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Un Noir russo con molte caratteristiche dei film di Siodmak o Tourneau, tratto da un racconto di Hemingway. È questo il particolare, bellissimo esordio di Tarkovskji al Cinema. 20 minuti scanditi da una forte tensione narrativa, un'orologio da muro che va "avanti" di 20 minuti (la durata del corto) e un'azione che si svolge probabilmente nell'arco di 1 ora.
Primo cortometraggio diretto da Andrej Tarkovskij coadiuvato in regia da Aleksandr Gordon (questi autore della scena ambientata nella camera di Andreson), e recitato da alcuni suoi compagni di università. Per essere un lavoro amatoriale il lavoro del gruppo di studenti della storica e rinomata VGIK è di notevole fattura. Tratto da un racconto di Ernest Hemingway - poi portato sullo schermo anche da altri registi celebri come Robert Siodmak e Don Siegel- narra di due sicari che all'interno di un bar attendono l'arrivo della loro vittima. Pur ad uno stato embrionale Tarkovskij, presente anche come attore nei panni del cliente fischiettante, lascia intravvedere quelle potenzialità fuori dal comune che gli permetteranno di diventare uno dei registi più famosi e amati di tutti i tempi. Non un capolavoro ma indispensabile per l'ammiratore ai fini della maggior completezza possibile. Interessante come dimostrazione breve (dura 20 minuti scarsi) riguardo creazione e relativo mantenimento della tensione.
Buon corto di Tarkovskij, tratto da una bella storia di Hemingway. Curiosa la pressoché totale assenza di adulti nel film, e felice la collaborazione fra compagni di corso. Mancanza di musiche voluta, salvo l'ironico e tragico fischiettare dello stesso Tarko-attore nel film. Strepitoso il dialogo finale, supportato anche da un'ottima interpretazione dei due: "Sto per andarmene da questa città." "Questa è una buona cosa da fare." "Non posso stare a pensare che lui che aspetta in quella stanza sapendo che stanno per prenderlo. È terribile pensarci." "Meglio non pensarci."
Il primo cortometraggio di Tarkovskij, ispirato dall'omonimo racconto di Hemingway, già fa intravedere le eccellenti capacità del regista russo nel creare un clima di tensione dentro le mura del bar attraaverso i silenzi, i dialoghi taglienti e la bravura degli attori, tutti compagni di corso del regista. Da notare che la sequenza nella camera di Anderson è stata diretta da Aleksandr Gordon.