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Di nuovo, la Keystone gioca con l'artificio del mezzo cinematografico. Questa volta lo fa Charlie Chaplin in persona, regista-sceneggiatore-montatore-attore ovviamente, dando seguito in maniera ancora più compiuta al precedente "A Film Johnnie" di George Nichols. Il cinema, intendiamoci, si è divertito a svelare se stesso fin dalle sue origini (Brighton-"The Big Swallow" di James Williamson-1901!) ma nel 1914 questa idea "meta" di usare il mezzo cinematografico per svelare il mezzo cinematografico era comunque un guizzo raro e infatti è l'ambiente comico-assurdo dei corti della Keystone a permettersi queste libertà. Chaplin dunque si inventa uno pseudo dietro le quinte nello studio di produzione Keystone, con gli attori, lui compreso, nei panni di loro stessi o meglio di una versione-comico/slapstick di loro stessi. In "A Film Johnnie" Charlot era l'intruso surreale nel "reale" dietro le quinte cinematografico alla Keystone; questa volta alla regia c'è Chaplin e Chaplin svela il suo stesso trucco: Charlot non è più un intruso in un mondo reale, ma è dichiaratamente una parte di esso, un personaggio. Bellissimo assistere alla fase di trucco di Chaplin che si trasforma in Charlot, "l'inganno" è svelato. Naturalmente, in questa sua versione comica, Charlie Chaplin è comunque il portatore di caos, il disastro, il molesto distruttore dell'ordine e della tranquillità e se ne inventa di tutte per turbare la quiete dei suoi colleghi attori e registi (nonché per corteggiare belle ragazze e insomma... Questo è probabilmente il più realistico ritratto di sé che Chaplin potesse mettere all'interno di un corto comico). Solo che questa volta è letteralmente Chaplin, il "vero" Chaplin a devastare tutto, non il suo personaggio. Un gustoso corto(circuito) tra realtà e finzione pieno di gag riuscite e di piccole invenzioni e scambi comici notevoli, tra duetti con Arbuckle e un Chaplin supersexy vestito da donna, oltre ai soliti inseguimenti e botte finali. Per me è una delle idee più brillanti del Chaplin autore durante il suo periodo "acerbo" alla Keystone.
Secondo film con un Chaplin che si traveste da donna, nettamente superiore al precedente che era ambientato in una parata ma senza mordente. Invece in questo piccolo film si nota una costruzione più attenta alla storia, che si addentra nel dietro le quinte degli studios dell'epoca (non è la prima volta), e il ruolo femminile di Charlot non è nient'altro che una trovata escogitata da questo per filarsela dai guai. Ma puntualmente sarà scoperto.
Se non vado errato primo cortometraggio del regista ed artista più importante del ventesimo secolo con la Keystone Pictures, rappresenta il punto d'inizio della mirabolante ed ascensionalmente parabolica carriera dell'uomo mitantropologia, per antonomasia e "ad sensum", del cinema stesso.
Uno sguardo di Chaplin sul mondo di Hollywood ai primordi con una storia simile ad un dietro le quinte di un film. Buon ritmo e molte gag azzeccate e nei tempi giusti. Divertente il duetto con Arbukcle all'inizio nel camerino.
in realtà dura solamente 9 minuti e non 16...e non c'è molto da vedere se non qualche gag iniziale... troviamo charlot prima e dopo la trasformazione nel suo personaggio del "vagabondo"! basta questo per rendere "da vedere" per tutti gli appassionati del grande Chaplin!