Recensione dracula (1931) regia di Tod Browning USA 1931
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Recensione dracula (1931)

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locandina del film DRACULA (1931)

Immagine tratta dal film DRACULA (1931)

Immagine tratta dal film DRACULA (1931)

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Immagine tratta dal film DRACULA (1931)
 

"Non si sentiva parlare che di vampiri fra il 1730 e il 1735: se ne scopriva dappertutto, gli si tendevano agguati, gli si strappava il cuore, li si bruciava. Qualcosa di simile a quanto era capitato agli antichi martiri cristiani. Più se ne bruciavano e più se ne trovavano".
Voltaire

La caccia ai vampiri in definitiva diventava una lotta contro la superstizione. Ma non c'è modo migliore per far trionfare una superstizione che combatterla.
Quale figura del diabolico, l'idea di vampiro è figlia dell'illuminismo e si afferma dopo il barocco, dopo cioè quell'horror vacui che contraddistingueva la perdita della centralità proposta dal barocco. Non è casuale che in questi secoli la storia dei vampiri provenga dall'est europeo (Vlad, l'impalatore dei turchi) e presupponga una lotta feroce tra cristianesimo e paganesimo. Da notare che la questione del sangue è un tratto tipico del politeismo pagano, là dove invece il monoteismo ebraico-cristiano ha elaborato la vicenda del nome. Basti evocare ad esempio, la portata vampiristica del rito dell'eucarestia quale tratto pagano recuperato dal cristianesimo: "prendete, questo è il mio corpo e questo è il mio sangue" (Giancarlo Ricci dal saggio Vampirismo).

Da questa premessa storico-filosofica si può desumere come la faccenda del vampirismo, da un punto di vista un po' più analitico, sia tutt'altro che una questione chimerica, superficiale o esclusivamente fantastica. A tutt'oggi infatti, nell'ambito degli studi psicanalitici classici, essa richiama a un impegno in formulazioni di logiche legate a fantasmagorie di estrema rilevanza inconscia, le cui radici affondano nel mito della sacralità e venerabilità laiche del sangue che tanto hanno contribuito alla costituzione di dottrine religiose integraliste e ideologie fondamentaliste.

Dopo "Nosferatu" ("non morto"), del 1922, capolavoro muto di Murnau che raffigurava un vampiro dalle sembianze mostruose e deformi, il cinema con il "Dracula" (1931) di Tod Browning propone un vampiro dalle sembianze diverse, più adeguate alle regole estetiche del cinema anni '30 dove si ricercava l'eleganza e il buon gusto.
Browning riveste il personaggio di Dracula di nobiltà, raffinatezza e garbo, affidandone la recitazione ad un interprete che già lo impersonava con successo a teatro: l'attore ungherese Bela Lugosi, degno sostituto dello scomparso Lon Chaney, "l'uomo dai mille volti", designato in un primo momento dal produttore Carl Laemmle nel ruolo di Dracula e che muore poco prima dell'inizio del film.

Il film è ispirato al romanzo di Bram Stoker del 1897 ma se ne distanzia in diversi punti, avvalendosi di una sceneggiatura stesa per il teatro da Halmiton Dean e John Baldeston, che costruiscono personaggi e intrecci in un modo del tutto nuovi.
Tod Browning era già noto per film come "Lo sconosciuto" (1927), "La serpe di Zanzibar" (1928); dopo il film di grande successo "Dracula" (1931), girerà anche "Freaks" (1932), "I vampiri di Praga" (1935), "La bambola del diavolo" (1936) confermandosi un regista di grande talento espressivo.
La fotografia di Carl Freund giganteggia per suggestione espressionista e ricercatezza compositiva lanciando definitivamente il grande fotografo espressionista nell'olimpo dei geni visivi della storia della cinema.
La casa produttrice Universal manterrà il suo predominio nel genere horror fin quasi alla fine degli anni '50, con notevoli risultati sia di botteghino che di qualità, dopodiché inizierà l'era della britannica Hammer.

