la fiammiferaia regia di Aki Kaurismaki Finlandia, Svezia 1989
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la fiammiferaia (1989)

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locandina del film LA FIAMMIFERAIA

Titolo Originale: TULITIKKUTEHTAAN TYTTÖ

RegiaAki Kaurismaki

InterpretiKati Outinen, Elina Salo, Esko Nikkari, Vesa Vierikko, Silu Seppälä

Durata: h 1.10
NazionalitàFinlandia, Svezia 1989
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1989

•  Altri film di Aki Kaurismaki

Trama del film La fiammiferaia

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Voto Visitatori:   7,54 / 10 (28 voti)7,54Grafico
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Voti e commenti su La fiammiferaia, 28 opinioni inserite

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Jumpy  @  16/05/2024 18:13:29
   7½ / 10
Ricordo di averlo visto tempo fa in un cineforum, nonostante sia piuttosto breve, mi è rimasto molto impresso. Affronta il tema centrale dell'incomunicabilità nelle relazioni: dalla famiglia alla coppia, vista col filtro della disperazione e della frustrazione della ragazza che, in modo apparentemente distaccato, sembra subire li tutto passivamente. Una storia cupa e deprimente, non lascia scampo a nessuno.

stratoZ  @  16/05/2024 13:03:50
   8 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Uno splendido dramma, tra i miei preferiti di Kaurismaki che qui sembra arrivare al completamento dello stile che poi lo ha reso celebre, dopo due comunque buone pellicole come "Ombre nel paradiso" e "Ariel", conclude idealmente la trilogia del proletariato con questo film amarissimo e spietato, una storia d'incomunicabilità dai tratti quasi disumani, un dramma che prende le veci di un revenge movie con l'archetipo del "buono che diventa cattivo" che raggiunge le sue estreme conseguenze.

La storia parla di questa giovane operaia che lavora in una fabbrica di fiammiferi e della sua vita quotidiana, fin dalle prime immagini si vede come il lavoro che fa è lo specchio della sua vita, con questa continua catena di montaggio, fredda e asettica, ripetitiva e senza via di scampo, si passa dai momenti in fabbrica a momenti di vita vissuta in compagnia delle persone vicino a lei, dall'incomunicabilità nei confronti dei genitori, visti come dei freddi e insensibili giudicatori, bigotti e chiusi nei confronti della figlia, pronti a giudicarla e mettere il veto sulle sue scelte, come si vede quando vuole indossare un vestito un po' più sgargiante del solito o nelle successive vicende riguardanti la gravidanza, fino al rapporto con Aarne, l'uomo che sembra darle una speranza ma in realtà le spezzerà il cuore senza un minimo di riguardo, da lì la scatenata vendetta di Iris.

Ma il punto forte del film è la messa in scena che Kaurismaki dona alla vicenda, iniziando dai tempi dilatati, dai lunghi silenzi a rimarcare l'incomunicabilità, in realtà accade relativamente poco, la durata è misera, poco più di un'oretta, ma in questo tempo l'autore riesce a trasmettere un'intensità emotiva incredibile, una montagna russa di sentimenti contrastanti, perlopiù negativi, che vengono spezzati di tanto in tanto dall'ironia di fondo della pellicola che in certi punti prende le caratteristiche di una commedia nera e si diverte a giocare con tematiche più forti, come si può vedere nelle sequenze finali in cui la protagonista si vendica crudelmente con la stessa attitudine di quando si andrebbe a fare la manicure, aiutata dalle grandi prove degli attori, gelidi personaggi, dai tratti quasi robotici, che potrebbero avere l'empatia delle macchine con cui lavora Iris.

E poi ci sono gli altri elementi tipici dell'autore, dagli intermezzi musicali, pieni di canzoni della tradizione finlandese, rigorosamente ballati a testa bassa in coreografie che denunciano la loro ripetitività e la splendida fotografia pop piena di colori sgargianti, da quel rosso fuoco invadente al verde acqua, al blu notte preponderante a sottolineare la gelida ambientazione finlandese. "La fiammiferaia" è una piccola grande perla di Kaurismaki che difficilmente lascia indifferenti, un film nero e senza speranza, triste e che lascia persistere quella sensazione di amaro ben dopo la fine della visione, personalmente, tra le vette del regista.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  10/07/2019 21:08:45
   8 / 10
Una delle vette di Kaurismaki che con semplicità e linearità riprende quelle che sono le sue tematiche preferite (il disagio, la malinconia, l'incomunicabilità) e le porta all'apice estremo dell'alienazione, con un finale che, a differenza di altre volte, non presenta nessuna visione ottimistica.
Lo stile di Kaurismaki è quello che conosciamo: freddo, indifferente, con dialoghi ridotti all'osso per lasciar spazio alle immagini e alle espressioni; non c'è la sottile ironia di fondo usata spesso dal regista finlandese , altro marchio di fabbrica che spesso dava un qualcosa in più alle sue pellicole di cui però in questo caso se ne perdona la mancanza.
Bravissima la musa Kati Outinen, Fiammiferaia perfetta.

