate le riprese, rifiuta di interpretare il ruolo di John Kennedy, nel film che la Warner Bros voleva produrre, su richiesta dello stesso presidente, basandosi sul libro 'John F. Kennedy and P.T. 109', di John Tregaskis.
Nel 64 recita il lucido melodramma di Robert Rossen, "LILITH, LA DEA DELL'AMORE", in cui, infermiere in una clinica psichiatrica, si innamora di una paziente e diventa follemente geloso di un altro internato, a dimostrazione di quanto labile è il confine tra passione e follia.
Nel 65 dà corpo alle ansie e alle nevrosi di una generazione, interpretando il cabarettista di "MICHEY ONE" di Arthur Penn, che, preda delle sue ossessioni, credendosi perseguitato, abbandona tutto e si nasconde in un'altra città, fino a quando un impresario, accortosi delle sue qualità, lo fa ripiombare nelle sue assurde paure.
A questo punto il giovane e brillante attore, ha già il carisma necessario per cambiare genere e si concede il gusto di interpretare, nel 66, due commedie, godibili e divertenti: "LA TRUFFA CHE PIACEVA A SCOTLAND YARD", di Jack Smight, dove interpreta un incallito giocatore professionista, che ha trovato il modo di sbancare i Casino, truccando all'origine le carte da gioco; e "SPOGLIARELLO PER UNA VEDOVA", di Arthur Hiller, storia di una vedovella che sogna un marito rispettabile e finisce per innamorarsi del simpatico vicino di casa.
Nel 67, cinque anni dopo il' gran rifiuto', dimostrando di possedere un cervello pensante e di essere dotato di un eccezionale fiuto artistico, torna da Jack Warner per chiedergli di produrre assieme a lui, un gangster-story, facendolo dirigere ad Arthur Penn ed assegnando il ruolo di protagonista a Bob Dylan, (ruolo che poi riserverà a se stesso), destinato, comunque, a fare il bandito, perchè nel 73 sarà il protagonista del capolavoro di Sam Peckinpah "PAT GARRETT E BILLY THE KID".
Dopo l'iniziale irritazione, Warner, sentendo che il badget era esiguo, accetta: nasce così "GANSTER STORY", il film che segna il passaggio dalla Nouvelle Vague alla New Hollywood e salda il cinema americano alla realtà storica contemporanea.
Il film, che doveva essere diretto, in un primo momento, da Godard o da Truffaut, ai quali, inizialmente, lo script era stato mandato, dagli sceneggiatori Robert Benton e David Newman, e che rappresenta un caposaldo assoluto del genere gangster, racconta le gesta, la fuga e la fine della leggendaria coppia di fuorilegge, Bonnie Parker e Clyde Barrow, Faye Dunaway e Warren Beatty, nell'America degli anni 30, a cui si uniscono il fratello di Clyde con la moglie e un ragazzo uscito dal riformatorio. Traditi dal padre del ragazzo verranno accerchiati dalla poizia e barbaramente uccisi. Bellissime ed emblematiche le scene di violenza che, 'rifiutando un approccio tradizionale, mostrano tutto l'orrore del sangue e del dolore fisico' (cit. Coursodon - Tavernier).
Dopo il successo planetario del film, al punto da influenzare la moda, specie quella femminile, Beatty torna al cinema nel 1970 con il melodramma d'amore di Robert Stevens, "L'UNICO GIOCO IN CITTA'", in cui, pianista di night col vizio del gioco, intreccia la sua disperata solitudine con quella di ELIZABETH TAYLOR, ballerina di fila abbandonata dall'amante.
L'anno successivo è la volta di Robert Altman a fargli interpretare, in "I COMPARI", il ruolo di John McCabe, l'avventuriero spaccone, gestore insieme a Julie Christie, rude prostituta, di una casa di piacere, che devono difendere da una compagnia mineraria a cui fa gola il terreno su cui è costruita.
Il film, accompagnato dalle musiche di Robert Cohen, prendendo a pretesto una vicenda amorosa di ambiente squallido e dal tragico epilogo, in realtà fa una severa critica all'utopia, tutta americana, della libera iniziativa individualistica.
