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Ai distributori statunitensi far circolare film europei in America, proprio non piace.
Fra gli esempi più recenti ed eclatanti troviamo il francese "Nikita" (1990) di Luc Besson, che ha avuto come suo pessimo remake statunitense l'inutile "Nome in Codice Nina" ("Point of No Return", 1993) oppure lo spagnolo "Apri gli Occhi" ("Abres los Ojos", 1997) di Alejandro Amenabar che ha visto in "Vanilla Sky" (2001) un suo discreto rifacimento, anche se inferiore all'originale. "Sapori e Dissapori" ("No Reservations") è il remake americano della pellicola "Ricette d'Amore" ("Bella Martha", 2001) scritto e diretto dalla regista tedesca Sandra Nettelbeck ed interpretato da Sergio Castellitto e dalla brava Martina Gedeck, nota in Italia soprattutto per "Le Vite degli Altri" ("Das Leben der Anderen", 2006) e "The Good Shepherd" (2006).
La sceneggiatura americana è stata scritta dalla sconosciuta Carol Fuchs, che in realtà si è limitata ad adattare la sceneggiatura della Nettelbeck, rispettandola scrupolosamente e fedelmente.
La storia è piuttosto semplice. Kate (Catherine Zeta-Jones) è uno chef affermato, che lavoro in un prestigioso ristorante di New York. Tanto è abile e pignola sul lavoro, quanto insicura e timorosa nella vita privata. In seguito alla morte della sorella, Kate dovrà prendersi cura della nipotina Zoe (Abigail Breslin), cercando di farsi accettare da lei e affrontando l'ardua impresa di sostituire la madre della piccola. Per occuparsi di Zoe, che si rivela naturalmente un po' problematica e, soprattutto, inappetente, Kate prende qualche giorno di permesso dal lavoro. Al suo rientro troverà nella cucina del ristorante un nuovo aiuto cuoco, assunto per supplire la sua assenza. Nick (Aaron Eckhart), il nuovo arrivato, è l'esatto opposto di Kate. Solare, vitale ed epicureo, egli ama la cucina, la musica lirica e tutti i piccoli piaceri della vita. Kate percepisce l'uomo come un pericolo sia per la sua carriera, sia per la sua autorità, sia per la sua vita privata. Ma quando l'uomo fa amicizia con Zoe e riesce a restituirle il sorriso e l'appetito, le barriere di Kate cominciano a vacillare.
Come accennato, "Sapori e Dissapori" è la copia fedele della pellicola originale. La storia presente solo piccoli mutamenti come, ad esempio, il fatto che non c'è la ricerca del padre naturale di Zoe e un finale netto, chiaro ed edulcorato, più vicino alla cultura della commedia all'americana che non a quella europea.
Accompagnato da una di quelle, ormai tristemente conosciute, campagne pubblicitarie fuorvianti, che lo presentano come una commedia romantica e sofisticata, il film diretto da Scott Hicks è molto più vicino, per la sua struttura e per le tematiche trattate, al dramma familiare affrontato con toni leggeri e gradevoli.
In "Sapori e Dissapori", infatti, si sorride qualche volta, ma si ride raramente. Ne resterà sicuramente deluso quel tipo di pubblico che cercava una commedia romantica e senza nessuna pretesa, idonea a trascorrere una serata spensierata e piacevole. Resterà tuttavia deluso anche lo spettatore che desidera assistere ad una commedia sofisticata in puro stile Hollywoodiano tipo "Colazione da Tiffany" ("Breakfast at Tiffany's", 1961) o "Il Visone Sulla Pelle" ("That Touch of Mink", 1962). Si è voluto citare quest'ultima pellicola poiché è una delle prime commedie americane in cui troviamo la figura dello psicoterapeuta che, anziché donare un valido aiuto al proprio cliente, trae vantaggio dalla professione di questi.
Sarà soddisfatto, invece, tutto quel pubblico che, non avendo troppa dimestichezza col genere classico della commedia americana sofisticata, troverà in "Sapori e Dissapori" una miscela ben dosata di dramma e di buoni sentimenti, di malinconie e di piaceri, di amarezza e di tenerezza.
Resta comunque, a parere di chi scrive, che questo prodotto non sia altro che un ibrido. L'ennesimo tentativo, parzialmente fallito, di trasformare un film europeo in un film americano. Una pellicola che, quindi, disattende le promesse fatte.
La costruzione dialettica della pellicola ha un corpo dilemmatico costruito sulla continua contrapposizione fra piacere e dolore, fra la vita e la morte, volta alla ricerca di un punto di equilibrio. Il piacere di vivere è rappresentato dall'arte culinaria, che è anche simbolo di opulenza e di erotismo. Ad esempio la sequenza in cui Nick benda Kate e le fa assaggiare una propria ricetta, altro non è che un gioco sottilmente erotico, un preludio sessuale che gioca sullo stimolo dei sensi. Non è un caso che una della ragazze che lavorano in cucina sia incinta e ormai prossima al parto. Ella rappresenta pienamente tutta la forza della vita.
La scissione fra le pulsioni di vita e quelle di morte è netta ed evidente. Infatti, i nemici delle concezione epicurea del vivere sono l'inappetenza, le insicurezze, le paure, il fuggire non solo una vita di coppia, ma addirittura la possibilità di una serata romantica e la rinuncia al sesso. In sintesi la paura di vivere, che scaturisce dalla paura di soffrire.
Tematiche naturalmente interessanti ed affascinanti, ma già affrontate sia nella pellicola originale, sia in molti altri film.
