johnny guitar regia di Nicholas Ray USA 1953
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johnny guitar (1953)

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locandina del film JOHNNY GUITAR

Titolo Originale: JOHNNY GUITAR

RegiaNicholas Ray

InterpretiJoan Crawford, Sterling Hayden, Mercedes McCambridge, Scott Brady, Ward Bond, Ben Cooper

Durata: h 1.50
NazionalitàUSA 1953
Generewestern
Al cinema nell'Agosto 1953

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Trama del film Johnny guitar

Johnny è un cow-boy suonatore di chitarra, che arriva nel locale gestito da Vienna sua antica amante e ora accusata dagli abitanti del paese di dare rifugio a una banda di rapinatori. Gli accusatori sono capeggiati da Emma, inviperita soprattutto per il fatto che il capo della banda, di cui è innamorata, le preferisce Vienna. Johnny difende quest'ultima, ma è un terribile duello tra le due donne a chiudere il conto.

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Voto Visitatori:   7,70 / 10 (22 voti)7,70Grafico
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Voti e commenti su Johnny guitar, 22 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  22/06/2019 21:12:12
   8½ / 10
Uno spettacolo, un capolavoro firmato da Nicholas Ray.
Un Western atipico, le figure femminili sovrastano quelle maschili, fino al drammatico scontro finale. Mancano gli indiani, le carovane, gli assalti, ci si concentra maggiormente sulla caratterizzazione dei personaggi, ricco di dialoghi strutturati bene e con una buona dose d'azione.
La sceneggiatura è scritta bene e non risulta ne banale ne monotona, seppur i lunghi dialoghi e ricco di suspanse grazie anche alla drammaticità che avvolge la pellicola, appare come un melodramma dal sapore avvincente ma anche struggente.
L'aspetto scenografico e fotografico del film è di certo l'arma in più, il risalto dei paesaggi western circostanti donano al film un valore in più, da sottolinerare anche gli effetti sonori e le colonne sonore, danno un contributo molto importante alla pellicola.
L'intepretazione degli attori è di ottimo livello, mi hanno convinto tutti e non c'è qualcuno al di sopra dell'altro, parliamo di attori abbastanza conosciuti nel mondo del cinema, io ho riconosicuto subito Ernest Borgnine (il mucchio selvaggio, quella sporca dozzina ecc) scomparso nel luglio del 2012.
Un western che ha fatto epoca, Johnny Guitar mi ha sorpreso tantissimo, una pietra miliare del cinema mondiale, giustamente conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Hagen di Tronje  @  23/10/2018 10:45:21
   5½ / 10
Western al femminile che, purtroppo, partendo da una buona idea di base, finisce con l'arenarsi. Il film infatti, nonostante abbia tra I suoi temi principali un'interessante contrapposizione tra due personaggi femminili (ben interpretati da Joan Crawford e Mercedes McCambridge) risulta verboso ed eccessivamente lento nello svolgimento, rischiando di annoiare lo spettatore. Dal punto di vista tecnico si fa notare una fotografia di grande impatto visivo, che peró a volte rischia di creare un effetto disturbante a causa delle forti tonalità utilizzate. Le poche scene d'azione, una grande attenzione agli aspetti psicologici dei personaggi e un bravo Sterling Hayden riscattano solo in parte un film che potrebbe non soddisfare appieno nè gli appassionati di western nè I non amanti del genere.

topsecret  @  21/03/2018 22:16:46
   7 / 10
Le cadute di tono nella sceneggiatura fanno abbastanza rumore e indispettiscono un po', ma nel complesso, grazie ai dialoghi incisivi, alle discrete interpretazioni, a una fotografia di buona presa e a un ritmo fluido, il film di Ray riesce a regalare una visione godibile che non si fatica ad apprezzare.
Ci sono buone scene che contribuiscono a elevare una regia di per sè affidabile, regalando momenti di una certa drammaticità che lascia il segno.

