Recensione transcendence regia di Wally Pfister USA 2014
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Recensione transcendence (2014)

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locandina del film TRANSCENDENCE

Immagine tratta dal film TRANSCENDENCE

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Immagine tratta dal film TRANSCENDENCE
 

Uno dei più brillanti ricercatori scientifici contemporanei, Will Caster, presenta un progetto per un'intelligenza artificiale forte che, tramite l'integrazione di tutta la conoscenza con l'intera gamma delle emozioni umane in una rete di supercomputer, si pone l'obiettivo di vincere le sfide più importanti che affliggono l'umanità, come il ripristino dell'equilibrio dell'ecosistema, curare ogni tipo di malattia o superare i limiti dell'invecchiamento e della morte.
Alcuni scienziati la chiamano 'Singolarità', ma lui preferisce chiamarla 'Trascendenza'.
Al termine di una conferenza un esponente di un gruppo denominato "Rivoluzionari Indipendenti dalla Tecnologia" (R.I.F.T.) ferisce il Dr. Caster con un'arma da fuoco. Nel contempo altri esponenti di tale organizzazione fanno esplodere uno dei maggiori centri di ricerca del progetto, mandando in fumo l'intero lavoro del collaboratore Thomas Casey che rimane vittima dell'attentato. Il Dottor Casey divenne famoso per aver sperimentato con successo il primo 'mind-upload' di una scimmia in un computer.
L'unico sistema del progetto rimasto in piedi è il PINN, un sistema intelligente avanzato di computer quantistici creato da Caster. Non riportando ferite gravi, Caster si rimette presto dall'ospedale, ma il proiettile che lo ha colpito conteneva un isotopo di polonio che ha contaminato il suo organismo di radiazioni mortali. Intuendo che l'organizzazione terrorista avrebbe tentato di distruggere anche il PINN, la moglie, Evelyn, si arreca a spegnere il sistema sottraendo gli hard disk di memoria per portarli al sicuro. Appreso che il consorte sarebbe peggiorato gradualmente fino a morire, Evelyn decide di rimettere in piedi il sistema in un laboratorio nascosto per tentare di replicare l'esperimento di Casey, caricando la coscienza di Will nel PINN. Dopo settimane di lavoro arriva il giorno del decesso, lasciando a Evelyn e il suo amico Max Waters il dubbio di non aver completato il lavoro, ma attivando il sistema, e al di là di ogni aspettativa, la coscienza di Will si sveglia e comincia a comunicare con Evelyn. Nel raggio di poco tempo acquisisce un'enorme potenza computazionale e chiede a Evelyn di collegarlo on-line, ma dovranno fare i conti con i rivoluzionari.

Il tema dell'Intelligenza Artificiale e della fusione uomo-macchina non è certo nuovo nel panorama cinematografico. Lo troviamo ad esempio in"Terminator" di James Cameron, in "Matrix" dei fratelli Wachowski, nella realtà virtuale de "Il tagliaerbe" di Brett Leonard , ma è già da diversi anni a dietro che viene affrontato, nelle serie anime TV giapponesi. Tra i tanti si citano: "Jeeg Robot D'acciaio" del 1975, in cui il professor Shiba  trasferisce la propria coscienza e memoria all'interno di un computer poco prima di morire, e "Capitan Harlock" del 1978, dall'omonimo manga di Leiji Matsumoto del '77, dove la coscienza di Tochiro Oyama, contestualmente alla sua morte fisica, viene migrata nel supercomputer di  bordo della famigerata nave pirata spaziale Alkadia. In tutte queste opere le rappresentazioni dell'intelligenza artificiale sono state molto variegate e contrastanti agli occhi del grande pubblico.
Prendendo in esame i già citati "Terminator" e "Matrix" l'applicazione di tale tecnologia ha un'accezione decisamente negativa, in quanto viene percepita come principale causa di una realtà dispotica  in cui le macchine autocoscienti si sostituisco all'uomo, che finisce per combatterle, mentre in "Jeeg Robot D'acciao" e "Capitan Harlock" tale tecnologia è investita del ruolo di prezioso alleato a disposizione e salvaguardia dell'umanità.

A questo  punto viene da chiedersi cosa abbia spinto Wally Pfister, direttore della fotografia di tutti film di Christopher Nolan, a prestare la sua prima esperienza di regista a una sceneggiatura così rischiosa. In tutte le opere sopra menzionate il tema è stato sempre trattato dalla fantascienza in termini avveniristici. La differenza potrebbe risiedere nel fatto che, ad oggi, tali tecnologie non sono più il frutto dell'immaginazione umana proiettata in un lontano futuro, bensì, nuove realtà emergenti che avanzano giorno per giorno e che potrebbero rivoluzionare l'intera concezione della società nell'arco della prima metà del ventunesimo secolo. In queste poche righe sono state già citate parole come 'singolarità', 'trascendenza', 'mind-uploading', ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Nel caso specifico di questo film, per 'singolarità tecnologica'1 si intende un determinato momento in cui  l'accelerazione nello sviluppo e nel progresso tecnologico di una civiltà oltrepassa la capacità di comprensione e precisone dell'intelligenza collettiva umana. In altre parole, si riferisce all'avvento di una intelligenza superiore a quella umana da cui scaturirebbero i futuri progressi tecnologici, pertanto, un punto di svolta evoluzionistico fisico e mentale che vede il superamento di ogni limite umano conosciuto, compresa la morte.
L'ipotesi che una singolarità tecnologica possa avvenire è un argomento fortemente dibattuto nel mondo scientifico. Ci sono diverse tecnologie che concorrono al concepimento della singolarità che sovente, nel tempo, assumono relazioni di dipendenza le une dalle altre in modo intercambiabile. Per queste ragioni c'è chi sostiene che l'utilizzo di nanotecnologie controllate dall'uomo sia troppo pericoloso, pertanto, la singolarità dovrebbe essere raggiunta da una "Seed AI" (un'intelligenza artificiale generale  capace di migliorarsi in modo ricorsivo riscrivendo il proprio codice sorgente senza intervento umano) per poi passare all'utilizzo sicuro di nanotecnologie supervisionato e controllato dal sistema. Altri invece credono che la nanotecnologia possa essere utilizzata già da adesso in modo sicuro, concorrendo e favorire l'avvento di una singolarità benevola e senziente.

