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Per quanto il parere precedente sia smodato, su una cosa sono daccordo, Cats Don't Dance è un cartone delizioso.
Un prodotto nostalgia degli anni d'oro della MGM, fatto di tip-tap, nomi immortali e generi ancora da esplorare. Il film tenta di omaggiare tutto questo. Lo fa nel logo della Mammuth Pictures, nel disegno dei polpacci in carne che spuntano da gonne lunghe in stile pin up anni 40, nel maggiordomo King kong, nel riportare su schermo caricature viventi come accadeva nei vecchi espisodi dei looney Tunes, e lo fa anche nella stessa cattiva, presa di forza dalla figura di Shirley Temple... incrociata con Montana Max, per renderla un' adorabile, piccola, pericolosa schizofrenica. Gli stessi protagonisti felini poi sono ispirati a figure come Fred Astaire e Ginger Rogers...
La storia di per se è moltooo semplice, in pratica il mondo dello spettacolo è ad esclusività umana e gli attori animali sono relegati a fare da comparse, con il risultato che l'entusiamo che li guidava all'inizio della carriera ha fatto posto alla rassegnazione, ma tutto questo è destinato a cambiare con l'arrivo del protagonista e del suo incrollabile entusiasmo.
Pubblicato dalla Warner, lo stile è il medesimo che anni dopo vedremo nei nuovi lungometraggi di Tom e Jerry, ovvero tendente al carino, molto colorato e con contorni in tinta con la parte del corpo. Inoltre come ho già detto la protagonista ha un aspetto mentale e parzialmente fisico che ricorda gli unici due umani dei Tiny Toons. La scelta di stile è appropiata, rende il lungometraggio leggero, ma permette una certa bellezza visiva, inoltre grazie ai riferimenti questo film ha più personalità di quelli successivi di Tom e Jerry, anche perchè qui gli animali parlano, mentre per i due nemici storici si adatta meglio il mutismo con suoni che sottolineino l'azione. L'unico neo Cat don't Dance sono i primi piani, li anche le espressioni buffe dei personaggi non possono distogliere lo spettatore da una sensazione di sgranatura, senza contare che un paio di volte i contorni si vedono meno sottili di quanto servirebbe.
Che dire, io vorrei essere più generoso nel voto, gli darei mezzo punto in più volentieri, ma la storia è talmente lineare che si è vista dozzine di volte, inoltre la mancanza almeno di sottotitoli ostacola un pochino il suo totale apprezzamento, inoltre un approfondimento sul maggiordomo e qualche altra trovata per allungare leggermente la storia non avrebbe guastato.
Sembra non abbiano voluto dargli un'identità netta, forse per ampliarne il pubblico. Infatti in apparenza è un po per ragazzini, motlo curato, che però nel contenuto può essere apprezzato di più dagli adulti grazie ai suoi riferimenti e alcune scelte artistiche. A tal proposito, pur apprezzando le varie locandine alla fine del film, non capisco perchè ad iniziali film dell'epoca sono stati aggiunti classici contemporanei. i titoli proposti non sono comunque indicati per i più piccoli, quindi titoli che non andassero oltre gli anni 60 sarebbero stati più logici oltre che sufficientemente numerosi.
Con un pizzico di coraggio in più sarebbe stato un gioellino, ma è comunque un peccato che questo non sia arrivato, mentre certa spazzatura dilaga. Se era per non spendere nelle musiche, titoli come: Musetta a Parigi, i Cercafamiglia e molti altri lavori furono amati anche così e oggi due righe di testo non sarebbero costate nulla.
Il pubblico lo avrebbe trovato di sicuro, sono stati sciocchi.
Un cartone animato bellissimo, profondo...è veramente un peccato che non sia mai uscito in Italia: questo cartone è bellissimo, ti mette dentro sentimenti, ogni tanto a me ha strappato anche delle lacrime, gli inserti musicali sono bellissimi, ed esprime un concetto benissimo, il "sogno americano", talmente bene che credo che questo sia uno dei migliori film d'animazione (americani) migliori di tutti i tempi.