d-day regia di Eun-Kyung Kim Corea del Sud 2006
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d-day (2006)

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locandina del film D-DAY

Titolo Originale: D-DAY

RegiaEun-Kyung Kim

InterpretiEun-Seong, Jin-yong Heo, Joo-ryeong Kim, Ri-na Kim, Yeong-jin Sin, Joo-hee Yoo

Durata: h 1.35
NazionalitàCorea del Sud 2006
Generehorror
Al cinema nel Giugno 2006

•  Altri film di Eun-Kyung Kim

Trama del film D-day

Quelle ragazze che non hanno passato la maturità e che, quindi non sono ammesse all’università, sono inviate dai genitori in una sorta di scuola che appare come una prigione, dove le studentesse sono obbligate ad uno studio intenso ed esagerato per un anno. Lontane da i-pod e cellulari, le giovani sono allontanate da qualsiasi svago. Alcune di loro perendono pillole per restare sveglie, altre cercano di ribellarsi, ma lo stress le rende tutte sempre più strane. Alcune di loro hanno delle allucinazioni di morte e sangue…qualcosa accadde in quell’edificio tre anni prima: una terribile strage uccise tutte le studentesse della scuola…

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Voto Visitatori:   8,00 / 10 (2 voti)8,00Grafico
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Voti e commenti su D-day, 2 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

speXia  @  05/02/2012 01:28:37
   8 / 10
Credo che per visionare questo film sia obbligatorio sapere alcune cose sulle scuole coreane, che mi prendo la briga di spiegare: Cos'è il D-Day?
Il D-Day, in Corea, è il giorno dell'esame, che se superato con i voti giusti permette di andare all'università. Ma c'è davvero moltissimo da studiare: basti pensare che alcuni studenti iniziano a prepararsi già allo yuchiwon (scuola materna)!!! Ma non finisce qui. I ragazzi coreani devono studiare intensamente moltissime materie, alcune obbligatorie, altre opzionali (tra cui 8 lingue straniere), e questo causa frequenti casi di depressione che possono sfociare nel suicidio. Il D-Day è una mattina di angoscia, seguito da una serata di gioia infinita per gli studenti più diligenti, o dalla struggente disperazione di quelli che non sono passati. Aggiungiamo al tutto una vera e propria ossessione per l'educazione e l'apprendimento da parte di prof e genitori coreani: adesso avete un idea di come sia l'adolescenza in questo paese.

E dopo 4 capitoli della saga Whispering Corridors e il primo Death Bell, la regista Eun-Kyung sforna questo validissimo horror, facente parte della saga Four Horror Tales, e probabilmente una delle migliori pellicole-denuncia coreane su quest'argomento.

La trama è semplicissima, ma non importa. D-Day, considerabile più thriller psicologico che un film dell'orrore, è totalmente fondato sulla costruzione dei personaggi. Studenti normalissimi, con i loro problemi, le loro ansie e paure. Sono proprio questi i sentimenti negativi che nascono, crescono e maturano dentro ognuno di loro. Non ci sono spettri di studentesse lesbiche, nessun fantasma con pentagrammi nel collo e nessun genitore vendicativo: l'unico orrore presente è psicologico, è quello di fallire, quello di mandare in fumo anni e anni di impegno.
E, ovviamente, tutti questi sentimenti di angoscia non sfoceranno in qualcosa di buono, anzi, il finale è estremamente tragico.

Comunque, il lato tecnico è davvero ottimo, con la classica fotografia curata e pulita tipica dei K-movies ; geniale l'idea di far prevalere il colore grigio, una tonalità cupa e malinconica che si adatta all'atmosfera del film, e tra l'altro presente sulle gyobok (uniformi) coreane. Le giovani attrici sono veramente stupefacenti: brave, espressive, convincenti.

Penso che D-Day possa seriamente scandalizzare gli adolescenti come me, perchè per uno studente è assolutamente impossibile non calarsi nei personaggi, non avvertire la loro agitazione, che ci accompagna per l'intera visione. Perfetto per chi è interessato ad approfondire, almeno in parte, il vastissimo mondo del sistema scolastico coreano, e per chi cerca un thriller psicologico realizzato benissimo.

...E adesso posso benissimo andare ad impiccarmi, pensando che lunedì ho l'interrogazione di matematica, e dato che il personaggio della prof diabolica mi sta ancora perseguitando......

Ciaby  @  30/04/2009 07:39:51
   8 / 10
Per molti l’horror coreano sopravvive solo grazie ad un capolavoro come “Two Sisters”, senza considerare altri gioielli come “Dead Friend” o “Cello”, definiti dai più come derivativi.

Sono storie di fantasmi un po’ come sono i film che compongono la saga di “Whispering Corridors”. In un’annata come il 2006, quando gli horror coreani cominciano ad esplodere, ecco un prodotto a sé stante: l’incantevole “D-Day”, conosciuto anche come “Roommates”, ad opera di una giovane regista donna, che denuncia attraverso un’opera solo all’inizio gentile, la rigida concezione coreana dello studio: il sistema scolastico coreano è, infatti, uno dei migliori al mondo (secondo un sondaggio sull’educazione mondiale la scuola coreana è la seconda migliore del mondo, dopo la Svezia, in fatto di risultati scolastici degli alunni), ma anche uno dei più rigidi.

La rigidità del sistema scolastico coreano è stato più volte, infatti, criticato in parecchi film (la saga “Whispering Corridors”, “Death Bell” e questo “D-Day”) e manga. “D-Day” è un film che parte molto dolcemente, come un dramma adolescenziale, indagando sul comportamento interpersonale tra le varie ragazze e poi esplode, dopo qualche occasionale spavento, in una lunga mezz’ora di terrore puro e angoscianti sospensioni.

Un ottimo film, che più di un qualsiasi horror, è un film di denuncia che funziona perfettamente, amalgamando situazioni drammatiche ed estreme con vere e proprie paure, che nascono dal dramma interiore, dall’umiliazione.

Ecco, perché, la vera cosa riuscita del film non è tanto la paura (la strage finale, tanto temuta e attesa, si risolve in un pastrocchio sanguinolento senza capo né coda), quanto la caratterizzazione dei personaggi mai stereotipati.

Recitazione superba, fotografia e regia davvero ben congedate e un’atmosfera attanagliante rendono quest’opera un ottimo film. Da non perdere per gli amanti del genere

  Pagina di 1  

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