decalogo 5 regia di Krzysztof Kieslowski Polonia, Germania 1989
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decalogo 5 (1989)

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locandina del film DECALOGO 5

Titolo Originale: DEKALOG, PIEC

RegiaKrzysztof Kieslowski

InterpretiMiroslaw Baka, Krzysztof Globisz, Jan Tesarz

Durata: h 0.59
NazionalitàPolonia, Germania 1989
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 1989

•  Altri film di Krzysztof Kieslowski

Trama del film Decalogo 5

Jacek, ventenne inquieto e disoccupato, vaga per Varsavia finché sale su un taxi e uccide barbaramente il conducente. Al processo ha come difensore Piotr, un giovane penalista che esordisce con questo caso e che tenta, senza successo, di strappare il suo cliente alla pena capitale. Il rito dell'esecuzione fa da contraltare, altrettanto tragico e assurdo, al delitto del giovane assassino.

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Voto Visitatori:   8,67 / 10 (27 voti)8,67Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Decalogo 5, 27 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

alex94  @  28/07/2024 14:32:16
   9 / 10
Una riflessione lucida e spietata sulla pena di morte e sulla ridicola pretesa di fare giustizia commettendo un altro omicidio.
Rappresentazione lineare ed asciutta dalla fotografia fosca e spettrale ben adeguata alla storia che viene narrata.
L'uccisione del tassista è una scena che difficilmente si riuscirà a dimenticare così come l'esecuzione del giovane assassino,efficiente ed organizzata,seguendo un rigido protocollo ma non per questo meno barbara della prima.
Miglior capitolo del decalogo a mio avviso ed uno degli apici di questo autore da vedere assolutamente.

The BluBus  @  08/02/2022 23:06:56
   8½ / 10
Quinto capitolo molto duro, ma di grande sostanza, fotografia superba.

VincVega  @  16/11/2020 21:16:08
   8½ / 10
Grande film ad episodi della televisione polacca, che mostra la visione pessimistica e drammatica di Kieślowski nelle dinamiche quotidiane dell'essere umano, la cui condizione viene rappresentata in varie tematiche. Emozionante, struggente, complesso, ambizioso. In quasi tutti gli episodi c'è una prima parte di costruzione e una seconda di esplosione degli eventi, talvolta intollerabile per i personaggi, talvolta duro anche per lo spettatore. Kieslowski ha il merito di far riflettere, ma senza la classica retorica. Alcuni episodi sono veramente belli e di grande impatto, altri leggermente meno, ma sempre su ottimi livelli (personalmente l'unico episodio al di sotto degli altri è l'ottavo, un po' noioso).

Il commento vale per l'opera complessiva, in quanto l'ho vista tutta di seguito in pochi giorni, invece i voti vanno per ogni singolo episodio.

Guy Picciotto  @  28/09/2018 00:45:37
   8½ / 10
uno dei migliori della serie

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  16/01/2013 01:59:14
   9 / 10
Il quinto comandamento è quasi una beffa per chi ha ucciso senza volontà, inciampando in quelle debolezze che sembrano del tutto innocenti, finché non aprono falle impietose.
La disgrazia di Jacek è decisa nell'intervallo fra un omicidio accidentale ed uno intenzionale. La morte della sorellina, di cui il ragazzo si sente colpevole, coincide con la scoperta di una spietatezza iniqua, fatale, di provenienza ignota.
Quasi per un puntiglio di coerenza, Jacek sente il bisogno di aderire alla realtà squarciata. Dunque tenta lucidamente di fare a pezzi la propria anima. Non ci riesce.
Come molti altri, anche Kieslowski scorge dietro il disprezzo nei delitti insensati la percezione dell'insensatezza. E vede che il terribile è pur sempre umano. Gridare al mostruoso è in fondo estremamente consolatorio.

