Voto Visitatori: | 7,21 / 10 (50 voti) | Grafico | |
"Witness-Il testimone" è il primo film hollywoodiano di Peter Weir, regista capace di percorrere i diversi generi perfezionandone, alla luce di una propria e originale idea di cinema, i codici. Un'opera questa che conferma l'impegno di Weir nella ricerca di nuovi orizzonti linguistici.
Indubbiamente con questo film Weir rafforza le sue credenziali di grande regista ricevendo, in eguale misura, consensi vasti: sia dal mondo cristiano che da quello laico.
Oltre alle buone capacità tecniche e di scrittura che danno al montaggio un andamento privo di tempi morti e smagliature, l'autore australiano si concede allo spettatore con uno spirito visionario, forte e comunicativo, correlato da pulsioni poetiche irrefrenabili, che si combinano felicemente con le bellezze della natura.
Quella del regista australiano è una ricerca filmica poetica-visiva e musicale incessante, con al centro la tecnica: utilizzando come risorsa immaginifica per il film i vari percorsi onirici ed esistenziali delle proprie fantasie artistiche.
Da notare nel film la presenza di alcuni tratti stilistici della pittura fiamminga del '700. In particolare è apprezzabile l'applicazione di importanti tecniche e caratteristiche di luce, in quelle scene del film composte da diversi volti inquadrati durante un rituale. Ad esempio, nella scena iniziale del culto funebre, svoltasi in una abitazione Amish, la luce solare entra da sinistra, come nei quadri fiamminghi, illuminando solo la metà dei volti dei presenti, l'altra metà rimane oscura. L'effetto visivo di ritratto artistico è unico.
Tra le altre doti di questo importante regista occorre sottolineare la sua capacità di sintesi linguistica, per cui ad esempio ciò che funziona nella sintassi visiva del film come nodo comunicativo principale è il risultato di un dispendioso lavoro di selezione dell'elemento-immagine, quello che più di ogni altro porta alla precisione dell'espressione, di volta in volta esso può essere simbolico, metaforico, o metonimico. Un lavoro la cui importanza non va mai sottovalutata perché quando giunge a dei buoni risultati dà scorrevolezza e chiarezza al racconto.
Weir si presenta con un curriculum niente male: "L'attimo fuggente", "The Truman show", "Un anno vissuto pericolosamente", "Gli anni spezzati", etc., i suoi film riescono ad avere sempre gli ingredienti estetici giusti per non deludere, e suscitano ampi consensi calandosi semplicemente nello straordinario della natura e dell'uomo: nei loro aspetti più seducenti e inquietanti.
In "Witness" premiato con l'Oscar alla sceneggiatura di Earl Wallace e William Kelley, la trama investigativa del thriller si avvale di un curioso effetto temporale, si passa dal presente del mondo caotico di una città americana (Philadelphia), alla vita insolita, totalmente priva di tecnologie moderne e sobria nell'abbigliamento (i bottoni dei vestiti erano ritenuti un lusso perché legati a un'idea di eleganza, e quindi non erano in uso tra gli Amish) di una comunità Amish. Il thriller è solo un pretesto per rappresentare la distanza culturale che separa la comunità Amish da quella degli "yankees".
Questo amore e odio tra stili di vita diametralmente opposti è efficacemente espresso nel film dall'impossibile storia d'amore tra il poliziotto protagonista, John Book (un efficace Harrison Ford, in uno dei suoi ruoli più impegnati, al quale seguirà quello in Mosquito Coast, sempre di Peter Weir), e la madre di Samuel, Raquel (una splendida Kelly McGillis).
Samuel (Lucas Haas) un bambino Amish e la madre Rachel sono in viaggio per una vacanza psicologicamente consolatrice: perché avviene dopo un grave lutto. La madre ha appena subito la perdita del marito. Il film li inquadra a lungo seduti in una panchina della Stazione di Philadelfia, fermi da ore in attesa del loro treno che è in forte ritardo. Samuel chiede ad un certo punto alla madre di andare in bagno dove con grande sorpresa e sgomento assisterà ad un efferato omicidio di un poliziotto da parte di due individui sconosciuti.