7219415  @  22/03/2017 09:53:35
   6½ / 10
Il classico kaurismaki

Oskarsson88  @  15/03/2017 13:34:27
   7 / 10
Classico film freddo e silenzioso, sull'incomunicabilità, del regista finlandese. Abbastanza sulla stessa linea degli altri che ho visto, in ogni caso sempre piacevole da guardare grazie anche ad una durata molto minimal.

JOKER1926  @  14/11/2014 00:37:25
   6½ / 10
Una componente che permea l'animo di Aki Kaurismaki è in stretto legame con i canoni dell'essenzialità. Basta vedere qualche film di Kaurismaki per captare lo stile; le storie non sono su una linea ordinaria e cercano una fuga in una magica irrealtà.
"La fiammiferaia" è un altro tassello importante che compone la filmografia dell'artista, la storia si rifà alla famosa fiaba, non c'è dubbio. Logicamente poi è l'autore che fa una sorta di scrittura di scena e cambia, legittimamente, più di una cosa.
Dinamiche narrative a parte, "La fiammiferaia", nonostante qualsiasi discorso, preserva per tutto il tempo quel clima noto nella fiaba di Andersen. La protagonista di Kaurismaki vive sbandata in un mondo affamato di cinismo, i personaggi che intercorrono nel percorso cinematografico sono tutti strani e cattivi, la prassi del resto parla abbastanza chiaro.
La maestria artistica qui si consuma attraverso una serie di inquadrature caratteristiche che frequentemente si abbandonano, in comunione a delle musiche, ad un silenzio scenico, di notevole riuscita.
Per il resto il prodotto del 1989 ha qualcosina ancora da mettere in esposizione; la trama è buona e cerca di essere sorprendente nella sua chiarissima intenzione, lo stesso finale – ad inizio film- è difficile da immaginare. A nostro modo "La fiammiferaia" si ferma nella terra degli onesti apprezzamenti, quelli buoni ma non terminali. Improbabile apprezzare qualcosa che vada al di la del buonissimo lavoro tecnico, la morale è rispettabile ma fin troppo telefonata e il film passa i suoi momenti a diventare sempre più buio e spossato. Genuinità d'autore.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  12/04/2013 00:37:10
   8 / 10
Perfetto nella sua semplicità e linearità

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  15/01/2013 18:28:07
   7½ / 10
Uno stile asciutto che scava in profondità in una solitudine pronta ad esplodere come un vulcano sopito. "La fiammiferaia" è un film di una consequenzialità perfetta, forse prevedibile con l'occhio di oggi, ma assolutamente da vedere per riscoprire Kaurismaki, regista diseguale ma a tratti folgorante. Un talento non comune nel saper far parlare le immagini, affidandosi a canzonette e a un ritmo lento ma mai contemplativo o furbo.