daniele64  @  05/03/2018 12:13:21
   7½ / 10
Decisamente anomalo questo curioso film western dai colori sgargianti di Nicholas Ray . Infatti , nonostante il titolo sia dedicato al personaggio maschile , le vere protagoniste sono due donne , forti e dure , persino dotate di cinturone e pistole , e che si detestano profondamente !! ( E proprio come si diceva nei vecchi western , " Questo posto è troppo piccolo per tutti e due ! " , si affronteranno in duello ! ). Ed è appunto quest' odio dettato dalla gelosia che è il vero motore della drammatica vicenda , in un crescendo di violenza che ha il suo culmine nell' inseguimento finale e nel linciaggio da parte del nutrito gruppo di beccamorti nerovestiti guidato dalla vera anima nera del film , Mercedes Mc Cambridge , rosa dall' invidia e dalla gelosia fino alle estreme conseguenze . La storia è ovviamente dominata da due donne , non più giovani nè particolarmente avvenenti , la sontuosa Joan Crawford ( Vienna , che nome indimenticabile ! ) e la suddetta , odiosa , Mc Cambridge . In questo dramma al femminile , i personaggi maschili, anche se affidati a grandi interpreti come Sterling Hayden , Ernest Borgnine e Scott Brady , hanno un ' importanza relativa . Sono più oggetto che soggetto dell'azione . Per finire , una semplice considerazione , è fin troppo facile vedere in sottotraccia a questo film un palese riferimento alla violenta attività inquisitoria della commissione Mc Carthy , di cui lo stesso Ray fu vittima in quegli anni di tensione . A 65 anni di distanza , vale ancora almeno 7,5 .

_Hollow_  @  11/11/2014 22:16:37
   9½ / 10
Considerato uno dei migliori western di tutti i tempi, alla stregua di Ombre Rosse, probabilmente si merita gli elogi. Nicholas Ray crea un western atipico, perennemente in bilico col melodramma, con un utilizzo magnifico del colore (v. rossi e gialli) e personaggi femminili in primo piano di cui uno, Emma, odiosa come pochi altri nella storia del cinema (su due piedi direi unicamente l'infermiera di Qualcuno volò sul nido del cuculo).

Da vedere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 16/11/2014 01.02.11
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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  14/08/2014 18:37:57
   8 / 10
Quando si dice cadere in piedi, mollato Hughes, Ray nonostante i bassi fondi e le intemperie con la Crawford che intendeva salvaguardare il suo status da star quale era, mettendo mano al copione, infatti il film ruota attorno a lei, sulla sua figura tragica, determinata, sola contro tutti, sulla rivalità tra donne, avvincente duello oltre che di cowgirls anche di recitazione, avvolte anche andando sopra le righe.
Dicevo al di là di una serie di ostacoli palesatisi, Ray confeziona una di quelle opere barocche per cui è ricordato in Europa, in patria difficilmente gli veniva legittimato il suo effettivo valore, anche il ribaltamento dei cliché fordiani (quando ha messo mano ai western ha dato sempre l'idea di ispirarsi a Sturges) sono stati un atto di imputazione.Suggestivo il primo quarto d'ora nel saloon, verboso ma tutt'altro che tedioso, una serie di botta e risposta, con una McCambridge assatanata che pretende la testa di Vienna, cromaticamente intensa la scena dell'incendio, lui che questi guizzi di colore accesi in contesti cupi li ha nel sangue, da ricordare il celebre giubetto rosso di Dean. Quando c'è odore di western Ward Bond non manca mai, particina che però con lui si fa sempre notare, parlò di Borgnine naturalmente, e poi Sterling Hayden che alle spalle aveva si 'Giungla d'Asfalto' ma all'orizzonte c'era nientepopodimeno che il richiamo di Kubrick,


Goldust  @  28/05/2014 11:57:13
   6½ / 10
In un genere dai connotati tipicamente maschili è insolito trovare due donne coraggiose a dominare la scena: è uno dei punti di forza della pellicola, e ad interpretarle sono una Joan Crawford ormai abbonata a ruoli con queste caratteristiche ed una sorprendentemente livorosa Mercedes McCambridge.
E' un western che ha un suo particolare fascino, ambiguo in un certo senso, dove la componente cromatica ha un peso almeno pari a quello dei dialoghi, molto ficcanti in alcuni casi. Resta da capire per quale oscuro motivo due giovani fusti come Johnny e Kid siano innamorati di una quasi cinquantenne come Vienna, e come l'insurrezione giustizialista popolare - quasi una caccia alle streghe - abbia fattezze così disumane ( ma qui forse centra il meccartismo, fenomeno in voga anche a Hollywood in quegli anni ).
Se la fotografia di Harry Stradling è complessivamente di alto livello non si può dire lo stesso di alcuni trasparenti, a dir poco orrendi.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  19/01/2013 12:46:02
   9 / 10
Strepitoso western che vira la melò, senza nessun cedimento o caduta di tono, dove due donne si contrastano come cowboy verso il patibolo.
Personaggi che entrano nella memoria, un film che rimane molto più di altri western classici celebrati e più conosciuto.

