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"Creepshow" è un film horror USA del 1982 con varie striature umoristiche nere e da commedia, diviso in cinque parti è diretto con grande destrezza dal geniale G.A. Romero, maestro del genere.
Il film è sceneggiato dallo scrittore Stephen King, autore di numerosi best seller di genere horror, che nel film compare anche come attore, più precisamente nel secondo episodio dal titolo "La morte solitaria di Jordy Verrill".
All'inizio del film, (con Tom Akins, Joe king, Tom Savini), nella prefazione ai diversi racconti, un padre moralista, autoritario e dal comportamento molto contraddittorio (perché più volte scoperto dal figlio nel bagno a sfogliare riviste oscene), sgrida e picchia in presenza della madre il suo bambino amante dei fumetti horror. Il piccolo è un accanito lettore di giornaletti surreali neri con tanto di bonzi, spettri, cadaveri che scoperchiano le loro tombe, fantasmi e spiriti che rappresentano vere e proprie reincarnazioni macabre di personaggi reali morti in modo violento.
Il dispotico genitore, dopo aver ammonito violentemente il bambino tanto da renderlo collerico e vendicativo, getta l'ultima rivista in mano al figlio (dal titolo Creepshow) nell'immondizia, rimanendo un po' sorpreso e impaurito del successivo forte rombo di un tuono che sembra preannunciarli guai per il suo stesso futuro.
Dalla rivista horror del piccolo Billy (Joe King figlio di Stephen King), nascono le 5 storie del film.
In "Father's Day" ("La festa del papà", con Viveca Lindfors, Carrie Nye, Ed Harris, Elizabeth Regan, John Amplas) un dispotico e aristocratico vecchio padre, massacrato alcuni anni prima dalla figlia con un pesante portacenere di ceramica, ritorna in vita come bonzo assetato di vendetta.
La figlia, già psicolabile, che lo aveva ucciso per ricambiare l'assassinio del proprio amante ottantenne eliminato dal padre geloso durante una battuta di caccia, rimane psichicamente alterata per tutta la vita. Ogni anno la donna, ossessionata dal ricordo, si reca sbronza sulla tomba del padre con una bottiglia di whisky ricordando con tormento, ma sempre con una punta di compiacimento, il tragico evento.
Un giorno, in presenza della donna, il defunto genitore, corroso dai vermi, esce dalla tomba con la chiara intenzione di punire lei e tutta la famiglia; è il giorno della Festa del papà, l'anniversario che evoca tutta la drammaticità di quei fatti di sangue. In quella tragica giornata l'omicidio dell'anziano genitore era avvenuto dopo che gli era stata negata ripetutamente la torta della festa, insistentemente richiesta dall'uomo in un modo infantile, lamentoso, che rispecchiava tutti i suoi pesanti 180 anni.
In "The Lonesome Death of Jordy Verrill" ("La morte solitaria di Jordy Verrill", con Stephen King, Bingo O' Mallley) un contadino ingenuo e un po' alcolizzato (lo stesso Stephen King) assiste di sera alla caduta di un piccolo meteorite nei pressi della propria abitazione; convinto di poter fare un affare raffredda con l'acqua la pietra rovente, ma il meteorite si spacca perdendo molta importanza estetica e scientifica.
Nel frattempo Verrill scopre delle bollicine bianche sulle dita della mano. Dopo un po' di tempo diventano ciuffi di erba verde, il fenomeno è causato da un misterioso virus proveniente dal meteorite e in grado di espandersi rapidamente su tutto il suo corpo, trasformandolo in un smisurato uomo-pianta.
La caduta del meteorite provoca nell'intera zona un gigantesco aumento della vegetazione; Verrill scoraggiato e impaurito per quanto gli sta accadendo penserà di uccidersi ma teme di sbagliare mira con il suo fucile.
In "Something to Tide You Over" ("Alta marea", con Leslie Nielsen, Ted Danson, Gaylen Ross) un marito tradito, dopo aver scoperto con un registratore fonico l'infedeltà della moglie, organizza ad arte una crudele vendetta, con tanto di televisione a circuito chiuso che gli permette di seguire in diretta l'agonia dei due giovani amanti.