Come questo piccolo grande gioiello. Guardare per credere.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  20/07/2012 19:35:38
   7 / 10
"La fiammiferaia" dimostra che "Leningrad cowboys go America" è stato per Aki Kaurismaki probabilmente una specie di distrazione o di divertimento cinefilo e sarcastico.
Con questo film dimostra che non ha certo abbandonato le sue tematiche preferite, cioè l'incomunicabilità e la solitudine dei "senza valore", anzi le esaspera e le porta alle estreme conseguenze. Infatti per tutto il film verranno pronunciate sì o no 10 parole. Diciamo che per come è strutturato il film (comincia come un documentario sulla fabbricazione dei fiammiferi), viene percepito come una dimostrazione quasi didattica, un documento illustrativo di un degrado esistenziale e sociale. In altre parole si sa subito che non è una storia realistica, ma una storia reale; certamente non esiste così come ci viene presentata, ma allo stesso tempo esemplifica stati d'animo e modi di vivere sentiti come diffusi.
Certamente il regista si accanisce contro la protagonista, rovesciando un po' l'assunto classico che vuole l'artista affezionato e benevolo (e il pubblico di conseguenza) verso le sue creature di fantasia. Qui alla protagonista (una bravissima Kati Outinen) gliene capitano di tutti i colori, in un crescendo di sfortuna e abbandono totale.
E' la rappresentazione del mondo visto attraverso la filosofia de "L'Argent" di Bresson: un sistema indifferente e materialista stritolante un'umanità passiva e mortificata nel suo bisogno di vita. Non c'è scampo, non c'è salvezza, c'è solo disumanizzazione completa e alienazione spinta. Stop.
Anche qui, come in tutti i film precedenti, Kaurismaki fa esprimere il sentimento inespresso tramite le canzoni e la musica. E' l'epoca postmoderna, appunto. Tutto quello viene espresso, viene espresso attraverso i mezzi di divertimento di massa: canzoni, cinema, ecc. Un sentimento esiste perché c'è una canzone che lo esprime o un film che lo rappresenta. Solo in questa maniera possiamo percepire l'esistenza di questa parte (ormai diventata artificiosa) del nostro mondo umano.
Tipico film a tesi, il "piacere" della visione è soprattutto meditativo e intellettuale. Può quindi non piacere.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  18/06/2012 11:00:28
   7½ / 10
Freddo e tagliente come una lama di ghiaccio.
Kaurismaki in poco più di un'ora giunge dritto al punto in questa pellicola raggelante. Pochissimi dialoghi, le immagini dicono anche troppo.

DarkRareMirko  @  17/05/2012 00:13:25
   9 / 10
Un film non facile (conclusione di una trilogia che il regista ha dedicato al proletariato), ricco di silenzi alla Buttgereit, spietato e che parla di gente spietata.

Tecnicamente ineccepibile, freddo, riflessivo, ben diretto e intepretato (soprattutto dalla protagonista, inquietante e nevrotica) narra in sostanza di un rape e revenge che mostra un rape soprattutto emotivo, intimo, non fisico (e la revenge è a dir poco tosta e a basa di veleno per topi, che tutto è fuorchè simpatico...per fortuna comunque l'ending del film è lasciato in sospeso e le conseguenze si possono solo immaginare).

Pessimista e breve, è un tipo di cinema (modernissimo tra l'altro; ha più di 20 anni ma sembra girato ieri sera) che non credo passi spesso alla tv.

E forse è meglio così.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  05/01/2012 22:16:01
   6½ / 10
Il più amaro ma anche il meno coinvolgente tra i film di Kaurismaki visti finora. La rappresentazione della vita di una infelice donna finlandese appartenente ad una classe sociale disagiata è cruda e senza speranza. Il ritratto minimalista che fa di questa società è quasi da film dell'orrore, visto che i sentimenti e il calore umano sembrano non trovare spazio in nessuno dei personaggi del film (forse qualcosa nel fratello di lei). Certo la protagonista, non so quanto volutamente, non suscita le simpatie dello spettatore, visto anche il modo in cui si fa trattare. E anche la vendetta finale è una risposta inadeguata alle sue sventure, dal momento che la sua vita non migliorerà affatto dopo questo gesto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  03/12/2011 12:15:19
   8 / 10
La conclusione della trilogia del proletariato di Kaurismaki è la fine di un percorso di discesa agli inferi della società finlandese. La solitudine è assoluta, la famiglia si comporta come un organisma parassitario dei suoi stessi figli, l'aridità di sentimenti e il classismo. Inoltre manca quel minimo di solidarietà fra le persone, unica possibilità di fuga, presente nelle precedenti pellicole. Lo sguardo di Kaurismaki è glaciale, non lascia spazio all'ironia o alla speranza, solo all'alienazione. E' il più cupo dei tre film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  21/05/2011 17:43:08
   9 / 10
Non sapevo come cominciare a parlarne perché sono rimasto sorpreso,non mi aspettavo di restare tanto coinvolto da questo film.
è solo il secondo Kaurismaki che vedo e già mi rendo conto di quanto questo regista intenda il cinema esattamente come il sottoscritto: incredibilmente espressivo sotto il profilo visivo,inoltre malinconico, grottesco ed essenziale in ciò che vuole raccontare,non a caso La Fiammiferaia dura appena un'oretta e fin qui siamo d'accordo; ma che potesse anche essere così spietato e agghiacciante per me che non lo conosc(ev)o è stata una sorpresa.

