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"Il destino mescola le carte, ma è l'uomo a giocare la partita"
Victor Hugo
Figlia di re Fergus e della regina Elinor, Merida è una principessa atipica che non sogna il principe azzurro, bensì di vivere straordinarie avventure nelle selvagge Highlands scozzesi. Il futuro disegnato per lei da sua madre è però ben diverso, la attende un matrimonio combinato e il rispetto delle tradizioni o altrimenti il regno cadrà nel caos. Disperata, decide di rivolgersi ai sortilegi di una vecchia strega per cambiare il suo destino, ma quello che era cominciato come un semplice capriccio si trasforma in una maledizione che la cambierà per sempre.
Dopo essere uscito già in tutto il mondo, finalmente arriva anche in Italia "Ribelle - The Brave", tredicesimo film Pixar che segna il ritorno della casa di Emeryville ad un soggetto originale dopo i sequel di "Toy Story" e "Cars". Presentato come il primo film Pixar diretto da una donna e con una ragazza come protagonista, "Brave" (titolo originale della pellicola) ha dovuto affrontare non poche difficoltà prima di poter vedere la luce.
Una dilatazione nei tempi di produzione ha infatti portato ad un avvicendamento tra la regista Brenda Chapman (già autrice de "Il principe d'Egitto") ed il collega Mark Andrews, mentre la stessa protagonista Merida che inizialmente avrebbe dovuto avere la voce di Reese Whiterspoon, è stata poi doppiata dalla scozzese Kelly MacDonald. Se a ciò aggiungiamo il fatto che il titolo stesso "Brave" era stato preceduto da un meno accattivante "The Bear and the Bow", si ha un quadro abbastanza chiaro di come la gestazione di questa pellicola sia stata parecchio travagliata.
Anche in Italia in titolo ha subito una variazione, passando dall'iniziale "Brave - Coraggiosa e Ribelle" al definitivo "Ribelle - The Brave".
Dopo questa doverosa introduzione è bene chiarire subito una cosa: "Brave" non è l'ennesimo capolavoro Pixar, non raggiunge mai i picchi di "Ratatouille", "WALL-E" o "Toy Story 3", ma fortunatamente non è nemmeno accostabile a "Cars 2", il che è già un sollievo.
Il motivo per cui "Ribelle" non è considerato al livello dei suoi "fratelli" è facilmente riscontrabile in una trama i cui ingredienti ricordano molto più un classico Disney che un Pixar, con situazioni che il pubblico ha già avuto modo di assimilare ed una struttura forse troppo lineare ed elementare. Sono ricorrenti, infatti, le sequenze in cui lo spettatore è assalito da una sensazione di "già visto". In altre parole manca quel guizzo, quell'elemento di contrasto nei confronti dei cliché Disney che era un po' diventato il marchio di fabbrica di casa Pixar e che tanto l'avevano portata ad essere celebrata e premiata in questi anni.
L'unico altro film che potrebbe essere accostato a "Ribelle" per la sua impostazione classica è "Alla ricerca di Nemo" dove il fulcro di tutto, guarda caso, è proprio il rapporto tra un genitore e suo figlio.
In entrambe le pellicole abbiamo due giovani che bramano la loro indipendenza, per rivendicare la quale sfidano le regole imposte loro dai genitori dando il via alle peripezie che ne conseguono. Sono due film simili nella forma, dal momento che condividono il tema portante che è il valore della famiglia e nella fattispecie il rapporto genitore-figlio, un rapporto che viene inclinato, messo alla prova, sferzato da sofferenze varie e situazioni particolari che guidano entrambi verso un processo di maturazione che li vede cambiare. Sono dissimili invece nella sostanza perché, pur condividendo un'idea di base che fondamentalmente è la stessa, il film di Stanton appare più brioso rispetto al lavoro del duo Chapman-Andrews, ma forse in questo caso a svolgere un ruolo fondamentale è anche il contesto in cui le due opere sono collocate.
Al di là di similitudini e non "Ribelle" è un film storico per la casa di Lasseter, dal momento che vede per la prima volta una ragazza protagonista assoluta. Si tratta infatti del primo esempio in cui l'elemento femminile non è assoggettato rispetto a quello maschile che è sempre stato abbastanza preponderante. Merida però non risponde agli stereotipi tipici delle principesse costantemente indifese e in cerca del vero amore, assolutamente, lei è il ribaltamento di tutto ciò ed è proprio qui che viene a galla il "germe Pixar", che sovverte tutti i cliché del cinema d'animazione.
Merida rifiuta i canoni imposti dal suo ruolo, sfidando una tradizione che ha portato le varie Cenerentola & Co ad affermarsi come icone di uno stile, lo "stile Disney" appunto. "Ribelle" non solo racconta di una principessa alternativa, ma ha anche l'audacia di mettere in scena due donne protagoniste, che da sole reggono buona parte del film eppure, nonostante dei presupposti interessanti e una location magica come poche, il film non si eleva al rango di capolavoro perché soffre di alcuni meccanismi scontati che lo riportano a terra.
Se da una parte si è infatti voluto sfidare la tradizione, dall'altra si è caduti vittime dei classici luoghi comuni tipici delle "Fairy tales" ed il risultato è questo "Brave".
Ciò che non delude affatto è invece la caratterizzazione dei personaggi, vero punto di forza della pellicola, a cominciare dalla protagonista Merida i cui riccioli rossi e ribelli (oltre ad essere un capolavoro visivo) rivelano molto del suo personaggio, rendendolo interessante come pochi e immediatamente identificabile agli occhi dello spettatore. Stesso dicasi di tutti gli altri, dalla saggia regina Elinor, al buffo re Fergus, passando per i capiclan fino ad arrivare agli irresistibili fratellini di Merida.
Ognuno di loro possiede un mood che li rende unici.
Altro punto a favore è l'aspetto tecnico che ormai non dovrebbe stupire più di tanto, ma guardando "Ribelle" è impossibile non commuoversi di fronte a quello che è un sontuoso lavoro operato sul paesaggio, tanto che a tratti sembra quasi di assistere più ad un documentario del National Geographic che ad un film d'animazione. Non a caso "Brave" è il primo film Pixar a beneficiare di un sistema di animazione completamente riscritto, che ci restituisce un dipinto digitale stupefacente incentrato sui colori pastello dei boschi scozzesi, le tinte malinconiche delle sue terre e i capelli fiammeggianti di Merida.
Non di meno merita di essere elogiata la colonna sonora composta da Patrick Doyle, ispirata alla tradizione celtica e impreziosita dalle canzoni interpretate della cantante scozzese Julie Fowlis. Insomma, "Ribelle" non è certo un film che sorprende, almeno non come ci si sarebbe aspettato, però è sicuramente un bel film, un'opera ordinaria all'interno di un quadro fatto di opere straordinarie, e forse la sua colpa più grande sta proprio lì.
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Recensione a cura di Luke07 - aggiornata al 20/09/2012 16.09.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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