L'uomo seppellisce la coppia in riva al mare, fino all'altezza del collo, con la minaccia di una pistola. La moglie e l'amante vengono sotterrati in due punti della spiaggia lontani tra loro un chilometro e lasciati in balia della crescente marea; le onde sempre più lunghe e minacciose arrivano al punto di sommergere le teste dei due sventurati, asfissiandoli.
Il finale riserverà un'apprezzabilissima sorpresa appagando il bisogno di giustizia che pervade per tutto il film lo spettatore.
In "The Crate" ("La cassa", con Hal Holbrook, Adrienne Barbeau, Fritz Weaver, Don Keefer, Christine Forrest) un professore universitario accusato insistentemente dalla moglie di debolezza congenita e di ogni genere di irresolutezza, nonché di impotenza sessuale, scopre un mostro sanguinario, ultracentenario, rinchiuso in una cassa. Dopo aver rischiato la vita per liberarlo se ne servirà per sbarazzarsi della sempre più intollerabile consorte.
Il mostro, dopo essere stato pericolosamente usato, viene di nuovo rinchiuso nella cassa e buttato in mare, ma non sembrerà affatto intenzionato a morire.
In "They're Creeping Up on You" ("Strisciano su di te", con E.G. Marshall) un ricco anziano ossessionato dalla pulizia e dagli scarafaggi si ritrova a un certo punto assediato, dopo un black out elettrico, quasi per ironia della sorte, proprio da un esercito di bacherozzi che sembrano voler divertirsi della sua patologica fissazione spuntando numerosi da ogni fessura e aggredendolo brutalmente.
L'uomo vedrà infilarsi gli scarafaggi in ogni cavità del suo corpo.
Dopo la rappresentazione dei vari episodi il padre di Billy verrà colpito in tutto il suo corpo da punture di spilli, che il figlio nascosto affonda su una bambola voodoo vendicandosi così sadicamente, con la magia, dei torti arrecati al suo giocoso immaginario di bambino.
Il film è un piacevole e certamente riuscito omaggio ai fumetti della Ec Comics di Wiliam Gaines, più volti censurati, che negli anni '50 ebbero una certa popolarità tra gli adolescenti.
Forse nel film non è del tutto riuscita la combinazione tra orrore (buoni gli effetti speciali di Tom Savini) e umorismo nero, la loro ricercata fusione funziona bene solo nel primo episodio poi rimane un po' sfasata, forzata, e l'umorismo rimane eccessivamente separato dal resto delle tensioni horror, divenendo una sorta di rumore.
Romero in "Creepshow" supera se stesso: perfeziona la forma espressiva fumettistica sempre considerata dai critici di interessante valore visivo per il cinema, omaggia registi (anche il nostro Dario Argento) scopiazzando qua e là musiche e inquadrature prese da diversi film, compreso "Profondo rosso", dal quale copia il ritmo di alcune musiche legate alle situazioni sceniche più tese e il volto horror di turno situato magistralmente dietro uno specchio, un falso quadro, o un finestrino circolare di una porta di casa.
Romero in questo film è straordinario, cura le inquadrature con un inedito spirito creativo, quasi da artista-folle, ispirato, sottolineando i numerosi punti di contatto che il cinema può avere con le tavole dei fumetti, da sempre considerati visivamente famigliari con la settima arte, idonei cioè a un proficuo scambio di posizioni formali e contenutistiche.
Romero fa trapassare all'inizio, durante e alla fine di ogni episodio l'immagine fotografica chiave della scena ripresa, nella corrispondente immagine fumettistica tratta dal giornalino Creepshow.
La recitazione è sempre sopra le righe, per certi aspetti anche sorprendente, sia per la sicurezza dei dialoghi sia per la spontaneità espressiva dei volti.
l doppiaggio è pressoché perfetto, confermando la nostra felice tradizione professionale in questo campo.
I colori sono accesi e a volte, nei momenti di maggior brivido, appaiono del tutto irreali (fotografia di Michael Gornick che dirigerà il film successivo) contribuendo ad accentuare la suggestione che un buon horror deve sempre avere.
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Recensione a cura di Giordano Biagio - aggiornata al 16/09/2010 11.54.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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