Recensione g.i. joe - la nascita del cobra regia di Stephen Sommers USA 2010
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Recensione g.i. joe - la nascita del cobra (2010)

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locandina del film G.I. JOE - LA NASCITA DEL COBRA

Immagine tratta dal film G.I. JOE - LA NASCITA DEL COBRA

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Il regista Stephen Sommers non è un novizio nel dare corpo a questo genere cinematografico. Dimostra di sapersi ben destreggiare tra l'azione più sfrenata, i personaggi sopra le righe ed eccessivi e una vena di romanticismo (che si intravede tra un combattimento e l'altro) già nei film "La Mummia"(1999) e " La Mummia – il ritorno"(2001), due dei precedenti successi al botteghino del regista.
Sommers è riuscito ad apporvi la propria impronta, creandosi uno stile personale e riconoscibile, soprattutto nel modo di lavorare e organizzare tutti gli elementi a propria disposizione.
In questo film la vena di romanticismo è accompagnata dal mostrare il passato dei personaggi principali per spiegare i motivi e le ragioni che li hanno condotti a diventare quelli che sono oggi, rivelando una parte importante del loro essere.

Duke e Ripcord, due soldati semplici, vengono salvati durante una missione da una squadra di militari segreta, la G.I. Joe.
Le testate che stavano trasportando sono di notevole interesse per il magnate James Mac Cullan che, servendosi della nanotecnologia, vende armi ai governi e, contemporaneamente, fornisce le tecnologie di difesa da quelle armi, controllando così il mercato. Il suo obiettivo è radere al suolo alcuni punti chiave delle città più importanti del mondo, affinché si crei il panico, e mostrarsi poi come il "nuovo salvatore" avendo di fatto il potere assoluto.
La G.I. Joe recluta in tutto il mondo i migliori soldati: quello che gli altri non riescono a fare loro lo realizzano. Sono dotati di una tecnologia superavanzata che permettere loro di spingersi oltre i limiti conosciuti. Riescono così a tenere testa a Mac Cullan.
In questa corsa contro il tempo Duke ritrova la sua ex fidanzata Ana Lewis, una combattente alle dipendenze proprio di Mac Cullan. Molte saranno le cose che Duke dovrà mettere a posto con la collaborazione attiva della squadra in cui, nel frattempo, è entrato a far parte.

La trasposizione sul grande schermo della squadra dei G.I. Joe non poteva aspettare oltre. La loro storia ha inizio nel 1964, quando la Hasbro lancia sul mercato i pupazzetti di plastica, alti 30 centimetri, raffiguranti questa squadra militare speciale.
Da subito i G.I. Joe entrano nelle case di numerose famiglie, i ragazzini ne vanno pazzi.
Nel 1985 viene creata la serie tv animata e prima ancora una serie di libri a fumetti, che per la prima volta delinea i vari aspetti dei personaggi; da chi fossero, alle competenze specifiche, al loro background.
Larry Hama crea, partendo da zero, un vero e proprio profilo e questo arricchisce maggiormente la fama di questa squadra, conosciuta un po' ovunque.
Il tassello mancante era oramai la creazione di questi eroi per il cinema. Il produttore hollywoodiano Lorenzo Di Bonaventura ha mostrato un notevole interesse in questo progetto, così si è messo in contatto con la Hasbro, che nel frattempo aveva trovato riscontri positivi con un'altra sua creatura: i Transformers, portati con successo al cinema.
L'intento di Sommers e dei produttori è stato quello di dar vita a una storia che potesse soddisfare i fan più accaniti e conquistare anche chi ancora non conoscesse i G.I. Joe.

Un elemento importante del film, che è anche uno dei temi basilari, è che a differenza dei molti film basati sui fumetti (escludendone un numero esiguo), la G.I. Joe è una squadra, come ce ne sono poche nel panorama fumettistico rispetto all'eroe solitario.
La squadra è composta da numerosi e complessi personaggi, ognuno con le sue peculiarità, ognuno ha una competenza specifica e la squadra conta proprio sulle singolarità di ogni membro. È una squadra di specialisti dove tutti sono eroi, non c'è un unico eroe che lotta contro i propri demoni interiori o contro il pazzo megalomane di turno.
Da qui, il senso di cameratismo che unisce tutti i membri è il tema che salta subito all'occhio durante tutto lo sviluppo del racconto. Tutti si aiutano vicendevolmente, si affidano al proprio compagno di squadra e fanno di tutto per tirarlo fuori dalle difficoltà, all'occorrenza, senza mai tralasciare l'obiettivo finale.