Talmente fedele a "Ricette d'Amore", "Sapori e Dissapori" ne mutua in gran parte anche la colonna sonora a partire dai vari estratti di musica lirica fino alla sempre bellissima canzone di Paolo Conte "Via con Me".
Sono numerose le sequenze accompagnate quasi esclusivamente da brani musicali celebri, che sovrastano le parole dei personaggi. Questa è una tecnica di far cinema, spesso e a ragione reputata pigra, ma comunque efficacie e di facile presa sul pubblico. È indiscutibile, infatti, che le due sequenze dominate dalla voce di Palo Conte siano fra le migliori del film.
Le musiche del sempre bravissimo Philip Glass, alternandosi alle numerose canzoni, completano l'opera e rendono l'intero scorrere della pellicola piuttosto piacevole. Il compositore si è anche riservato un piccolissimo cameo: egli compare nella sequenza finale, seduto ad uno dei tavoli all'aperto del bistrot.
La regia di Scott Hicks ("Shine",1996; "La Neve Cade sui Cedri", 1999; "Cuori in Atlantide", 2001), anche se assai semplice e scevra di qualsiasi virtuosismo, è molto buona e ben curata. Egli dirige con un tocco elegante e leggero, che amalgama perfettamente il dipanarsi della vicenda e l'evoluzione dei sentimenti dei protagonisti.
Tuttavia, si deve rilevare che lo studio delle inquadrature così come la ricostruzione dei set cinematografici, sono pressoché identici a quelli di "Ricette d'Amore".
Davvero notevole e carismatico l'intero cast artistico.
Catherine Zeta-Jones interpreta molto bene il proprio ruolo e ci viene presentata spesso come una bellezza dimessa, da scoprire un poco alla volta. Porta quasi sempre i capelli raccolti ed indossa abiti semplici, che non esaltano in nessun modo la generosità estetica del suo corpo.
È stato lo stesso Hicks a richiedere la Zeta-Jones per il ruolo di Kate e ha poi preteso che seguisse un corso di cucina. L'attrice ha anche lavorato una sera come cameriera alla Fiamma Osteria di New York.
La sua interpretazione di Kate è semplice e gradevole. Una recitazione fatta di ammiccamenti e di piccole mutamenti espressivi, in diretta antitesi con una gestualità marcata e con una presenza scenica catalizzatrice e possente. Mai, neppure per un solo istante, durante tutte le sequenze girate all'interno della cucina del ristorante, si potrebbe pensare di non stare assistendo al lavoro di una vera cuoca. La sua recitazione, invece, appare meno credibile e meno partecipe in alcuni faccia a faccia fra Kate e la piccola Zoe. Una per tutte: la sequenza della guerra con i cuscini.
Aaron Eckhart, con frangetta e taglio di capelli sbarazzino, sembra il classico ragazzo mai cresciuto. Istrionico e carismatico, trasmette al proprio personaggio tutta l'energia vitale necessaria a risvegliare il cuore ed i sentimenti sia di Kate sia di Zoe.
Molto brava la piccola Abigail Breslin, che presta il proprio volto al personaggio di Zoe. L'attrice undicenne, fin dal suo esordio cinematografico col film "Signs" (2002), aveva dimostrato le proprie doti e le proprie qualità artistiche, arrivando a guadagnarsi la candidatura all'Oscar per la sua interpretazione in "Little Miss Sunshine" (2006).
Sempre simpatico, grazie alla sua recitazione dimessa e al suo passare in sordina, il caratterista Bob Balaban che qui interpreta lo psicoterapeuta di Kate.
La qualità complessiva della messa in scena è piuttosto buona. Questo risolleva le sorti di una pellicola assolutamente superflua e non del tutto riuscita.
Inoltre, risulta gradevole l'omaggio che questo film rende all'Italia, esaltando il nostro Paese sia sotto il profilo dell'arte culinaria, sia sotto quello della tradizione musicale. L'Italia con le sue tradizioni e con la sua cultura è vista come una terra solare ed epicurea in cui si consuma il piacere di vivere giorno dopo giorno, gustando ogni piccola cosa. Anche questa visione è stata mutuata integralmente da "Ricette d'Amore", ma, se nella pellicola tedesca essa era funzionale alla storia narrata, proprio per contrapporre la personalità solare di Mario (Sergio Castellitto) a quella eccessivamente fredda e pratica, oltre che insicura e triste, di Martha, nella pellicola americana non esistendo la contrapposizione fra modus vivendi tedesco e modus vivendi italiano, essa assurge ad omaggio gratuito nei confronti della nostra Terra.
Nonostante che chi scrive sia profondamente contrario alla pratica statunitense di non far circolare i film europei nel territorio americano e di acquistarne i diritti per produrre remake che poi inesorabilmente tornano al mittente, cioè a noi, si deve riconoscere che "Sapori e Dissapori", per quanto sia un prodotto ibrido e non troppo riuscito, offre qualità tecniche ed artistiche di buon livello.
Quindi, pur reputando che si tratti di un film superfluo e tutt'altro che necessario, un remake fotocopia dell'originale senza nessun guizzo creativo, se ne dà una valutazione complessivamente sufficiente.
Se ne sconsiglia comunque la visione al cinema e se ne suggerisce il noleggio in DVD.
"Questo è il tuo ristorante, ma quella è la sua cucina! Senza di lei questa non sarebbe altro che un mucchio di fornelli".
Secondo voi e offrendo a chi scrive il beneficio di aver fatto una citazione non del tutto letterale, questa frase è stata tratta da "Sapori e Dissapori" o da "Ricette d'Amore"?
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Recensione a cura di Carlo Baldacci Carli - aggiornata al 24/09/2007
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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