Recensione cobra verde regia di Werner Herzog Germania 1987
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione cobra verde (1987)

Voto Visitatori:   7,60 / 10 (20 voti)7,60Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film COBRA VERDE

Immagine tratta dal film COBRA VERDE

Immagine tratta dal film COBRA VERDE

Immagine tratta dal film COBRA VERDE

Immagine tratta dal film COBRA VERDE

Immagine tratta dal film COBRA VERDE
 

"Cobra verde" comincia nello stesso modo in cui finirà: Kinski, l'uomo annichilito entro una natura sconfinata, impassibile, non penetrabile - il distruttore che porta impressa la sua smorfia di disgusto sul volto - che s'accascia al cospetto di essa.

In principio è un paesaggio desertico del Sertao, cosparso di carcasse di animali, quello che si pone dinnanzi al protagonista: Manoel Garcia da Silva, il bandito, l' assassino che spara dai ruderi di una chiesa: porta con sé il terrore: sarà uno schiavista!

L'ultimo capitolo del sodalizio Herzog/Kinski (se s'esclude il meraviglioso documentario "Kinski, il mio nemico più caro" che il regista dedicherà all'attore scomparso) comincia così, come andrà a finire, nel confronto di dolore tra Manoel e uno storpio - tra colui che lo arreca e colui che ne porta sul corpo i segni - l'unico amico che abbia mai avuto.

Non è una presenza nuova, quella del freak, in una pellicola di questo autore ("Anche i nani hanno cominciato da piccoli"; "L'enigma di Kaspar Hauser"), ma venuta a rinnovare il suo patto con l'uomo di Herzog, e l'invito ad una terra promessa onirica ma sofferente.

Se in Flaherty - uno tra i più grandi documentaristi antropologi del passato, e dei maestri che più hanno influenzato l'opera di Herzog - l'umanità, colta negli ambienti più estremi del pianeta, vive con ritegno la sua lotta, e si sa adattare a quegli spazi limitati che la natura gli concede; l'uomo di Herzog - Kinski ancora una volta - è l'individuo inquieto, intrattabile, solitario, violento, iroso, insoddisfatto, megalomane; personifica quell'ambizione umana che s'avventa oltre le frontiere del possibile.

Da Silva è un Aguirre senza più nemmeno il richiamo dell'oro di El Dorado, è un Fitzcarraldo che issa la sua nave in cima a un fiume che non ha corso, al di là di una montagna inconsistente. La meta c'è, ma non ha più forma né significato: è mera astrazione, indistinta vanità.

Da Bahia all'Africa, da peccatore individuale (il bandito) a criminale dell'umanità (lo schiavista): Manoel approda in quel mondo nuovo non per sua volontà, ma inviato da altri; accetta il fatto non come condanna ma come possibilità di rivalsa, come occasione mediante cui espandere la propria foga dominatrice e soddisfarla. Incendia, calpesta, ma dopo che è passato, tutto riprende la sua forma originale.

Cerca qui di comprovare il proprio carattere, e finisce per disperderlo ulteriormente: s'implica in una guerra non sua, in un mondo selvaggio fatto di simboli e miti indecifrabili, d'etnie misteriose, di riti incomprensibili, di re-leopardo occulti.

Cade imprigionato, coperto di fango; viene liberato dagli uomini di un principe dagli occhi sgranati (che quasi ricorda il nero di una pellicola di Tourneur: "Ho camminato con uno zombi"); si trova infine ad addestrare un esercito di amazzoni dove, col prospetto di una nuova lotta, la sua energia incendiaria riprende vigore: la massa scatenata delle donne ha però momenti d'ordine, di pace; per brevi istanti, sembra addirittura addomesticarsi alle esigenze dello spettacolo: s'organizza in quadri coreografici, intreccia motivi, prende fiato, si lenisce, balza nuovamente in piedi.

Se Herzog è il pastore, Kinski è il cane che tiene unito il gregge assalitore!

Verso la fine del racconto, Manoel passa in mezzo ad una danza di monache bambine, sorride per la prima volta, e si trova visibilmente in imbarazzo.

Gran parte della critica ha mal giudicato l'andamento poco lineare del film. La vicenda è narrata mediante immagini rapsodiche, di grande potenza visionaria ma poco coeve, non legate da una continuità cronologica. Trent'anni passano, ma bruciano rapidamente con il fervore del protagonista. Le prestazioni del regista "atleta" (secondo una sua auto-definizione), appaiono accusare un po' di stanchezza.

Ma è una critica che potrebbe valere in altri casi, non per quanto riguarda "Cobra verde" di Herzog. Il folle e straordinario rapporto tra Herzog e Kinski è logoro, indubbiamente, ma questa crisi viene autenticamente portata nel set, introducendo un film dentro al film, e il documento di tale rottura.

Kinski non è solo Manoel da Silva, l'uomo cupido che prova ad espandere il proprio status oltre i confini naturali, è anche se stesso, l'attore ribelle che si rifiuta di sottostare alle leggi della regia. Porta dentro la finzione la sua carica reale, la propria turbolenza. E' ancora quel conquistadores indomabile ma sconfitto.

