Voto Visitatori: | 7,94 / 10 (9 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 8,00 / 10 | ||
Ne "I cattivi dormono in pace", uscito nel 1960, Kurosawa tratta come tema principale la corruzione dilagante nelle alte sfere della società giapponese degli anni 50 e 60, e più precisamente il fenomeno a cui noi italiani abbiamo dato il nome di "appalti truccati". Chiaramente il Maestro non si limita a denunciare il diffuso malcostume, ma lo utilizza per scavare a fondo nell'animo umano e per donarci un nuovo affresco della sua visione del mondo.
Il film si apre con una scena da antologia, quella del matrimonio. Mentre dai dialoghi tra i giornalisti presenti capiamo subito che a sposarsi è la figlia del presidente di un'importante ditta edile, invischiata in grossi problemi giudiziari, assistiamo a una cerimonia in cui discorsi formali e ipocriti la fanno da padrone. A rompere con violenza quest'atmosfera di falsità avvengono due episodi: il primo è il discorso del fratello della sposa, personaggio che capiamo discostarsi dal contesto quando, con fare tutt'altro che formale, si impadronisce della bottiglia di vino direttamente dalle mani del cameriere. Il suo sincero e appassionato intervento rivolto allo sposo termina con "se la renderai infelice giuro che t'ammazzo", lasciando basita l'intera sala.
Il secondo è l'arrivo di una torta nuziale che raffigura il palazzo dove cinque anni prima uno dei dipendenti della ditta si era suicidato, e nella finestra del settimo piano da cui si era gettato è conficcata una rosa. Una vera dichiarazione di guerra lanciata da ignoti che getta nel panico i capi dell'azienda.
Scopriamo ben presto che dietro questo gesto si nasconde proprio Nishi, lo sposo della figlia del presidente, interpretato da un Mifune molto bravo in un ruolo a lui apparentemente poco congeniale. Dietro Nishi si nasconde in realtà il figlio illegittimo di colui che si era suicidato, che ha sempre covato un naturale desiderio di vendetta verso coloro avevano spinto suo padre a tale gesto per nascondere un giro di corruzione.
Il suo obiettivo è ora salvare gli altri dipendenti indotti implicitamente al suicidio dalle alte gerarchie aziendali e incastrare i responsabili della morte di suo padre. Nishi riuscirà infatti a prevenire il suicidio di Wada, personaggio molto importante perché Kurosawa vi disegna la sua critica alla mentalità dell'impiegato giapponese medio, fedele ai suoi superiori fino all'ottusità e al masochismo, reso cieco dalle apparenze e capace di rinunciare alla propria vita per gente che di lui non ha la minima considerazione.
Emblematica è la scena del funerale di Wada, che tutti credono morto. Dall'interno di un'automobile Nishi e lo stesso Wada assistono alla cerimonia e quest'ultimo comincia a sentirsi talmente in colpa verso i suoi superiori, che gli avevano organizzato un funerale con tutti gli onori del caso, da pregare Nishi di lasciarlo morire. A quel punto, però, Nishi fa ascoltare una conversazione registrata di nascosto tra Iwabuchi e Moriyama, i due ai vertici dell'azienda, da cui si evince la loro soddisfazione e ingratitudine per il suicidio di Wada. A far da contraltare alle loro meschine parole, si vedono gli stessi Iwabuchi e Moriyama porgere le "sentite" condoglianze ai familiari di Wada. Lo spettatore non può che provare un forte senso di rabbia verso l'ipocrisia e la cattiveria dei superiori di Wada, ma lui, comunque, forse troppo condizionato da anni e anni di cieca lealtà, non riuscirà mai a odiarli fino in fondo.
Kurosawa sembra provare sincero affetto e forse anche pietà per questo personaggio, la cui pecca maggiore è quella di essere troppo buono e non capire fino in fondo la malvagità degli altri e sarà proprio un suo gesto accomodante a rovinare tutto. Egli, infatti, mosso da pietà, fa l'errore di portare nel posto dove Nishi si nascondeva un personaggio molto simile a lui, ovvero Yoshiko, la figlia del presidente. Ella aveva sempre conosciuto solo il lato familiare del padre e non riusciva a credere né alla sua malvagità, né alle voci che giravano su di lui. Finisce così per fidarsi e rivelare il nascondiglio di Nishi, errore che costerà la vita non solo a Nishi, ma anche a Wada.
Altri due personaggi per certi versi simili tra loro sono lo stesso Nishi e Tatsuo, il fratello di Yoshiko. Entrambi sono schietti, energici e fondamentalmente buoni, ma per vendetta possono diventare pericolosi. Così come Nishi lascia interi giorni Moriyama senza cibo e utilizza per i suoi scopi una creatura innocente come Yoshiko - anche se in un secondo momento se ne innamorerà davvero - Tatsuo non esita a imbracciare il fucile per uccidere il proprio cognato una volta scoperto l'inganno. Essi si pongono a metà, quindi, tra la malvagità di personaggi come Moriyama e Iwabuchi, e l'ingenua, se non ottusa, bontà di Wada e Yoshiko, e ciò fa sì che essi siano i due personaggi più profondi e dal più complesso conflitto interiore.
Il personaggio meno convincente, invece, è Itakura, l'amico di Nishi che lo aiuta nel mettere in atto la sua vendetta. Egli, infatti, pur non avendo alcun movente personale se non l'amicizia con Nishi, accetta di collaborare a un piano che lo vedrebbe scambiare la propria identità, rinunciando così al titolo di laurea conseguito con fatica e sacrifici e costituirsi alla polizia pronto a scontare anni di carcere.
Dicevamo, quindi, che alla fine tutti gli sforzi di Nishi vengono resi vani dall'ingenuità di Wada e Yoshiko e che Nishi e Wada muoiono assassinati. Il film, però, non si può dire che si chiuda con un perfetto "bad ending". Le ormai palesi cattive azioni di Iwabuchi, infatti, fanno sì che i due figli lo ripudino insultandolo aspramente e lasciandolo solo. L'intero percorso di Nishi, quindi, non è stato inutile, perché ha permesso a Yoshiko e Tatsuo di liberarsi dall'ingenuità e di riuscire a prendere le distanze dagli atteggiamenti del padre e verosimilmente baseranno la loro vita futura su rinnovati valori.
Kurosawa, naturalmente, spera che tale processo di maturazione si estenda anche allo spettatore, con l'augurio che le nuove generazioni imparino dagli errori di quelle vecchie e sappiano costruire un futuro basato sui valori dell'onestà e della bontà, senza per questo peccare di ingenuità. Per quanto riguarda Iwabuchi, invece, egli sicuramente l'avrà fatta franca e potrà tornare a "dormire in pace" con tutti i suoi soldi al sicuro. Ma a che prezzo?
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Recensione a cura di Tommaso Ghirlanda - aggiornata al 03/03/2011 12.42.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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