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La forza dell'amore. Visivamente apprezzabile, parliamo di un film d'animazione russo di fine anni '50, ma storia che non mi ha particolarmente colpito, risultanto statica e poco intrigante per lunghi tratti della sua durata. Se non altro, ha avuto il merito di spronare Hayao Miyazaki nel suo lavoro di animatore fumettista.
Tanto tanto impegno e qualità dell'animazione per questo buonissimo lungometraggio di matrice russa che riesce a trasporre col giusto riguardo e con la giusta dose di cupezza la bella fiaba di Andersen, impresa che la Disney ha clamorosamente fallito nel 2013 tirando fuori quanto di più brutto, pigro, raffazzonato e irritante si sia visto nell'animazione tutta credo.
La storia in fondo in fondo è molto godibile pure, quantunque sia penalizzata da certi passaggi di narrazione e sceneggiatura fin troppo stucchevoli, ingenuotti e semplificati forse, anche troppo in un film che parrebbe comunque fare il verso ai film Disney dell'epoca d'oro (come suggerisce la figura dell'omino dei sogni ricalcata su modello del grillo parlante sia in corporatura che nel ruolo di intermediario tra audience e fiaba). Ciò non è necessariamente un male, questo storytelling figlio di un'epoca che non tornerà più unito al design squisitamente artigianale (anch'essa un'arte che sta pian piano morendo) conferiscono un'aria piacevolmente retrò all'opera, che agli occhi di uno spettatore del 2016 non può che risultare fascinosa.
Ecco, è uno di quei film che esattamente come un 'Song of the sea' o una qualunque opera minore dello Studio Ghibli che mancano della scintilla necessaria a fare il balzo in avanti, ed essere classificata come capolavoro, è impossibile che non piaccia per fattura curata, ed è comunque in grado di conferire lustro all'arte dell'animazione.
Classicissmo del cinema d' animazione russo! Molto fedele alla fiaba di Andersen, può contare su un ritmo che non annoia anche se non frenetico, su delle belle caratterizzazioni dei personaggi e su dei disegni proprio belli e dei paesaggi proprio affascinanti (soprattutto la regina e il suo castello!)! L' animazione poi a distanza di oltre 50 anni regge benissimo. Passa in TV di solito all' interno della serie "Storie della ma infanzia", se non erro, con il secondo doppiaggio. In giro però si può trovare anche il primo cinematografico. Ho letto che è stato premiato sia a Venezia che a Cannes.
Particolari curati sia nelle animazioni che nei disegni della città e soprattutto della regina, nobile, granitica... un po statua della libertà, ma capace di esprimere tutta la dura beltà del gelo. Una gemma del tempo, ancora meravigliosa e splendente, ma per amor di onesta, con delle incrinature. E' bene specificare che l'imperfezione non è dovuta a quetioni di epoca e stile, nonostante le grandi diversità espressive il cartone si segue ancora che è un piacere, ma sarebbe falso dire che la storia, così classica e piacevolmente narrativa non sia velocizzata più del dovuto, non solo per l'ignorabile approfondimento familiare dei due ragazzi, o per la rapidità del rapimento, quanto in particolar modo sul finire, dopo la fuga dai banditi ad opera della lunatica teppistella dal cuore buono, li la corsa diviene troppo furiosa, gli aiutanti entrano di botto e scompaiono altrettanto presto e per ultimo la regina meritava senza dubbio almeno di poter dire una parola di commiato, anche fosse stato solo per deridere i due giovani. Con venti minuti in più staremmo parlando di un "vero" capolavoro senza tempo. Detto ciò le capacità registiche e l'impegno si notano, ma oggi senza un lavoro di restauro degno di tal nome probabilmente sarebbe difficile far apprezzare questo bel lavoro ai più giovani e finora... credo sia stato pubblicato solo in pessime digitalizzazioni da edicola, quelle pubblicazioni economiche dalla copertina orrenda, quelle scritte da Worpad e disegni ad opera di qualche tizio sottopagato.
Ps: Lo spirito dei sogni è palesemente ispirato al grillo parlante Disney. Kay e soprattutto la pura d'animo Gerda sono dolcissimi, ma con capelli cosi chiari ogni volta che li vedo mi sembrano usciti da "Il villaggio dei dannati".
Visto anni e anni fa in tv , un ottimo adattamento all'omonima fiaba , toccante con belle morali , tecnicamente mi piacque molto , ho letto tra alcune curiosità che il maestro Miyazaki dopo aver visto questo film d'animazione si convinse a continuar con gli anime , beh ...fantastico ! Lo vidi anni fa ma mi è rimasto un bel ricordo , anche se del 1957 e con l'uscita di nuovi film disegnati in modo migliore questo a modo suo tiene testa molto bene .