Recensione twilight saga: new moon regia di Chris Weitz Australia 2009
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Recensione twilight saga: new moon (2009)

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locandina del film TWILIGHT SAGA: NEW MOON

Immagine tratta dal film TWILIGHT SAGA: NEW MOON

Immagine tratta dal film TWILIGHT SAGA: NEW MOON

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Immagine tratta dal film TWILIGHT SAGA: NEW MOON
 

Il secondo capitolo dell'ormai celeberrima saga di "Twilight" è arrivato con estrema rapidità nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, giocando più volte d'anticipo secondo le regole strategiche tra le case di produzione, senza che questo abbia influito sugli incassi. Anzi, solo in America, nella settimana di apertura (non a caso fatta cadere proprio alla vigilia della festa del Ringraziamento) ha incassato più di 60 milioni di dollari. Si auspica ad un incasso totale mondiale che si aggiri intorno ai 500 milioni di dollari.

Orde di adolescenti sono pronte ormai a occupare incondizionatamente le poltroncine dei cinema per seguire la trasposizione cinematografica dei romanzi di Stephenie Meyer, ma altrettanto curiosi, anche se più scettici, sono i fan più adulti della saga così come i "miscredenti" e i profani che comunque non mancano di dare una sbirciata al fenomeno "Twilight". Perciò il pubblico non fa che aumentare.

Bella si avvia a compiere diciotto anni. La sua mortalità è diventata un'ossessione e si sente invecchiare ogni giorno. Durante la festa di compleanno dai Cullen un banale incidente scatena il panico in Edward, che si convince che Bella accanto a lui sia continuamente esposta ai pericoli, e perciò decide di lasciarla e farsi dimenticare da lei. Per Bella inizia una lenta caduta verso l'apatia e l'isolamento, in cui si rifugia per il dolore della perdita. La vicinanza a Jacob e la voglia di vivere situazioni pericolose porteranno Bella a scoprire nuovi aspetti della sua vita e di ciò che circonda Forks. Ma Edward non è lontano, e credendo che Bella sia morta è pronto a porre fine anche alla sua vita di vampiro.

L'avventura dell'amore impossibile e struggente tra l'umana e il vampiro continua, maturando nuovi risvolti ed evoluzioni nella relazione, che pretende il superamento delle diversità e degli ostacoli, inevitabilmente dovuti alla diversa natura dei due amanti.
L'invecchiamento di Bella non si può fermare; lei sente incessantemente il peso di tale ostacolo così come lui sente il fardello della sua natura così violenta e distruttiva nei confronti di colei che ama. La morte assume il ruolo di scelta, e la natura dei due lotta per due condizioni diverse. Dopo la prima fase di estasi da innamoramento si deve passare al confronto e alla realtà di difficoltà quotidiane che possono definire una dimensione di possibilità al sogno d'amore tra i due.
La necessaria svolta narrativa usa questa base per incanalare la storia in un vortice di eventi nuovi, di cambiamenti e suspance che possano tenere alta l'attenzione di chi la segue. La protagonista, Bella, è colta di sorpresa dall'abbandono e dalla sofferenza per il suo perduto amore. E un amore travagliato e "goticamente" passionale e ossessivo vive anche di distacchi e momenti bui. I cambiamenti che attendono la protagonista più che tendere a una risalita convergono verso una discesa più drastica nel sentimento del suo dolore. L'intreccio narrativo si avvale allora dell'entrata in scena di un nuovo personaggio, che non aveva avuto alcuna importanza nell'andamento della storia fino a questo momento, ma che ora è partecipe attivo alle vicende della protagonista. Jacob rappresenta l'esatto contrario di Edward, quasi un'idea (seppure molto innocente) di Bene e Male, in cui lei sembra doversi dividere fino a dover operare una scelta.
Ma, nonostante la scoperta di altre vie e possibili alternative, l'amore è forte abbastanza da superare anche questi ostacoli, rimanendo la scelta unica e sola.