Vedi recensione

gemellino86  @  16/04/2012 09:37:24
   10 / 10
Il mio preferito insieme al primo. Il regista polacco ci mette tutto l'impegno a rappresentare il quinto comandamento "Non uccidere" e il risultato è un grande capolavoro. Davvero non trovo difetti. Perfetto e imperdibile.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  20/02/2012 19:35:09
   7½ / 10
«E l'Eterno gli disse: "Perciò, chiunque ucciderà Caino, sarà punito sette volte più di lui". E l'Eterno mise un segno su Caino, affinché nessuno, trovandolo, l'uccidesse.» (Genesi 4:15)

Fin troppo chiara la netta presa di posizione contro la pena di morte. Anche un soggetto odioso come Jacek non merita di essere ucciso. Ogni uomo è un 'io penso' è un trascendentale, è un fine in sé, non può passare da fine a mezzo, non può essere ucciso per fare da deterrente ad altri criminali.

Oskarsson88  @  16/11/2011 19:09:51
   8 / 10
Bell'episodio in cui troviamo il regista polacco finalmente schierato in una qualche posizione. Tema interessante quello del diritto dello Stato di poter uccidere o meno un cittadino colpevole...per quanto riguarda il film ho trovato molto ben gestite e realistiche le uccisioni...interessante soprattutto il personaggio dell'assassino che pare vivere senza scopo nè morale cambiando però poi deicsamente nel finale...interessante anche il suo giovane e moralista avvocato...prima parte un po' lenta e faticosa, ma si riscatta abilmente nei 2/3 successivi...altro gioellino di KK

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  21/09/2011 11:00:10
   8 / 10
Il meno criptico dei primi cinque episodi del "Decalogo" è sicuramente questo, dedicato al comandamento "Non uccidere".
Un giovane sbandato ammazza durante una rapina un laido taxista,Kieslowski evita di mitizzare la vittima e la mostra in tutta la sua sgradevolezza,come del resto rivela l'inesistente rettitudine del suo carnefice.L'umanità che popola il solito panorama urbano invernale,reso ancor più malsano da una fotografia splendidamente particolare,non è certo tra le più raccomandabili.
Tra tanta dissolutezza si staglia la figura di un avvocato idealista che riflette sulla prassi giudiziaria e su quanto questa poggi su provvedimenti estremamente repressivi e contraddittori.
Kieslowski comprende le necessità dell'inevitabile condanna ma al tempo stesso stigmatizza la pena più estrema,quella capitale,evidenziandone la palese e tragica analogia che essa include ponendo l'accento sull'equivalenza del gesto, tanto che crimine e giustizia esibiscono la stessa distaccata brutalità nel sottrarre la vita altrui.
Senza ricorrere ad eccesivi simbolismi il regista polacco espone con veemenza il suo punto di vista misurato attraverso dialoghi mai superflui,a tal proposito straordinario quello tra l'avvocato e il giudice che si "passano" il senso di colpa.Incredibile il realismo con il quale vengono mostrate le due morti.Colpisce duro il quinto capitolo del "Decalogo" cogliendo la natura disumana delle uccisioni,in fondo divergenti solo nella (presunta) legittimità.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  09/09/2011 14:32:48
   8 / 10
Sono subito costretto ad "aggiungere" il mezzo punto "tolto" al quarto episodio del "Decalogo" di Kieslowski. Bella la fotografia con un verde "morto" come colore predominante nella parte in cui vengono mostrate le malefatte del protagonista. Bella anche la seconda parte. Bellissimo anche il finale.
Kieslowski era un ottimo regista. Peccato per la sua morte prematura, che lascia il Cinema odierno in mano a loschi individui.

7219415  @  22/04/2011 14:49:51
   9 / 10
Forse il migliore della serie...