Metafora ripresa, anche se non sfruttata fino in fondo, anche nel successivo "IL GENIO DELLA TRUFFA", di Richard Brooks, in cui Warren e Goldie Hawn sono due simpatici furfanti, che si occupano di sistemi di sicurezza nelle banche: dopo aver installato un antifurto a quattro cassette di sicurezza, li derubano e fuggono, inseguti per mezza Germania dai malviventi, a cui le cassette appartenevano.
Cinema d'impegno, invece, è il successivo giallo-politico, diretto da Alan J. Pakula, "PERCHE' UN ASSASSINIO", in cui l'attore è un giornalista che, indagando sulla morte di un senatore, scopre una società segreta che recluta criminali per attentati politici.
Ambizioso, a ragione, non accontentandosi di fare solo l'attore, nel 75 si cimenta nella sceneggiatura, collaborando allo script della pellicola "SHAMPOO" che, diretta da Hal Ashby, interpreta insieme, nuovamente, a Julie Christie e Goldie Hawn, in cui è un affascinante parrucchiere per signora, che, unendo l'utile al dilettevole, fa la messa in piega alle clienti e non disdegna di andare a letto con loro, fino a quando la situazione non gli sfugge di mano.
Il film, una feroce satira di costume, ma anche specchio dell'immoralità della classe agiata (significativo il momento dell'elezione di Nixon, preso come modello di corruzione), è anche la prima pellicola che porta sullo schermo la nostalgia degli anni 60, gli anni dei Beatles e della minigonna.
Nel 1974 incontra JACK NICHOLSON (con cui instaura una solida amicizia e con cui condividerà la vivace passione per le donne, ma anche il malessere del vivere quotidiano), e insieme, per Mike Nichols, interpretano la commedia nera "DUE UOMINI E UNA DOTE", in cui danno vita a due simpatici mascalzoni che progettano di sopprimere la fidanzata di uno dei due, per spartirsi la cospicua dote.
Nel 78 decide di passare alla regia e firma, insieme a Buck Henry, la piacevole commedia "IL PARADISO PUO' ATTENDERE", in cui è anche lo scanzonato protagonista nel ruolo di un giocatore di football americano, passato a miglior vita prima del tempo, per una svista dell'addetto celeste: ma verrà fatto reincarnare consentendogli di giocare la tanto agognata finale di superbowl.
Ma l'impresa più coraggiosa la realizza nel 1981, dedicando 200' al giornalista americano John Reed, per descrivere con il film "REDS" cinque anni della sua vita e quella della sua compagna Louise Bryant, i quali, nel 1917, abbandonarono la vita bohemienne del Greenwich Village per partecipare alla Rivoluzione d'Ottobre e al dibattito della Seconda Internazionale.
Riportando in auge il quasi dimenticato autore del libro 'I dieci giorni che sconvolsero il mondo', in piena era della conservazione reganiana, Beatty, che è anche inerprete del film, dimostra eccezionali doti di regista, 'sapendo raccontare', privileggiando il ruolo delle parole rispetto all'immagine, 'la vita di una coppia così strettamente legata alla vita pubblica eppure così intensamente passionale' (cit. Coursodon - Tavernier).
Indimenticabile nelle scene della Rivoluzione, che portò alla nascita dell'URSS, scandite dal suono dell'Internazionale, il film regala a Beatty il premio Oscar come miglior regista (scelta coraggiosa e imprevedibile da parte dell'Accademy) e la consacrazione definitiva di uno dei più completi artisti della storia del cinema hollywoodiano.
Puntuale e, forse, anche inattesa, arriva la delusione con il colossale flop della commedia, pasticciata e noiosa, "ISHTAR", che segna l'inizio della fase discendente della sua carriera, caratterizzata, fino ad ora, da una serie di pellicole fra le più importanti del cinema hollywoodiano.
Interpretato, nel 1987, insieme a DUSTIN HOFFMAN, per la regia di Elaine May, il film narra di due scalcinati cantanti americani, che durante una esibizione in Marocco, si ritrovano al centro di un traffico d'armi, raggiri della CIA e sperduti nel deserto su un dromedario cieco.
