il tuo vizio e' una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave regia di Sergio Martino Italia 1972
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il tuo vizio e' una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave (1972)

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locandina del film IL TUO VIZIO E' UNA STANZA CHIUSA E SOLO IO NE HO LA CHIAVE

Titolo Originale: IL TUO VIZIO E' UNA STANZA CHIUSA E SOLO IO NE HO LA CHIAVE

RegiaSergio Martino

InterpretiLuigi Pistilli, Anita Strindberg, Edwige Fenech, Ivan Rassimov

Durata: h 1.36
NazionalitàItalia 1972
Generegiallo
Al cinema nell'Ottobre 1972

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Trama del film Il tuo vizio e' una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave

Oliviero, scrittore fallito, erotomane e alcolizzato, che odia la moglie Irene viene sospettato di avere ucciso la sua amante. Ma grazie a un'imprevista testimonianza di Irene è scagionato dalle accuse. Qualche tempo dopo, nella villa di Oliviero qualcuno uccide la cameriera di colore. Temendo le conseguenze l'uomo, aiutato dalla moglie, ne mura il cadavere in cantina. Di lì a qualche giorno arriva la nipote Floriana, ragazza spregiudicata, che diventa l'amante della zia, di Oliviero e del motociclista Dario. La ragazza diventa testimone dell'odio che divide gli ospiti e assiste imperturbabile all'omicidio di Oliviero.

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Voti e commenti su Il tuo vizio e' una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave, 16 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Oskarsson88  @  19/10/2024 12:34:18
   7 / 10
A me è piaciuto, presenta buoni colpi di scena e gli attori sono bravi e dai volti segnati, soprattutto quelli maschili. Interessante il ruolo del gatto.

Alpagueur  @  08/01/2021 13:03:37
   6 / 10
Questo è il terzo giallo del regista Martino che ho visto, dopo "Lo strano vizio della signora Wardh" (1970) e "I corpi presentano tracce di violenza carnale" (1973); ho ancora bisogno di mettermi al passo con "La coda dello scorpione" (1971) e "Tutti i colori del buio" (1972), cosa che spero di poter fare presto. Molto vagamente basato sul capolavoro di Edgar Allan Poe, "Il gatto nero" (anche se raramente, e mai fedelmente), il film include molti degli elementi tipici associati al genere: trama contorta, damigelle in pericolo, serial killer (in realtà assassini, dal momento che uno viene gettato come una falsa pista), ispettore di polizia ostinato, oltre a dosi salutari di sesso e violenza, naturalmente. Tuttavia, c'è anche un'enfasi insolita sulla caratterizzazione qui e un'amoralità generale che la fanno risaltare (ciò detto, questa digressione dalla norma ha portato a incassi al botteghino inferiori al solito e, di conseguenza, il film è stato praticamente trascurato per 30 anni!). I colpi di scena arrivano sostanziosi e velocemente (in particolare al culmine), il finale ironico potrebbe essere troppo familiare ormai ma, poi, è una delle poche cose che rimangono del materiale di partenza! I valori di produzione, per quanto modesti possano essere, aiutano considerevolmente a creare un'atmosfera generalmente inquietante: angoli strani, una posizione centrale cupa, buoni scores musicali (del sempre affidabile Bruno Nicolai), montaggio disorientante (in particolare tagli rapidi ripetuti agli occhi scrutatori del gatto nero, ancora più efficace dopo che è stato accecato in uno di essi!). Il cast include diversi 'fedelissimi' del genere: Ivan Rassimov (con una parrucca d'argento poco lusinghiera) non è in alcun modo messo a dura prova dalla sua apparizione fin troppo breve come uomo del mistero; la sexy Edwige Fenech, sciatta e connivente, viene introdotta tardivamente nel processo ma qui ottiene un ruolo più carnoso del solito. Tuttavia, gli onori di recitazione vanno ai due protagonisti nominali: Luigi Pistilli come lo scrittore fallito con un complesso materno che è anche dedito all'alcolismo, alla decadenza (sotto forma di feste sfrenate e relazioni extraconiugali con ragazze molto più giovani, compresa la nipote Fenech!) e al disprezzo per la moglie Anita Strindberg; lui è eguagliato da quest'ultima, però (mentre di solito lei è solo una presenza decorosa in questi film), con la sua insicurezza (essendo facilmente influenzata in una relazione lesbica con Edwige e che, insieme con lei, trama la morte di Pistilli alla "Les Diaboliques" di Clouzot del 1955) e paura patologica del felino domestico di suo marito (che l'ha portata ad attaccarlo brutalmente con un paio di forbici, una reazione istintiva che alla fine suggella il suo stesso destino). Questo film ha ricevuto una serie di titoli scandalosi (i sostituti includono "Gently before she dies" ed "Excite me"); non sorprende che i suoi creatori abbiano scelto di sfruttare l'angolo giallo piuttosto che il nome di Poe (gli adattamenti del suo lavoro sono piuttosto rari in Italia anche se, almeno, altre tre versioni di "The Black Cat" hanno seguito quella di Martino, tutte realizzate da registi altrettanto noti e, infatti, uno di loro è venuto giù duro sulla scia di questa visione!). Gli extra del dvd della 'No Shame Films' completano piacevolmente la caratteristica principale: ci sono trailer per altri quattro titoli nella loro "Collezione Sergio Martino" (anche se, curiosamente, non uno per questa voce in particolare!), Una galleria fotografica e un opuscolo contenente un saggio sul film e biografie per Martino, Fenech e Strindberg. Soprattutto, tuttavia, c'è un dietro le quinte di una ventina di minuti che raccoglie interviste separate con Martino e la Fenech (che dice che Quentin Tarantino le ha ricordato di recente che il film ha offerto all'attrice il suo primo ruolo di 'cattiva ragazza'' non è così, in realtà ma, allora, probabilmente preferirebbe dimenticare il suo famigerato incontro con una capra in "Top sensation" del 1969 di Ottavio Alessi, un sexploitation-thriller con un'altra venerata starlet del periodo, Rosalba Neri!) e il co-sceneggiatore Ernesto Gastaldi (sicuramente una delle figure più importanti del cosiddetto stile 'Euro-Cult', essendosi probabilmente dilettato in ogni possibile genere che potesse rientrare in questo ampio target). Concludendo, non lo considero un 'giallo' nel vero senso della parola...questo è l'ennesimo thriller con pochissime cose di cui aver paura, dal momento che non interessa davvero nessuno dei personaggi, perché sono tutti squallidi e perversi. Oh, però, la colonna sonora di Bruno Nicolai non è male (il problema è che sono stato viziato da subito con lo score iniziale dei "Gatti rossi..." di Umberto Lenzi e allora mi aspetto ogni volta inconsciamente che anche tutte le altre musiche di Nicolai siano di quel livello, ma ci accontentiamo). Il titolo di questo film è un simpatico souvenir martiniano da "Lo strano vizio della signora Wardh" (la frase del biglietto che accompagna il mazzo di rose rosse regalato a Julie dal suo ex amante).