Anche la realtà fantastica del contesto subisce notevoli evoluzioni.
Dopo un primo impatto altamente fascinoso e gotico, in "Twilight" si passa all'approfondimento di un mondo parallelo a quello umano dove si incrociano esistenze diverse oltre a quella dei vampiri. Si apre uno squarcio su una realtà ben più ampia ma anch'essa animata da rivalità e conflitti istintivi che da qui in poi si troveranno spesso in opposizione. L'apparizione di un nuovo clan fantastico amplia le possibilità narrative e articola una serie di rapporti collaterali che potrebbero diventare interessanti. Anche in questo senso Bella si troverà in mezzo a due fuochi, costretta a difendere, capire e governare due nature molto diverse come quelle di Edward e Jacob, opposti come ghiaccio e fuoco, ritrovandosi a dominarle entrambe e pronta a scegliere se obbligata.

Tutto perciò ruota sempre sulla prospettiva di Bella. C'è da dire che nel romanzo appare visibilmente più attiva nella sua vita al contrario della trasposizione, in cui a momenti pare del tutto passiva, nonostante in questo episodio sia decisamente travolta dalle situazioni.

La sceneggiatura, sempre affidata a Melissa Rosenberg, risulta comunque nel complesso abbastanza fedele al romanzo di Stephenie Mayer.
È invece differente l'ottica del regista: al posto della timida ed empatica regia di Catherine Hardwicke troviamo la prospettiva chiaramente più decisa di Chris Weitz, sicuramente più avvezzo al genere fantastico. Quest'ultimo infatti, dopo i successi di stampo comico di "American Pie" (diretti col fratello Paul) e la riuscita commedia "About a Boy", arriva a cimentarsi nel genere fantasy con "La Bussola d'Oro".
La prospettiva appare più reale e meno onirico-romantica e l'azione prende il sopravvento sulle smancerie, cosicchè anche nelle scene in cui l'inno all'amore impera l'effetto è meno stucchevole del previsto. La trama ben si presta a tali differenze col primo episodio ma Weitz, dal canto suo, riesce a sfumare dignitosamente su amore e lotta. La storia scorre perciò fluidamente senza pesanti pause di romanticismo.

La fotografia questa volta sceglie un cromatismo sui toni del marrone che accoglie un ambientazione forestale e terrena, anche come introduzione al mondo di Jacob e alla sua natura fantastica legata alla terra e ai lupi, di cui la Meyer parla ampiamente nel suo romanzo, in netto contrasto al glaciale azzurro grigio di "Twilight" in relazione alla scoperta del mondo dei vampiri.

Un netto miglioramento è riscontrabile nell'utilizzo degli effetti speciali, per i quali ha evidentemente contribuito anche il budget di produzione, che questa volta poteva gestire tranquillamente la velocità dei vampiri, i combattimenti, le presenze immaginate e i movimenti dei licantropi, malgrado questi ultimi appaiano un po' fittizi (meno credibili del Leone Aslan de "Le Cronache di Narnia").

La colonna sonora perde la posizione di importanza che aveva avuto nel primo capitolo, ma permette di concentrarsi maggiormente sulle scene, il che fa supporre che la sua precedente invadenza fosse dovuta a colmare le falle della regia. Nella tracklist non mancano i Muse, e riappare anche Thom Yorke dei Radiohead.

Gli attori, prevalentemente ragazzi e con esperienze antecedenti di minor risalto o successo, in questo secondo capitolo sono sicuramente consci del successo assicurato e appaiono più convinti dei loro personaggi, il che è percepibile anche col filtro del doppiaggio italiano. Dakota Fanning fa il suo ingresso nella saga nei panni della diafana e diabolica vampira Jane ma, malgrado sia stata fortemente pubblicizzata la sua presenza nel cast, non è possibile apprezzare o meno la sua qualità attoriale data la brevità della sua performance, quasi da sembrare un cameo. Nei prossimi capitoli avremo modo di verificare la sua interpretazione, anche se pare continuerà ad essere centellinata.

Nel complesso "New Moon" appare molto più piacevole e ben costruito rispetto al primo capitolo della saga, alimentando un maggior interesse nello sviluppo della storia, riuscendo a uscire dal vincolo del plot adolescenziale e incanalarsi più dignitosamente nel fantasy, ma è comunque un prodotto di genere, che può risultare molto meno efficace e meno articolato di altri di tale categoria.

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Recensione a cura di ele*noir - aggiornata al 02/12/2009

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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