Voto Visitatori: | 7,28 / 10 (154 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 8,00 / 10 | ||
"Tenebre" è l'ottavo lungometraggio di Dario Argento, nonché il suo più violento.
Ma andiamo con ordine: è il 1980, il maestro romano ha appena terminato le riprese di "Inferno", il suo secondo horror puro dopo il precedente "Suspiria" del 1977. "Inferno", distribuito niente di meno che dalla 20th Century Fox, seppur non in maniera eclatante, ottenne un buon successo al botteghino internazionale. A questo punto, essendo la pellicola appena diretta un ideale proseguimento della trilogia delle madri iniziata con "Suspiria", tutti si aspettano il capitolo conclusivo della saga. Ma Argento ha altri piani in serbo: dopo avere scritto un trattamento di un film su dei barboni cannibali ambientato a New York, scartato dalle major perchè ritenuto troppo violento, decide di abbandonare temporaneamente l'horror per gettarsi a capofitto per la stesura di un giallo puro, molto più vicino ai suoi primi lavori ("L'uccello dalle piume di cristallo" e "Il gatto a nove code") che ai successivi thriller parapsicologici che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, quali "4 mosche di velluto grigio" e "Profondo rosso".
Fin dalle prime immagini è subito chiara l'intenzione del maestro romano: un ignoto assassino legge e butta nel fuoco un libro chiamato "Tenebre", quasi a volerci testimoniare che la "mater tenebrarum" di "Inferno" è bruciata e morta come "mater suspiriorum"; inoltre, la prima vittima del film è Anja Pieroni, attrice che impersonava "mater lacrimarum" (sempre in "Inferno"). Un colpo di genio, quasi a farci capire che, al momento, la trilogia delle madri è morta e sepolta.
Peter Neal, uno scrittore americano di successo, è appena giunto a Roma da New York per la promozione del suo ultimo libro, "Tenebre" appunto, che narra le gesta di un assassino intento ad uccidere giovani donne che hanno in comune la "devianza umana" (per lo meno come la intende il serial killer: lesbiche, prostitute, cleptomani, eccetera). Una volta giunto in Italia, il protagonista dovrà però fare i conti con un vero maniaco, seriamente intenzionato ad evocare le gesta del serial killer inventato nel romanzo.
"Tenebre" verrà ricordato, come scritto sopra, per essere il più violento tra le pellicole di Dario Argento. I morti ammazzati alla fine saranno dodici, tutti in maniera ultraviolenta. Il giallo, che inizialmente doveva essere girato a Los Angeles, venne interamente girato e ambientato a Roma, nel quartiere EUR (se si esclude la scena iniziale girata a New York); questo perchè per Argento l'EUR rassomigliava ad un quartiere americano. Inoltre, essendo il film ambientato in un futuro prossimo, lo stesso quartiere poteva dare l'idea di un'architettura avveniristica.
Per la fotografia venne richiamato Luciano Tovoli, che aveva già lavorato in precedenza con il maestro per le immagini dello splendido "Suspiria". Tovoli fece una fotografia ancora superba, anche se profondamente diversa dal precedente lavoro: il film si svolge in gran parte alla luce del sole, quasi a volerci far capire che la paura, l'agguato, può capitarci in qualsiasi ora della giornata e rivoluzionando così i canoni della paura. Tra l'altro interessante che un film intitolato "Tenebre" venne girato in gran parte alla luce del sole.
"Tenebre" è il giallo di Argento in cui gli assassini sono due e non uno solo.
Un'altra curiosità: tra le vittime dell'assassino c'è anche una certa Veronica Lario, futura moglie di Silvio Berlusconi. La Lario fa una fine orrenda: mutilata ad un braccio e quindi massacrata a colpi di scure. Tuttavia nei vari passaggi dalle reti fininvest la scena di questo omicidio è stato alquanto tagliata.
È stato inoltre l'ultimo lavoro che Argento e Daria Nicolodi (una delle attrici del film) gireranno insieme da compagni: i due si separeranno da lì a poco, e la Nicolodi interpreterà altri tre film del regista romano: "Phenomena" (1985), "Opera" (1987) e "La Terza Madre" (la conclusione della trilogia delle madri, 2007).
Per la scena dell'omicidio delle due lesbiche il cineasta romano si servì della louma, un carrello legato alla cinepresa in grado di fare piani sequenza tra i più disparati.
Mentre stava scrivendo la sceneggiatura di "Tenebre" a Los Angeles, Argento incominciò a ricevere delle insistenti chiamate di un fan americano: questi domandava al maestro cosa provasse nel descrivere omicidi così violenti. Le telefonate furono così frequenti e maniacali a tal punto che Dario si spostò nella vicina Santa Monica e, in seguito, decise di tornare in Italia.
La musica del film fu affidata ai Goblin, che avevano già firmato la colonna sonora di "Profondo rosso" e "Suspiria": tuttavia i tre componenti rimasti si firmarono con il proprio nome e non con quello del gruppo.
"Tenebre" uscì in Italia il 26 ottobre 1982, e fu vietato ai minori di 18 anni. Proprio per tale divieto, il film non riuscì ad ottenere un grossissimo risultato al botteghino (nemmeno all'estero) ma con l'uscita sul mercato home video registrò al contrario degli incassi record.
Dopo "Tenebre" Argento abbandonerà il genere giallo per quasi un ventennio: i suoi successivi lavori saranno infatti o horror puri ("Phenomena", "Due occhi diabolici", "Il fantasma dell'opera") o thriller parapsicologici vicini al genere horror ("Opera, "La Sindrome di Stendhel", "Trauma").
Tornerà con un thriller classico solo nel 2001 con "Non ho sonno".
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Recensione a cura di paul - aggiornata al 21/01/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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