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"È opinione generale che ormai viviamo in un modo fatto di odio e avidità, ma io non sono d'accordo, per me l'amore è dappertutto. Spesso non è particolarmente nobile o degno di nota, ma comunque c'è. Io ho la strana sensazione che se lo cerchi scoprirai che l'amore davvero è dappertutto".
È targata 2003 questa brillante commedia incentrata sul tema dell'amore, ambientata nel periodo più zuccheroso dell'anno, che coincide con il Natale. Opera del neo-zelandese Richard Curtis, nomination all'Oscar per "Quattro matrimoni e un funerale", ma autore anche di successi quali "Il diario di Bridget Jones" e "Notting Hill", oltre che "padre", insieme all'attore Rowan Atkinson, del personaggio di Mr Bean.
La pellicola vede la partecipazione dell' elite del cinema britannico quali Hugh Grant, Colin Firth, Liam Neeson, Emma Thompson, Alan Rickman, Bill Nighy, Keira Knightley, Laura Linney e Rowan Atkinson, le cui storie si intrecciano proprio sotto Natale, sullo sfondo di una Londra scintillante.
"Love Actually" è, forse, uno dei pochi casi, almeno negli ultimi anni, in cui un tema quale l'amore non viene trattato in maniera tale da far si che si scada quasi immediatamente nel banale, nello scontato e nel già visto. Ultimamente infatti Hollywood ha tentato di propinare al pubblico prodotti che in qualche modo ricalcano il progetto "Love Actually", si veda film come "Valentine's Day" ("Appuntamento con l'amore" in Italia) o "He's Just Not That Into You" ("La verità è che non gli piaci abbastanza" , adattamento nostrano), entrambi caratterizzati dalla stessa formula, ossia un ricco cast di stelle incapaci però di far brillare di luce propria le rispettive pellicole.
Motivo? Una eccessiva voglia di prendersi sul serio affiancata da sceneggiatura inconsistente. Questo non deve certo far pensare che "Love Actually" sia totalmente ed esclusivamente votato alla risata, anzi, non mancano i momenti in cui viene dato spazio alla riflessione, ma di certo sono in minoranza e la sceneggiatura riesce deliziosamente ad intersecarli grazie al proverbiale humor britannico che da vita ad una comicità intelligente ben supportata da dialoghi assolutamente brillanti e mai deludenti.
Sarà un caso, ma le due pellicole portate ad esempio sono entrambe di matrice americana la cui comicità, specie negli ultimi anni, non è mirata e attenta tanto quanto quella britannica. Certo, gran parte del merito va al genio di Curtis, ma è abbastanza palese quanto nell'ultima decade si sia assistito ad un certo impoverimento della commedia sentimentale americana, soprattutto sul piano delle idee, e come essa sia quanto mai dipendente dalle numerose stelle chiamate a far salire l'appeal delle pellicole, ma che ormai poco possono di fronte alle lacune, alle volte imbarazzanti, cui si trovano a dover gestire.
Mettendo da parte il parallelismo tra la commedia sentimentale americana e quella britannica (qui rappresentata dal film di Curtis), possiamo definire "Love Actually" come una sorta di balletto in cui emozioni e sentimento si uniscono e si combinano per dare il meglio di sé, in un lavoro impeccabilmente equilibrato in cui l'amore la fa da padrone svelandosi lentamente, passo passo, per quello che è, lungo un percorso di storie frammentate ma che poi scopriamo essere legate le une alle altre: troviamo così i novelli sposi Juliet (Keira Knightley) e Peter (Chiwetel Ejofor), con l'amico di lui, Mark (Andrew Lincoln), segretamente innamorato di lei; lo scrittore Jamie (Colin Firth) tradito dalla ragazza e in preda ad una crisi depressiva, isolato in un cottage nelle colline francesi dove si innamora della domestica Aurelia (Lucia Moniz); Harry (Alan Rickman) e la moglie Karen (Emma Thompson), il cui rapporto è minato dalla monotonia e dalla bella segretaria di lui, Mia (Heike Makatsch); il primo ministro inglese David (Hugh Grant), fratello di Karen, invaghito della domestica Natalie (Martine McCutcheon); il genitore vedovo Daniel (Liam Neeson) alle prese con il primo amore del piccolo Sam (Thomas Sangster); la timida Sarah (Laura Linney) perdutamente e inconsolabilmente innamorata del collega Karl (Rodrigo Santoro), ma legata al fratello affetto da malattia mentale, per il quale rinuncia a realizzarsi sentimentalmente.
Insomma l'Amore con la A maiuscola è il vero protagonista, e gli attori non sono altro che dei burattini che contribuiscono alla perfetta riuscita di questa pellicola, grazie ad interpretazioni equilibrate, mai sopra le righe, sempre al servizio di una sceneggiatura davvero brillante; tutti manovrati da questo grande burattinaio che ci riempie la vita e ci condiziona, sia che si tratti di semplice infatuazione, sia che si tratti di passione intensa, amore non corrisposto, amore a prima vista, amore non detto, e che si palesa a noi in tutte le sue sfaccettature.
A tutto ciò aggiungiamo il fascino di una Londra romantica e "calda", attrice non protagonista con licenza di evocare fascinose suggestioni , ma anche la colonna sonora del compositore scozzese Craig Armstrong, davvero di grande effetto, tra le cui tracce si distinguono la splendida "Portoguese Love Theme" e la travolgente "PM's Love Theme"; un ottimo lavoro impreziosito dalla scelta di brani musicali perfettamente funzionali alle varie storie che si alternano mirabilmente grazie ad un montaggio impeccabile.
Del resto l'attenzione prestata alle musiche è una prerogativa dei film di Curtis, come dimostrato dal recente "I Love Radio Rock".
Infine tre momenti su tutti: la rinascita del rocker di mezza età Billy Mack (Bill Nighy), che con il suo fare politicamente scorretto si posiziona un passo avanti i suoi colleghi, per via di una spontaneità che non può certo non suscitare tenerezza e simpatia per questo bislacco personaggio; la "dichiarazione" di Mark a Juliet, silenziosa, romantica e di sicura presa; infine la scena del matrimonio tra Peter e Juliet, con la banda mimetizzata tra gli invitati pronti ad intonare una rivisitazione del classico dei Beatles "All You Need is Love".
Insomma, una commedia ben riuscita e ben interpretata, che diverte e non annoia, capace di far sorridere e commuovere alla stessa maniera, ma soprattutto di infondere una buona dose di sano ottimismo, ricordandoci una volta in più che in fondo l'amore davvero è dappertutto.
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Recensione a cura di Luke07 - aggiornata al 06/08/2010 11.37.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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