Voto Visitatori: | 3,51 / 10 (58 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 4,50 / 10 | ||
E' noto a tutti oramai che il panorama horror offre continuamente film su film, spesso simili fra loro, e purtroppo con risultati parecchio altalenanti. Un sottogenere dell'horror, più precisamente il teen-horror, ha vissuto sulla cresta dell'onda soprattutto negli anni '80, regalandoci villain indimenticabili entrati nell'immaginario collettivo: inutile citare Leatherface, Freddie Krueger, Jason Vhoores ed altre icone di questo genere. "La casa di Cristina" subisce l'influenza anche di un altro sottogenere, che potremmo ricondurre a quello della casa infestata.
Ma andiamo con ordine.
La storia inizia senza preamboli, regalandoci un omicidio a due minuti scarsi dall'inizio. Una innocente e tenera bambina arriva all'uscio di una inquietante casa al fine di vendere biscotti per beneficenza, ma viene barbaramente soffocata e trascinata in casa.
La trama successivamente si focalizza sulla nostra protagonista: Cristina Tarling. Avvenente e prosperosa 17enne, Cristina vive con il padre e con il fratello nella casa in cui è stato effettuato l'omicidio di inizio film.
La madre è assente e soltanto durante lo svolgersi della trama emergerà il fatto che è ricoverata in una clinica psichiatrica non lontano dall'abitazione.
Cristina è una ragazza che è ancora alla scoperta del sesso e della sua femminilità, nonostante abbia un ragazzo che le vuole bene e che la comprende nelle sue scelte e nelle sue paure.
Cristina quindi si muove in un ambiente in cui è la figura maschile ad avere la predominanza, nelle sue differenti sfaccettature. Il padre è fortemente geloso della sua figlia e più di una volta dimostra anche una certa morbosità nel preservare Cristina da alcune amicizie o da alcune relazioni.
Il fratello di Cristina è un tipico quattordicenne sbadato che non sa badare a se stesso e sarà la figura di Cristina a prendere il posto della madre assente, cercando di sopperire alla mancanza affettiva.
Ma chi è ad effettuare gli efferati delitti nella zona? E come mai durante la notte la soffitta in cima alla casa risplende, come se ci fosse una luce accesa, come se qualcuno ci abitasse?
"La casa di Cristina" è un film che verte su un'idea di partenza non disprezzabile, cioè quella di sentire violato il luogo in cui dovremmo sentirci più sicuri: la propria abitazione. Interessante anche l'idea che qualcuno nella casa abiti e che, ad insaputa dei personaggi protagonisti, agisce in un certo modo.
Purtroppo le note positive terminano qui, dato che il film palesa alcune mancanze vistose che fanno sprofondare la pellicola nel baratro della mediocrità.
Il primo elemento che salta subito all'occhio è che quasi nessuno degli attori sa realmente recitare.
Seguendo attentamente la storia, vengono evidenziati alcuni buchi narrativi veramente grossolani, nonché altre scene che dal punto di vista logico non trovano spiegazione, ma che contribuiscono ad aumentare i punti interrogativi nello spettatore.
Purtroppo neanche il pathos e la tensione riescono a reggere tutta la pellicola, conducendo lo spettatore ad uno stato di noia e indifferenza.
Il finale dimostra che il film avrebbe anche avuto qualcosa da dire, ma i difetti elencati poco fa non lo salvano dall'insufficienza. Troppa approssimazione in alcune scene ed in alcuni dettagli, e unite a scarse recitazioni e poca tensione conducono "La casa di Cristina" nel dimenticatoio delle pellicole evitabili.
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Recensione a cura di carsit - aggiornata al 17/10/2013 16.47.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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