CyberDave  @  12/11/2019 08:41:24
   5 / 10
Deludente film di Martino che reinterpreta "Il gatto nero" di Poe cercando di adattarlo al suo giallo all'italiana con tinte erotiche.
Il risultato che viene fuori non convince in nessuna delle due direzioni, la parte legata al classico giallo anni 70 è fatta male, non riesce mai ad essere davvero interessante e manca di una componente fondamentale, le indagini della polizia, parallelamente a quelle del protagonista. Qui sono praticamente assenti, a me ha ricordato molto di più un classico gotico, piuttosto che il film che cercavo.

Il finale è molto prevedibile e senza colpi di scena, non riesce a risollevare un film scialbo e senza tensione.

La parte erotica è riuscita un pochino meglio, però se si cerca quello esistono pellicole migliori.

In conclusione un film da vedere per completezza del genere ma che non lascerà nessun ricordo a mio parere.

DitaAppiccicose  @  06/07/2017 00:06:36
   7 / 10
Libera trasposizione de "Il gatto nero" di Poe, questo film appartiene sia al genere giallo che a quello erotico, caratteristica comune a molte pellicole del periodo ma in questa particolarmente accentuata. La storia è ben condotta, con poca suspance e quasi nessuna scena splatter ma con una discreta tensione lungo tutta la durata del film. Buona la regia e bravi gli attori, così come i doppiatori. Non è una sorpresa Pistilli, un po' di più la Fenech che si fa notare soprattutto per la bellezza ( vestita e non ) ma pure per la bravura. Infine ho trovato adeguata la colonna sonora. Nota a margine: il noto superalcolico presente in praticamente tutti i film italiani degli anni settanta ( J&B ) qui deve aver sponsorizzato molto più che altrove perché lo si vede praticamente in ogni scena…

dagon  @  06/09/2015 20:17:33
   6½ / 10
Poe adattato (forzatamente) al giallo all'italiana: risultato altalenante, non completamente convincente, ma con un finale che, complessivamente, risolleva l'operazione. Applause for Fenech

bluechip  @  03/05/2014 14:33:02
   5½ / 10
Storia presa a piene mani da "Il gatto nero" di Poe. La recitazione è appena sufficiente, il montaggio è quello classico del giallo all'italiana, si vedono troppi bloopers (il gatto vi pare vero per un solo secondo?!?), il sangue scorre ma non eccessivamente. Se vi piace il genere, è da vedere, altrimenti passate.

peppe87  @  06/05/2013 03:28:13
   6½ / 10
grande prova degli attori specie la strindberg, oltre che supertopa, ma pure la mitica fenech qualche scena di nudo ce la regala.
inquietante il gatto, vero protagonista

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  05/06/2011 12:02:34
   7 / 10
Discreta rilettura del racconto di Poe dove la catena degli omicidi viene messa in secondo piano dalle varie interrelazioni dei personaggi, ben caratterizzati dagli attori, soprattutto la Strindberg e il mai troppo valutato Pistilli. Più che di suspence, si evidenzia maggiormente il torbido di ognuno dei tre protagonisti e la forte carica erotica data da Martino è funzionale al contesto.

