il mistero del falco regia di John Huston USA 1941
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il mistero del falco (1941)

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locandina del film IL MISTERO DEL FALCO

Titolo Originale: THE MALTESE FALCON

RegiaJohn Huston

InterpretiHumphrey Bogart, Mary Astor, Gladys George, Peter Lorre, Barton MacLane, Lee Patrick

Durata: h 1.41
NazionalitàUSA 1941
Generegiallo
Tratto dal libro "Il falcone maltese" di Dashiell Hammett
Al cinema nell'Agosto 1941

•  Altri film di John Huston

Trama del film Il mistero del falco

Una bella ragazza si reca dall'investigatore privato Sam Spade per incaricarlo di svolgere un'indagine. Il poliziotto accetta e si trova coinvolto in una vicenda in cui un gruppo di avventurieri è impegnato in una lotta senza quartiere per impossessarsi di un'antica "preda" di inestimabile valore.

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Voto Visitatori:   8,65 / 10 (60 voti)8,65Grafico
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Voti e commenti su Il mistero del falco, 60 opinioni inserite

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stratoZ  @  23/04/2024 17:37:54
   8½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

L'esordio di John Huston è un giallo serratissimo, estremamente intrigante e teso, con quella sensazione di mistero che pervade tutta la pellicola, dai primissimi minuti fino al finalissimo, è il classico thriller dalla sceneggiatura ad orologeria che nella prima parte si occupa di far venire fuori sempre più elementi intriganti, complicando progressivamente l'intreccio e nella seconda si occupa di sciogliere tutti i modi, lo fa in maniera efficace senza lasciare nulla al caso, rendendo la vicenda pressoché verosimile e creando un forte pathos, nonché una mole di suspense non indifferente, per le scelte dei personaggi.

Il film non è neanche così facile da inquadrare nel giochino dei generi, potrebbe essere uno dei primi noir ed effettivamente ha tanti elementi che possono rimandare al genere che da lì a pochi anni esploderà in America, tuttavia mancano ancora degli elementi, come i dilemmi psicologici preponderanti nei personaggi, per permettere di inquadrarlo totalmente in quel genere, lo definirei di più un giallo con delle sfumature di heist movie, se proprio vogliamo divertirci ad etichettarlo, ma insomma, quisquilie, fattostà che un personaggio come quello di Mary Astor è sicuramente tra i primi esempi di femme fatale, manipolatrice, cinica e dal discreto fascino che esercita sui personaggi per arrivare al suo scopo, una sorta di burattinaia, molto acuta nelle intuizioni, che controlla i giochi dalle retrovie anche quando sembra insospettabile e, ovviamente, di cui il protagonista si infatuerà.

La trama riguarda questa statuetta, un falco maltese fatto di oro, gemme preziose e via dicendo, dal valore inestimabile che diventa l'oggetto di brama di un gruppo di avventurieri che vuole a tutti i costi entrare in suo possesso. Fin da subito Miss Wonderly si rivolge a questi due investigatori privati per pedinare un uomo, con una scusa abbastanza banale, ma la sera stessa uno degli investigatori viene fatto fuori, assieme all'uomo che stava pedinando, da lì l'altro investigatore, ovvero il personaggio di Humphrey Bogart, decide di andare in fondo alla vicenda.
Pian piano emergono sempre più fattori e si scoprono progressivamente sempre più dettagli e personaggi del film, avviene quasi tutto in interni ed è strutturato su dialoghi serratissimi che mantengono alta l'attenzione e il ritmo, col personaggio di Bogart che via via mostra un carisma crescente man mano che acquisisce le conoscenze, dal fare contenuto, tipico della recitazione dell'attore, che gigioneggia poco e interpreta un carattere dai tratti quasi impassibili, con l'intuito investigativo e una freddezza notevole, che vacilla solamente di fronte al fascino che la donna, che si scoprirà avere un altro nome e che aveva mentito fin dall'inizio, trasmette su di lui.

Buona parte della tensione del film, specialmente nella prima parte, è data dal sospetto di giocare a carte coperte, non si riesce mai ad avere la certezza che qualcuno sia pulito o sporco, se nasconde qualcosa o è effettivamente sincero, e poi ci sono diversi bei confronti, a partire dal primo incontro tra Bogart e il personaggio di Peter Lorre, tra l'altro, a mio parere due monumenti del cinema, trattato anche con una certa ironia, fino ad arrivare agli incontri con Gutman, il boss ciccione che è alla ricerca di quel falco da decenni, col sospetto sempre che brami qualcosa sotto, cosa che in effetti si rivela spesso fondata.

La potenza emotiva del film esplode nell'ultima parte, il confronto finale in cui Bogart è venuto in possesso del falco e si trova in una posizione di vantaggio nei confronti degli altri, in cui emerge anche un forte elemento di tensione sulle decisioni dei personaggi, con diversi ribaltamenti di fronte, tradimenti e marce indietro che tengono l'interesse e le palpitazioni altissime, fino ad arrivare a quel finale in cui il protagonista sceglie il suo destino e quello della sua amata.

Dalla messa in scena minimale, quasi tutto girato in interni, Huston più che su una componente visiva notevole fa leva sul carisma degli attori e con un cast del genere fa inevitabilmente centro, magari, si potrebbe dire che Mary Astor non ha lo charme delle femme fatele poi diventate di culto come la Stanwyck, la Dietrich o la Hayworth, ma è un personaggio comunque efficace nel trasmettere quella sensazione di torbido inganno, invece su Bogart e Lorre, c'è ben poco da dire.

Dalla fotografia cupa, ma non ancora così artefatta come si vedrà nei noir che verranno e una regia solida fatta perlopiù di primi piani, piani a due e intriganti dettagli, Huston dirige un cult della Hollywood Classica, che non disdegna anche una certa ironia di fondo e ci porta nel pieno di questa vicenda tra omicidi, misteri, sigari, cognac, whisky, impermeabili e cappelli, affascinantissimo e con una non troppo vaga critica alla brama umana.

"But, well, if you lose a son, it's possible to get another. There's only one Maltese Falcon."