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  25/09/2009 16:23:52
   7½ / 10
Sinceramente non l'ho trovato il migliore dei primi 5. Rimane un episodio particolare a partire dalla fotografia tendente sul giallo e per l'argomento trattato in maniera estremamente cruda e diretta. Sembra proprio che per la prima volta nel Decalogo Kieslowski (magari mi sbaglio) non ponga solo domande in questo mediometraggio ma dia una sua opinione anche forte sul tema della pena di morte. Non uccidere ma questo comandamento deve essere diretto anche allo stato. Alla fine l'omicidio dello stato è più veloce di quello di Jacek ma altrettanto brutale (forse anche più brutale) e altrettanto senza senso. Rimangono solo cadaveri alla fine,sia quelli corporei che quelli degli ideali dell'avvocato,cosi umano nella bestialità e non-umanità finale da sembrare finto. Quello che non mi è piaciuto d questo episodio è la lentezza esasperante iniziale. Io di solito amo i film lenti e anche gli altri episodi del Decalogo sono lenti ma più volte nel primo quarto d'ora sono stato tentato di abbandonare la visione. Ho fatto bene a resistere fino alla fine,mi sarei perso un grande episodio del Decalogo.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  05/07/2009 12:48:44
   9 / 10
"Non uccidere".
Rimandando qualche parola da spendere per il "Decalogo 4" che è veramente difficile, il "Decalogo 5" è uno dei migliori, in assoluto il più potente per sensazioni che riesce a trasmettere. Esteticamente non il più bello (a chi piace questa fotografia proprio non lo capisco, ma c' è di peggio, come uccidere un tassista e uccidere chi ha ucciso il tassista), è facile capire perché l' intera opera del Decalogo fosse tanto amata da Stanley Kubrick. Se il primo ha qualche correlazione con "2001", questo ne ha senz' altro con "Arancia Meccanica". Il protagonista è mosso - come Alex De Large - da un nichilismo che trova nell' infinita sequenza dell' omicidio un impulso di smisurata efferatezza. E anche in questo caso è lo Stato l' altro grande imputato (altrettanto efferato quanto sbrigativo), "processato" dal regista, che questa volta, forse per la prima, è veramente impegnato nel sociale, e le parole dell' avvocato ne sono una testimonianza. La connessione al titolo è ovvia, come è ovvio l' eterno dilemma morale che ne consegue, e cioè se sia giusto uccidere chi ha commesso un omicidio precedentemente. Da premiare, artisticamente parlando, la scelta di non schierare per forza buoni e cattivi, anche il tassista a modo suo è uno ******* di *****, e ancora una volta è il Caso il più spietato sceneggiatore della Vita.

AKIRA KUROSAWA  @  22/03/2008 01:57:42
   10 / 10
non uccidere
il migliore che h ovisto fino adesso dei decalogo
la pensa di morte che c è alla fine è impressionante e fa capire quanto sia assurda e inutile

Gruppo COLLABORATORI julian  @  28/02/2008 18:33:21
   8 / 10
Non uccidere.

Abbandonato il tema familiare e i palazzoni fatiscenti, ecco che il quinto comandamento ci viene presentato in altro modo.
Tre storie: un avvocato appena laureato, un tassista, un ragazzo squilibrato; apparentemente, ciascuno di loro va per la propria strada.
Eppure le loro storie finiranno per convergere nella stessa direzione.
Il "non uccidere" del titolo si riferisce certo al giovane Jacek, che pare aver infranto il quinto comandamento senza alcun movente, ma anche e soprattutto all'omicidio compiuto dallo stato tramite l'impiccagione, brutale; roba da medioevo insomma.
Ottimo il gioco di tensioni.
Con questo episodio, il decalogo torna grande.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  12/02/2008 18:56:29
   9 / 10
Quinto comandamento: Non uccidere.
Sicuramente il quinto capitolo del decalogo è uno dei migliori dell’intera serie; duro e implacabile come pochi film hanno saputo essere. Kieslowski ritrae una Varsavia grigia, quasi a volerle dare un aspetto gelido, disumano come il crimine peggiore di cui un uomo si può macchiare: l’omicidio. Un segnale inquietante ci viene mostrato già nelle sequenze iniziali, dal topo morto affogato al gatto impiccato, come da preludio a ciò che sta per avvenire ai protagonisti. Come in altri lavori del regista polacco anche quì ritroviamo il tema della doppiezza dell’uomo, intesa come il difficile rapporto tra natura umana e forza spirituale, spesso in contrasto tra loro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  08/02/2008 22:47:49
   8 / 10
forse a tratti un po stucchevole(questo avvocato a volte esagera con la disperazione)episodio del Decalogo!
questa volta è molto facile capire che il comendamento a cui ci si riferisce è "non uccidere"!
difficile rappresentare questo comendamento in maniera migliore...dove a commettere il peccato non è solo il carnefice ma anche la società!