Cannibal Bunny  @  11/11/2010 11:34:28
   6½ / 10
Martino prende ispirazione da Poe e un confeziona un discreto giallo con due dee del cinema di genere quali la Strindberg e la Fenech.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  28/07/2010 16:59:29
   6½ / 10
Discreto giallo di Martino, non raggiunge le vette del precedente

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  25/10/2009 11:11:46
   6½ / 10
Discreto questo giallo, con il colpo di scena finale che a mano a mano si rende comprensibile.

phemt  @  30/07/2009 15:01:18
   6½ / 10
Secondo giallo seventies per Martino dopo Lo Strano Vizio della Signora Wardh dove uno dei biglietti mandati alla Fenech recitava proprio la frase che da il titolo a questo giallo interessante si ma poco esaltante…

Una delle tante trasposizioni (più o meno libere) da Il Gatto Nero di Poe nelle mani di Martino si trasforma in un giallo poco riuscito sul lato della tensione e incompiuto riguardo ad una sensualità che sembra castrata e tenuta a bada con il freno a mano (ma forse la censura ci ha messo le forbici)…

Bene il cast dove brilla la sempre splendida Edwige e una intensa Strindberg, interessante anche lo score musicale, ma il film non acchiappa, gli eventi che si seguono sullo schermo sembrano casuali e senza grande relazione causa-effetto, il ritmo non aiuta e non tutte le cose sono poi così sensate…

Va però riconosciuto a Martino di aver in un certo senso anticipato Profondo Rosso (l’omicidio della Bonaccorti versione prostituta) e i deliri del Jack Nicholson alla corte di Stanley Kubrick…

Per appassionati del genere ma Martino negli anni settanta ha fatto di meglio!

tarax  @  30/05/2009 04:50:24
   7½ / 10
Giallo Martiniano molto ben interpretato, la strindberg è davvero superba con certi sguardi molto che dicono più di mille parole.Anche la Fenech fa il suo lavoro, ma certamente meno della strindberg. Storia un po confusionaria è vero, si poteva fare di più sotto questo punto di vista, però se lo merita tutto un bel 7 e mezzo.

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DarkRareMirko  @  30/11/2008 15:00:13
   7 / 10
Discreto film giallo di Martino che, comunque, relativamente al suddetto genere ha fatto anche di meglio (vedasi a tal proposito lo storico I corpi presentano traccia di violenza carnale aka Torso).

La regia è buona, la reinvenzione pseudoerotca (ma nemmeno poi così esplicita anche in quanto ad erotismo, visto che oltre qualche nudo integrale e qualche piccolo rapporto lesbo altro praticamente non lo si vede, anche se so che la censura ha sforbiciato molto quà e là in quanto a scene inerenti il sesso; sempre magnifica ad ogni modo la Fenech) del classico racconto di Poe abbastanza ben riuscita, l'interesse per il film buono sino all'indicato finale, in cui tutti i nodi tornano al pettine.

Davvero, ne consiglio la visione; i tratta di un buon giallo ben diretto e ben interpretato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  14/01/2008 11:02:53
   7 / 10
Dopo il notevole “Lo strano vizio della signora Wardh” Sergio Martino provo’ a cavalcare l’onda del successo proponendo un altro giallo dalle forti connotazioni erotiche.
Questa volta pero’ il lavoro del regista non incide particolarmente,la storia pur presentando una buona dose di violenza e sesso,anche se pare che la versione originale sia stata abbondantemente sforbiciata dalla solita insopportabile censura,non riesce a coinvolgere piu’ di tanto, soprattutto a causa di una sceneggiatura a tratti poco credibile e un po’ confusionaria.
Ad onor del vero va aggiunto che i crismi tipici delle pellicole di questo genere non mancano e di conseguenza i fans potranno ugualmente apprezzare.
Peccato che il film non sia totalmente riuscito in alcuni passaggi,l’impressione è quella di un’occasione sprecata,considerato anche il buon cast a disposizione che oltre ad un solido Pistilli annovera come punta di diamante le due meravigliose interpreti femminili,vale a dire Anita Strindberg e Edwige Fenech,conturbanti e dotate di un sex appeal impressionante,scatenato in maniera mirabile in una scena lesbo piuttosto osè per l’epoca.
Martino si ispiro’ al racconto “Il gatto nero “ di Edgar Allan Poe personalizzandolo a proprio piacere ma mantenendo inalterato il finale, che quindi risultera’ tutt’altro che sorprendente per chi conosce lo scritto.
Un paio di curiosita’:c’è una scena che sara’ poi ripresa pari pari in “Shining”…che il maestro Kubrick abbia preso spunto da un onesto artigiano del cinema come Martino?
Divertente inoltre vedere Enrica Bonaccorti nei panni di una prostituta bionda platino che ovviamente sara’ destinata ad una fine non certo allegra.
In definitiva un prodotto interessante ma con qualche passaggio a vuoto di troppo.

castelvetro  @  18/10/2007 01:33:12
   10 / 10
Non c'è nessun gatto... Eppure il miagolio veniva da qui!

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