Se pensiamo al film "L'enigma di Kaspar Hauser", ricordiamo di un sogno in cui veniva raffigurato un cammino lungo il deserto e verso una terra promessa.

C'è un punto in "Cobra verde" in cui Manoel, vittorioso e già padre di 62 figli, scrive una lettera in cui esprime il suo malessere nei confronti di quel paese di calura che malvolentieri lo ospita, evocando un luogo di alte montagne innevate.

In entrambe le situazioni, dove i siti sognati risultano essere l'opposto di quelli abitati, è leggibile tutta l'insoddisfazione, tutta quell'incapacità di adattarsi e di rinunciare alle proprie follie da parte dei protagonisti herzoghiani.

Quello di Herzog è, anzitutto, un cinema estremo che, come in Flaherty, trova la sua collocazione ai margini del pianeta e dell'umanità: siano essi l'Amazzonia, il deserto, i ghiacciai, la giungla, l'Alaska, il Paese dell'oscurità e del silenzio, l'Africa di "Cobra verde".

È un cinema affascinante proprio in quanto ambiguo. Ci si può chiedere come mai, ad esempio, un cercatore di realtà come Herzog, avrebbe sentito la necessità d'usufruire del mezzo della finzione per portare a compimento la propria ricerca.

Se si cerca poesia, si trova poesia, ma dietro ad essa tanta realtà.
Se si cerca eros, si trova eros, ma accanto anche morte, mosche, decomposizione. Certamente, sottolineate ancora dalle musiche solenni ed evocative dei Popol Vuh, s'incontrano molte allucinazioni - e non solo d'origine umana - come febbre, gelo, nebbia, afa, vertigini, miraggi di fata morgana.

Ma una cosa manca in questo come in tutti gli altri lavori di Herzog: l'ironia. Manca perché l'uomo di Herzog è confatto alla natura che prova ad esplorare e a dominare. Ma gli somiglia solo in parte: la natura, come lui, non è ironica, soffre anch'essa ma è ambiziosa in diverso modo, in una maniera più ponderata.

Nel documentario "Kinski, il mio nemico più caro", Herzog sta contemplando alcune foto dell'attore scomparso appese alle pareti, e trovatosi davanti ad un'immagine che raffigura una scena di "Fitzcarraldo", dichiara: "È una grande metafora, non so di cosa, ma è una grande metafora". La foto successiva si riferisce al finale di "Cobra verde".

Le ultime sequenze del film potrebbero essere anche vedute come un breve film bellissimo a sé stante, che chiude e riassume splendidamente tutta l'esperienza umana ed artistica della collaborazione tra Herzog e Kinski.

Mentre sulle coste gli schiavi neri agitano bianche bandiere, facendo segnali che sembrano quasi un richiamo alla libertà e alla pace nel mondo, Manoel da Silva, il negriero Cobra Verde, che ha ormai perduto tutto il suo impero, s'avventa contro una barca arenata sulla riva, la spinge disperatamente, con tutte le forze rimastegli, provando senza riuscirvi a trascinarla in acqua.
Il mare, simbolo eterno dei viaggiatori, lo raggiunge beffardamente con le sue onde.
Intanto, in lontananza, un nero storpio a tre zampe (un poliomielitico) s'avvicina cautamente, quasi con benevolenza, leggero lungo la riva.

Sembra essere la schiavitù che tanto ha patito e ora in procinto di essere liberata.

È quello storpio che all'inizio Manoel incontrò in una locanda, trasformatosi ulteriormente.

È il portatore di tutte le minoranze tanto care al regista.

È il cinema stesso di Herzog, insolito e informe.

È un messaggero, forse il traghettatore.

È l'impotenza del carattere di Kinski e il suo fallimento.

È quel sogno che viene a ricongiungersi all'uomo crudele, e questa unione ha tutta l'aria che sarà dolorosa ma liberatoria.

Sì Werner, anche questa è una grande metafora, non sappiamo di cosa ma è forse la più grande di tutte le tue metafore.

Commenta la recensione di COBRA VERDE sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di Ciumi - aggiornata al 16/12/2009