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  14/01/2024 14:08:06
   8½ / 10
Noir vecchio stampo e molto raffinato, con il grande Huston alla regia (seppur all'esordio in questa veste) e con l'innata classe di un cinico (e a tratti ironico) Bogart al suo servizio.

Godbluff2  @  25/07/2022 00:06:29
   8½ / 10
"John, cosa facciamo con questo film ?" "Oh be, è il primo film che giro personalmente, ci andrò piano: inventiamoci un nuovo genere cinematografico dai" "Ok, John..."
Ecco, le cose non sono mai così chiare e fluide naturalmente ma il risultato alla fine è più o meno quello e se c'è un film che può ragionevolmente essere indicato come capostipite di un modo di fare cinema, quello è "The Maltese Falcon", debutto alla regia di John Huston, tratto dal romanzo di uno dei maestri dell'Hard-Boiled, Dashiell Hammett. Si mettono sul tavolo tutte le carte che rappresenteranno grosso modo il genere negli anni successivi. C'è il detective privato, il duro, furbo e cinico ma con in fondo buon cuore e forti principi morali, che viene assunto e si ritrova in un vortice di intrighi, inganni e omicidi (Sam Spade, l'altro grande nome dell'Hard-Boiled insieme al collega chandleriano Marlowe), c'è una femme fatale, infida e ingannatrice verso la quale il protagonista sarà attratto da una fiammeggiante e improvvisa passione e con l'amarezza di non poter portare quella passione a compimento; ci sono i personaggi che si muovono spinti da desideri egoistici, avidità e disinteresse verso qualsiasi cosa non sia il proprio tornaconto. C'è dunque il lato più sporco delle storie da raccontare al cinema, il lato più sordido dell'essere umano. C'è l'indagine, l'intrigo e ovviamente c'è quell'estetica lì, fatta di oscurità, chiaroscuro, ombre che si muovono nella notte o in piccoli uffici polverosi, fumo di sigarette e luci e ombre che si incrociano tra le persiane. Insomma, ci sono tutti gli elementi dell'Hard-Boiled classico, che pure accetta di buon grado le variazioni sul tema, come quelle ben più amare e disilluse del massimo capolavoro del genere, quella "Fiamma del Peccato" wilderiana che, volendo fare la distinzione, si estende sul Noir più che sull'Haird-Boiled classico e puro e invece di farci seguire la cupa indagine del tipico detective privato, aumenta il dramma "Nero" mostrandoci come protagonisti da seguire due spietati e avidi assassini nella pianificazione di un omicidio e le conseguenze derivatene.
Amarezza e disillusione sono in ogni caso aspetti tipici in molti film del genere (per quanto Wilder abbia ben pochi rivali tra i suoi contemporanei sotto questo aspetto) ed è ben presente anche nello splendido esordio di Huston.
Oh, già, quello di Sam Spade in questo film è anche il ruolo che lanciò la carriera di Humphrey Bogart verso il firmamento delle stelle. Il vecchio Humphrey, resterà sempre "LA" faccia per eccellenza del cinema poliziesco-noir e nessuno gliela toglierà mai, questa cosa qui. Mary Astor, se questo è il "primo noir", si prende invece la palma di prima "dark lady del noir", e quell'ultima inquadratura, quel suo primo piano con le ombre della grata dell'ascensore che si stagliano sul suo volto angelico e spietato be, l'estetica noir è tutta in quel primo piano, se vogliamo. E poi i soliti attori secondari e/o caratteristi: strepitoso, come sempre, Peter Lorre nell'esibire la sua melliflua, viscida, inconfondibile e goffa ambiguità e altrettanto memorabile è Sydney Greenstreet; un circolo di attori davvero bravi e davvero in parte contribuisce a mettere in scena una narrazione appassionante, non sempre del tutto convincente a livello di sviluppi narrativi forse, ma avvincente e agile nel ritmo, coinvolgente e divertente da vedere ancora oggi. Bogart, furbo e ironico, è irresistibile, adorabile, carismatico. I dialoghi sono scritti brillantemente, azzeccatissimi molti scambi di battute e la regia di Houston dona dinamismo ed è capace di dare intensità ad ogni sequenza, dosando azione, ironia e tensione con grandissima cura. Arthur Edeson ha curato la fotografia che, in questo film forse un tantino di importanza ce l'ha.
Questi erano i film più coraggiosi del cinema americano dell'epoca (escluso "Citizen Kane", vabè) e narrativamente "The Maltese Falcon" non fa eccezione, da bravo apripista: è una storia amara, che inizia dal nulla e per nulla e finisce per nulla e nel nulla. Vuoto, disilluso. Non siamo ancora dalle parti della deriva più "Nera" che l'hard-boiled prenderà a partire da Billy Wilder e con altri esempi dopo di lui, ma siamo comunque di fronte ad un grandissimo classico del genere, un bellissimo film, un mezzo-capolavoro che Huston riuscirà anche a superare, un decennio dopo, ai tempi delle giungle d'asfalto.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  01/04/2021 16:37:42
   8½ / 10
Lo preferisco, soprattutto per la minore complessità, a Il grande sonno. Sembra un'opera teatrale.

cort  @  12/02/2021 19:52:19
   7½ / 10
Un film confezionato in maniera ottima con: ottimi attori(tutti) e trama complessa il giusto(sopratutto perchè spiegata semplice) .
La regia, sebbene a inquadrature ottima, non da la spinta in più sia nella caratterizzazione dei personaggi(gran caraterizzazione ma troppo specifica e con tick un pò troppo teatrali) che nell'intrico della storia che viene troppo spiegata e poco "vista".

CyberDave  @  07/08/2020 16:43:14
   8 / 10
Uno dei film più avvincenti che abbia visto, con dialoghi bellissimi e gestito benissimo per l'intera durata.
Bogart con un interpretazione magistrale del detective Spade lo rende un classico imperdibile per il genere noir/giallo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  06/11/2019 17:46:15
   7½ / 10
Dopo aver lavorato come sceneggiatore per grandi registi il giovane John Huston dirige il suo primo filme, e fa subito centro.
Del resto quando si lavora con registi del calibro di Howard Hawks e William Wyler il passo è breve.
Un ottimo noir con protagonista il solito Bogart intrecciato da diverse donne e da un oggetto di grande valore.
Da non perdere.

