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Un documentario che (come anche "Viva Zapatero" della Guzzanti) riesce dove "Videocracy" non è riuscito del tutto, ma in una chiave più politica. Grazie all'ausilio di reperti video come gli insulti a Schulz, la censura dei programmi di Biagi e Luttazzi (i secondi poi, tralaltro, equilibrati tra informazione ed intrattenimento, vedesi "Satyricon"), il cambio di gestione della Rai e le analisi dei processi (prima delle leggi ad personam) che vedono al centro di tutto (con tanto di presenza del giornalista Marco Travaglio, armato di carta e penna) proprio il protagonista di tutto ciò, è possibile avere un ritratto di quello che è il nostro premier. Una persona che manipola, grazie ai suoi servetti (Fede, Feltri o Minzolini che siano), i fatti che avvengono nella realtà, e che vuole le cose solo a suo piacimento, tanto da volersi elevare ad una specie di divinità.
E' arrivato talmente "in alto" (senza meritarselo) che al giorno d'oggi c'è persino gente che dà del berlusconiano a chi pubblica un libro che parla male di lui (implicitamente o esplicitamente parlando) sotto la Mondadori o l'Einaudi, ma magari non sa che quello che ha scritto il libro è stato insultato più volte da Fede...