Recensione l'onda regia di Dennis Gansel Germania 2008
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Recensione l'onda (2008)

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locandina del film L'ONDA

Immagine tratta dal film L'ONDA

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Prove tecniche di totalitarismo a scuola.

E così dopo "La classe" di Laurent Cantet, arriva sugli schermi un altro film che ha per tema la scuola e le dinamiche conflittuali (o i comportamenti percepiti come dissonanti) che vengono a scatenarsi al suo interno e che, pur avendo contesti e cause molteplici, finiscono per trasformarsi in vere e proprie forme di degenerazione di massa e di prevaricazione.

Uscito in Germania diversi mesi addietro, il film "L'onda" di Dennis Gensel (classe 1973, spinto da motivazioni psicologiche a causa del nonno che aderì al Terzo Reich) ha riscosso un grande successo ma ha diviso l'opinione pubblica e scatenato un prevedibile fiume di polemiche.
Il perchè è presto detto: si tratta di un film che cerca di delucidare la genesi di una dittatura. E in Germania, si sa, un tema del genere risveglia memorie collettive e fa rivivere antichi fantasmi che caparbiamente si cerca di ignorare.

Un film duro e funzionale che cerca, riuscendoci molto bene, di raccontare come sia facile ancora oggi, soprattutto oggi, la nascita di un nuovo sistema totalitario, partendo, addirittura dalla deriva di un esperimento scolastico.

C'è chi l'ha definito uno dei più importanti film degli ultimi anni, perchè spiegherebbe come funziona oggi la seduzione di un leader e il fascino di un governo autoriatario (e qui in Italia, forse,in questo momento a qualcuno fischieranno le orecchie), e perchè spiegherebbe il motivo per cui, nel loro solidarismo, gli studenti neonazisti dell'Onda possono risultare più simpatici degli studenti anarcoidi degli altri corsi; così come gli odierni conservatori, nel loro settarismo risultano più vicini al sentire delle gente comune, dei tanti ideologi progressisti che cercano di portare avanti un discorso di democrazia, uguaglianza, solidarietà.

Racconta le conseguenze della degenerazione di un esperimento sui meccanismi che portano alla formazione del totalitarismo e del suo potere coercitivo sulle masse, eseguito da un professore di un non meglio identificato liceo tedesco, nel corso di una settimana dedicata agli insegnamenti alternativi.
Incaricato di tenere un corso di autocrazia (dopo essesi visto soffiare da un collega quello ben più ambito sull'anarchia), il professore Reiner Wenger decide di coinvolgere l'intera classe in un esperimento, di cui lui stesso non sa prevederne le conseguenze e che ben presto finirà per sfuggirgli di mano.

Progressista, alternativo, carismatico, di estrazione proletaria, il professor Wenger in questa ocasione non farà l'anticonformista qual è ma si impegnerà nell'insolita veste del dittatore: la classe sarà il suo piccolo stato e lui sarà il Führer.
Un dittatore moderno, simpatico, accattivante, uno a cui tutti sono disposti a dar fiducia e offrirgli credito.

Per far comprendere appieno ai suoi giovani alunni (tutti diversi: secchioni, scansafatiche, punk, rockettari, hippy) come nasce e come si sviluppa il fenomeno del consenso collettivo e dell'obbedienza cieca, il professore trasforma le sue ore di lezione in un corso full immersion per ricreare i presupposti genesici di un ipotetico regime totaliario.

Il film di Gensel si rifà ad una vicenda del 1967 (e a un libro che Morton Ruhe ha scritto sull'argomento), successa veramente in California, quando Ron Jones, insegnante di storia in una High School di Palo Alto, per spiegare come fosse potuto accadere che un intero popolo avesse potuto accettare l'orrore dei campi di sterminio e obbedire ciecamente ad un solo uomo, portò la sua classe ad attuare un esperimento di simulazione di sudditanza verso la figura di un capo, creando un movimento immaginario di cui si era fatto leader indiscusso, attraverso l'istituzione di un regime di ferrea disciplina, l'uso indiscriminato della forza, l'adozione di un'uniforme, l'esclusione di chi non sottostava alle regole.
L'esperimento che sarebbe dovuto durare una settimana, in realtà venne interrotto dopo cinque giorni a causa dell'inaspettato ed eccessivo "entusiasmo" suscitato tra gli studenti, spingendo il professore a prendere consapevolezza di aver osato troppo ed essersi spinto troppo in là con l'immedesimazione.

Di quella esperienza Todd Strasser, con lo pseudonimo di Morton Ruhe, scrisse un libro, divenuto, successivamente, un classico per la gioventù e adottato in molte scuole della Germania.

Quaranta anni dopo, circa, il regista Dennis Gensel riprende la storia vera del professor Jones e la adatta al suo paese, la Germania di oggi, per capire se e come è possibile plagiare le menti dei giovani di oggi, apparentemente refrattari a concetti totalitari e dimostrare la possibilità di una nuova era autocratica.

La trama è fedelissima al racconto del fatto reale, con il professor Wenger (che i ragazzi all'inizio chiamano familiarmente Reiner e gli danno del tu) che mette in atto lo stesso esperimento per dimostrare ai suoi alunni l'infondatezza della loro scetticità nei confronti della posibilità di una nuova forma di rinascita del nazismo.