Non voglio commentare ulteriormente sulla trama poiché rovinerei la visione,ma la predominanza dell'immagine sulle poche,fredde parole è palese,per quanto forse Kaurismaki esageri nelle scene "musicali" in cui una musica di dolce speranza sdolcinata va a cozzare con la protagonista sola e chiusa in una disperata e non voluta solitudine.
D'altronde ciò che viene rappresentata è la routine di una donna alienata e sola,sfruttata e che vive una vita fatta di umiliazioni e una speranza che sembra non arrivare mai. Emozioni come la gioia le sembrano sconosciute e a parte in un brevissimo frangente non pare di vederla mai davvero felice; e appunto dopo quell'attimo di illusione la vita e la crudeltà dell'umanità attorno a lei la fanno ripiombare nella stessa vuota,piatta vita di provincia. E con la stessa disillusione cade anche in una follia lucida e ragionata,eliminando nell'unica maniera possibile tutto ciò che la opprime e la rovina. Esce di scena con la stessa disillusione,aspettandosi esattamente il finale della storia che finalmente ha deciso lei.
Pessimista fino all'osso ma nella sua apparente freddezza è un cinema tutt'altro che distaccato e capace,grazie alla bravissima attrice e al regista,di farci entrare in empatia e di sconvolgerci con la stessa brutale forza con cui lo è la povera fiammiferaia.

Ch.Chaplin  @  09/12/2010 12:01:30
   9 / 10
Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  30/09/2009 20:14:27
   7½ / 10
Bresson seminò, sopra aridi orti.
Qualche anno dopo, nel gelo della Finlandia, questo germoglio.

Ciaby  @  01/03/2009 21:01:47
   7½ / 10
I primi minuti del film: i primi momenti della vita di un fiammifero. E il ciclo comincia in una storia silenziosa e rarefatta, meno grottesca di altro Kaurismaki, ma affascinante.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR pompiere  @  26/11/2008 10:17:43
   5 / 10
Tristo e freddo come la morte, il racconto della "fiammiferaia" di Kaurismaki vorrebbe essere essenziale quanto invece risulta noiosetto e inconcludente.

Il vittimismo della protagonista (una Kati Outinen espressiva come una melanzana essiccata) è così volutamente RI-marcato da risultare finto (può una proletaria intelligente, per quanto indigente, annoiata e narcotizzata dai genitori, farsi "fregare" così dalle spietate regole della vita?).

Ecco perchè non si prova compassione quando, finalmente, la perdente TOPAcida viene arrestata.
Non aiutano alla causa nemmeno l'assenza di dialoghi (premonitori, in questo caso, di mancanza di approfondimento psicologico) o le belle canzoni che dovrebbero "parlare" al posto della penna di Kaurismaki.

Quello che rimane è tanto, ma TANTO, mal di stomaco.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  26/08/2008 23:55:31
   6 / 10
ho appena finito di vedere questa acclamata pellicola di kaurismaki e devo ammettere ke non è assolutamente facile darle 1 voto.
La parte tecnica è ingiudicabile : recitazione quasi inesistente...gli attori sono inespressivi come in ogni film di aki , se la protagonista fosse stata la bellucci non si sarebbe notata la differenza, film incredibilmente lento nonostante duri soltanto 1 ora...e poi sempre il solito cliche' tipico di kaurismaki : protagonista ultra sf1gato/a con il mondo ke gli/le è avverso e per quanto ci si sforzi di contrastarlo va sempre peggio....il problema è ke se in ''nuvole in viaggio '' o nelle ''luci della sera '' si intravedeva comunque 1 barlume di speranza,qui è del tutto assente.
La cosa ke pero' non mi va giu' non è la totale rassegnazione e la disillusione nei confronti della vita ke il film ci mostra, ma semplicemente ke questa volta il film non tratta di 1 persona fragile ke viene oppressa e giustamente si vendica, ma di 1 persona infinitamente stupida ke potrebbe benissimo farsi rispettare ma ke inspiegabilmente fa di tutto x rovinarsi fino a giungere al paradossale finale....ke motivo c'era di eliminare il ragazzo al bar ??
qui la vendetta sfocia in delirio e onestamente mi sembra troppo esagerato questo film...kaurismaki calca troppo la mano nel cercare la drammaticita' e a mio avviso il film risulta fastidioso e prevedibile....sebbene questo film somigli (sotto certi aspetti ) a dogville ( ke è 1 dei miei film preferiti ) posso dargli solo un 6 politco x rispetto a kaurismaki ke in altre pellicole ho apprezzato davvero molto....anke la colonna sonora finale le cui strofe celano il significato del film sono fuori luogo xkè come gia detto è tutta colpa della protagonista quello ke le succede....potrei dare 1 voto + alto a questo film solo se kaurismaki con questa pellicola avesse voluto dimostrarci ke la vita e il destino ce li creiamo noi e quando le cose vanno male si tende a colpevolizzare gli altri cercando tutte le attenuanti possibili,talvolta sfociando nella follia + totale....ma purtroppo l'impressione ke mi ha dato è la solita...''la vita è 1 peso e non cè modo di scapparne...qualsiasi cosa fai va sempre peggio''...

