Voto Visitatori: | 8,13 / 10 (4 voti) | Grafico | |
"All'inizio nasciamo, alla fine moriamo; ciò che sta in mezzo si chiama vita"
"The Beginning, the Middle and the End" tre episodi narrativamente separati ma uniti nello stesso film. Un inizio, una fine, e, al centro di tutto, il trait d'union tra unione e separazione (definitiva?).
"Odissea sessuale" è probabilmente il film più ambizioso di Gerard Damiano, in una filmografia che conta una settantina di lungometraggi, a partire dalla fine degli anni Sessanta fino alla metà degli anni Novanta.
La carriera di Damiano è esplosa probabilmente con il classico "Gola profonda", un film che ha segnato decine di generazioni, interpretato dalla prima moglie dell'autore, Linda Lovelace, scomparsa di recente. Altri film significativi sono "The devil in Miss Jones" (1973), "The story of Joanna" (1976), "People" (1978), "Night magic" (1984) e "Giochi di coppia" (1991).
Quanto di seguito esposto forse provocherà una certa irritazione, in quanto stiamo parlando (ma sì) di cinema hardcore, o per meglio dire pornografico.
Cerchiamo per un attimo di abbattere i pregiudizi, e torniamo indietro con gli anni: gli anni settanta, per l'appunto.
Dopo la liberazione sessuale del decennio, il mondo occidentale conosce i limiti generazionali, ed è impreparato ad accettarli.
In questo contesto, la spregiudicatezza dei costumi e l'abuso costante del nudo nel cinema e nelle arti di ogni tipo portano a una legittima riprovazione di massa quando si scopre che proprio il modello "borghese" da sempre contestato dai giovani del 68" ha incentivato e riscoperto (o forse non aveva mai del tutto ignorato) proprio quella licenziosa libertà fisica e morale che tanto aveva imparato a disconoscere e deplorare.
Il boom del femminismo contrastava con le teorie evolutive della sessualità: se è praticamente impossibile discernere la femminilità dal contesto sessuale, è altrettanto vero che considerare degradante la pornografia perché esposta all'etica (anche la pornografia ha un'etica? Certamente sì) dei ruoli prefissati è abbastanza ingiusto. Rivedere oggi "Odissea sessuale" provoca un certo senso di sgomento, e di disagio. Disagio che va ben oltre la nostra moralità retriva, ma che appartiene a un'epoca in cui la sessualità "esposta" viveva ancora una stagione felice, meno clandestina e "mercenaria" di quella attuale.
L'ultima grande rivoluzione a riguardo è stata l'esplosione della disco-music, e non a caso molti club privée recenti sembrano iconograficamente riprodurre il climax e l'eleganza démodé delle prime disco-club.
C'era una fortissima propensione, all'epoca, a vivere comunque la sessualità come una forte ascendenza anarchica, davanti a cui - incontestabilmente - l'amore aveva comunque un fortissimo significato "interiore".
La diffusione dell'Aids non solo ha distrutto tutto, ma ha portato la gente a ritrovarsi davanti a una paura che esplora un forte senso di colpa e del peccato, retaggio delle regole precostituite delle vecchie generazioni.
"Odissea sessuale" (noto anche col titolo "Odyssex - L'impero dei piaceri proibiti" si compone di tre episodi apparentemente indistinti, che raccontano tre storie inframmezzate da flashback e, soprattutto, dall'ineffabile spirito visionario e simbolico di Damiano.
"THE BEGINNING" parla di una coppia in crisi durante una serata come tante in discoteca, discutono con gli amici, non tradiscono la loro insofferenza...
Gli amici di Charlie e Diane cercano di dare loro consigli. L'amico propone all'uomo una visita da Madame Zenobia, ovvero un bordello di piaceri sessuali, al fine di risolvere la crisi con Diane ("il solo divertimento è di ferirci, di farci del male" - "quando lo facciamo non mi diverte affatto, e quando non lo facciamo sono così angosciata").
L'uomo si convince a frequentare il bordello, e Madame Zenobia intuisce che Charlie disapprova la sua scelta. Lo guarda e gli dice "Il tuo corpo è qui ma la tua mente... dov'è la tua mente?"
E Charlie risponde: "E' tutt'uno. La mia mente e il mio corpo sono insieme, sono una sola cosa inscindibile".
Nel cinema di Damiano, che è inaccettabile considerare alla stregua di un qualsiasi regista hard, i ruoli possono convertirsi, ma permane comunque l'identità comune. Non a caso, gli amici che consigliano la coppia sono di due sessi opposti, e interagiscono unicamente con il loro alter-ego.
Altra verità incontestabile, la sessualità (o la pornografia, se preferiamo) ha un'impellente bisogno di recedere dalla sua connotazione ehm tecnica, e deve avere un minimo di coinvolgimento emotivo: accade tutto ciò - ci pensate? - che esiste nella realtà quotidiana di qualsiasi coppia di mariti/mogli o rispettivi amanti.
