Recensione willie wonka e la fabbrica di cioccolato regia di Mel Stuart USA 1971
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Recensione willie wonka e la fabbrica di cioccolato (1971)

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locandina del film WILLIE WONKA E LA FABBRICA DI CIOCCOLATO

Immagine tratta dal film WILLIE WONKA E LA FABBRICA DI CIOCCOLATO

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Immaginiamo un mondo fatto di cioccolato, dove ogni oggetto è deliziosamente commestibile. Pensiamo di imbatterci in un fiume di cacao o di gustarci una tazza di tè per poi scoprire che la tazza stessa è fatta di zucchero. Tutto questo è possibile grazie a Willy Wonka (Gene Wilder), il maggior produttore di cioccolata al mondo, il quale decide un giorno di riaprire la sua fabbrica chiusa a causa di spionaggio da parte delle ditte concorrenti. Ed ecco che i cancelli si riaprono, e questa volta non saranno solo le tavolette di cioccolato ad entrare nelle case della gente: alcune fortunate persone potranno, solo per un giorno, visitare quei luoghi in cui si producono le migliori leccornie. Infatti il sig. Wonka indice un concorso, grazie al quale solo i cinque favoriti dalla sorte che troveranno i Golden Ticket (biglietti dorati) celati all'interno dei suoi prodotti potranno visitare la fabbrica, accompagnati da un familiare.
Inizia così l'avventura di Charlie Bucket (Peter Ostrum), di famiglia molto povera e pieno di sogni come tutti i ragazzini della sua età; uno di questi è proprio quello di trovare il biglietto vincente. Per lui trovarlo è quasi impossibile, soprattutto perchè non ha molti soldi da investire in tavolette Wonka. Ma Charlie ci spera sempre. E quando ormai sembra non ci sia più niente da fare, qualcosa accade come per magia.

Tratto dal libro del 1964 "La fabbrica di cioccolato" di Roald Dahl, questo film deve in parte il suo successo all'attore americano Gene Wilder che ne interpreta in modo eccelso la figura di Willy Wonka, un assurdo personaggio che guida i vincitori del concorso attraverso un fantastico viaggio governato da regole altrettanto assurde.
Il modo di fare di Wonka incuriosisce lo spettatore: abbiamo a che fare con una persona cinica, fredda ed irriverente, ma che tutto sommato ci sta simpatica. Il regista, Mel Stuart, ha voluto creare un'atmosfera strampalata per sottolineare il fatto che non ci si trova più nel mondo di tutti i giorni, ma si è fatto un salto nel mondo di Willy Wonka, in cui anche i ragazzini che vi entrano hanno un qualcosa di particolare che li caratterizza e che li condanna nello stesso tempo. Per esempio Violetta Beauregard è una campionessa mondiale di gomma da masticare che vuole primeggiare in tutto, e quando vorrà provare la nuova gomma di Willy Wonka, nonostante il divieto del "padrone di casa", si ritroverà trasformata in un enorme mirtillo, mentre l'ingordigia di Augustus Gloop finirà per farlo risucchiare dal grande tubo che regola il fiume di cioccolato.
Ogni bambino ha al proprio fianco un parente che osserva preoccupato ciò che accade, domandandone il perché al Signor Wonka, il quale risponderà sempre con tono malinconico, sfiduciato nei confronti delle generazioni future che vede viziate e senza valori. In queste situazioni arrivano sempre gli aiutanti nanetti di Wonka, gli Oompa Loompa, i quali danzando e canticchiando canzoncine che riassumono l'accaduto e che rivelano il carattere degli adolescenti, porteranno via i malcapitati. Questi piccoli personaggi di Oompalandia rappresentano la parte "innocente" del film: a differenza dei dispettosi bambini, eseguono gli ordini di Wonka senza battere ciglio. Gli stessi monelli, fra l'altro, "mangeranno la mela del peccato" offertagli dal "serpente" tentatore Slugworth, il quale offrirà loro del denaro in cambio dell'ultima creazione dolciaria di Wonka, il "Succhia succhia che mai si consuma", una caramella con un aroma infinito. Quanti cadranno in tentazione? Chi deluderà il "creatore dei sogni di cioccolato"?

Un elemento molto rilevante nel film è la musica, poiché essa aggiunge magia alle immagini che già parlano da sé. Infatti è quando Wonka/Wilder inizia a cantare l'"eterea" canzone "Pure imagination", appena entrati nel paese di cioccolato, che il pubblico viene catapultato appunto nel mondo della "pura immaginazione"; un universo inventato fatto di meraviglie che esistono solo nella mente degli uomini e che non hanno il potere di cambiare il mondo essendo solo semplice fantasia: "Anything you want, do it, want to change the world? there's nothing to it".
Inoltre, le melodie del film danno ogni tanto un tocco di spensieratezza, come la canzone di Nonno Joe che è una sorsata di speranza in una vita di stenti; per un attimo la famiglia Bucket accoglie l'allegria in casa, urlando e danzando: "But suddenly half a world is mine[...] cause I've got a Golden Ticket" ("All'improvviso posseggo mezzo mondo....Perchè ho un biglietto d'oro").
La colonna sonora ricevette una nomination al premio Oscar nel 1972, ma non vinse.

"We are the music makers and we are the dreamers of the dreams" ("Noi siamo i creatori della musica e siamo anche i sognatori dei nostri sogni"), riferito alla sorpresa degli ospiti nel trovare che la carta da parati, se leccata, sa di frutta, è un verso dalle Odi del poeta O'Shaughnessy; questa è solo una delle tante citazioni d'autore che vengono proposte da Willy Wonka con il volto sempre velato di mestizia. Ogni sua parola pronunciata non è mai banale, ha sempre qualcosa di importante da trasmettere a quei ragazzini capricciosi e ai loro genitori un tempo come loro. L'"imprenditore onirico" vuole anche insegnare al pubblico a non smettere mai di credere nei sogni, perché prima o poi questi si realizzano; domandandosi se un giorno arriverà un fanciullo con la bontà nel proprio cuore, a farlo ricredere sul mondo al di fuori della fabbrica di cioccolato.

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Recensione a cura di Debora P. - aggiornata al 04/03/2008

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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