Dom Cobb  @  23/06/2018 16:47:38
   7½ / 10
Il detective privato Sam Spade accetta di svolgere un'indagine su una persona scomparsa per conto di una misteriosa donna. Ben presto, si ritrova coinvolto in una girandola di omicidi, tradimenti e loschi figuri, che ha al suo centro la ricerca di una famigerata statua dorata dalla forma di un falco...
Con l'esordio da regista di John Huston prende piede nel cinema americano uno dei suoi generi più fortunati, il noir: con le sue ovvie influenze dal cinema tedesco espressionista, nonché da alcuni titoli più recenti ("Quarto potere" su tutti), esso si rivelerà una miniera di successi per la Hollywood degli anni quaranta, lasciando un marchio indelebile nella sua filmografia che oggi trova ancora numerosi richiami.
Come primo tassello importante del genere, "Il mistero del falco" fa la sua figura, presentando tutte le caratteristiche fondamentali del genere: un cast di personaggi, protagonista incluso, moralmente grigio e ambiguo, dove nessuno è un eroe e tutti sono spinti da motivazioni moralmente discutibili come l'avidità, la vendetta o soltanto un ego smisurato; una trama cervellotica e ricca di inaspettati colpi di scena all'interno di un ambiente urbano; l'utilizzo esclusivo del bianco e nero, con l'uso di inquadrature sbilenche, contrasti luce-ombra e tutto il repertorio di tecniche espressioniste. E, soprattutto, un protagonista carismatico e convincente al centro della vicenda, che qui come nella maggior parte dei casi trova il suo interprete ideale nella maschera cinica di Humphrey Bogart: come è il caso per John Wayne, Bogart è un altro di quegli attori che da sempre l'impressione di interpretare sé stesso in ogni film che fa, dove basta un sopracciglio inarcato o il minimo movimento dei tratti facciali per esprimere una miriade di possibili atteggiamenti. Non è un caso che si sia imposto rapidamente come l'icona ideale di questo genere di film.
Il suo Sam Spade, furbo, sarcastico, cinico all'inverosimile e sempre a un passo dal diventare simile ai criminali con cui si ritrova spesso faccia a faccia, è forse l'aspetto più riuscito del film, a cui giova anche l'esercito di spalle e villain fra cui si fa ricordare l'accoppiata di "cattivi": un Peter Lorre vagamente effeminato e Sidney Greenstreet pancione tutto sorrisi sornioni. Non male inoltre, anche se forse un po' anonima, Mary Astor nel ruolo standard della femme fatale, altro archetipo del noir. L'alchimia del cast e il modo in cui tutti i personaggi interagiscono fra di loro è proprio uno dei motivi per cui il film funziona così bene, e le atmosfere gotiche evocate dalla fotografia in bianco e nero sono un altro punto a favore.
E' un peccato allora che, specialmente nel terzo atto, la trama si lasci prendere troppo la mano, tirando fuori un paio di colpi di scena di troppo e rendendo la trama più complicata del necessario,


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uno dei casi in cui il ritmo veloce diventa un'arma a doppio taglio: perché se da una parte permette una visione coinvolgente e priva di tempi morti, dall'altra impedisce di assorbire l'enorme quantità di informazioni che ci vengono date minuto dopo minuto. E sotto questo aspetto delude in parte anche il finale, che personalmente ho trovato molto anticlimatico.


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In ultimo, dovrei anche far notare, al di là del grado di intrattenimento della storia, la mancanza di veri contenuti a sostenere il tutto: i personaggi infatti rimangono nell'ambito dello stereotipo a dispetto delle buone interpretazioni e l'intera vicenda si gioca solo sul ritmo veloce, l'abilità di svelare i colpi di scena e l'intrattenimento superficiale. A livello emotivo e di contenuti, non c'è purtroppo granché di cui parlare.
In definitiva comunque, questi difetti non rendono "Il mistero del falco" un brutto film, solo mi impediscono di gridare al capolavoro. Rimane un film girato bene e altrettanto ben interpretato: intrattiene a dovere per una serata di relax, e già solo il fatto che richieda l'attenzione del pubblico per farsi capire è un pregio non da poco.


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david briar  @  24/08/2017 17:21:47
   8 / 10
Più o meno dello stesso livello de "Il grande sonno", ma leggermente meglio. L'uso della profondità di campo e i campi medi che comprendono i soffitti tradiscono tutta l'influenza di "Citizen Kane" sul cinema americano(anche quello particolarmente classicheggiante, come questo). Grazie all'uso di questa tecnica il film è claustrofobico e molto ritmato, con una prevalenza di ambienti chiusi. Bogart è meno affascinante rispetto al film di Hawks, e non ha una controparte femminile davvero memorabile che sia capace di rendere il film un po' più "seducente": in compenso la trama è perfettamente comprensibile, gestita con tempi perfetti e intrigante, e il finale è un vero gioiello, "fatto della materia di cui sono fatti i sogni". Forse meno affascinante de "Il grande sonno" con cui viene naturale paragonarlo, ma per quanto mi riguarda l'intrattenimento è di maggiore qualità. Accessibile a tutti ancora oggi e non tanto datato..

pak7  @  19/11/2016 09:09:55
   8½ / 10
Piccola grande perla del Noir. In wishlist da una vita, finalmente sono riuscito a recuperarlo. Pellicola ineccepibile sotto diversi punti di vista, molto intenso: perdersi anche solamente un secondo di film vuol dire rischiare di non capire qualcosa di fondamentale. Ottimo.

