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"I tre volti" è un film a episodi del 1965 diretto da nomi illustri della cinematografia italiana: Michelangelo Antonioni, Mauro Bolognini e in quest'occasione, al suo esordio alla regia cinematografica, Franco Indovina. Tutti gli episodi hanno in comune la volontà di far risaltare nel mondo cinematografico la bellezza della principessa Soraya. Iniziamo, dunque, dall'episodio che dà il via al film, diretto da Antonioni.
IL PROVINO
L'episodio racconta la storia di una prima prova d'attrice da parte della principessa Soraya, che il produttore Dino de Laurentiis voleva far diventare una star del grande schermo. Il quotidiano "Paese sera" è in agitazione per aver ricevuto la notizia che la principessa "triste", seconda moglie dello scià di Persia, si troverebbe a Roma presso gli studi del noto produttore; quindi i cronisti d'assalto si precipitano sul luogo, nonostante l'ora tarda, per accertarsi della veridicità dell'informazione. Nel frattempo all'interno degli studi truccatori e collaboratori vari sono indaffarati a coccolare e aiutare l'aspirante attrice.
L'ambientazione è quasi tutta notturna e naturalmente, per un regista come Antonioni, questa non è una scelta casuale. La notte porta con sé mistero e silenzio, che sono caratteristiche che aderiscono in maniera perfetta alla maschera dai simmetrici e incantevoli lineamenti della principessa. Il buio ombreggia le emozioni sfumandole, riesce a renderle quasi rarefatte, impalpabili.
L'analisi intima e psicologica, lo stile severo di Antonioni e la sua totale mancanza di tonalità melodrammatiche hanno caratterizzato la sua intera filmografia e certamente questo primo episodio non fa eccezione. L'autore in questo caso punta i riflettori sulla ricchezza e sulla nobiltà. La ricerca da parte della principessa Soraya di una notorietà tutta personale da raggiungere attraverso il mondo della celluloide è ritratta in maniera tale da sembrare che dietro tali ambizioni di matrice artistica si nasconda l'assenza di propositi sinceri e di emozioni. Il ritratto ci dona l'idea di una donna malinconica, svogliata e dalle poche sfumature sia espressive sia caratteriali. Una donna che sin dalla giovinezza è stata educata a celare le proprie emozioni e quindi che fatica incredibilmente a mostrarle al mondo.
AMANTI CELEBRI
Questo secondo episodio, diretto da Mauro Bolognini, ci racconta di una ricca protagonista del jet set internazionale (Soraya) che abbandona l'illustre marito imprenditore per inseguire il sogno di una passione travolgente, fino al punto di rendersi conto di avere sbagliato ogni sua scelta. La coppia che la donna forma con lo scrittore dalle brillanti speranze diventa il simbolo dell'amore romantico, ma come spesso accade questa è solo una facciata; tutto è apparenza, i sentimenti sono molto più contorti e irrazionali. L'amore si trasforma presto in ripicche e piccole vendette, in liti consumate in silenzio che feriscono più di armi taglienti. Il sogno romantico così si spezza, senza che la protagonista riesca a rendersene conto totalmente. Ne prende coscienza pian piano, e capisce così contemporaneamente come la solitudine possa essere una condizione buia, e che il fuggire lontano viaggiando non certifica la felicità.
Il regista però non riesce a spiegare allo spettatore le sfaccettature più interessanti di una storia alla deriva e non ci permette di entrare in sintonia con la bella protagonista, forse anche a causa dei limiti recitativi della stessa. Nonostante questo episodio richiami a livello di contenuti alcune scene della "Dolce Vita" felliniana appare statico, come paralizzato in una calma noiosa.
LATIN LOVER
Esordio alla regia del palermitano Franco Indovina, il terzo episodio vede come protagonista sempre la principessa Soraya, qui impegnata a compiere i vari oneri e onori di una donna ricca e viziata, accompagnata dalla presenza di un insolito Alberto Sordi nei panni di un latin lover, con tanto di certificazione di tale mansione lavorativa.
In questa terza parte la principessa mostra qualche espressione più rasserenata e dolce sul suo volto, forse a causa della simpatia del grande attore romano o a causa del legame sentimentale che fuori dalle scene l'ha legata al regista siciliano fino al 1972, data della morte di Indovina.
Lo stesso Sordi, per quanto tenti di rendere vivace e allegra quest'ultima parte del film, non convince a sufficienza. Infatti anche questo terzo frammento di film è pervaso da un senso di incompiutezza, proprio come nel caso di "Amanti celebri". Un episodio che non riesce assolutamente a trovare la via giusta per decollare e fare capire allo spettatore il proprio iter.
Complessivamente il film non cattura l'attenzione, rimane distante dal mondo dello spettatore; questo a causa di alcuni silenzi di troppo, della scarsa capacità comunicativa della protagonista, paragonabile a una bellissima confezione priva di un contenuto altrettanto affascinante, e della non troppo convincente sceneggiatura degli ultimi due episodi. Il primo diretto da Antonioni rimane il migliore, e quello per cui il film merita di essere visto almeno una volta. Per il resto si notano eccessive fragilità sia interpretative, anche da parte del resto del cast, sia di struttura narrativa poco omogenea e poco emozionante.
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Recensione a cura di foxycleo - aggiornata al 19/01/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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