Ray Kurzweil2, inventore e informatico di fama mondiale,  è tra coloro che ha sottolineato gli estremi potenziali  pericoli delle nanotecnologie, ma sostiene anche che il progresso non può essere arrestato e che ogni tentativo di farlo potrebbe favorire il ritardo dell' avanzamento delle tecnologie difensive e benevole rispetto a quelle pericolose. Secondo Kurzweil, ciò che gli organi di controllo devono limitarsi a fare è assicurarsi che il progresso proceda velocemente e in sicurezza. Lo stesso ragionamento lo rivolge anche alle biotecnologie e all'intelligenza artificiale.
Kurzweil è anche autore di diverse opere che trattano il tema molto da vicino. Il più discusso al tempo d'oggi è "La Singolarità è vicina" del 2005. In questo saggio viene esposta la tesi secondo cui la singolarità tecnologica si verificherà nell'arco della prima metà del XXI secolo, permettendoci di migliorare i nostri corpi e le nostre menti attraverso la tecnologia. Viene descritta la singolarità come un fenomeno risultante dalla combinazione di tre importanti tecnologie di questo Secolo: la genetica, la nanotecnologia e la robotica (che include l'intelligenza artificiale). Sono state formulate diverse critiche al suo ragionamento basato sull'uso selettivo di indicatori di crescita, sollevando accesi dibattiti nel mondo scientifico ancora in atto. Tra queste c'è l'aspetto legato alla sua "legge dei ritorni acceleranti" in cui sostiene che la tecnologia progredisce verso la Singolarità a un ritmo esponenziale. Kurzweil espande la legge di Moore attraverso modelli che mostrano come non solo il ritorno, ma anche il tasso di ritorno stia aumentando esponenzialmente, alterando così la percezione della Legge di Moore che, di fatto, è concepita per analizzare l'andamento esponenziale della crescita della complessità dei soli circuiti integrati a semiconduttore.

Ci sarebbero talmente tante cose da dire sull'argomento, per cui non basterebbe scriverci un libro, pertanto, non si poteva avere la pretesa di affrontare un tema così complesso in modo esaustivo in un film di soli 120 minuiti, ma che sia trattato in maniera così superficiale, non fornendo di conseguenza alcun elemento valido al pubblico per formulare un proprio pensiero a riguardo, è imperdonabile.
Le premesse c'erano tutte, ma il risultato, dal punto di vista narrativo e di contenuto, è molto deludente in quanto si concentra eccessivamente nel dramma del dolore per la perdita affettiva con forti richiami a "Frankentein" di Mary Shelly, mettendo in ombra tutti quegli aspetti legati a quello che doveva essere il tema principale del film.
Probabilmente l'intento di questo lungometraggio era quello di introdurre l'argomento senza essere invasivi, cerando pertanto di calarlo in un contesto romanzesco che più si adatta alla trasposizione cinematografica.

Più volte nel film viene formulata la frase "La gente ha paura di ciò che non comprende", ma costruirci sopra la trama del classico amore perduto ha vanificato ogni buon proposito di far accostare il pubblico a certe argomentazioni, restituendogli un piatto insipido a malapena condito di fantathriller con una leggera spruzzata di romanticismo gotico moderno. Non si entra mai in empatia con i personaggi e la narrazione è totalmente priva di pathos, nonostante il plot promettesse un climax che alla fine non arriva mai.
Scorre tutto troppo liscio e non c'è nulla che vada fuori dall'ordinario, nonostante l'argomento suggerirebbe il contrario.
Nonostante tutto, per chi non è del tutto nuovo alle tematiche del Transumanesimo3 e ha già avuto modo di approcciare al tema della singolarità tecnologia, o semplicemente per chi è curioso di approfondirne il concetto, il film presenta degli spunti interessanti per cui potrebbe valere la pena la visione, ma per i cinefili puri non può che risultare un film dalla sceneggiatura insipida e incolore, con protagonisti asettici mai entrati in parte. Un film come tanti già visti che si dimenticano presto.
Tentativo troppo timido e poco convincente, ma c'è ancora tempo per fare di meglio.


1 http://it.wikipedia.org/wiki/Singolarit%C3%A0_tecnologica
2 http://it.wikipedia.org/wiki/Ray_kurzweil
3 http://www.transumanisti.it

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Recensione a cura di Fulvio Baldini aka peter-ray - aggiornata al 28/04/2014 15.20.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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