Da recuperare!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/09/2011 22:57:38
   8½ / 10
Western nella forma, nei suoi personaggi che sono in fondo degli archetipi, ma nella sostanza seconde me vira molto sul melò, perchè Johnny Guitar è un film talmente denso di emozioni e passioni che va vissuto fino in fondo. Assistiamo al graduale annullamento della figura maschile ed all'emergere di quella femminile, caratteri forti e risuluti quelli dei personaggi di Vienna e Emma, su campi opposti fino alla risoluzione finale. Uno di quei film difficili da dimenticare.

Lory_noir  @  02/05/2011 23:38:58
   7 / 10
Le vicissitudini raccontante del film non mi hanno colpito particolarmente, ma la grande grinta delle attrici principali non mi permettono di dare un voto inferiore. Per gli amanti del genere sarà sicuramente un buon film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  24/03/2011 18:55:24
   7½ / 10
Western atipico dove le figure femminili sovrastano,per una volta, quelle maschili conducendo la storia a modo loro fino al classico duello finale,appunto al femminile!
Caratterizzati molto bene tutti i personaggi ma non ci si puo' non soffermare su quello di Vienna che la Crawford è bravissima a portare in scena!
Un personaggio non positivo,con un passato oscuro ma che sara' la vittima di una societa' bigotta!
Ottima la regia e la fotografia che mette in risalto i contrasti di colore...il bianco con il nero,il rosso con il marrone...
Imperdibile per gli amanti del genere che cercano un western classico ma allo stesso tempo diverso dal solito...

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  28/01/2011 17:00:40
   8 / 10
Western molto originale, non solo per la centralità delle 2 figure femminili, ma anche per l'apertura molto intensa, con dialoghi e personaggi notevoli. Gli uomini passano tutti in secondo piano, burattini nelle mani delle rispettive donne, che, alla fine, gli fan fare tutto quel che vogliono. Non mi è piaciuto l'uso del colore però (continuavo a ripetermi: sembra un bianco e nero colorato al computer!)
Ernest Borgnine fa un gran personaggio secondario.

LoSpaccone  @  24/04/2010 19:12:55
   7½ / 10
E' un western barocco, sfacciato, quasi morboso, esagerato nei toni drammatici e nei personaggi (oltre che nel colore della pellicola) che però ha il merito di ribaltare i canoni classici del genere, a partire dalla peculiarità dei ruoli femminili e della loro centralità nel racconto. Non fa nulla per nascondere quel tentativo ossessivo di voler essere un monito al periodo maccartista. Può sembrare ridicolo ma secondo me proprio per questo è un gioiellino. Sembra un film tarantiniano ante-litteram, e Vienna potrebbe essere la nonna di Black Mamba...

dobel  @  22/09/2009 09:08:44
   9 / 10
Un western che ha fatto epoca. Sicuramente atipico e incentrato principalmente sui personaggi: un film di dialogo al quale non manca l'azione. Un film sull'invidia, sulla repressione e sull'ambiguità sessuale, come è stato ripetutamente notato. Anche un film, vorrei aggiungere, sulla giustizia; sui problemi della massa nel momento in cui è in ballo l'amministrazione della legge; sulla facilità (spesso interessata) di arrivare ad un linciaggio. Il tema quindi della diversità vissuta come minaccia da soffocare. La massa spaventa, invero, quando la legge perde di credibilità. La massa prende sempre decisioni sbagliate e poco ponderate: dettate da un sentimento improvviso.
Questo film, come 'Alba fatale' di Wellman, mette in luce anche questo aspetto della società e del viver comune oltre a quelli già notati da chi mi ha preceduto.
La regia è magnifica e la fotografia è incisiva.
Devo dire che siamo di fronte ad un film molto barocco e a tratti eccessivo, ma il suo barocchismo e la sua eccessività divengono valori espressivi che fanno sì che questo western non assomigli a nessun altro (forse a 'Rancho Notorious' di Lang?); è un mélo in cui tutto viene esasperato e portato al parossismo da uno stuolo di attori formidabili e una regia (a mio avviso la migliore di Ray) da film noir.

