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Il racconto del film si svolge in un'epoca futura di data incerta, anche se, secondo alcune attendibili critiche cinematografiche apparse su Internet, sembrerebbe trattarsi del 2015.
Gli accadimenti narrativi si srotolano quindi in tre luoghi principali: la Terra, il pianetino Delphos, appartenente probabilmente ad un'altra galassia, e l'astronave Gamma 1 che segna il confine delle conquiste spaziali avvenute nell'epoca del racconto.
Delphos è stata colonizzata dai terrestri che ne hanno fatto una città tecnologicamente all'avanguardia dotata di un grosso laboratorio sperimentale biogenetico diretto dallo scienziato Nurmi (Massimo Serrato), che alterna a pratiche di trapianti di organi, eseguiti anche su Gamma 1, esperimenti molto più complicati e audaci miranti al rimpicciolimento miniaturizzato delle persone e alla creazione di un essere perfetto che scaturisce dalla fusione di un uomo intelligente con una donna soprattutto fisicamente bella.
Lo stesso scienziato Nurmi si predispone per essere fuso con una splendida donna, Connie Gomez (Lisa Gastone), che riesce a raggirare per i suoi scopi riducendola in uno stato catalettico idoneo per l'intervento; la donna è la fidanzata del comandante di Gamma 1 Mike Halstead (Tony Russel) il quale non ha mai approvato i progetti dello scienziato Nurmi, considerandoli frutto di una mente malata, di una psiche del tutto paranoica, di un Io strumentalizzato dal potere economico più bieco e affaristico che si oppone alle scelte governative di tipo etico.
Mike Halstead è quindi più che mai deciso a impedire la fusione corporea tra la sua donna Connie e lo scienziato Nurmi.
Un centro sperimentale di ingegneria biochimica e genetica esiste anche sulla Terra ed è denominato CBM, situato vicino a una Stazione elettrica ad alta tensione; il reparto è sempre diretto dal professore Nurmi.
Il racconto entra nel vivo quando cominciano a sparire una serie di persone importanti che costringono le autorità terrestri ad aprire un'inchiesta giudiziaria. L'ufficiale Mike Halstead, dopo accurate indagini, scopre attraverso testimoni chiave che le persone scomparse hanno avuto a che fare con uomini e donne dal comportamento strano, caratterizzato da movimenti e sguardi robotizzati, rigidi, non proprio umani. Si scoprirà che i rapitori sono esseri dotati d'una forza notevole e hanno il potere di rimpicciolire le persone con un ago contenente sostanze biochimiche di nuova scoperta, cosa che facilita il trasporto e l'occultamento dei corpi rapiti.
Tramite un'incursione armata da parte del comandante Halstead nel centro sperimentale CBM situato nel pianeta Terra, si viene a scoprire che dietro le numerose sparizioni c'è lo zampino dello scienziato Nurmi che si appropria di materia umana selezionata: bambini, atleti, belle persone fisiche. Lo scopo è di portare avanti i suoi esperimenti paranoici e sperare nella realizzazione del grande progetto finale: la fusione del suo corpo con quello della donna scelta: realizzando la razza perfetta.
Riuscirà lo scienziato folle a realizzare i suoi sogni?
"I criminali della galassia" appartiene ai quattro film di fantascienza realizzati da Antonio Margheriti nella metà degli anni '60 per la televisione statunitense.
I film, prodotti dalla Società americana Mercury Film International, in stretta dipendenza dalla grande Metro Goldwyn Mayer, piacquero alla major al punto che decise la distribuzione delle pellicole prima nelle sale e poi alla televisione, evidenziando la propria sigla; i quattro film sarebbero divenuti poi noti con il nome di "Quartetto Gamma Uno" ottenendo negli Stati Uniti un buon successo.
In Italia, invece, i film vennero distribuiti dalla Titanus che sbagliò, dal punto di vista commerciale, strategia distributiva, facendo uscire stranamente i film a una distanza troppo breve l'uno dall'altro, cosa che non consentì, per mancanza di un intervallo di tempo adeguato, un eventuale successo attraverso il passaparola positivo.
Antonio Margheriti è stato tra i primi a fare fantascienza in Italia a fine anni '50; lo ricordiamo per film di qualità come "Space Men" (1960) e "Il pianeta degli uomini spenti" (1961).