L'azione si sposta poi negli scenari angusti e corrotti della polizia di Philadelphia dove al bambino vengono presentati, per il riconoscimento, numerosi pregiudicati. Nessuno di essi risulterà l'assassino.
Il bambino curiosando accanto ai mobili degli uffici scoprirà all'improvviso, su un manifesto commemorativo, il volto dell'assassino: un graduato della sezione narcotici. Book capisce subito la pericolosità della situazione ma non sa ancora che il suo ispettore superiore, a cui rivelerà il nome dell'assassino è complice del delitto e invischiato nel traffico di droga.
Preoccupato per sé e per Samuel, Book dopo essere sfuggito ad un tentato omicidio in un garage sotterraneo, decide di portare Rachel e Samuel nella loro comunità d'appartenenza. Giungono tutti e tre in automobile nei paesaggi aperti e naturali dove vivono gli Amish, un gruppo religioso di radice protestante anabattista di derivazione svizzera (1500 circa) ma in America dal 1700.
Gli Amish sono volutamente slegati dalla contemporaneità e vivono protetti da una propria forma di economica che suscita ancora oggi interesse in tutto il mondo. Parlano un Tedesco chiamato Tedesco della Pennsylvania. Da alcuni studiosi di religioni vengono considerati protestanti conservatori mentre altri affermano che appartengono all'ampia famiglia delle chiese libere, insieme con i Mennoniti, i Fratelli Quaccheri ed altri, poiché con questi hanno numerosi punti dottrinali in comune.
All'incantamento che Samuel subisce dalla metropoli, e al disorientamento di Raquel di fronte ai meccanismi perversi della città, corrisponde la sensazione di estraneità provata da John Book, nel momento in cui è costretto a nascondersi, ferito, nel microcosmo fondamentalmente diverso degli Amish. Da sempre pacifisti e contrari all'uso delle armi, essi accettano con qualche riserva la presenza di un uomo che invece fa della violenza un atteggiamento consueto e quotidiano anche se a fini di giustizia.
John Book è per gli Amish un elemento che crea inquietudine sia perché desidera avere una relazione con la bella Raquel, che per i suoi legami mondani con il passato e la tradizione. Cose che non consentirebbero la piena assimilazione della sua personalità nel loro modo di vivere.
Il film si dilunga piacevolmente anche in alcune scene di tramonti e albe che dal punto di vista fotografico sono molto curate e riuscite rafforzando per la loro bellezza di colori e luci l'atmosfera poetica del film.
La vita degli Amish, ripresa con dovizia di particolari, è forse l'aspetto più interessante dell'opera di Weir. Brillano per suggestività delle scene: l'inizio del lavoro nei campi all'alba e il ritorno al tramonto, la pompa dell'acqua che alimenta le cucine delle case attivata da semplici congegni meccanici mossi da un ruscello, le preghiere così sentite e coinvolgenti, il granaio e il fienile costruiti con una coordinazione gerarchica sopra le righe che emana dolcezza e amore di gruppo. Questi elementi scenici danno forti toni identificativi al film a tal punto da farci partecipi incuriositi di un mondo altro: desiderosi di cambiare anche qualcosa del nostro.
Efficaci le scene di suspense, in particolare quella nel granaio dove Book affronta lucido tre assassini che ben conosce, uomini decisi più che mai ad ucciderlo per salvare le proprie losche attività.
Stupenda la scena che vede i componenti della comunità Amish in soccorso di Book dopo che il piccolo Samuel disobbedendo a tutti è andato coraggiosamente a suonare la campana: è un inno alla grande forza etica del pacifismo cristiano protestante che risulterà, come realmente nella vita succede, più efficace di un'arma.
Commenta la recensione di WITNESS - IL TESTIMONE sul forum
Condividi recensione su Facebook
Recensione a cura di Giordano Biagio - aggiornata al 07/08/2006
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
Ordine elenco: Data Media voti Commenti Alfabetico
in sala
archivio