Thorondir  @  01/03/2016 20:43:04
   9 / 10
Uno dei primi veri noir di Hollywood che ha fatto scuola come intreccio e ambientazione. Huston riesce a gestire una storia fatta di intersezioni e raggiri mantenedo una livello di tensione impensabile per l'epoca. La regia secca e classica riesce a far comprendere tutti i vari risvolti dovendo seguire una sceneggiatura di ferro. Bogart giganteggia e l'ambientazione è una delle più azzeccate alla vicenda che io abbia mai visto per il cinema. Guardarlo oggi può essere un problema, perchè parliamo di un film che ha più di 70 anni e che nella seconda parte tende veramente troppo a "spiegare", ma questo è grande, grandissimo cinema, nonchè una delle pellicole che più hanno codificato il genere noir che avrebbe spopolato nei '40 e '50.

steven23  @  03/04/2014 15:04:14
   9 / 10
Esordio dietro la macchina da presa per John Huston con un film non certo semplice, tratto da un romanzo di Hammett e, soprattutto, già portato precedentemente sul grande schermo due volte nel giro di cinque anni. Questo resta quindi il terzo adattamento; non so se sia il migliore dato che gli altri non li ho visti, ma sicuramente resta un grandissimo film nonché pietra miliare di un genere che, in seguito, regalerà alcune tra le pellicole più affascinanti della storia del cinema.
Avendo a disposizione un budget alquanto limitato, Huston è costretto a fare alcune scelte piuttosto delicate: innanzitutto opta per un'ambientazione costituita totalmente di interni. La scelta, oltre a rivelarsi azzeccata, dona alla pellicola un tono piuttosto claustrofobico, accentuato ancor di più dalle tinte del bianco e nero estremamente cupe.
In secondo luogo il cast, anch'esso pesantemente condizionato dalla mancanza di fondi adeguati. In pratica nella lista non figurava alcun divo di primo piano (ovviamente parlando del '41) e c'è persino una fugace apparizione del padre del regista, ma il risultato è comunque straordinario. Bogart, per la prima volta lontano dai ruoli che l'avevano fatto conoscere al grande pubblico, dimostra da subito le sue eccezionali capacità attoriali, per non parlare di Lorre e Greenstrett, quest'ultimo praticamente al debutto malgrado l'età avanzata. L'unico appunto mi sento di farlo per la Astor; malgrado una buona interpretazione non l'ho trovata adatta al ruolo di dark lady che, successivamente, copriranno in maniera fenomenale attrici quali la Stanwyck e la Hayworth. Forse avrei visto meglio colei che doveva inizialmente avere la sua parte, vale a dire Geraldine Fitzgerald.

Per il resto che altro si potrebbe aggiungere. La sceneggiatura è magistrale e offre una galleria di personaggi incredibilmente eterogenea; e non solo, la gran parte di essi risulta persino ottimamente caratterizzata.
E poi, beh... a differenza di altri non credo affatto che il film sia invecchiato anzi, se visto da un certo punto di vista risulta terribilmente attuale. Il dover lottare unicamente per se stessi, l'essere pronti a tutto pur di ottenere ciò che si desidera... e con pronti a tutti s'intende anche calpestare chiunque, parenti o amici compresi, per arrivare a un fine magari anche piuttosto banale. Insomma, direi che in questo rispecchia più che bene la realtà odierna.
A tal proposito è perfetta la battuta finale di Bogart alla domanda del poliziotto sul materiale di cui è composto il falcone...

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DogDayAfternoon  @  15/02/2014 18:06:58
   6½ / 10
Tanta, troppa confusione. Ho fatto una fatica bestiale a seguire l'evolversi dell'intreccio, tanti nomi senza volto pronunciati all'inizio del film oltre a scene e personaggi che compaiono all'improvviso senza un perché (o meglio, senza che io abbia capito chi siano perso nei meandri del labirinto di questa storia). Ha il merito di presentare comunque un certo fascino, ma come per "Il grande sonno" l'eccessiva confusione della trama non mi ha fatto apprezzare il film fino in fondo.

Humphrey Bogart si conferma uno dei miei attori preferiti nonché il migliore della sua epoca.

topsecret  @  10/02/2014 22:40:42
   7½ / 10
Terzo adattamento del romanzo di Dashiell Hammett, uscito nel 1941 sotto la direzione di John Huston e interpretato magistralmente da Humphrey Bogart e Mary Astor.
Un noir dal sapore classico, dal buon ritmo e dalla trama intrigante, ben diretto ed interpretato e capace di dosare in modo credibile suspense, ironia e sentimento, regalando una visione senza artifizi e coinvolgente.
Da recuperare.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  06/12/2013 11:51:12
   5½ / 10
Ad essere sinceri non mi ha entusiasmato questo poliziesco (o noir, come vi pare).
Troppo verbale, pochi colpi di scena. Parlano troppo! E nemmeno in modo spontaneo, infatti credo che tutti i personaggi siano stereotipati e non mettono empatia. Bruttissimo Peter Lorre a differenza di Bogart che è un bell'uomo (non a caso è stato un idolo maschile) ma dal profilo attoriale non sono male. Deludente il finale, almeno secondo me, ma in generale posso dire che mi ha deluso tutto il film perché non c'è suspense né niente che attira veramente. E' invecchiato male, ammettiamolo.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  03/12/2013 12:35:33
   9 / 10
Altro bellissimo esordio noir (alla pari di Scarface di Hawks), in una pellicola dal ritmo incredibile, personaggi eccezionali ed una tensione che non cala mai per tutta la sua durata. Più attento a sorprendere con gli eventi ed i dialoghi che a fornire una trama comprensibile, lascia lo spettatore ammirato. Un classico immortale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  24/06/2013 12:32:30
   8 / 10
Un Classico, pietra miliare del noir e folgorante esordio di un certo John Huston alla regia. Anche la sceneggiatura è sua: come con i vecchi noir made in Hollywood si tratta di vertiginosi avvenimenti fitti di nomi, doppi giochi, tradimenti e cinismo conditi da un'ironia sempre presente. Aggiungiamoci l'elemento quasi esotico del falcone maltese, che all'interno della storia sembra provenire proprio da un altro pianeta ma che "è fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni", e il gioco è servito.
Cinema d'alta scuola, intramontabile. Bogart è sempre lui.