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  23/09/2007 12:37:17
   8½ / 10
E' IL PRECURSORE DI DEAD MAN WALKING. BELLISSIMO.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  12/09/2007 18:13:10
   8½ / 10
Uno degli episodi più riusciti e, probabilmente, il più duro in assoluto. La fotografia è tra le più belle mai viste (nella Storia). Per una volta, Kieslowski, non si limita ad osservare con occhio esterno, ma grida a squarciagola il suo no alla pena capitale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/08/2007 19:29:54
   9½ / 10
Un atto contro la pena di morte. In una Varsavia da incubo, alienante, fotografata in maniera splendida, si muovono i tre personaggi principali: vittima, carnefice ed un avvocato. La brutalità estrema del delitto non giustifica che lo Stato debba diventare a sua volta carnefice. Rispetto agli altri racconti, Kieslowski è meno distaccato ed oggettivo. L'avvocato difensore esprime il suo punto di vista di fronte ad un atto aberrante ed intollerabile, gridato inutilmente alla fine.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  13/08/2007 15:17:54
   9 / 10
un Capolavoro assoluto. la rivelazione di KK al mondo cinematografico.

Beefheart  @  21/06/2007 10:38:42
   6 / 10
Quinto capitolo del decalogo: "Non uccidere". Deludente. Quello che è citato come uno degli episodi più importanti e rappresentativi dell'intera opera, è invece, a parer mio, alquanto deludente per ritmo blando, poca fluidità, recitazione mediocre, passaggi banali e ridondanti. La storia racconta la drammatica convergenza delle vite di tre personaggi, nella solita Varsavia grigia e invernale. Ambientato in larga parte nel solito complesso condominiale periferico che ha visto i suoi inqulini già protagonisti degli episodi precedenti, questo film racconta di un immotivato ed efferato omicidio compiuto da Jacek, ragazzo psico-turbato, ai danni di uno sconosciuto tassista. Le conseguenze giuridiche per lui saranno, se possibile, ancora più tragiche, nonostante il disperato intervento di Piotr, avvocato difensore. Ora, in qualità di spettatore consapevole che il tutto verte sull'inaccettabilità della pena di morte, il problema non sta nella quantità di dramma ma nel modo di esporlo, che stavolta, purtroppo, mi è parso datato ed eccessivamente caricato. Certo è che in questo caso, raro, la posizione del regista è inequivocabilmente a favore del dettame religioso e contrario alla legge del suo pese che contempla la pena capitale. Concetto che esprime sin troppo didascalicamente per bocca di Piotr. Più esuberante del solito la fotografia, spesso arricchita da filtri colorati giallognoli ed aloni di ombreggiatura sfumata ai lati per, suppongo, accentuare nello spettatore la concentrazione sull'inquadratura ed il senso di alienazione, disagio e perdizione che essa porta in dote. Anche in questo episodio il regista si diverte a far comparire qua e la alcuni dei personaggi che hanno animato anche altri capitoli del decalogo, ad esempio: il tassista che finisce vittima di Jacek, era già comparso nel "Decalogo 4" mentre entrava nell'ascensore di condominio insieme ad Anka e suo padre (del quale capitolo erano i protagonisti) e, mentre costui, all'inizio, è intento a lavare il proprio taxi, fanno la loro apparizione Dorota e Andrzey, marito e moglie protagonisti del "Decalogo 2".
Dio, nelle solite sembianze del ragazzo muto osservatore, stavolta appare in due sequenze nelle vesti dell'operaio: dapprima in mezzo alla strada mentre si accinge a compiere delle misurazioni con un'asta graduata ed alla fine quando, all'interno del carcere, transita con una scala in spalla. Che dire? Quello che potenzialmente avrebbe potuto essere il migliore dei dieci film si rivela scontato, retorico, sovrabbondante e pesante. Personalmente non trovo particolarmente forti, ne funzionanti, le scene delle uccisioni, tutt'altro. Nel complesso si salva solo la prima parte, relativa al tassista ed alla sua esecrabile tendenza al becero ed incivile egoismo. Appena sufficiente.