paride_86  @  10/08/2009 22:52:54
   7 / 10
"Johnny Guitar" è un western sui generis che parla soprattutto di competizioni e rivalità femminili, tant'è vero che il film avrebbe potuto benissimo chiamarsi "Vienna", dato che è Joan Crawford che la fa da padrona con il suo personaggio d'avanguardia (per l'epoca).
La storia funziona bene e la suspense è ben congegnata.
Buon film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  01/08/2009 20:08:17
   6½ / 10
Ecco il tipo di film che proprio non riesco ad apprezzare: hollywoodiano (alla Hawks, per intenderci, rispettandone perfettamente tutti i meccanismi già collaudati), di genere, a cui vengono inseriti un grappolo di espedienti originali che ne ribaltino (qualcuno di sotto giustamente l’ha già scritto) i canoni classici - come l’eroe “chitarrista” e il suo nemico “ballerino”; come la banda tutta vestita di nero al ritorno dal funerale; e come il duello finale di solo donne.
C’è poi a mio avviso un errore piuttosto evidente di narrazione che svela il trucco: per tutta la seconda parte del film la chitarra scompare, viene dimenticata. Ma come, mica si chiamava Guitar?

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  03/07/2009 19:25:44
   8 / 10
Un film con un grande protagonista, diverso e che tanto è piaciuto a Robert Rodriguez. Film sull'amore e rivalità, c'è anche molta poesia tra le righe. Non aspettatevi però i soliti canoni che caratterizzano questo genere perchè non li troverete. Un Western atipico, diverso ma intenso e intelligente. Ray è un buon regista e questo è uno dei suoi film che più preferisco.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  16/04/2009 16:57:45
   8 / 10
Straordinario western, disilluso e amaro. Uno dei migliori film di Ray.
Ricorda a tratti "Furia" di Lang per la crudeltà e la cecità dei personaggi.
Bravissime le due attrici.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  09/05/2008 22:52:18
   7 / 10
Il genere western è per me un filone ancor più difficile da giudicare avendone visti veramente pochi; già ho delle difficoltà con i classici, a capirli, figuriamoci con questo che ha dalla sua il ribaltamento completo degli stereotipi di genere, e questo si vede.
Il voto è esclusivamente per quanto me lo sono goduto, non è un sette da buon film, giudicato dalla critica un vero capolavoro, è un voto puramente emozionale.
Sinceramente soprattutto dal lato fotografico l'ho trovato invecchiato, molto più dei suoi cugini diretti da Ford oppure Hawks.
Ottima prova come sempre di Sterling Hayden, che con la chitarra però non c'azzecca 'na nota fosse una.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  13/01/2008 22:54:46
   8 / 10
Anche Johnny Guitar è uno di quei film hollywoodiani così ben fatti dal punto di vista tecnico e emotivo. Sono film intramontabili che affascineranno sempre. D’altro canto mostra anche i soliti limiti, come il rispetto delle convenzioni narrative legate ai “generi” e il rigido moralismo perbenista (siano nell’epoca in cui vigeva la censura del codice Hays). Ray è però il primo che, pur rispettando formalmente queste regole, cerca di svuotarle dal di dentro, creando figure anticonvenzionali e suggerendo temi e opinioni scomode per l’epoca. Certamente ci si limitava solo a suggerire e quindi solo chi era perspicace e scaltro riusciva a cogliere queste novità.
Il film formalmente è un western, però non si può fare a meno di notare la mancanze di certe caratteristiche tipiche o la scarsa evidenza di altre. Mancano gli indiani, non ci sono le mandrie, le carovane, i bovari, gli affolati saloon e le sparatorie di gruppo. Gli ambienti e le azioni si rarefanno per dare evidenza soprattutto ai personaggi, che sono la chiave del film. Sono le complicazioni psicologiche dei personaggi il vero tema del film. Infatti nel film spiccano soprattutto i dialoghi; è un film molto parlato e le conversazioni sono sempre o brillanti o emotivamente intense, sempre e comunque espressive.