JOKER1926  @  02/04/2013 00:48:23
   5 / 10
E' stata forse la prestigiosa regia , quella di John Huston, ad elevare smodatamente "Il mistero del falco", film del 1941.
Anche se tecnicamente il prodotto (genere giallo) è buono con una confeziona curata ed attori in gamba viene meno, irrimediabilmente, nella sceneggiatura, nella storia.
Insomma si fa una fatica estrema ad inquadrare con precisione ciò che succede; quasi tutte le dinamiche del film non riescono a collegarsi in una linea logica. I personaggi che abitano la sceneggiatura sono improbabili, le circostanze e le narrazioni si addensano in un qualcosa di indecifrabile. L'impostazione teatrale degli attori decreta le crepe temporali della pellicola; fra gli attori da notare il detective interpretato da Humphrey Bogart.
Dunque caos ed episodi inspiegabili sommergono il film nel nome di una confusione da nausea.
Poi se vogliamo render retorico ogni discorso possiamo allora elogiare "Il mistero del falco" come film oscuro e dialogato. Ma, con coscienziosa obiettività, bisogna invece affermare che quello di Huston è un film costruito malissimo che ha goduto, e tuttora gode, di stime deficienti ed esagerate.

bm_91  @  22/03/2013 16:50:08
   9½ / 10
Non saprei cosa dire se non BELLO!!! Una perla di cinema noir, resa tale da un indimenticabile e intramontabile Bogart!

vehuel  @  22/01/2013 12:52:48
   10 / 10
Questo film è semplicemente un capolavoro, con la Fiamma del Peccato di Wilder è il mio noir preferito. Mi è piaciuto più del blasonato "The Big Sleep" che considero a mio modestissimo parere un pò troppo intricato nelle sceneggiatura.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  07/01/2013 20:26:44
   9½ / 10
Molto più di un film. Il capostipite del genere noir (per chi scrive il genere per eccellenza) è fatto della stessa materia dei sogni, citando Bogart che cita Shakespeare. Ovvero supera l'esame del tempo restituendo tutto ciò che rende magnifico, per ogni appassionato, il noir nell'era d'oro di Hollywood:
- sceneggiatura magistrale
- regia impeccabile nel creare un clima claustrofobico (tutto in interni)
- attori entrati nel mito: Bogart naturalmente, ma anche Lorre di Greenstreet
- una dark lady manipolatrice

La trama, davvero intricata, si dipana serrata; poca azione, ma un'intensità continua che avvolge i personaggi in un clima di doppi giochi, sospetti, malaffare. Lo splendido finale caccia via ogni dubbio sulla verbosa resa dei conti, così diversa da esplosioni o inseguimenti a cui siamo fin troppo abituati.
Non l'eccellenza solo perché il noir, qui codificato e reso immortale, riuscirà a superare il suo battistrada.

Imprescindibile in ogni videoteca.

Goldust  @  02/01/2013 17:10:41
   8½ / 10
Esordio di Huston alla regia per questo complesso noir che si potrebbe definire da camera poichè ripreso quasi esclusivamente in interni. Non si spara neanche un colpo eppure la sapiente sceneggiatura fatta di colpi di scena e giochi di specchi, il ritmo serrato e le interpretazioni memorabili degli interpreti - Greenstreet e Bogart soprattutto, ma anche Lorre è notevole - lo elevano a status di pietra miliare del genere.

Aloisius  @  10/07/2011 04:33:42
   10 / 10
E' il vero e unico capostipite del noir......certo, Hollywood, la vera Hoollywood, quella che è entrata nel mito e non quella moderna, ce ne ha regalati altri, come "Il grande sonno". "La fuga" oppure "Gilda" ma questo è il padre di tutto.
Non si tratta soltanto di un film ben riuscito, grazie alla sapienza di regista, sceneggiatore, cast e fotografo ma è il via libera ad un genere che ha caratterizzato una parte importante del cinema.
E pensare che le prospettive non erano certo incoraggianti, con un regista ( J. Huston) al suo primo vero film e un attore protagonista (Bogart) che fino a quel momento aveva recitato prevalentemente in ruoli secondari e stereotipati, sempre o quasi il classico gangster che finiva sulla sedia elettrica.
Insomma, le incognite erano molte e forse nessuno si sarebbe aspettato di ritrovare questo film tra i migliori della storia del cinema americano (a dirlo non sono io ma una associazione specializzata nella cura e salvaguardia delle pellicole made in USA).
Nel film funziona praticamente tutto, compresa la trama, non banale ma nemmeno troppo fantasiosa da apparire surreale; alcuni passaggi necessitano di essere seguiti con attenzione altrimenti si rischia di perdere il filo della storia ma in un noir ci può ampiamente stare.
Da tenere nella propria videoteca.

7219415  @  09/06/2011 23:12:38
   9½ / 10
C-A-P-O-L-A-V-O-R-O
strepitoso Bogart

Oskarsson88  @  18/05/2011 10:15:40
   8 / 10
Diavolo, un film davvero intricato e dall'alto ritmo. Bogart stupefacente. A volte si fa un po' fatica a seguire la trama... comunque tante frasi belle; uno dei capostipiti del noir!

MidnightMikko  @  16/04/2011 18:01:00
   10 / 10
Un noir seminale, diretto magistralmente da John Huston e interpretato da un cast fenomenale (Bogart e Lorre su tutti).
Soggetto e sceneggiatura favolosi, con colpi di scena e intrighi assicurati.
Capolavoro

