Una ragazza polacca, Weronica, e una francese, Vèronique, pur non avendo nessun legame, sono uguali come gocce d'acqua, hanno lo stesso amore per la musica e la stessa malformazione al cuore. Per una misteriosa corrispondenza, la francese farà tesoro della tragica esperienza dell'altra.
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Colori, musiche, sceneggiatura, interpretazioni....tutto allo stato dell'arte. Questo era il cinema di Kieslowski. Preparazione alla trilogia dei colori, visione della sua stessa morte, dialogo con la fine imminente attraverso l'enigma dello sdoppiamento del proprio essere, Veronica è il volto scelto dal regista per rappresentare la fugace ed irresistibile bellezza della vita, tanto meravigliosa quanto misteriosa, e dell'amore, e della morte. Punto di partenza e di arrivo di un modo di fare cinema stilisticamente a se stante, la macchina da presa si posa su cose e persone diventando un tutt'uno con i colori e le musiche, dando vita a una pellicola mistica e moderna, dolce e severa, destinata a vivere nelle tristezze delle proprie solitudini e diversità...e nell'inevitabile ricerca del proprio io, reale o sognato, di un altro essere umano, simile a me, tanto da essere un doppio, unico sollievo alla solitudine e alla morte. Meraviglioso