L’anticonvenzionalismo si nota subito dai protagonisti che sono due donne, rovesciando il luogo comune che vuole il western fatto solo di pistoleri o eroi uomini. Vienna e Emma sono due aspetti diversi della parte femminile che sconfina nel maschile. Per Vienna è solo una questione di indipendenza formale e materiale, per Emma è soprattutto un problema sessuale. Vienna accetta la sua parte maschile, la vive liberamente (si veste e si comporta volentieri come un uomo) e nel finale riesce anche a coniugarla con la sua parte femminile che desidererebbe un appoggio affettivo. Emma invece è una lesbica repressa. Odia Ballerino Kid (un pistolero) perché “riesce a farla sentire donna”; ama/odia Vienna perché la sente in parte simile a lei. Anche Ballerino Kid ha la sua parte di ambiguità. Fa la corte a Vienna ma la vorrebbe come si vuole un trofeo; in realtà il suo cuore batte per Turkey, un giovane e delicato componente della sua banda. Il tema della bisessualità tornerà molto più in evidenza in “Gioventù bruciata”.
Emma (interpretata da una magnifica McCambridge) è il personaggio più interessante e bistrattato del film. Già “antipatico” per via della sua devianza sessuale, Ray lo utilizza anche per sferrare un forte attacco al senatore McCarthy e alla sua caccia alle streghe. Emma ha lo stesso fanatismo, lo stesso linguaggio, gli stessi metodi persecutori, la stessa spregiudicatezza dell’American Legion of Decency e del Comitato contro le Attività Antiamericane. Uno spettatore scafato se ne accorgeva subito all’epoca. In ogni caso nel film si mette in evidenza che la massa è solo soggiogata e se può, fa volentieri a meno di queste figure. Peccato che il personaggio di Emma diventi nel finale troppo cattivo, quasi una belva disumana. Ovviamente la storia farà in modo che venga fatta fuori senza pietà, riaffermando di nuovo l’assunto tipicamente americano che ad una minaccia si risponde con gli stessi mezzi con cui questa si propone (occhio per occhio, dente per dente).
Dal punto di vista tecnico si nota la tipica perfezione formale dei film di Hollywood. Qui si accentua l’attenzione per l’espressione e la psicologia dei personaggi con molti primi piani. Bellissima è la scena del dialogo notturno fra Vienna e Johnny Guitar. Nel buio, fasci di luce intensa illuminano la faccia della Crawford mettendone in risalto i tratti angolosi e facendole brillare gli occhi. Sembra quasi che Ray si sia ispirato ai quadri del Caravaggio.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  12/02/2007 10:01:52
   8 / 10
Storico western atipico, ribalta gli stereotipi del genere e riesce a coniugare i favori della critica con quelli del pubblico

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/09/2006 16:58:51
   8 / 10
Nel film di Ray tutti gli stereotipi del western vengono ribaltati, senza seguire le convenzioni: Johnny è un misantropo cowboy solitario che ogni tanto suona una canzone, Vienna un'indomabile eroina (certo non bella e nemmeno tanto giovane) armata e piena di voglia di giustizia (non proprio la classica donna del west che fa il bucato o rammenta i calzini aspettando il suo eroe), la perfida Emma un'altra donna combattiva e pure vendicativa (da antologia gli occhi allucinati di Mercedes McCambridge).
Inoltre, in tutto il film aleggia un'aria ambigua piuttosto saffica, per non dire altro.
Straordinaria la rivalità tra le due donne che sfocia, come prevedibile, nel dramma.
Il film di Ray conserva ancora oggi un fascino particolare, che restituisce a Sterling Hayden in particolare (la Crawford è storia a sè) la sua indiscussa capacità di identificarsi col suo personaggio: attore grandissimo di cui personalmente sento la mancanza

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