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  20/02/2011 22:29:28
   8½ / 10
Film di ottima fattura tratto da Il Falcone Maltese del grande Hammett. Huston rimane ancorato al plot del maestro del noir (e come dargli torto) e ciò comporta probabilmente una certa complessità a seguire la trama ricca di personaggi. Rimane un caposaldo del noir e della storia del cinema, forse non il migliore ma carico di fascino e suspense. Humphrey Bogart ad interpretare Sam Spade è un valore aggiunto alla qualità già elevata dell'opera.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  13/12/2010 00:37:53
   8 / 10
I film americani d'altri tempi, visti al giorno d'oggi, risultano sempre un po' ammantati da un'aura di mitismo che ne esalta il fascino e provoca una bonaria sopravvalutazione (passatemi il termine). Forse è anche il caso di questo Il mistero del falco, esordio alla regia di Huston e manifesto, tra gli altri, della hollywood dei tempi d'oro (metà degli anni '30 - metà degli anni '50).
Resta il fatto che, da un romanzo di Dashiell Hammett, uno degli inventori della letteratura hard-boiled, Huston ha saputo tirar fuori un gran film, che alla struttura narrativa da giallo riesce a commistionare una resa visiva in pieno stile film noir (ambientazioni notturne, omicidi, misteri, detective in impermeabile lungo circondati eternamente da una cappa di fumo, fotografia contrastata ecc.).
Dialoghi serrati, frasi che sembrano fatte apposta per diventare citazioni, ritmo che procede a seimila allora e straordinari personaggi. Spettacolare la caratterizzazione del detective Sam Spade, un antieroe imprevedibile, impudente e donnaiolo e che sembra rivelarsi permeato solo di cinismo ed opportunismo finchè il finale non ne rivela la vera natura, e Brigid Shaughnessy è la perfetta femme fatale capace solo di mentire e tirare nella propria rete gli uomini che la circondano.
Le tecniche attoriali, caratterizzate da una teatralità che ne rivela l'invecchiamento, forse fanno un po' sorridere al giorno d'oggi, ma Bogart era e rimane un boss anche a quasi sessant'anni di distanza, Lorre è semplicemente fantastico, e Greenstreet ottimo nella parte del grasso riccone motivato solo dal denaro.

"Se perdi un figlio puoi averne un altro... ma il falcone è uno solo."

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  11/08/2010 13:08:46
   7 / 10
Huston abbiamo un problema: i noir hollywoodiani mi piacciono quasi poco quanto le commedie hollywoodiane.

Il prosciugamento dei sentimenti e delle personalità, il ritmo spedito, arido, e il piglio ironico, faranno sicuramente de 'Il mistero del falco' una pietra miliare del genere, efficacissimo nel racconto di belve in atto di contendersi la preda tra i covi e le giungle d'asfalto; ma qui si rinuncia un po' allo spessore, all'indagine psicologica dei personaggi, e l'intreccio narrativo mi ha suscitato nel suo insieme un certa monotonia.
Del resto, quei primi aspetti ai quali ho accennato, credo li avesse dettati già Hawks con il suo 'Scarface'.

Huston a mio parere realizzerà le sue cose migliori più tardi.

3 risposte al commento
Ultima risposta 05/09/2010 21.03.48
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The BluBus  @  08/07/2010 23:54:41
   8 / 10
Ottimo noir, forse invecchiato un po' troppo, ai tempi avrebbe meritato un voto maggiore.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  30/05/2010 23:41:44
   8 / 10
Noir memorabile, il 'vade mecum' del genere, pervaso da una beffarda ironia tanto irresistibile da riuscire a far passare inosservati ad alcuni passaggi che in effetti dimostrano la loro età. Gioco di indagini e rimandi in una magistrale atmosfera tra il torbido e il dannato, grande sceneggiatura e maestosa regia dell'esordiente Huston, con un cast strepitoso e l'icona Bogey assolutamente perfetta. Imperdibile.

Gabo Viola  @  21/02/2010 13:09:08
   9 / 10
Intreccio superbo, uno dei più grandi noir mai creati

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  11/11/2009 00:03:17
   9 / 10
L'esordio di Huston costiutisce l'archetipo del genere noir, ne impone le future direttrici e decreta la nascita del mito Bogart. Invecchiato o meno, comunque quando si parla di noir, Il mistero del falco è un passaggio obbligato.

Dr.Orgasmatron  @  26/09/2009 20:06:23
   9½ / 10
Nella prima opera del grande John Huston tuta la vicenda gira attorno al possesso del "mitico" falcone maltese, statuetta d'oro di inestimabile valore. Attori sopra le righe, soprattutto l'immenso Bogart e Peter Lorre. Huston miscela alla grande ironia, ritmi serrati e suspence per un'opera che è leggenda del cinema. Esordio sfolgorante

edmond90  @  27/07/2009 15:58:10
   9½ / 10
Primo grande film di Huston dotato di una eccezionale sceneggiatura e di protagonisti perfetti,su tutti ovviamente l'inimitabile Humprey Bogart

Invia una mail all'autore del commento BIONDO  @  14/07/2009 00:05:55
   9 / 10
un gran bel film...una sceneggiatura di ferro presa da esempio da molti polizieschi successori, e un bel finale!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  07/05/2009 01:54:44
   8½ / 10
Come dimenticarsi di questo filmone in bilico tra il giallo e il noir. Un Bogart Spettacolare ci trascina nella storia con i suoi soliti modi impeccabili da uomo durissimo! Tutti gli attori sono davvero in gamba. Un film che non stufa mai.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Bogart59  @  07/05/2009 01:46:06
   9½ / 10
L'esordio di Huston è per me il suo più grande capolavoro. Un must ed un modello nel genere. Senza parole per Humphrey Bogart

paride_86  @  21/02/2009 02:57:58
   8 / 10
Gran bel noir, anche se la trama è piuttosto complessa. Tutto ruota intorno ad un misterioso falcone maltese, desiderato da tutti.
Parecchi degli eventi narrati sono solo "raccontati" dai protagonisti, che reggono egregiamente la scena. Memorabile Bogart, nonostante sia un attore quasi mono-espressivo.

paolino77  @  07/02/2009 12:47:31
   9½ / 10
Il noir parte più o meno da qui....e che partenza!!!

fragolina51  @  26/01/2009 01:29:10
   9½ / 10
Senza alcun dubbio uno dei migliori noir della storia

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Granf  @  12/12/2008 12:50:32
   10 / 10
...E' la materia di cui sono fatti i sogni...
Straordinario esordio di John Huston, che, basandosi su un racconto tradotto in sceneggiatura dallo stesso regista, crea le fondamenta del genere noir.
Di gran classe la sceneggiatura: personaggi e dialoghi storici, interpretazioni superbe dei grandissimi attori presenti, Humphrey Bogart con la sua sigaretta è unico per classe ed eleganza, Peter Lorre straordinario e l'impeccabile femme fatale Mary Astor.
Ironico, ricco di suspance, romantico e con un ritmo vertiginoso. Intreccio geniale, situazioni poi riprese praticamente in ogni film di genere, spunto principale per tantissimi film e registi.
Storia del cinema.

