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Protagonista assoluta di questo film è la "mente" umana, in tutte le possibili sfaccettature del termine. A cosa conduce, quali risultati può produrre, come determina l'andamento della vita di un uomo e come condiziona l'esistenza delle persone che accanto a quell'uomo vivono.
La "bella mente" in questione è quella di John Nash, ma costui è solo un tramite nel messaggio di fondo che vuole trasmettere Ron Howard, finalmente alla sua consacrazione da regista, per l'Oscar che vinse.
Perché tramite? La storia di Nash è una storia vera per quanto romanzesca possa apparire, ed è una storia che non può non assumere significato generale.
Nash nasce accademicamente in un rinomato College americano, in un periodo storico che attraversa la guerra fredda. Durante tale periodo, gli studi sono condotti e stimolati nella direzione di controllare il nemico, di sorvegliarlo, di ingannarlo. Il messaggio che parte dai vertici accademici alle "belle menti" di cui fa parte Nash è quello di "stupire" con invenzioni, codici e quant'altro possa battere l'altro fronte. Inizia così una sfida tra se stessi, gli altri e le altre Università, a creare, ideare, tirar fuori dalle menti tutto ciò che possa essere nuovo, creativo, stupefacente.
La posta in gioco non è solo il contratto presso qualche facoltà di élite, ma la dimostrazione che di fronte al mondo accademico si possa essere i migliori. Non è solo una questione economica, ma di affermazione sull'altro. Le "belle menti" combattono con le idee, con le teorie, con la ricerca pura, la ricerca che ricerca se stessa.
Ma una "bella mente" non si può comandare e può anzi essere tanto fertile, tanto feconda, da offrire una creatività inaspettata. John Nash è la "mente più bella di tutte" e non lo sa.
Non sa che ogni mente ha un'infinità di varianti, un'infinità di lati che possono arricchire la personalità e dimostrarne la complessità. L'infinito rappresentato dall'otto longitudinale, che John Nash disegna con la bicicletta durante le sue elucubrazioni, in realtà è dentro il suo cervello e gli dimostrerà che esistono almeno tre persone in lui. Lo studioso pratico, l'intrigante senza scrupoli e l'innocente. Tre soggetti estremamente diversi, ma che nella "bella mente" si trovano perfettamente affiatati, anzi, sono parte di una quarta persona che è lo stesso Nash.
In genere chi concede la totale fede alla logica, ragiona per dimostrazioni e per fatti visibili. E invece la "bella mente" di Nash decide di fargli rivedere assiomi simili: non tutto ciò che si vede è reale. Ma un matematico come lui è in grado di accettare una considerazione simile? Ebbene si, poiché quando la mente non è più in grado di offrirgli le risposte che chiedeva, qualcosa sopraggiunge a colmare tale vuoto. Il cuore.
Il potere della mente era stato talmente invadente, da fargli oscurare il cuore. Ma Alicia ama e vede: ha la completezza che gli viene dal cuore, e che le permette di andare oltre la mente del marito. "Questo è reale" dice Alicia accarezzando il volto di John, "e questo è reale...", poggiando la mano di lui sul suo cuore.
"Ho bisogno di credere che qualcosa di straordinario sia possibile", gli sussurra Alicia nello stesso momento di tenerezza. Viene spontaneo chiedersi cosa sia più concreto: ciò che la mente vede o ciò che il cuore sente?
La razionalità scientifica conduce alla diagnosi, e la diagnosi conduce alla cura. Ma una cura farmacologica è l'unica terapia applicabile? L'abbraccio di una moglie, la certezza di un affetto, possono accentuare i benefici delle terapie tradizionali? Nessuno lo può sapere, la mente è un infinito di possibilità, è un'equazione a molteplici variabili: come il mondo dell'economia, che John contribuirà a far crescere con le sue teorie dei "giochi", croce e delizia degli studenti di Economia di tutto il mondo...
In realtà, qualcosa di straordinario - come chiedeva Alicia - è davvero la "bella mente" di John, poiché gli fornisce anche lo strumento necessario per guarire: la consapevolezza.
La consapevolezza che gli permette di non "indulgere" nell'immaginazione: John ad un certo punto decide di dire di no al frutto bislacco della sua mente.
Quanta parte ha avuto in tutto ciò Alicia?
Ce lo spiega lo stesso Nash, una sera di dicembre del 1994, ritirando il Premio Nobel: «Ho sempre creduto nei numeri, nelle equazioni e nella logica che conduce al ragionamento. Ma dopo una vita spesa nell'ambito di questi studi io mi chiedo: cos'è veramente la logica? Chi decide la ragione?... E' soltanto nelle misteriose equazioni dell'amore, che si può trovare ogni ragione logica» e rivolgendosi ad Alicia «Tu sei tutte le mie ragioni».
Ed ecco, la risposta che aspettavamo: John tira fuori dal taschino dello smoking il fazzoletto che Alicia gli diede al primo appuntamento e se lo porta al cuore.
Forse una "beautiful mind" è tale perché riconosce l'infinito che può albergare nel cuore?
Come sempre, due curiosità:
- Ho avuto il privilegio di conoscere personalmente John Nash, quando la mia Facoltà di Economia gli riconobbe la laurea Honoris Causa, e come sempre Alicia era con lui;
- Jennifer Connelly, vincitrice dell'Oscar come supporting actress, ha conosciuto sul set e poi sposato l'attore che interpreta il ruolo di Charles.
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Recensione a cura di antoniuccio - aggiornata al 22/06/2006
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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