Altra storia e, soprattutto altro spessore, il fumettistico "DICK TRACY", del 1990, ambiziosa ma tiepidamente accolta, terza prova registica, dell'attore, per portare sullo schermo, interpretandola anche, la figura del celebre personaggio creato da Chester Gould nel 1931. Infarcito di molti volti noti, da Madonna a DUSTIN HOFFMAN ad AL PACINO, alcuni dei quali resi irriconoscibili da maschere di lattice, il film racconta le avventure del 'detective dalla mascella quadrata', della sua fidanzata con orfanello a carico e del suo nemico giurato, il gangster Big Boy Caprice che vuole farlo sedurre dalla sua amante, Mozzafiato Mahoney, per riuscire a metterlo fuori combattimento.
Il 1991 è un anno importante per Warren Beatty e per la sua vita privata: viene scritturato da Barry Levinson per il ruolo di protagonista nel film "BUGSY", che narra il sogno del mafioso Ben Siegel, detto BUGSY, cioè insetto, di costruire nel deserto del Nevada, un grandioso centro per il gioco d'azzardo. Centro che costituirà il nucleo da cui sorgerà Las Vegas.
Sul set conosce ANNETTE BENING, che interpreta l'attrice Virginia Hill, detta Flamingo, che BUGSY amò appassionatamente e che fu causa della sua morte, per avergli rubato i soldi di 'Cosa Nostra', esponendolo alla vendetta dei capi mafiosi.
L'amore di cellulloide si trasforma in amore vero e l'incallito rubacuori, smentendo la fama consolidata di 'tombeur de femmes', capitola di fronte alla solare bellezza della partner e, dando un convinto addio al celibato, la sposa l'anno successivo, subito dopo il divorzio dal primo marito di lei.
In attesa del matrimonio, intanto, partecipa, 'interessato' al film "A LETTO CON MADONNA", un semidocumentario ripreso durante il Blond Ambition Tour della cantante, che nei momenti di riposo racconta di se stessa e, con provocatoria sincerità, della sua vita sessuale.
Dopo il matrimonio, nel 94, insieme alla moglie, per la regia di Glenn Gordon Caron interpreta la commedia sentimentale "LOVE AFFAIRE - UN GRANDE AMORE", terza versione, dopo "Un grade amore" e "Un amore splendito", del melodramma che ha commosso il mondo, in cui, a causa di un atterraggio di fortuna, intreccia una storia amorosa con una musicista. Per essere sicuri dell'intensità del sentimento, si separano dandosi appuntamento tre mesi dopo sull'Empire State Building, ma lei non si presenta....
Il fascino del dietro la macchina da presa e le sue mai celate idee politiche di sinistra lo portano a dirigere e interpretare, in piena era Clinton - Lewinsky, la satira politica "BULWORTH - IL SENATORE", in cui fa un senatore democratico che, stanco della politica, assolda un killer perchè lo uccida e intanto comincia a dire ciò che pensa dell'America a ritmo di rap.
Il suo più recente impegno, dopo tre anni di silenzio, risale al 2001, quando torna a recitare, per Peter Chelsom, in "AMORI IN CITTA'... E TRADIMENTI IN CAMPAGNA", una commedia dolce-amara in cui un architetto newyorkese, dopo venticinque anni di matrimonio, seguendo l'esempio di un amico, scopre il fascino dell'adulterio, ma le donne non sono più quelle di un tempo e non gli rimane che tornare, chiedendo perdono, dalla moglie.
Dal matrimonio con ANNETTE BENING sono nati quattro figli: Kathlyn (1992), Benjamin (1994), Isabel (1997) ed Ella Corinne (2000).
Numerose le attrici che non hanno saputo, o non hanno voluto, resistere al suo fascino: Joan Collins, Natalie Wood, Leslie Caron, Madonna, Julie Christie, Liv Ullmann, Brigitte Bardot, Elle MacPherson, Diane Keaton, Goldie Hawn, Candice Bergen, Cher, Britt Ekland... quasi un lungo elenco telefonico.
Poco amato da Hollywood, Warren Beatty ha comunque caratterizzato un'epoca e Hollywood non ha ancora saputo trovargli un degno sostituto.
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Biografia a cura di luisa75 - ultimo aggiornamento 14/06/2005
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