"Una ragionevole dose di pericolo fa bene alla salute"

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Ultima risposta 12/12/2008 13.25.57
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Dan of the KOB  @  09/09/2008 19:54:05
   9 / 10
Uno dei migliori noir della storia del cinema (gli preferisco Il grande sonno, anche perchè Hawks è uno dei miei registi preferiti)!
Una sceneggiatura perfetta e un Bogart magistrale ed affascinante come non mai!
Di film così purtroppo non se ne vedono più...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Blutarski  @  11/07/2008 22:34:04
   10 / 10
Pilastro del genere noir, più specificatamente del genere hard boiled The Maltese Falcon è uno dei più grandi film della storia del cinema. Tratto dall'omonimo romanzo di Hammett, il film trova il suo punto di forza in un montaggio essenziale di campi e controcampi secondo i canoni del decoupage classico, in una fotografia chiaroscurale di grande impatto psicologico sullo spettatore, che funziona come catalizzatrice di senso (il gioco dei bianchi sui neri ha sempre una forte connotazione che un momento accentua l'ambiguità dei personaggi, che sembrano sempre nascondere qualcosa o recitare un parte nascondendo le loro vere intenzioni, oppure in altri momenti servono a dare un tono minaccioso all'azione) e non meno importante, in una formidabile interpretazione da parte soprattutto dell'ineguagliabile Bogart, nei panni di questo (come di altri) eroe nero.

Questo film è l'essenza del noir, oltre agli aspetti tecnici appena evidenziati ciò che più conta è l'ambiguità morale che non permette di trarre degli insegnamenti scontati, tutto ciò travalicava i confini del cinema di allora, dove era inconcepibile un finale 'negativo' o neutro. Ad aggravare tutto ciò c'è l'indefinibilità dei personaggi, la loro oscura natura che non permette una chiara distinzione tra buoni o cattivi, all'insegna di un realismo puro, che mostri tutti i lati dell'essere. Questo riflette una realtà molto più frammentata e ricca di quella del cinema classico; i personaggi devono fare i conti con una moltitudine di opzioni (più o meno moralmente giuste, più o meno penalmente rilevanti), che di fatto non permettono nemmeno allo spettatore una chiara consapevolezza di cosa sia giusto o sbagliato. E non è un caso se Spade alla fine risponda a Cora con quel ragionamento che a primo impatto può sembrare anticonvenzionale o innaturale, specie per la forza della battuta, che allude proprio a questo rifiuto di prendere la realtà come bianco o nero, giusto o sbagliato ma, al contrario, prospetta delle scelte difficili, spesso discutibili, ma mai ovvie.

Ovviamente dietro questa grande storia c'è un romanzo di successo, però bisogna riconoscere il grande merito di Huston nell'averlo tradotto magistralmente per il grande schermo.

phemt  @  01/07/2008 10:44:52
   8½ / 10
Pietra miliare del genere noir!
Regia e fotografia ad altissimi livelli, personaggi caratterizzati benissimo, sceneggiatura di ottimo livello e un intreccio che funziona alla grande…
Bravissimo Lorre, male la Astor quasi completamente fuori parte, naturalmente unico nel suo genere Bogart che disarma Lorre, lo carica di mazzate e lo perquisisce senza mai togliere la sigarette dalle labbra…

xxxgabryxxx0840  @  25/04/2008 18:28:50
   9 / 10
Il punto di partenza per tutti i noir successivi. Non il migliore in assoluto, ma comunque un film eccellente dove ci sono tutti gli ingredienti del noir d'eccellenza. Bogart domina la scena dall'inizio alla fine.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  15/01/2008 12:57:22
   8 / 10
Tra tutti i noir che ho avuto occasione di vedere questo è quello che preferisco di meno.
Come punto di partenza per un nuovo genere probabilmente sarà per le decadi a seguire il modello per tutti gli archetipi di questo filone che verranno girati, thriller, gangster, comunque omicidio, femme fatale, girato prevalentemente in notturna. Dalla sua, questo film oltre ad una bellissima fotografia ha uno splendido soggeto cinico-sfottò costruito sul personaggio di Hamprey Bogart, con questo film impostosi come emblema della duttilità cinematografica Hollywoodiana. Tutto sommato trovo però che la pellicola di Huston invecchi relativamente non troppo bene, di sicuro un capolavoro, probabilmente, ma ad un giudizio soggettivo fatico a mettere un otto anche se mi rendo conto se lo meriti comunque tutto, compresa la media del sito.