Si tratta di istituire un rigido codice di comportamento: per qualche giorno i ragazzi dovranno sottomettersi alla sua autorità, smettere di dargli del tu e chiamarlo rispettosamente Herr Wenger, seguire la lezione a testa alta e petto in fuori, alzarsi in piedi quando devono porre una domanda, vestire una divisa (jeans e camicia bianca) adottare un logo e darsi un nome (appunto l'Onda), avere un forte spirito di gruppo.
La risposta dei ragazzi non si fa attendere: dapprima incredula, poi divertita, in seguito attenta, infine entusiasta.
Ognuno di loro ha motivazioni a sufficienza per intrupparsi e aderire all'Onda.
Il professore diventa ai loro occhi il detentore assoluto della verità, il capo indiscusso colui che dà gli ordini, sicuro di essere obbedito.
Tutti elementi della subcultura giovanile.
Espone in classe le fondamenta, individuate dai ragazzi stessi, su cui poggia e di cui si nutre, oggi, un sistema dittatoriale: globalizzazione, crisi economica, disoccupazione, iniquità sociale, manipolazione dei mezzi d'informazione, nazionalismo, xenofobia, delusione della democrazia.
Sono le sementi che negli anni venti fecero germogliare il nazismo e il fascismo in Europa.
Sono problemi che si ripresentano oggi.

Quello che all'inizio sembrava un innocuo esperimento, che al più poteva portare ad un forte senso di appartenenza ad un gruppo e abbattere le barriere tra gli eterogenei gruppi di studenti, finisce per diventare un movimento che discrimina ed esclude chi non accetta le regole del movimento, un movimento che assume i connotati dei movimenti reazionari, che si ricompatta contro i nemici esterni e scopre il fascino dell violenza fisica.
In una settimana il professor Wengen si ritrova a fronteggiare un fascismo non troppo strisciante che avrà tragiche conseguenze.
Quando herr Reiner verrà affiancato da uno studente che si offre come guardia del corpo e il torneo di pallavolo degenera in rissa, capisce che l'esperimento è andato al di là delle sue intenzioni e gli è sfuggito di mano.
Adesso chi riuscirà a fermare l'Onda?

Due sono le tematiche che il film ci permette di leggere e su cui ci invita a riflettere: la prima possiamo ascriverla all'attualità e suggerisce una profonda riflessione sul momento che stiamo vivendo. Riguarda il potere di seduzione che esercita il "leader", una persona cioè capace di ergersi al di sopra della massa per guidarla e di farsi figura di riferimento per molti smarriti, senza una famiglia capace di esercitare l'autorità, privi del senso di appartenenza, incapaci di pensare autonomamente. Poi arriva qualcuno e dice "Io posso darvi tutto questo". È il fondamento che tiene in vita i regimi totalitari.
Quando il professore, sotto dettatura, scrive alla lavagna quali sono le cause che possono condurre alla dittatura, non possiamo fare a meno di pensare alla realtà attuale (anche italiana) e al consenso che, nonostante tutto, riescono a conseguire alcuni personaggi, a cui si riconoscono estrema facilità di convincimento, capacità retoriche ben confezionate e attitudine ad irretire le coscienze.
Il secondo tema del film che colpisce è, diciamo così, di origine antropologica, legata cioè alla natura umana, quando, specie nell'età evolutiva, non si hanno ancora acquisito certezze ben radicate, si ha bisogno di identificarsi in qualcuno a cui si riconosce carisma e potere al punto che si è disposti a sottomettersi al suo comando e barattare la propria specificità in cambio di una ipotetica sicurezza e protezione.
È inquietante che tutto ciò avvenga in un'aula, è inquietante la trasformazione che subiscono i membri dell'Onda quando si lasciano andare ad atti di violenza, ma è altrettanto inquietante la mutazione, quasi genetica, che subisce l'artefice dell'Onda, il professor Wenger, il quale entusiasta del fascino che esercita sui suoi ragazzi, si lascia travolgere dalla voglia di rivalsa professionale, dopo le frustrazioni subite in passato, e muta atteggiamento persino nei riguardi della moglie stassa (e ancora una volta non possiamo fare a meno di pensare alla realtà che stiamo vivendo nel nostro paese).
Quando si accorgerà del disastro ideologico provocato non sarà più in grado di fermare la macchina che lui stesso ha messo in moto.

Recentemente alcuni esperimenti psicologici hanno cercato di spiegare il fenomeno dell'obbedienza cieca all'autorità, come accaduto nel corso del nazismo e del fascismo, con risultati spesso contrastanti.
Il più noto è lo "Stanford Prison Experiment", un esperimento di psicologia sociale compiuto nel 1971, che ha analizzato il comportamento umano all'interno di un sistema carcerario; e prima ancora, nel 1961, lo psicologo Stanley Milgram, ha condotto un celebre esperimento della durata di un'ora, presso i locali dell'Interaction Laboratory dell'Università di Yale, teso ad accertare la facilità con cui persone normali, vittime del "culto della personalità", tendono a seguire i dettami di un'autorità e a verificare il livello di aderenza agli ordini impartiti da un'autorità, nel momento in cui tali ordini entrano in conflitto con la coscienza e la dimensione morale dell'individuo.

Molto bravo e perfettamente in parte il divo tedesco Jürgen Vogel, dotato di molto carisma e scelto da Gensel per interpretare il ruolo del professore Wenger per la sua capacità di adattarsi al ruolo dello sfigato di cui tutte le ragazze si innamoravano; e bravissimi tutti i ragazzi dell'Onda, giovani interpreti, tutti tra i 17 e i 24 anni, alla loro prima esperienza artistica, selezionati al regista in ogni parte della Germania e capaci di comprendere tutti possibili casi umani post-adolescenziali.

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Recensione a cura di Mimmot - aggiornata al 09/03/2009

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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