Inizia per Charlie un lungo percorso tra dark-rooms e orge, a cominciare da immagini che fotografano un defilè di donne nude e procaci che probabilmente rappresentano, attraverso diverse caratteristiche, tutti i desideri sessuali di Charlie (la finta adolescente maliziosa, la svampita virago, l'afroamericana, etc.) La seconda immagine a cui Charlie assiste è un'ambigua seduzione a due, con i ruoli completamente invertiti: "lui" è travestito da donna, e "lei" è vestita da uomo, conciata come un gentiluomo di stampo Dannunziano (con tanto di baffi), a poco a poco si spogliano e fanno l'amore.
In questa lunga sequenza, la donna continua a invertire il suo ruolo possedendo l'uomo a più riprese.
Nell'ultima tappa del suo viaggio allucinato, Charlie fa l'amore con una donna misteriosa coperta da una maschera di plastica, che soltanto dopo averla tolta si rivela essere... Diane.
E' sogno o realtà? Se è facile intuire che gli amici di Charlie hanno dato ai due amanti lo stesso consiglio (la visita al bordello) perché Charlie finisce a fare l'amore esclusivamente con lei, se non aveva potuto riconoscerla prima?
Damiano riesce a rendere straordinaria l'intuizione, citando Schnitzler e il suo celebrato "doppio sogno" e imprimendo alla vicenda una forte sensualità.
"THE MIDDLE" racconta un tema molto in voga nel cinema hard, quello dell'analista che vive individualmente i racconti sessuali delle sue pazienti, e ne è protagonista Gloria Leonard.
Tra le donne che frequentano il suo studio, c'è la famosissima Samantha Fox, mitica pornostar da non confondere con l'omonima cantante pop degli anni 80".
Se nel episodio Damiano aveva cercato di comprendere i bisogni dell'uomo, in "the middle" si fa portavoce delle problematiche sessuali femminili.
Samantha Fox racconta un'esistenza vissuta dapprima nel senso del peccato, fino ai primi turbamenti dell'eros ad ascoltare la sorella con il marito mentre facevano l'amore, e ne provavano un forte piacere. La cliente successiva racconta all'analista di aver lasciato il marito perché pensava soltanto al proprio piacere, senza pensare minimamente a come doveva sentirsi lei.
L'espressione "mi piaceva essere usata, sapere di essere non amata, ma solo desiderata" è di quelle che farebbero ancor oggi infuriare femministe e moralisti di grido, ma è tangibilmente corretta.
L'escalation di questa donna, che diventa presto una prostituta, è un cinismo diffuso, stranamente indipendente per il ruolo che ha ("faccio godere i clienti in due minuti - questo stuzzica il mio orgoglio").
Si tratta, evidentemente, di una scelta, per quanto sia esecrabile. Ma non è poi così sorprendente sapere che comunque la donna mantiene un distacco formale e ama illudere i clienti che pagano per le sue prestazioni: è sempre lei a decidere quando e come la richiesta può essere soddisfatta.
La terza cliente dell'analista racconta un ennesimo matrimonio fallito alle spalle, e la scoperta della sua omosessualità: Damiano visiona una sequenza che potrebbe entrare benissimo tra i capolavori hard dei riti saffici.
Più amaro e inquietante è il terzo episodio, "THE END", mirabile metafora dei desideri bruciati e dell'eros visto nell'ottica professionale. Ne è protagonista una modella che posa per servizi di nudo fotografico, senza provarne alcun piacere.
Nicole-Nikki sancisce in questo modo la Morte del desiderio, e del bisogno di essere desiderata. Esibisce il suo corpo per un servizio fetish-s/m, si lascia andare - sempre per lavoro (o è solo un sogno?) - in un'orgia di donne e uomini, ma alla fine si ritrova a casa sua, sola come sempre, incapace di accettare se stessa.
Riavvolge il nastro e ascolta la segreteria telefonica: la chiamano solo agenti fotografici e una madre opprimente. Il finale è antitetico e straniante: la sveglia, il telefono che squilla, la segreteria telefonica, la pistola, il messaggio (fatale?) in segreteria, e null'altro.
Per uno come Damiano che conosce bene il suo mestiere, questo episodio è emblematico: si tratta, evidentemente, di un'indiretta rievocazione del mondo hard, dove l'autore esplora abilmente quanto il desiderio privato sia una forma ben più invadente e utopica rispetto alla prefabbricazione cinematografica della sessualità.
Nelle ultime immagini, è facile ravvisare un torbido interrogativo, un mistero insoluto, una forte ascendenza onirico-surrealista che farebbero pensare, oggi, a un David Lynch.
Nel suo "inno alla vita" ovviamente Damiano non ci risparmia pratiche di vario tipo, come la fellatio e l'orgasmo orale, ma realizza un capolavoro hard di raro fascino, capace di esprimere concetti radicali, di travisare i luoghi comuni, e di lasciare allo spettatore - ovviamente a una tipologia di spettatori maturi e disposti a comprendere anche i suoi film - diversi interrogativi.
Noi non sappiamo se esiste un inizio o una fine, ma davanti a "odissea sessuale" esiste soprattutto l'attendibilità e il diritto di vivere delle scelte, ad ogni costo.
Commenta la recensione di ODISSEA SESSUALE sul forum
Condividi recensione su Facebook
Recensione a cura di kowalsky - aggiornata al 21/02/2007
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
Ordine elenco: Data Media voti Commenti Alfabetico
in sala
archivio