The Monia 84  @  12/01/2008 12:49:16
   9 / 10
Il demo di tutto il noir.
Qui c’è davvero tutto l’impianto – contenutistico e formale - al quale farà riferimento la cinematografica “noir": Sam Spade e’ forse il primo anti-eroe della storia di Hollywood, protagonista di un grottesco balletto di mostri, tra richiami espressionisti e sprazzi di umorismo sardonico.
Disillusione e cinismo sono i due temi cardine della figura interpretata dal magnetico Bogart. Il resto lo fanno una regia già impressionante, l'eccellente fotografia in bianco e nero, la celeberrima battuta finale (“The stuff that dreams are made of") e la coppia di raffinata e morbosa crudeltà formata da quei due mostri di bravura che furono Lorre e Greenstreet.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  06/01/2008 21:43:51
   9 / 10
Capostipite del noir, questo splendido esordio di John Hustoun immortala quelli che saranno poi i capisaldi del genere: antieroe sdrucito ma affascinante nella sua ambiguità amorale, femme fatale pericolosa e seducente, atmosfere cupe ed intrise di fumo di sigaretta e dialoghi serrati ("E' la seconda volta che mi metti le mani addosso!" "E non ho ancora finito.").
Stratosferico Bogart al suo primo ruolo "positivo", sigaretta perennemente accesa e sorriso sornione, dominatore assoluto della scena al fianco di quelli che diventeranno poi due suoi fedeli comprimari nei film a seguire: il sempre ottimo Peter Lorre (già mostro di Dusseldorf con Lang) ed il corpulento Sydney Greenstreet.
Francamente inadeguata invece Mary Astor, priva di quel fascino seducente ed ammaliante che caratterizzerà altre "colleghe" come Ava Gardner, Loren Bacall, Barbara Stanwyck, Alida Valli e soprattutto Rita Hayworth.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  30/12/2007 14:34:43
   9½ / 10
Difficile dire se sia più bello questo o "Il grande sonno". "Il mistero dal falco" ha dalla sua l'aver inaugurato un genere e, per questo, rimane una pietra miliare della cinematografia mondiale. La caratterizzazione di Humphrey Bogart, lo charme di Mary Astor, la strutturazione della vicenda che già presenta un sottobosco di personaggi e fatti assolutamente notevole, contribuiscono a rendere "Il mistero del falco" un film con un’attrattiva ed un fascino secondi a nessuno. Il grande sonno, invece, è un film perfetto che, tramite la lezione de "Il mistero del falco" e di tutti i noir successivi, concorre tra i 10 o 15 film migliori della storia. Questi due film si potrebbero paragonare a "Ombre rosse" e "Sentieri selvaggi" proprio perchè anche questi, dal canto loro, erano stati rispettivamente apripista e capolavoro indiscusso del cinema western. Comunque, "Il mistero del falco", rimane un passaggio fondamentale per qualsiasi appassionato di cinema.

Ch.Chaplin  @  04/12/2007 13:52:52
   8 / 10
son d'accordo con kowalsky, questo film è un capolavoro x l'epoca in cui è stato girato (anche se ricordiamo che nello stesso ci fu un altro esordio alla regia, il migliore della storia: parlo ovviamente di welles), ma non passa l'esame del tempo. risulta vecchiotto sia come regia che come sceneggiatura. ottima la fotografia e bogart

Crimson  @  08/11/2007 00:19:11
   8 / 10
Noir avvincente, sicuramente uno degli antesignani del genere.
Personaggi di grandissimo spessore e una sceneggiatura eccellente.
Oltre al grande personaggio di Bogart, spigoloso e arcigno, sono strepitose le figure della dark lady (fino all'ultimo lascia il dubbio se sia credibile o meno, se sia franca o un'astuta doppiogiochista) e di Joel Cairo, ossia il mitico caratterista Peter Lorre, che ricordo tra gli altri anche ne 'l'agente segreto' di Hitchcock in un ruolo simile, assolutamente strepitoso.
Per gli amanti del genere è sicuramente un must, anche se non è in cima alle mie preferenze.

Constantine  @  16/12/2006 16:22:52
   9½ / 10
Non c'è che dire film magistrale, che segna indiscutibilmente il suo periodo cinematografico e lascia un marchio indelebile sul genere, la regia di Huston e la prova di Bogart nei panni del detective Spede sono semplicemente perfette. Tutto il film assume un taglio inconfondibile che ha resistito allo scorrere del tempo in maniera vivida, lasciandolo godibile anche a confronto di produzioni molto moderne. Se proprio debbo trovargli un difetto, non mi ha garbato il lustro patinato del film, si perde la crudezza e la sporcizia che trasuda dalle pagine dei libri di Hammett ( Es. Piombo e Sangue); un inezia comunque che non intacca minimamente lo splendore di questa pellicola.

" E' la materia di cui sono fatti i sogni... "

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/08/2006 23:02:16
   8 / 10
E' un capolavoro del cinema, ma non è invecchiato benissimo... ebbi poi la disgrazia di vederlo in technicolor (che sarebbe un'eresia del tipo Warhol che trafigge il cenacolo di leonardo a suo piacimento) e mi sembro' un bell'esempio di modernariato indotto.
Cio' che lo rende ancora indiscutibilmente straordinario è la caratterizzazione dei personaggi, compresi i comprimari (il fuorilegge sessualmente equivoco e un po' tonto).
Probabilmente nel 1941 ha rivoluzionato il genere noir (10) ma nel 2006 funziona soprattutto a livello feticistico-cinefilo (7)
Bogey è comunque sempre grandioso

frangipani79  @  22/06/2006 01:01:45
   8 / 10
Il capostipite del genere "noir". Da vedere e rivedere, non stanca mai e appassiona. La recitazione è molto "drammatica", come del resto si usava in quel periodo (specie nel cinema americano) e oggi fa un po' sorridere, ma gli attori sono di un talento eccezionale.
La trama è ricca di colpi di scena, non vacilla mai ed è ancora così moderna che potrebbe esser stata scritta ieri.

Dick  @  17/06/2006 01:05:17
   9½ / 10
Uno dei migliori nel suo genere non troppo complesso e avvincente dall' inizio alla fine. Bogarth alla fine rinuncia pure alla g...a di turno per rispetto alla memoria dell' amico e collega.

3 risposte al commento
Ultima risposta 22/07/2007 14.32.23
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Invia una mail all'autore del commento dylan181  @  06/04/2006 12:48:03
   10 / 10
Un capolavoro del cinema, un noir eccezionale, un Bogart più in forma che mai. Ho comprato il dvd e ogni tanto lo riguardo. Fantastico !!

benzo24  @  03/11/2005 18:47:16
   10 / 10
semplicemente straordinario.

polbot  @  08/07/2005 09:06:55
   10 / 10
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  24/12/2004 16:25:17
   10 / 10
Uno degli esordi più folgoranti nella storia del cinema, quello di John Huston.
"Il mistero del falco" è uno dei primi noir americani, un genere molto in voga negli anni '40, di cui Bogart è stato uno dei maggiori interpreti.
In questo splendido giallo tratto da Hammet, Bogart fa le prove tecniche per il suo futuro Philip Marlowe di "il grande sonno".
Un film fondamentale nella storia del cinema americano, perchè da il via al genere del decennio, alla carriera di Huston, e al sodalizio tra Bogart e il grande regista.

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