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Da estimatore di M. Night Shyamalan sono rimasto un poco deluso dall’ultimo lavoro del regista d’origine indiana.Premetto che ho apprezzato più o meno tutte le sue precedenti opere,anche quelle maggiormente tartassate da critica e pubblico. “E venne il giorno” mi sembrava un progetto molto interessante sulla carta e le tante critiche negative non facevano che aumentare la curiosità considerato che i lavori di Shyamalan criticati più negativamente a me sono sempre piaciuti.Purtroppo la magia non si è verificata in questo caso,il film che comunque non definirei brutto,appare semmai poco bilanciato.Di ottimo livelllo in alcuni punti, incapace di rendere con efficacia il terrore dell’uomo davanti all’ignoto e all’inconcepibile in altri. A mancare è un’evoluzione degli eventi all’altezza,alcune scene infatti sono ben realizzate ma non si incorporano efficacemente con il dramma della coppia protagonista,i dialoghi tra questi infatti,mirati per la costruzione del finale, sono sciatti e più adatti ad una fiction di bassa lega.Lo stesso epilogo,solitamente pezzo forte di Shyamalan e noto autore amante del coupe de theatre, è scontato e non colpisce nel segno lasciando abbastanza indifferenti.Poco incisivi gli attori,con Leguizamo costretto ad un ruolo marginale,Wahlberg abbastanza inespressivo e la Deschanel che si limita a sgranare i begli occhioni blu per tutto il tempo. Dispiace che Shyamalan non riesca ad amministrare con ispirazione il tema portante a causa di un'inadatta interazione tra i personaggi e ad un narrato che diventa goffo in più punti,il regista però quando parla mediante immagini colpisce nel segno.Il suicidio di massa dei carpentieri,quello del tizio che si fa massacrare dalla macchina agricola o il vento che agitando l’erba “bracca” le malcapitate vittime sono dimostrazioni di grandi capacità. Shyamalan rimane un autore unico nel suo genere,che pur sbagliando film riesce a creare un’angosciante atmosfera sospesa tra fiaba nera ed horror,capace di trasformare in minaccia ciò che impossibile percepire come tale grazie al suo stile che lo rende unico e sempre in grado di piacermi anche quando non imbrocca alla perfezione l’obiettivo.