Il secondo tema trattato è il senso di patriottismo universale che ogni membro possiede. I G.I. Joe impiegano tutte le forze per salvaguardare la pace e il bene comune.
La composizione multi-etnica dei personaggi sottolinea il fatto fondamentale che non si tratta di un paese in lotta contro un altro paese, la G.I. Joe ha eliminato le barriere nazionali, ma si tratta di gente positiva che combatte contro il male fatto persona.
Nel film viene esplorato l'intreccio tra le storie personali di diversi personaggi, che vengono gradualmente rivelate, si viene a creare così una completa interazione tra i buoni e i cattivi e, di conseguenza, una forte condivisione della storia.

Un G. I. Joe spicca fra gli altri, divenendo un punto focale della storia, Duke. L'uomo è un soldato americano, una persona ruvida e di poche parole, ma incredibilmente leale nei confronti dei suoi compagni, che farebbero qualsiasi cosa per lui.
È capace di grandi sentimenti, distante dalla tradizionale macchina da guerra spersonalizzata, così come i suoi compagni. Ognuno mostra la propria umanità e individualità, le debolezze e i punti di forza, e soprattutto lo straordinario senso di giustizia.

Il regista ha conferito un certo spessore ad ogni personaggio, rendendolo un film articolato. Lo spettatore impara a conoscere questi eroi fatti di carne e a capirne la natura, spostando l'attenzione dagli effetti visivi e dai diversi combattimenti, che si alternano allo svelamento della vita di queste figure.
La battaglia più attesa è senza dubbio il duello tra Snake Eyes e Storm Shadow. Sommers riesce a creare l'attesa e l'aspettativa di uno scontro inevitabile ed esplosivo.

Lo spettatore vive la storia dei G.I. Joe attraverso la figura di Duke, un uomo che non si arrende mai, e si capisce cosa vuol dire far parte di quella squadra grazie a lui. Duke rappresenta l'occhio dello spettatore, attraverso di lui ci si muove all'interno del racconto nel suo evolversi.
Ripcord è l'amico di sempre, ed è anche il tipo di soldato di cui ci si può fidare, si può contare sempre su di lui, nelle sue mani si potrebbe riporre la propria vita. È una di quelle persone che ti rimane accanto fino alla fine.
Ripcord è un personaggio divertente e comunque sa tenere testa al suo compagno. Duke e Ripcord sono prima di tutto amici, e l'amicizia è un altro valore che Sommers sottolinea nell'arco di tutto il racconto.

Per ciò che riguarda i siti utilizzati, 25 sono state le location visitate, disegnate e costruite.
La troupe si è spostata da una parte all'altra del globo, toccando la Francia, la Norvegia, la Repubblica Ceca e il Nord America. Parigi ha fornito le immagini dei suoi monumenti, a Praga sono state girate le scene di inseguimento delle auto, per le strade meno affollate di quelle parigine (gli inseguimenti sembrano delineare perfettamente un videogame, con i G.I. Joe che scansano le auto che gli finiscono a dosso).
I ghiacciai norvegesi hanno rappresentato il Polo Nord e le ambientazioni militari sono state ricreate in Texas.

Un ultimo aspetto importante del film è quello militare. Si celebra l'eroismo e il coraggio degli uomini e delle donne delle Forze Armate. Uomini e donne che mettono a rischio la propria vita per il bene altrui.

Il film mette in evidenza molti valori positivi che l'essere umano incarna, per dimostrare una volta di più il grande potenziale che gli uomini possiedono quando si impegnano nel fare la cosa giusta.

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Recensione a cura di Francesca Caruso - aggiornata al 18/09/2009

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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