Joker è noto per essere uno dei nemici storici di Batman. Ma la storia del suo alter ego Arthur Fleck rivela come un uomo trascurato dalla società possa riversare tutta la sua grinta in qualcosa che sarà di futuro monito per tutto il mondo.
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L'incertezza è il filo conduttore emotivo che accoglie lo spettatore dall'inizio del film fino all'ultima scena, dove diviene certezza, realizzazione, compimento. Il Joker di Phoenix è la rappresentazione del marcio e della sofferenza del derelitto mutilato psichico in mezzo alla spietata competitività del mondo capitalistico che non ammette debolezze, in cui l'individuo conta più di ogni altra cosa. Un gelido monito per i tecnocrati attuali e per chi vive sulle spalle della moltitudine urbana che da un lato sfrutta senza pietà, dall'altro lato disprezza e ridicolizza. Una parabola discendente di un disperato che infine si realizza nel suo essere primordiale, la consapevolezza che del limite imposto dalla comune razionalità è stato superato e dalla quale non si torna indietro. Joker è un espressione di The Downward Spiral di Trent Reznor portato su schermo. Un lento agognato viaggio verso la realizzazione di ciò che si tende a sopprimere. Un capolavoro drammatico che dopo giorni dalla visione lascia ancora il segno.