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

100 di questi anni30 notti con il mio exa different mana real paina working manamichemaiandy warhol - the american dreamanoraapril, come she willarsaattack on titan: the last attackbastion 36berlino, estate '42biancaneve (2025)black bag - doppio giocoblack dogblack mirror - stagione 7
 NEW
black teablur: to the endbridget jones - un amore di ragazzocarlo mazzacurati - una certa idea di cinemacharlotte, una di noicherry juicecloudcolpi d'amorecome se non ci fosse un domani (2025)death of a unicorndi noi 4diciannovedreamsdrop - accetta o rifiutae poi si vedeeden (2025)elfkins - missione gadgeteyes everywherefamiglia imbarazzi - la maledizione dello zoccolo
 NEW
final destination: bloodlinesfiume o morte!flight risk - trappola ad alta quotafollemente
 NEW
francesca e giovannig20gen_generazione romanticagino & friends eroi per la citta'gioco pericolosoglobal harmonyguglielmo tellguida pratica per insegnantihavochereticho visto un rehokage - ombra di fuocohollandi colori dell'anima - the colors withini peccatoriihostageil bacio della cavallettail bambino di cristalloil caso belle steineril complottistail critico - crimini tra le righe
 NEW
il maestro e margherita (2025)il migliore dei maliil mio amore, ti fara' sparire
 NEW
il mio compleannoil mohicanoil nibbioil quadro rubatoil seme del fico sacroin viaggio con mio figlioio non sono nessunoio ti conoscojulie ha un segretokaiju no.8: mission reconla casa degli sguardila citta' proibita (2025)la fossa delle mariannela gazza ladrala solitudine dei non amatila storia di patrice e michella vita da grandil'albero (2025)l'amore che hol'amore, in teoria
 NEW
largo winch - il prezzo del denarole assaggiatricile donne al balcone - the balconetteslee millerl'erede (2025)l'isola degli idealistil'origine del mondol'orto americanolove (2024)l'ultima sfida (2025)malamore (2025)mauro corona - la mia vita finche' capitamickey 17mirtillo: numerus ixmisteri dal profondomoon il pandamr. morfinamuori di lein-egonella tana dei lupi 2 - panteranoi e lorononostantenottefondaoperazione vendettaopus - venera la tua stellapaddington in peru'
 NEW
paternal leaveprophecypuan - il professorequeer
 NEW
reinasritrovarsi a tokyosconfort zone - stagione 1screamboatsenza sangue
 R
september 5 - la diretta che cambio' la storia
 NEW
sex (2025)silenzio!sons (2025)sotto le fogliestoria di una nottestrange darlingthe accountant 2the alto knights - i due volti del criminethe bayouthe breaking icethe chosen - ultima cenathe last showgirlthe legend of ochithe monkeythe shrouds - segreti sepoltithe woman in the yardthunderbolts*tornando a esttu quoqueu.s. palmeseun film minecraftun posto sicuro (2025)una barca in giardinouna figlia
 NEW
una fottuta bugiauna viaggiatrice a seouluna vita da sogno - l'abbagliountil dawn - fino all'albavoci di poterew muozzart!werewolveswhen it rains in la

1061282 commenti su 52063 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

A LEGENDAMERICAN TERROR: L'ATTENTATO DI OKLAHOMA CITYCASSANDRA - STAGIONE 1COBRA KAI - STAGIONE 6CONCRETE UTOPIACREATION OF THE GODS I: KINGDOM OF STORMSDEAR SANTAEVIL - STAGIONE 4GUERRA E RIVOLTAI CACCIATORI DI TESORI - LA REGINA SERPENTEI CACCIATORI DI TESORI: LA PERLA DEL MARE DEL SUDIL GUSTO DELL'AMORELA LEGGE DI LIDIA POET - STAGIONE 2LADY BLOODFIGHTLE RAGAZZE DELLA SPIAGGIALE ROCAMBOLESCHE AVVENTURE DI ROBIN HOOD CONTRO L'ODIOSO SCERIFFOMI RICORDA QUALCUNOMONSTERS AND MENMORTE E ALTRI DETTAGLI - STAGIONE 1NEWTOPIA - STAGIONE 1NO GOOD DEED - STAGIONE 1ROBIN HOOD - STAGIONE 1ROBIN HOOD - STAGIONE 2ROBIN HOOD - STAGIONE 3SHE-WOLF OF LONDONSING A BIT OF HARMONYTHE BONDSMAN - STAGIONE 1THE ROUNDUPTREMORS - LA SERIEUN GENTILUOMO A MOSCA - STAGIONE 1UN SOGNO TROPPO GRANDEYOUNG SHELDON - STAGIONE 4YOUNG SHELDON - STAGIONE 5YOUNG SHELDON - STAGIONE 6YOUNG SHELDON - STAGIONE 7

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA
Locandina del film SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA Regia: Tim Fehlbaum
Interpreti: John Magaro, Leonie Benesch, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Zinedine Soualem, Georgina Rich, Corey Johnson, Marcus Rutherford, Daniel Adeosun, Benjamin Walker, Ferdinand Dörfler, Solomon Mousley, Caroline Ebner, Daniel Betts, Leif Eduard Eisenberg, Sebastian Jehkul, Rony Herman, Jeff Book, Robert Porter Templeton, Stephen Fraser, Leon Dragoi, Doris Meier, Mark Ruppel, Christine Ulrich, Günther Wernhard, Antje Westermann, Harry Waterstone, Andreas Honold, Stefan Mittermaier
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

THE ORDER (2024)
Locandina del film THE ORDER (2024) Regia: Justin Kurzel
Interpreti: Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Jurnee Smollett, Alison Oliver, Morgan Holmstrom, Odessa Young, Marc Maron, Philip Granger, Sebastian Pigott, Matias Lucas, Bradley Stryker, Phillip Forest Lewitski, Victor Slezak, Daniel Doheny, Bryan J. McHale, Ryan Chandoul Wesley, Geena Meszaros, George Tchortov, Daniel Yip, Sean Tyler Foley, John Warkentin, Vanessa Holmes, Rae Farrer, Carter Morrison, Huxley Fisher, mandy fisher
Genere: thriller

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net