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/06/2007 16.05.25
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Crimson  @  28/06/2006 14:57:15
   9 / 10
Un'altra vetta dell'opera di Kieslowski. Probabilmente è il decalogo che trasmette le emozioni più forti e pulsanti. La prima parte, in cui i due protagonisti vengono presentati separatamente, introduce anche al parallelismo che i due vivranno e di cui prenderanno coscienza rispetto al tema centrale, ossia la pena di morte. Due figure contrapposte rispetto alla giustizia, ma unite nel senso da attribuire alla stessa, che impareranno a percepire sulla base della loro drammatica esperienza. Non ci sono vincitori, questo episodio del decalogo è probabilmente anche il più amaro.
Due scene memorabili (spoiler).

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kubrick  @  14/06/2006 13:57:08
   9 / 10
credo sia il migliore dei 10..davvero bello! Mi ha lasciata sconvolta tutto il giorno, soprattutto per la scena dell'omicidio, però veramente bello! Grande kieslowski

viagem  @  25/04/2006 11:47:56
   9 / 10
Se negli altri episodi il collegamento con il precetto religioso è sfumato, non diretto e lo spettatore viene messo di fronte a una scelta, un dubbio etico, nell'episodio 5 invece, sin dai titoli di testa, è chiarissima la posizione del regista, che si attiene al tema del comandamento nudo e crudo, condannando l'atto dell'uccidere tanto del colpevole quanto della giustizia. L'inizio, con un montaggio alternato dei 3 protagonisti, è da antologia, così come le scene delle 2 morti: rigorose e senza scampo. In particolare la prima è una delle scene di uccisione più lunghe che io ricordi. Ma anche l'esecuzione dell'impiccagione è devastante, paradossalmente per la rapidità e la nonchalance con cui il boia la esegue.
Uno tra i migliori episodi del Decalogo.

ds1hm  @  08/02/2006 14:34:26
   10 / 10
Fu l'episodio del Decalogo mandato in anteprima nel lontano Cannes 1989. Fu il film che rivelò definitivamente Kieslowski: da allora non sbagliò più un film per quel poco di tempo ancora che potè lavorare prima di morire. E' un film stupendo, al solito non ci sono elementi patetici nel cinema del regista polacco: tutto è lasciato alla morale dello spettatore. Mi ha sempre colpito il motivo (il non motivo) dell'omicidio del ragazzo: Kieslowski semplicemente ci vuole mettere in contatto con l'imprevedibilità (spesso vista come elemento devastante per la realtà) nascosta in ogni essere umano. La scena è magistralmente divisa in frammenti tra i protagonisti. E' come se morissero tutti, comprese infatti le illusioni del giovane avvocato. Da rabbrividire l'ambientazione: la condanna di Kieslowski verso la sua Varsavia è tangibile attraverso i colori, il colore di un cielo sempre grigio, una grigia e immensa periferia con persone normali ma prive di un riferimento etico-religioso-civile. Ci somo immagini all'inizio del film che rappresentano un prologo da brivido sulla morte.

wight  @  03/08/2005 22:31:14
   10 / 10
Un pugno nello stomaco incredibile. E' uno degli episodi più riusciti del decalogo.

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/12/2005 15.31.01
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