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Un buon documentario su una diversa realtà, quella indiana e di certi quartieri poveri che vivono di prostituzione. Mestiere quello della prostituzione che pare essere uno ereditario, i più piccoli (le femmine) che entrano nel giro prestissimo per sfamare la famiglia. Fa certamente impressione, ma meno male che il film non si soffermi obbligatoriamente solo su questo aspetto tragico e mostra per quel che riesce una luce in fondo al tunnel. Infatti si presenta come un progetto per salvare alcuni di loro, per farli uscire da quella miseria e con questo riesce a mostrare ben altri aspetti di quella realtà.
Una visione istruttiva che mi sento di consigliare
Non capisco la critica mossa da chi mi precede. Che questo documentario abbia un paio di palesissime ricostruzioni è chiaro, tuttavia tutti i documentari in parte sono diretti nel vero senso della parola, Bunuel stesso nel suo "Las Hurdes" uccise un cervo per farlo cadere dalla roccia per raccontare che i cervi talvolta scivolano e cadono dal dirupo, quindi, chissefrega. Documentario sull' India, in India, che per lo meno mostra quanto spesso i limiti siano agganciati alla (sotto)cultura: la maggior parte dei bambini che avrebbero avuto la possibilità di studiare (una delle quali con prospettive di prostituzione), questa possibilità è stata negata proprio dai genitori. Idioti.
Pietoso e irritante 'documentario' che racconta la missiione di Zia Zana, giovane fotografa americana attirata dalla misteriosa morbosità dell'indocumentabile quartiere xxx di Calcutta. Viste le difficoltà e i rischi per la propria salute, decide di assoldare i bambini cui regala tante belle macchine fotografiche in plastica usa e non getta mentre lei li osserva da una Leica nero metallo. Ma le foto sceme dei bimbi contenti sono mille volte meglio del suo sguardo upperclass e così l'escamotage si trasforma in caccia al premio Pulitzer e all'elezione del miglior foto-bambino dell'India, da spedire ad Amsterdam come cimelio. Il bordello, le famiglie, le nonne, i bambini stessi assistono impauriti e gentili al bombardamento di tutta questa bontà e la lasciano fare; la seguiamo mentre è in coda alla posta, in questura, mentre urla al cellulare le analisi mediche o discute per il rilascio di un passaporto valido per l'espatrio. Affascinante, no? Per fortuna ogni tanto qualcosa nel bordello succede: "un incidente in cucina", ad esempio, e una donna muore bruciata viva molto probabilmente a opera del marito, visto l'ambiente. "Oh my God, oh my God..." Ma la polizia sta indagando? chiede Zia Zana. No, risponde un'indiana con due occhi così neri che viene voglia di abbracciarla. No, non indaghiamo, non cerchiamo i colpevoli, non ne vogliamo sapere né di premi né di condanne né di collegi . Zia Zane torna dai telefilm che ti hanno generata e rimani là dentro, if you please.