Max78  @  09/05/2008 20:24:28
   7 / 10
Una canzone di Masini al confronto potrebbe far sorridere.

Beefheart  @  17/12/2007 18:30:18
   7½ / 10
Un dramma minimalista, un po grottesco, scarno, essenziale, dalle tinte noir, cento per cento Kaurismaki. La storia, decisamente nera, è calata in un'atmosfera sistematicamente ostile; in contesti squallidi, fatti di ambienti poveri e personaggi acidi. Essi sono tutti oppressi, nell'animo e nel fisico, dalla morte degli umani sentimenti e non resta loro che mettere in scena una triste galleria di immagini di indifferenza, egoismo ed ottusità. In tal senso, ottima la prova del cast, in una recitazione zeppa di silenzi eloquenti, sguardi prolungati, dialoghi ridottissimi e di una freddezza agghiacciante. Brava Kati Outinen mella parte della protagonista principale Iris, martirizzata dal piattume e dalla solitudine. Tipicamente particolare l'utilizzo di svariati brani rock'n'roll, alternati a quelli che credo siano successi classici finlandesi sottotitolati, a commento musicale del quasi totale e gelido immobilismo emozionale dei protagonisti; nonchè della fotografia spenta, quasi incolore, funzionale allo scopo di trasmettere disagio. Un film molto breve, semplice e lineare; un po lento in alcuni passaggi, ma duro, totalmente privo di ironia e di indiscutibile impatto emotivo.

luca2012  @  25/10/2007 22:43:26
   7½ / 10
Mi aspettavo di meglio, almeno fino al bellissimo finale.

lukanoir  @  13/03/2007 18:46:38
   8 / 10
Tristissimo, il più triste film di Kaurismaki, solitudine, mancanza d'affetto, incomprensione, freddezza, l'orrore dei rapporti umani. Guardatelo anche per ricordare di quanto siete fortunati rispetto a quel mondo così gelido.
Un film bello anche se è assente l'ironia che caraterizza gli altri film del regista.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  15/02/2007 21:42:10
   9 / 10
"saranno certo morti di fame
e di freddo, perduti laggiù
in mezzo alla foresta"

Con queste parole Aki Kaurismaki tratte dalla "contessa Angelica" apre questo film di una tristezza infinita e che ogni sequenze emana un freddo glaciale, la mancanza di passione e di una propria personalità portano la giovane fiammiferaia alla lucida follia, lei che era sempre vissuta con un automa, come l'enorme macchinario che produce i fiammiferi

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  25/01/2007 21:54:47
   7 / 10
Un film triste, duro, crudele.
Dalle immagini iniziali si può cogliere il senso del film: gli uomini non sono altro che dei fiammiferi, piccoli, progettati, costruiti, inscatolati.
La vita della protagonista è accompagnata dal più profondo squallore.
Dai genitori che mantiene con il suo lavoro in fabbrica, nessun gesto di affetto.
E' sedotta e abbandonata da un losco individuo conosciuto in un piano bar.
L'indifferenza delle colleghe di fronte ai suoi problemi.
Questa repressione la porterà a far esplodere la propria rabbia muta nel più sconcertante dei modi.
L'agghiacciante freddezza dei dialoghi, il distacco reciproco dei personaggi, la totale assenza di sorrisi, rendono questa pellicola pesante ed impietosa ma che ti lascia qualcosa dentro.

sweetyy  @  09/12/2006 13:52:08
   7 / 10
Atmosfera cupa e silenzi infiniti...
Una ragazza priva di affetto e bisognosa d'amore,si fa giustizia da sola!
Molto triste ma bello!

lupin 3  @  05/12/2006 21:19:08
   7 / 10
Certo che la povera fiammiferaia dallo sguardo glaciale ne ha passato di cose ingiuste, ma alla fine la combina davvero grossa!

benzo24  @  06/07/2005 12:07:51
   10 / 10
Indispensabile e bellissimo film di Kaurismaki che da una storia di povertà e lucida pazzia ricava uno dei più grandi capolavori degli ultimi 20 anni.

  Pagina di 1  

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