Il film "Dracula" (siamo nel 1987) inizia con una lussuosa carrozza che corre sobbalzando tra le strade polverose attorcigliate tra le gigantesche montagne dei Carpazi, lambite a tratti da banchi di nebbia improvvisi. All'interno della carrozza tra diversi passeggeri c'è anche Renfield (Dwight Frye), un agente immobiliare inglese che viene mandato in Transilvania per far firmare al conte Dracula il contratto d'affitto dell'abbazia inglese di Carfax.
Nonostante le proteste di alcuni passeggeri per i forti sobbalzi della carrozza, uno di essi, residente in quei luoghi, invita il cocchiere a non rallentare, per arrivare al più presto al paese, precisamente prima del calar della notte. La notte in cui si stava per entrare era infatti quella di Valpurga: 30 Aprile; la vigilia di Calendimaggio (vigilia di Beltane).
Tra le varie e innumerevoli leggende sparse per l'Europa del nord, quella di quei luoghi si discostava per gravità degli eventi che si presumevano sarebbero insorti: si pensava infatti che Valpurga fosse la notte in cui Dracula e le sue tre mogli uscissero dalle tombe del loro castello per bere sangue umano oltre che animale, soddisfacendo la loro bramosia di vita con una sorta di orgia cannibalica senza limiti, a spese di molte vite umane.

Al calar della notte Renfield, cambiata carrozza in paese, raggiunge inquieto il Castello del conte dopo aver constatato con orrore che alla guida del mezzo c'era solo un pipistrello.
Durante il colloquio con il raffinato e gentile conte Dracula l'inglese beve un vino speciale offerto dal nobile della Transilvania che dopo un po' lo farà assopire consentendo a Dracula di morderlo sul collo e quindi vampirizzarlo.
Successivamente a bordo della nave a vela Vesta i due raggiungono a stento l'Inghilterra salvandosi miracolosamente da un forte nubifragio che farà quasi naufragare la Vesta. Dracula dorme in una cassa contenente terra natia, l'unica che gli consentirà di rimaner vivo di notte. Renfield è nel frattempo diventato completamente pazzo, succube della volontà del conte con cui comunica per telepatia; per vivere si nutre di insetti, ragni, mosche.

Arrivati a Londra Renfield viene rinchiuso in un manicomio mentre Dracula entra in contatto, durante una rappresentazione teatrale, con i suoi vicini di casa, Mina, Jonathan Harker, Lucy.
Mina ( Helen Chandle) è la bella fidanzata del collega di Renfield, Jonathan Harker (David Manners); il conte transilvano seduce Mina e la sua amica Lucy mordendole il collo ma Harker, grazie alla collaborazione scientifica del professor Abraham Van Helsing (Edward Van Sloan), che sa come individuare i capi vampiri e distruggerli, riuscirà a sventare i piani diabolici del conte conficcandogli un paletto nel cuore.
Con la morte di Dracula Mina guarisce, ridiventa normale e può sposare finalmente Harker.

Per quanto riguarda gli intrecci, lo spettacolo più emotivo della prima parte del film, girata nei Carpazi, è superlativa: la curiosità per quello che sta per accadere ai passeggeri della carrozza e l'atmosfera suggestiva carica di paure e tensioni di ogni genere sono ben congeniate e sviluppate in tempi giusti ben dosati, tali da non far calare le attese.
La seconda parte in Inghilterra è un po' scontata, si lascia troppo intuire, facendo calare negli spettatori paure e apprensioni per le sorti dei personaggi.

Da notare la grande raffinatezza di Browning nella scelta di non presentare direttamente gesti cruenti ma nell'alludervi soltanto, ad esempio egli non mostra mai il momento in cui Dracula è a contatto con il collo delle vittime, né successivamente mostra i segni dei canini sulla pelle, e nemmeno lascia intravedere i due denti sporgenti al momento dell'atto di succhiare, tipici dei vampiri.

Forse, come ha scritto qualche critico acuto, ciò è dovuto al fatto che, interpretando comunemente l'atto del mordere sul collo come un sostituto dell'atto sessuale, Dracula mordendo Renfield avrebbe destato negli spettatori il sospetto di essere bisessuale, attenuando quindi l'atmosfera drammatica (siamo nel 1931 in pieno puritanesimo americano) di cui il suo personaggio era portatore, con conseguente tendenza all'ilarità, tipica delle scene vampiresche in cui inaspettatamente un personaggio vampiro supposto di sesso maschile morde sul collo una vittima dello stesso sesso. Il rischio di un effetto parodia sarebbe stato effettivamente forte e bene ha fatto Browning ad aggirare l'ostacolo dimostrando per i tempi dell'epoca genialità e perspicacia non comune.

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Recensione a cura di Giordano Biagio - aggiornata al 04/08/2010 12.24.00

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