Margheriti ottiene soddisfazioni e gloriosi riconoscimenti solo a metà degli anni '60 e sopratutto grazie al mercato statunitense, con film come "I criminali della galassia", "I diafanoidi vengono da Marte", "Il pianeta errante" e "La morte viene dal pianeta Aytin".
Uno dei segreti del successo americano di Antonio Margheriti risiede nell'invenzione visiva di alcuni blocchi sequenza di immagini, inediti, diventate subito non a caso cult, in virtù di una loro geniale costruzione fotografica che desta effetti di stupore e sbalordimento, turbamento e disorientamento, sorpresa e sconcerto, resi possibili da una audace composizione che si pone al di fuori delle regole più usuali.
Alcune di queste sequenze saranno riprese in altri celebri film.
Il famosissimo film "2001 Odissea nello spazio", ad esempio, deve molto a Margheriti (consultato da Kubrick proprio in merito alla realizzazione di quel film), soprattutto per quanto riguarda alcune riprese degli esterni: l'indimenticabile sospensione dell'astronave Discovery nel nero assoluto dello spazio, in lento movimento rotatorio, e l'eccezionale fotografia dell'allineamento dei pianeti. Queste due idee visive sono usate dal regista italiano proprio nel film "I criminali della galassia".
Inoltre Kubrick onora Margheriti anche con il suo celebre "Shining" precisamente quando, nelle famose visioni schizofreniche del piccolo Danny irrompe la grande massa di acqua-sangue nell'ampia sala situata al pianterreno dell'Hotel Overlook situato sulle Montagna rocciose, isolato dalla tempesta di neve. Questa scena risulta del tutto simile, nella sua devastante dinamica, ai contenuti dello scenario finale del film "I criminali della galassia".
Anche Antonio Margheriti trova il modo di riverire visivamente un grande regista. Lo fa con "La Signora di Shangai" di Orson Welles, uscito nel 1940, riprendendone del finale la grandiosa architettura degli specchi, riflettenti nel film di Orson Welles la poliedricità ingannatrice della personalità umana e nel film di Margheriti una difesa paranoide dall'altro straniante. Ne "I criminali della galassia" grazie agli specchi il comandante Mike sfugge all'attacco degli uomini dello scienziato folle Nurmi intenzionati ad ucciderlo.
Da un punto di vista più psicanalitico l'opera di Margheriti si potrebbe analizzare a grandi linee come questione psicotica legata a delle incompatibilità relazionali situate nelle logiche più note della struttura psichica della differenza sessuale uomo-donna.
Il sogno ossessivo dello scienziato Nurmi che è al centro di tutto il racconto indica l'operatività di un sintomo che non può fare a meno di fantasticare intorno all'idea della creazione di una razza androgina superiore, perché l'Io dello scienziato trova insopportabile il rapporto tra sessi diversi.
Lo scienziato Nurmi è inconsciamente teso a una autoricerca terapeutica definitiva che non può che passare (con la fusione carnale nel film tra lui e Connie) attraverso una ricomposizione, del suo reale diviso, in una unità pulsionale conciliatrice, sgravando l'Io dal dover sconfessare faticosamente il conflitto della differenza sessuale.
Il conflitto sessuale tra uomo e donna è divenuto angoscia in Nurmi perché in stretta relazione clinica con una grave problematica inconscia di tipo edipico che ruota intorno al passato rapporto tra lui, la madre e il padre.
Da un'angolazione filosofica il film è senz'altro all'avanguardia nel proporre temi e problemi riflettenti un immaginario dell'epoca molto diffuso e importante.
Dopo la grande serie americana dei film di fantascienza degli anni '50, Margheriti ha intuito cosa la fantascienza doveva cominciare a proporre negli anni '60 per non morire.
Anche questa volta, a fronte di una grave crisi di idee filmiche, il cinema italiano trova il modo di contribuire a una importante rinascita del genere fantascientifico, confermando in tutto il mondo la sua inesauribile congenialità alla ideazione di grandi opere cinematografiche.
Occorrerebbe su Margheriti, per quel che rappresenta nella storia del cinema italiano, un lavoro saggistico di grande profondità.
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Recensione a cura di Giordano Biagio - aggiornata al 28/03/2011 15.16.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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